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Autore: lmpaoli94    14/03/2023    1 recensioni
Un castello maestoso. Una scuola di magia dove alcuni di loro combatteranno per i loro ideali e cercheranno di essere i più forti agli occhi degli altri.
Alcuni di loro cercheranno di trovare l'amore.
Ma trovare il fatidico “E vissero per sempre felici e contenti”, non sarà facile.
Che cosa succederebbe se alcuni dei loro professori potessero togliere di mezzo i loro stessi alunni nel mistero più profondo dove il senso della magia verrà messo a dura prova.
Ci saranno molti protagonisti ma anche tanti antagonisti.
Un unico universo dove il destino verrà sancito grazie ad un diploma.
Chi diventerà il cavaliere della magia tra gli uomini?
E chi sarà tra le donne la principessa della magia?
Genere: Avventura, Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Hans e Kristoff fissavano la bestia con sguardo truce.
Avrebbero fatto qualsiasi cosa per fermare l'ardore di un animagus che avrebbe ucciso tutti coloro che avrebbero messo in discussione la magia buona.
< Voi siete dei traditori. E non avete nessun diritto di rimanere qui. >
< Che cosa pensi di fare? Vuoi forse eliminarci? >
< Vorrei poterlo fare, Hans. Sbranarvi in questo momento per dar sfogo alla mia voglia di vendetta. Sono rimasto umano per fin troppo tempo e adesso... >
< E adesso non farai niente, espelliarmus! >
Scaraventato contro uno dei tanti corridoi del castello, Tremotino teneva sotto controllo la bestia.
< Non osare muoverti. >
< Non riuscirai a farmi niente. Sei codardo come questi due per farlo. >
< Che cosa ne vuoi sapere di me? >
< Le tue arti oscure non possono avere effetto su di me. >
Alzandosi di scatto e aggredendo il piccolo mago, Adam era pronto a sbranarlo senza pietà, ma Hans riuscì a lanciargli una maledizione senza perdono che lo rese inerme.
< Crucio! >
La bestia sarebbe morta molto velocemente se non fosse stata per l'arrivo tempestivo di Malefica e di Ursula che, sentendo delle grida, stavano temendo il peggio.
< State prendendo un grande abbaglio voi due > fece Malefica dopo essere riuscito a liberare la bestia < Siete ancora in tempo per arrendervi. >
< Perchè farlo? Nessuno riuscirà ad accantonare la nostra rabbia di vivere in un mondo nuovo e diverso da questo. >
< In un mondo sbagliato, oseresti dire > replicò Ursula < Malefica, la bestia deve essere portata alla svelta in infermeria. Le ferite causate da tale maledizione lo stanno distruggendo dentro. E non si fermeranno. >
< Non ha sentito, Professoressa? Andate adesso finché è in tempo. Una piccola tregua che può risollevarvi. Sempre che riusciate a farcela. >
< Che voi tre siate maledetti. >
< Non è colpa mia e dei nostri pensieri se abbiamo deciso di agire così. La nostra voglia di comandare insieme al mago oscuro in un modo diverso, non è affare che vi possa riguardare. >
< Malefica, ascolta Hans. Per il nostro bene. >
Ma la fata non riusciva a fidarsi delle parole del suo nemico, anche se la bestia stava soffrendo.
< Malefica! Ascoltalo! La bestia ha bisogno di cure! >
< Va bene. Andiamo. >
Ma appena Malefica e Ursula presero il corpo esanime della Bestia, Tremotino scagliò contro di lui un Avada Kedavra che lo uccise a sangue freddo mentre il dolore più grande stava per prendere il sopravvento.
< Questo è solo un assaggio della nostra vendetta > fece Tremotino con tono vittorioso < Presto i prossimi sarete voi. >

 

 

