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Autore: cassiana    08/03/2023    1 recensioni
Nuova raccolta di storie dedicate ai Pink Floyd partecipanti a varie iniziative e challenge sia stagionali che no. Ogni storia è a sé stante, vari avvisi e generi all’interno.
Disclaimer: ovviamente non possiedo nessuno dei Pink Floyd (sob). Questo è un lavoro di finzione e nulla di quanto raccontato è realmente accaduto. Nessuna diffamazione o calunnia è intesa. I personaggi sono la mia rappresentazione di fantasia delle persone reali, ma non c’è nessuna pretesa di verità dei dati biografici o storici.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: David Gilmour, Nick Mason, Richard Wright, Roger Waters
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Smutty David'
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Disclaimer: ovviamente non possiedo nessuno dei Pink Floyd (sob). Questo è un lavoro di finzione e nulla di quanto raccontato è realmente accaduto. Nessuna diffamazione o calunnia è intesa. I personaggi sono la mia rappresentazione di fantasia delle persone reali, ma non c’è nessuna pretesa di verità dei dati biografici o storici.


Titolo: Qualcosa per cui vale la pena
Fandom: Pink Floyd
Rating: G
Personaggi: David Gilmour, Roger Waters, Nick Mason, Rick Wright, Judy Trim Waters
Note: Questa storia partecipa all’iniziativa EASTER ADVENT CALENDAR 2023 / OH, ALL THE SHOTS YOU’LL GET! @Hurt/Comfort Italia col prompt 29. "Ha anche dei difetti" + Atletico, Ahia!
Warning: H/C
Sinossi: Roger non ha mai avuto paura di impegnarsi in prima persona per le proprie cause, soprattutto per salvare qualcuno che ama anche a costo della propria salute.




Qualcosa per cui vale la pena




Roger sedeva su una sedia a sdraia nel giardino della villetta a Islington, il sole era abbastanza tiepido da riscaldarlo anche all'ombra, ma il suo viso prometteva tempesta. Aveva la gamba sinistra sollevata e appoggiata su un'altra sedia davanti a lui, la caviglia fasciata da una benda gessata che la teneva ferma e scriveva forsennato sul suo quaderno.

"È ora della medicazione."

La voce di Judy lo distrasse, ma non mise via il quaderno. L'ombra della donna coprì la pagina coperta da una fitta scrittura aguzza.

"Mi hai sentito?"
"Mi fai ombra."

Judy scosse la testa e strinse le labbra. Sfilò il quaderno dalle mani del marito che emise un piccolo gemito di disappunto.

"Dai, non ti farà male, lo prometto."
"Non è per quello, lo sai: è che ho un sacco di cose da fare, ma con questa gamba conciata così…" "Certo, certo - annuì lei con un sorriso mentre apriva la boccetta di tintura di iodio - e comunque te lo saresti potuto evitare se non avessi voluto compiere il grande gesto atletico!"
"Ahia! Ho dovuto, non potevo certo lasciarla lassù."
"Certo che no, ma ti avevo detto di aspettare l'arrivo dei pompieri."
"Tzk… Uh, fai piano per favore, tesoro."

Judy sorrise sebbene qualche giorno prima si fosse presa un accidente nel vedere Roger a terra che si lamentava, le lunghe gambe disposte in modo innaturale sull'erba del giardino. Subito si era precipitata da lui:

"Oh, ti avevo detto di aspettare, stupido zuccone! Fà vedere."
"Cazzo, cazzo, fa male! Almeno lei è in salvo, povera piccola."

Roger aveva una brutta escoriazione al braccio sinistro dal gomito al polso e una caviglia iniziava già a gonfiarsi.

"Ti porto in ospedale, ce la fai a muoverti?"
"Non ce n'è bisogno…ah…!"

Quando aveva provato a muoversi Roger aveva sentito una staffilata di dolore propagarsi dalla caviglia lungo tutta la gamba. Serrò le labbra con le lacrime agli occhi. Judy era rientrata in casa ed era tornata portando con sé alcune cose per il primo soccorso. Armeggiò con la caviglia, in mancanza di altro aveva appoggiato una grossa busta di piselli surgelati avvolta da un asciugamano sulla parte dolorante e intimò al marito di tenerla ferma. Poi si era dedicata al braccio: imbevette una garza di cotone nel disinfettante e con delicatezza accarezzò la parte escoriata per pulirla e disinfettarla. Roger si masticava il labbro inferiore e piagnucolava debolmente.

"Sei brava in questo."
"Sono una maestra: non hai idea di quante volte mi sia toccato rimettere insieme i bambini."

