UNA VACANZA ISTRUTTIVA – 2° parte
I portatori avanzarono sino al centro della dimora reale, e con la
consueta sincronia e grazia, posarono la portantina al suolo; s’inchinarono e
uscirono, arretrando a capo chino.
'Ndalkym non scese subito dalla sua sedia; aveva un’aria
pensierosa,lo sguardo abbassato, accigliato, e scuoteva la testa come se
temesse qualcosa.
Quel qualcosa si manifestò, pochi secondi più tardi, nelle
sembianze di tre uomini che, dall’andatura e dal contegno, lasciavano a
intendere che non erano delle persone qualsiasi; naturalmente il loro
abbigliamento ricercato era un altro chiaro indizio.
I tre individui entrarono con passo spedito e sguardo fisso.
Il sovrano barbuto sollevò lo sguardo e fissò le tre figure
dinanzi a sé con uno sguardo accigliato.
“Mio Re” –Disse uno dei tre, dopo essersi inchinato leggermente.-“Noi…”
-l’uomo s’interruppe quando vide la mano del suo sovrano alzarsi di scatto.
“Non dire un'altra parola,‘Mbani. Sono a conoscenza di che
cosa sei--siete venuti ad avvisarmi. Ma io ho preso la mia
decisione.”
“Ma le nostre Leggi proibiscono…”
‘Mbani fu interrotto una seconda volta, con suo grande disappunto.
“Forse Nyta ti ha soffiato nell’orecchio e ti ha privato
dell’udito?!”– Nel tono di voce del re treccioluto, vi era una più che evidente
nota di sarcasmo.
Sul volto di ‘Mbani comparve un’espressione di leggera perplessità
che svanì nello stesso modo in cui vi era comparsa. - “No, mio Re. Non l’ha
fatto.”
“…Bene. Pertanto, non vi è nient’altro di cui discutere. Dan’yr
avrà accesso al Tempio Sacro e voi non lo ostacolerete. Mi avete compreso?!
Ora, andate a prepararvi per la celebrazione.
Un gelido silenzio cadde nella Stanza.‘Mbani e gli altri due
dignitari (questo era il loro ruolo), si scambiarono rapidamente delle brevi,
ma significative occhiate; si fissarono per lunghi istanti, poi sui loro volti
comparve un’espressione di sconfitta.
“I tuoi ordini saranno eseguiti, mio Re.”
I tre nobili s’inchinarono e uscirono indietreggiando.
'Ndalkym decise di alzarsi dalla portantina, e lo fece come se le
sue gambe sostenessero un fardello molto pesante; avanzò lentamente verso il
suo letto in fondo alla stanza e vi sedette faticosamente ,abbassando il capo
in segno di abbattimento; lo sollevò solo quando sentì un familiare fruscio di
stoffa.
I suoi occhi scuri e mesti incontrarono degli occhi chiari e
serafici.
“Sapevo che non mi avresti deluso.” -Disse con dolcezza una voce
femminile.
***
I due uomini presero da terra gli zaini;
la giovane si avvicinò a loro, ma rimanendo un passo indietro ,si sistemò tra
Daniel e Jack e lì rimase per tutto il tragitto; tragitto che li condusse in
una zona vicina, ma allo stesso tempo, appartata, dal resto del villaggio.
"Come ci ha chiamati?"- Chiese il Colonnello con tono
curioso mentre camminavano.
"'Mtayy." -Rispose prontamente Daniel.
"Sarebbe una specie di San...sai, come in
Giappone."
Daniel rifletté per un istante. "Sì...diciamo di sì. È un
termine di rispetto…”
"Mm-tai O'Neill, suona bene, non è vero?"- Lo interruppe
Jack con tono compiaciuto.
Daniel gli lanciò un'occhiata di traverso e poi lo ignorò,
ritornando a guardare avanti a sé.
"Non è vero…?!" -Ripeté Jack.
"Sì, Jack. Suona molto bene." – Replicò
l’archeologo senza neanche voltarsi.- “…come stavo dicendo, è un termine di
rispetto…e poiché ha pronunciato prima il tuo…credo che sia riservato
solo alle persone di una certa età…”
Jack alzò le sopracciglia. “Ha chiamato anche te in quel
modo, se non sbaglio… vecchio mio.”
