Storie originali > Generale
Segui la storia  |      
Autore: Wilson Walcott    14/03/2023    0 recensioni
Tratto dal libro che ho scritto che descrive la mia esperienza (ancora in corso) sul Long covid e su tutto ciòche ha comportato e sta comportando nella mia vita.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Tre anni or sono più o meno - era l'estate del 2020, faceva un caldo boia e il bar sotto casa era chiuso da mesi oramai - ho iniziato ad avvertire i primi sintomi.

Non era un periodo felice della mia vita e in generale per il pianeta, con una pandemia mondiale in giro, la paura di contrarre un virus potenzialmente mortale di cui si sapeva poco o nulla ed il terrorismo mediatico che continuava a bombardare il cervello e l'anima delle persone.

Ognuno di noi era visto come un possibile untore e tutti avevano paura di tutto/i. Ricordo gli starnuti e il panico negli occhi delle persone come se avessero appena visto un terrorista imbottito di tritolo entrare in un supermercato, quando poteva essere semplicemente la vecchietta a cui colava il naso e che lo soffiava con il suo fazzoletto in stoffa, ricamato a mano.

Era tutto molto strano e surreale: uno stato di guerra apparente verso un nemico sconosciuto, in un senso di ovattamento generale che, tutto sommato, è rimasto nel tempo nella mente dei più, come se persino oggi ci stessimo ancora chiedendo se quello che abbiamo vissuto fosse tutto vero o una sorta di realtà parallela nella quale siamo stati catapultati contro la nostra volontà e dalla quale facciamo persino ora fatica a riprenderci.

Ed è proprio questo che spaventa l'essere umano: l'ignoto (in generale) e la non conoscenza di un evento che gli si prospetta davanti agli occhi e che fa fatica a comprendere (in particolare).

Questo ultimo aspetto è emblematico per spiegare il mio stato d'animo di quel momento, immerso in una realtà che facevo fatica ad accettare e in uno stato personale di salute non dei migliori.

Infatti non immaginavo cosa avessi, sapevo solo che, quando mangiavo, iniziava a girarmi la testa. Era un senso di sbandamento, sporadico, che mi accompagnava durante i pasti. Una sorta di vertigine, non ben definita o definibile.

Era nata così, all'improvviso.

Sin da subito, però, non avevo avuto una buona sensazione su questa cosa, come se già sapessi a priori che non fosse normale.

A volte il nostro istinto ci guida, ci fa riconoscere cose che la nostra ragione non riesce a cogliere. A tutto ciò va sommato che sono un catastrofista cronico, che ho il pessimismo impregnato nel mio DNA che non mi molla, una sorta di Leopardi 2.0, che vede sempre il bicchiere mezzo vuoto e l'altra metà piena, ma di lacrime.

Avevo subito pensato al peggio, ma cercavo di dirottare quei pensieri su altro, reputandolo all'ansia, ad un forte stato di stress dovuto alla situazione generale di “guerra civile” che stavamo vivendo, armati di gel disinfettante per le mani e mascherine FFP2 che ci limitavano il respiro e, ad alcuni, anche il pensiero. Una specie di esercito di medici od esperti tali, senza laurea e camice ma che tutti pensavano di possedere, soprattutto sui social network.

Cercavo di non pensarci troppo e di non pesare sugli altri, visto il momento storico particolare che stavamo vivendo; infatti, all'inizio, non lo dissi nemmeno ai miei genitori.

Ai tempi vivevo in un bilocale a Cuneo, loro erano giù in provincia di Napoli, quindi perché allarmarli inutilmente? Anche se avessero saputo non avrebbero potuto farci niente, se non preoccuparsi inutilmente.

Già bastavano le mie di preoccupazioni.

In quel periodo mi si palesò anche uno sfogo cutaneo, sul glande, probabilmente dovuto allo stress.

Successivamente collegai le due cose. Ovviamente, con il senno di poi, siamo tutti dei gran maestri, ma è “ex ante” il punto di svolta che mostra i sapienti dai profani – ed io ero sicuramente uno di questi ultimi. E la differenza cruciale, tra una buona guarigione o una pessima convalescenza, la fa proprio la tempistica.

Infatti, il tempo passava ed io cominciavo a stare sempre peggio. Quei capogiri sporadici erano diventati sempre più frequenti. Un senso di stordimento costante.

Tutte - o quasi - le persone che conoscevo, dalla prima all'ultima, avevano associato la questione ad una problematica di ansia.

Credo che sia molto facile ridurre il tutto ad una “semplice” (che di banale ha ben poco in realtà, anche se fosse stata solo quella la problematica) componente psicosomatica nel caso in cui non si vuole o non si riesce a cavare un ragno dal buco, soprattutto quando non si comprendono le effettive cause di un fenomeno.

Non me ne vorranno gli addetti ai lavori di questa frase ma credo che, quella psicologica, sia una delle ultime strade da percorrere, quando si possono cercare altri motivi scatenanti da approfondire, più fisici che mentali, più funzionali che intellettuali.

C'è quasi il dovere morale di farlo, anche se spesso entrambe le componenti si intrecciano e si influenzano a vicenda, come risaputo, ma prima di scartare una delle due bisognerebbe approfondirle contestualmente, tenendo conto come priorità sempre quella fisica, per ovvie ragioni di salvaguardia.

Ecco, avevo questo sentore, conoscendomi, che non fosse qualcosa legato alla psiche o, almeno, non soltanto a quest'ultima.

Lo spirito di sopravvivenza poi fa il resto, quando il nostro organismo si sente minacciato, mette in atto dei sistemi di difesa per salvaguardarsi; alcuni efficaci, altri meno, altri ancora deleteri per sé stesso.

Ed io li ho vissuti tutti, dal primo all'ultimo.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Wilson Walcott