Ora Judy sorrise nel ricordare mentre passava il betadine sulla pelle escoriata del marito. D'altra parte avrebbe dovuto immaginarlo che lui impaziente com'era avrebbe agito di testa sua, soprattutto se pensava che qualcuno a lui caro fosse in pericolo. Così era salito su quell'albero ed era scivolato malamente col risultato che si era fratturato la caviglia. Prognosi: da quattro a sei settimane di fermo più la riabilitazione. Judy si chiese se la sua pazienza sarebbe durata altrettanto. Roger guardava il suo volto concentrato, i capelli biondi trattenuti da un foulard, le sue dita delicate che accarezzavano il braccio provocandogli brividi e piccole scosse di dolore.

"Perché non ti metti comoda qui?"

La provocò sollevando un poco il bacino. Lei ridacchiò e si chinò a posargli un bacio sulla fronte. Roger si mosse a baciarle la mandibola, le trattenne la testa con le lunghe dita e catturò le sue labbra. Judy si appoggiò ai braccioli della sdraia per tenersi in equilibrio, la mano di Roger scivolò lungo il fianco mentre il bacio si faceva più focoso. Inavvertitamente lui mosse la caviglia ferita e guaì un lamento. Judy si staccò con una risatina:

"Basta così. Fra poco arrivano i tuoi amici."
"Quali amici? Io non ho amici."

Roger rispose imbronciato e continuò:

"Dai, vieni qui: non ho finito con te!"
"Dopo."

Judy gli fece l'occhiolino e rientrò in casa sorridendo tra sé nel sentire il sonoro sbuffo del marito. Poco dopo tornò in giardino accompagnata da Rick, David e Nick che subito si misero comodi tra le battute: Rick rollò una canna, David si tolse le scarpe rimanendo scalzo come al solito e sedette sull'erba, Nick si appollaiò su una delle altre sedie che si erano trascinati dietro. Si informarono della sua salute e lo aggiornarono sui progressi del lavoro. Judy aveva portato delle bottiglie ghiacciate per tutti:

"Ecco ragazzi, le vostre birre. E questo è per te."

Porgendo a Roger un bicchiere di liquido arancione e una pillola.

"Che diavolo sarebbe?"
"Succo d'arancia. Lo sai cosa ha detto il medico: vitamine, sole e riposo. E poi gli antidolorifici non vanno d'accordo con l'alcol."

Roger sbuffò contrariato un sonoro che palle tra le risatine degli altri.

"Allora, come si sta comportando il nostro Roggah?"

Chiese David dopo un sorso di birra.

"È il paziente meno paziente che conosca! È irritabile, insofferente, noioso ed esasperante!"

Sbottò Judy in tono scherzoso. Nick ridacchiò e aggiunse:

"Però ha anche dei difetti!"

Facendo scoppiare tutti a ridere, anche Roger suo malgrado.

"Ma, insomma, come è successo?"

Rick passò la canna a David, ma il bassista la intercettò e prese una boccata nonostante lo sguardo accigliato di Judy.

"Cosa? È per il dolore: la cannabis ha proprietà terapeutiche. Dovresti saperlo."

Le spiegò con il suo tono più saccente.

"Lo vedete come fa? Ci rinuncio!"

In quel momento un siamese zampettò fuori da un cespuglio e trotterellò verso il gruppetto. Con il musino all'insù annusò l'aria inusualmente fragrante ed emise un debole miagolio inquisitorio. Rick si chinò subito a fargli annusare le dita e il siamese si strusciò sulle sue gambe.

"Hey Chloe, vieni qui, tu!"

Roger battè sulla coscia per richiamare l'attenzione della gattina che fremette la coda nel sentire la sua voce. Lui se la prese in grembo e iniziò a farle i grattini sotto al mento mentre quella faceva le fusa e gli dava leggere testatine alle dita.

"Questa stupidina qui era rimasta incastrata su uno degli alberi e Roger nel tentativo di salvarla è caduto giù."

Spiegò Judy accarezzando i capelli di Roger e posandogli un bacio leggero sulla tempia. Roger sogghignò e si chinò verso il musino della gatta continuando a carezzarle la gola:

"Però ne valeva la pena, vero prumiao?"

Mormorò con un inusuale tono dolce. La siamese socchiuse gli occhi nel suo sorriso da gatto e si acciambellò meglio sul grembo di Roger.



Angolo Autrice

E niente… Ogni scusa è buona per scrivere di Pink Floyd e gatti! XD
   
 
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