In quel momento, Suwesi si fermò davanti ad una grande capanna che
non era differente dalle altre del villaggio; ma qualcosa, nel suo aspetto,
fece capire ai terrestri che era …diversa.
"'Mtayy..."-Disse la loro accompagnatrice, inchinandosi
di nuovo.
["Grazie, Suwesi."]-Le disse gentilmente Daniel nella
sua lingua.
Jack tentò
di ripeterne il suono,ma invano, e alla fine si arrese.- “…La
stessa...cosa che ha detto lui." -Aggiunse Jack con nonchalance.
Suwesi pronunciò, con, un sorriso, una parola molto gutturale.
La giovane si avvicinò alla capanna e, mettendosi di lato (per non
dare le spalle ai due Mtayy), alzò delicatamente, con una sola mano, l’orlo
della tenda di tessuto leggero che copriva l’entrata della capanna; poi, fece
cenno loro di entrare, e i due uomini entrarono
seguiti, poi, dalla ragazza.
L'arredamento della capanna consisteva in: due giacigli di
paglia su una lastra di pietra rialzati da terra posti
in fondo e uno di fianco all’altro, a destra, vi era un lungo tavolo di legno
rettangolare; ai due lati vi erano due aperture circolari ricoperte da un telo;
sulla scura parete frontale vi era affisso un arazzo su cui vi era l’emblema
reale che copriva l’intera parete.
"Bell'arredamento."-Disse Jack posando a terra il
suo zaino.
"Ti aspettavi un albergo a quattro stelle,Jack?"
-Replicò Daniel, facendo altrettanto.
"Beh...veramente...no..."- Disse sottovoce il
Colonnello.
Suwesi rimase perplessa dall’espressione delusa di Jack.
Daniel notò l'espressione della donna e tossì leggermente, Jack si
voltò verso di lui e lui capì l'antifona.
"Bello."- Ripeté Jack -"Mi piace." -Aggiunse
sorridendo a 32 denti.
Il Colonnello e l'archeologo videro anche che vi erano due paia di
sandali sistemati ai piedi dei giacigli.
La donna sorrise, poi con un ampio gesto della mano li indicò.
Daniel e Jack si avvicinarono ad essi e
notarono che sopra vi era qualcosa che era stato ripiegato accuratamente;
l'archeologo si chinò, prese in mano l’oggetto dal suo letto e lo spiegò
con cura : era un lungo pareo di colore blu chiaro; al tocco era
soffice,leggero, ma al tempo stesso resistente; sull’indumento vi era ricamato
lo stemma reale.
[“Essi
sono un dono del mio sovrano per voi; gli stessi tessitori reali li hanno
tessuti.”] –Disse la giovane con tono molto fiero.
Daniel tradusse per Jack, poi proferì parole di elogio per i
tessitori mentre Jack andava verso il suo letto; prese il suo pareo e lo spiegò:
era di colore verde mela.
I due uomini si scambiarono delle occhiate interrogative per
qualche secondo.
"Pianeta che vai..."- Disse Daniel, alla fine, con
serena rassegnazione.
“…Okayy…” -Disse Jack con altrettanta rassegnazione, ma
nella sua voce vi era una leggera sfumatura di disappunto.
["Qualcosa non va?] -Chiese con tono preoccupato la giovane.
Daniel si voltò verso di lei.- ["No, Suwesi, va tutto bene.
Grazie."]-Disse con sorriso cordiale.
La giovane ricambiò il sorriso, si inchinò, e uscì dalla capanna a
ritroso e a capo chino.
Jack riprese il suo pareo verde mela, si mise a sedere sul letto e
iniziò a spogliarsi; Daniel seguì il suo esempio.
***
Daniel si era già cambiato (ma aveva tenuto la bandana), ed ora era seduto sul lettino; dal suo zaino tirò fuori la
piccola videocamera.
“Hai già intenzione di usarla?”- Chiese Jack, che era in
piedi davanti a lui mentre terminava di allacciarsi il pareo.
