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Autore: Monsieur Futrelle    09/03/2023    0 recensioni
La missione doveva essere semplice, per questo sono stati mandati loro tre, invece sarà solo l'inizio di un lungo viaggio alla ricerca di segreti nascosti o dimenticati. Le vite di Railey, Laren e Arti verranno radicalmente cambiate da avvenimenti accaduti anni prima, ingranaggi rimessi in moto da ombre del passato.
*** Tutti i commenti saranno tenuti in seria considerazione per poter implementare la leggibilità del racconto e per darmi modo di decidere come portare avanti le sotto trame. Grazie a tutti! ***
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: Violenza
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*** CAPITOLO 1 PARTE 4 ***
Nicchia del Falcone, Andoran - 4 Calistril (II) 4711
La pesante porta in legno rinforzato dell'ufficio del capo locale del Consorzio, viene aperta con violenza da una figura imponente, ansimante e sudata. La sua voce nasale dal timbro troppo acuto, causata dal naso rotto e piegato fin quasi a toccare la guancia con la sua punta, risulta bizzarra su un uomo che normalmente incute timore. Mentre parla sbatte i piedi a terra rilasciando nell'aria la polvere grigiastra che non manca mai alla Nicchia.
 «Sono partiti questa mattina, capo!»
Seduto dietro l'ampia scrivania nel centro della stanza, si trova Thuldrin Kreed, l'odiato e temuto padrone di Nicchia del Falcone. Le sue guance gonfie, il naso schiacciato con la punta che guarda verso l'alto, la testa tonda e i corti capelli riccioli e folti, ricordano molto le fattezze di un cinghiale, ma in città le voci su di lui si limitano alla presenza di qualche orco nel suo albero genealogico. Comunque stiano le cose, parlarne in sua presenza significherebbe nel migliore dei casi essere fustigato a sangue, nel peggiore rischiare la morte fra terribili sofferenze. Kreed non ha rispetto per la legge, né per la gente. Il suo potere ha sottomesso la gran parte dei cittadini della Nicchia e a seconda del suo umore decide della vita e della morte di chiunque si trovi sulla sua strada, letteralmente. Di solito è la persona che gli sta di fronte che si occupa dei lavori sporchi, ma quando è di pessimo umore, si sfoga con il primo sfortunato che gli capita sotto mano.
Togliendosi dal naso gli occhialini che usa quando deve leggere o scrivere documenti importanti, alza lo sguardo verso Payden Teedum, la sua fidata guardia del corpo, oltre che esattore del Consorzio. Poi guarda infastidito il fango e la polvere che l'uomo sta lasciando sui lucidi pavimenti di legno pregiato del suo ufficio. Le prime luci del mattino che entrano dalla finestra dietro la scrivania, colpendo il pulviscolo che circonda la figura di Payden, formano un'aura splendente quasi mistica intorno all'uomo. Thuldrin deve sopprimere un sorriso, fingendo un colpo di tosse e coprendosi la bocca con la mano.
«Hai scoperto perché quegli elfi hanno ficcato il naso dove non dovevano? A quanto pare sono riusciti ad aprire la cantina. Cosa hanno trovato la sotto di interessante, oltre a scaffali ammuffiti e topi?»
«Non abbiamo idea dei motivi che li hanno portati qui, niente è trapelato dall'ufficio di Baleson. Da quando quel mezzelfo bastardo è sceriffo, il quel posto è una specie di fortezza impenetrabile.»
L'odio di Payden per lo sceriffo è palese e mentre lo nomina si tocca il naso storto, come per tenere bene a mente il motivo per cui lo odia così tanto.
«Non siamo riusciti a corrompere nessuno, e quando ci abbiamo provato uno dei nostri è finito in cella. Ma di sicuro erano eccitati per qualche scoperta fatta lì sotto. Che abbiano o meno trovato i resti...»
La mano di Thuldrin calata pesantemente sul piano della scrivania blocca Payden a metà frase e il volto di quest'ultimo prende l'espressione di un cane colpevole di aver fatto qualcosa di sbagliato.
«Razza di idiota, non voglio sentire una sola parola a riguardo, hai capito bene? Da quando Baleson è sceriffo, i muri hanno orecchie. Se non vuoi avere lui e i suoi cani addosso, o peggio ancora, la Legione alla Nicchia, sarò meglio che cominci a tenere la lingua a freno, o te la strappo con le mie mani!»
Poi, ricomponendosi, si alza e si mette di fronte alla finestra, dando le spalle al suo braccio destro. Inspira lentamente come godendosi la luce solare che alla Nicchia arriva sempre troppo tardi, per via delle colline a est, e sparisce troppo presto, dietro le immense catene montuose a ovest. Senza voltarsi continua a parlare con voce calma.
«Bene, se avessero scoperto qualcosa di sconveniente per noi, Baleson ci avrebbe già fatto una visita molto poco amichevole. Ad ogni modo il fatto che stiano attraversando le Colline dei Lupi ci rende il lavoro più semplice. Fai rapporto a chi sai tu, ci penseranno lei e i suoi amici a quegli elfi.»
Un brivido corre lungo la schiena di Thuldrin. 
"Maledizione, quella donna mi rende maledettamente nervoso, e per ottimi motivi. Spero che se ne vada presto e che sparisca per sempre dalla mia vita!"
Come percependo i pensieri del suo capo, Payden sposta nervosamente il suo peso da un piede all'altro.
«Devo per forza incontrarla di persona? Non posso farle avere un messaggio? Mandare uno degli halfling?»
Thuldrin girandosi nuovamente verso di lui, lo guarda con un misto di compassione e disprezzo, la sua voce è tesa e bassa.
«In quanti sanno quello che sappiamo noi due? Vuoi spifferarlo in giro a qualcun altro? Sì, devi andarci tu da lei e se tutto va bene sarà anche l'ultima volta. Non so cosa abbia in mente e ammetto che mette i brividi anche a me, ma ci è stata di grande aiuto. Nonostante tutto dobbiamo ringraziare chi l'ha mandata qui da noi.»
Payden non sembra per nulla convinto da quelle parole. Nervosamente si gratta la guancia ispida e tiene lo sguardo fisso a terra.
«È innegabile che grazie a loro i nostri affari stiano andando meglio del solito, ma lei è pazza e i suoi amici sono imprevedibili. Ho il brutto presentimento che ci porteranno presto problemi. E di quelli grossi.»
Thuldrin fa uno sforzo per restare calmo, ma la voce esce bassa e minacciosa.
«La testa ce l'hai lì solo per tenere separate le orecchie o a volte la usi anche per pensare? Secondo te chi sta tenendo hobgoblin e licantropi lontani dai nostri campi di lavoro? Limitati a fare quello che ti si dice. Pensare, per te, è tempo sprecato.»
Il capo torna a sedersi e con un gesto della mano congeda Payden. Poi ripensandoci lo ferma sulla soglia.
«Ancora un paio di cose: manda qui l’halfling… come si chiama… Robinia… ecco, spediscimela qui a pulire il porcile che hai lasciato in casa mia. Poi vai dal Magistrato e fai in modo che faccia uscire di cella il nostro uomo. E un'ultima cosa: la prossima volta, se non bussi prima di entrare, ti taglio le mani.»
Mentre Thuldrin torna leggere i documenti sparpagliati sulla scrivania, Payden chiude la porta e si avvia mestamente a compiere il proprio dovere. Il solo pensiero di dover parlare con quella donna gli fa rizzare i pochi capelli che ha sulla testa!
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