“Hm? Sì, certo” -Disse Daniel mentre estraeva una minicassetta
dallo zaino.- “Vorrei riprende la festa.”-Aggiunse inserendo la minicassetta
nell’apposita apertura.
“Te lo permetterà?”
“Beh, ha già detto che è favorevole che io studi la loro cultura.”
“A studiarle, non a farsi riprendere da uno strano
oggetto. Sai, hai presente quella faccenda del …rubare la propria
anima e via dicendo?!”
“Quella è una credenza dei Nativi Americani, Jack…anche se, veramente,
anche…gli…”
“E chi mi dice che non l’abbiano anche loro?!”
“Perché ti preocc…“ -Daniel s’interruppe, quando vide Jack fare
una strana espressione di dolore, il che gli fece ricordare all’improvviso quello
che gli aveva detto a proposito della punizione.
"Oh…per quello…sta’ tranquillo, non c’è pericolo. Nessun
pericolo. Ma per scrupolo glielo chiederò. Contento?"
Jack annuì con aria felice, poi si voltò e raccolse da terra il
suo corpetto Omega e lo indossò.
“Oh. Giusto.” – Disse l’archeologo, e guardandosi in giro,
lo vide che giaceva alle sue spalle, lo prese e se lo infilò.
"…Sai, ti dona questo pareo..." Aggiunse Daniel.
"Anche a te, Dannyboy." -Replicò il Colonnello, dandogli
una pacca sul braccio mentre si dirigeva verso il suo lettino.
Daniel ,al quel diminutivo, aveva automaticamente corrugato la
fronte per un istante, poi aveva sorriso.
"Questo… letto non è poi così male." -Disse Jack
sdraiandosi e rivolgendo la testa verso Daniel.
"Già...non è poi così male." -Aggiunse il linguista
seguendo l'esempio di Jack e voltandosi istintivamente verso di lui.
D’improvviso, la luce fosforescente biancastra del Sole, che filtrava
dalle tende,iniziò a svanire lentamente…e un’intensa
luce azzurrastra ne prese il posto.
Il Linguista e il Colonnello, incuriositi, si alzarono
simultaneamente e si avvicinarono all'apertura del lato destro; Daniel sollevò
il telo che copriva lo spiraglio e videro...che era sceso il crepuscolo!
"È già …sera…!?"-Esclamò Jack spiando l’esterno dal di
sopra delle spalle di Daniel.
"A quanto pare...qui le giornate sono molto
corte."-Rispose Daniel voltandosi verso il suo amico.
“Non lo sapevi?”
“Beh, non ho mai avuto il modo di verificarlo.”
Jack fece una smorfia fra l’offeso e il mortificato.
**
Jack e Daniel (che per istinto inconscio, aveva afferrato la
videocamera), uscirono dalla capanna e alzarono lo sguardo: videro che un corpo
celeste -forse si trattava del satellite dello stesso Pianeta rimasto invisibile
fino al quel momento-, aveva completamene oscurato il
Sole! Davanti ai loro occhi si stava svolgendo un’eclisse di Sole…aliena!
Il Sole bianco, coperto dal satellite, ora irradiava una luce
azzurrastra anulare su tutto il villaggio.
L’aria si era fatta piacevolmente fresca. I due terrestri
s’inoltrarono lentamente nel villaggio.
Vi era un insolito silenzio; e, quando raggiunsero il centro del
villaggio, notarono che qua e là vi erano dei piccoli falò che ardevano
solitari, ma in giro non c’era nessuno…almeno così sembrava.
All'improvviso, il silenzio fu spezzato da un grido e Jack e
Daniel furono circondati dalla gente del villaggio che, allegramente, danzava,
cantava e suonava strane musiche al tempo di tamburi
(e quant’altro); dei servitori apparvero, alle loro spalle, come dal nulla, con
grandi vassoi pieni di pietanze.
Il capo-tribù (anch’egli apparso dal nulla),era già seduto, a
qualche passo più in là, al suo posto di onore su un scanno e sorrideva fiero;
poi lanciò uno sguardo di rimprovero alla giovane che gli era accanto.
Suwesi si avvicinò a Daniel e a Jack, che si erano prontamente
allontanati dalla folla, per non essere travolti dalla loro festosa irruenza.
["'Mtayy O'Nir,'Mtay Dan’yr, stavo per venire da voi per
accompagnarvi qui"]-Disse la donna, quasi mortificata.
Daniel restò sorpreso dal tono di Suwesi.
"Che ha detto?"-Domandò Jack, avendo notato anche lui lo
strano tono di voce.
Daniel tradusse velocemente per lui senza voltarsi.
"Ah, non importa. Di’ al tuo capo che, come vedi, sappiamo
come orientarci. Non ci serve una babysitter.”- Replicò Jack.
"Vuoi che glielo traduca?" -Ribatté Daniel, voltandosi.
Jack gli lanciò uno sguardo di sottecchi alquanto accigliato.
["'Mtayy...] -Aggiunse poi la giovane, indicando loro di
seguirla.
"Portaci dal capo." -Disse Jack mentre seguiva la
donna.
[“O'Nir, Dan’yr"] - Asserì ‘Ndalkym annuendo lievemente, e
con orgoglio, mentre i due uomini si sedevano accanto a lui (impresa che Jack
trovò difficile da eseguire con quel pareo stretto, mentre Daniel, al contrario
non ebbe alcuna difficoltà).
["grande e generoso capo...”]- Disse Daniel, abbassando la
testa e poi rialzandola .["noi ti ringraziamo per averci invitati alla tua
tavola...]-aggiunse poi.
Ndalkym notò con curiosità l’oggetto che l’archeologo aveva fa le
mani.
[“grande e generoso capo”…]- Iniziò Daniel.
[“Dan’yr…a te è consentito chiamarmi col mio nome di nascita. Ma a
te solo.”] -Disse il re rivolgendo lo sguardo verso Jack.
[“È un grandissimo onore che mi rendi…’Ndalkym...io…”]
[Spiegami, che cosa è questo strano oggetto?]
[Oh…è uno strumento per me molto utile…mi aiuta nel mio lavoro…]
[Qual
è il suo scopo?]
[Ah. Ecco…Riesce a catturare le immagini…]
[….È un oggetto magico, dunque?]
[Per
me lo è—Ti faccio vedere come si usa.]
Daniel accese la videocamera e la puntò verso il cielo per alcuni
secondi; poi fermò la registrazione e la mandò indietro di qualche secondo;
poi, mostrò a ‘Ndalkym quello che aveva appena ripreso, sul piccolo monitor.
Sul volto del re barbuto apparve un’espressione traumatizzata: i
suoi occhi si spalancarono all’inverosimile ,e un’esclamazione gutturale gli
uscì dalle labbra; e Daniel, per un istante, credette di aver commesso un
errore madornale.
***
SULLA TERRA
Il Jaffa seppe che erano quasi giunti a destinazione quando Sam
iniziò a rallentare, per poi fermarsi del tutto sotto un piccolo pendio.
Teal'c e Carter scesero dalla moto quasi contemporaneamente;i due
si tolsero il casco e li sistemarono sulla moto.
"Ecco, siamo arrivati." Disse con tono
compiaciuto Sam.
Teal'c la fissò e alzò un sopracciglio.
"Beh, quasi...dobbiamo salire
lassù." - E detto questo, s'incamminò spedita; poi girandosi, per
scrupolo, per vedere se, effettivamente, il suo amico la stesse seguendo; e,
infatti, lo scorse a pochi passi dietro di lei; e quando furono in cima, lo
sguardo stupito -era dir poco- del suo compagno di viaggio la fece sorridere
soddisfatta.
Teal'c vide apparire davanti ai suoi occhi uno scenario che aveva
visto solo una volta, su una piccola cartolina esposta in un negozio nel...1969: Il Gran Canyon ora si trovava davanti a lui nella
sua magnificenza.
"Bella vista, vero, Teal'c?" -Disse sorridendo Sam
posandogli la mano sul braccio.
"Invero, MaggioreCarter." -Rispose con un leggero
sorriso il Jaffa, voltandosi verso di lei; poi, sia lui
,sia il Maggiore, ritornarono a contemplare il Gran Canyon.
FINE SECONDA PARTE
By Mel Jason