Mentre nella scuola il panico si stava diffondendo come una macchia d'olio, Merlino non riusciva a credere che un altro componente della sua scuola era stato ucciso senza che lui potesse fare niente.
Il dolore e la distruzione erano troppo grandi, quasi a far ripiombare lo stesso mago in un vortice di solitudine dove non sarebbe potuto più uscirne.
< Preside! Preside! >
< Lasciami stare, Alice. Ho bisogno di pensare per cercare di recuperare... da questa perdita. >
< E' impossibile farlo, preside. E lei lo sa bene. >
Il dolore di tale perdita era sancito dall'arrivo di Belle che non riuscì a trattenere lo sdegno e la rabbia per come il nemico si fosse intrufolato nel castello.
> Adam! Adam! No! >
Nessuno riusciva a sopportare Belle sgretolare il suo animo verso colui che aveva sempre amato.
Non riusciva a credere che tale presente sarebbe stato maledetto dall'arrivo del male più profondo che si stava spargendo senza che nessun mago potesse fare qualcosa.
< Belle, mi dispiace. >
< Non abbiamo tempo dei convenevoli, Signor Preside > fece Belle digrignando i denti < Ho bisogno di trovarlo. E di misurar,mi con lui. >
< E' impossibile farlo. Ti ucciderà senza pietà. >
< Allora vuol dire che morirò proteggendo questa scuola come ha fatto Adam. Non posso sopportare che la vendetta non venga elaborata. >
< La tua non è vendetta Belle, ma rabbia. Una rabbia che non ti servirà a niente perchè lui è troppo forte. >
< Quindi toccherà a lei agire? Da solo ce la farà? >
Facendo un respiro profondo, per Merlino non c'era posto per farsi da parte, ma era giunto il momento di agire il prima possibile mentre rumori e grida di dolore andavano a mischiarsi in quel complesso maestoso dove la magia oscura se ne stava impadronendo.
< Ti prometto Belle... >
< Non fate promesse. Agite. E basta. >
Merlino non aveva mai visto Belle sotto quella prospettiva di assetata di sangue.
Anche se era il dolore a parlare per lei, il mago non poteva avere pietà per il suo nemico.
Perchè la pietà era per i deboli e Merlino non poteva dimostrare di essere tale se voleva salvare il mondo in cui viveva.

 

 

Mentre Tremotino si stava complimentando con Hans e Kristoff per la riuscita di una trappola semplice che aveva tolto di mezzo un altro individuo magico, Gastone non era dello stesso avviso di coloro che stavano festeggiando.
< Si può sapere che cosa state facendo? >
< Brindiamo alla nostra vittoria > replicò Kristoff con tono fermo e sincero < la bestia è stata sconfitta. Il primo tassello per far capire a tutti chi siamo veramente. >
< E una volta fatto ciò? Chi credete di essere? >
< Gastone, non capisco quale sia il problema > replicò Tremotino alzandosi dalla sua poltrona nel salone di Serpeverde < Stiamo conducendo la nostra battaglia ottimizzando le nostre mosse. Dovresti esserne fiero. Come sono sincero lo sarebbe Frollo. >
< Tremotino, voglio confessarti che non abbiamo vinto la guerra, bensì una stupida battaglia. Anche se a mio parere inutile. >
< Un morto in questa battaglia non può rivelarsi inutile > fece Hans con la voce grossa < E tu lo sai bene. Sei un criminale come noi, Gastone. Uno che ha giurato con il marchio che ha sul braccio da che parte stare. E non si può tornare indietro. >
< Chi ha detto che io mi pento di quello che ho fatto? >
< I tuoi occhi, ragazzo mio. Ci stanno facendo capire un sacco di cose. >
< Voi siete pazzi. E smettetela di dire cose senza senso. Dico solo che il nostro unico obiettivo è Merlino. Se riusciremo ad uccidere lui, avremmo vinto la nostra guerra. Sono inutili questi spargimenti di sangue anticipati. Mi avete capito? >
Ma Tremotino e tutti gli altri non riuscivano a fidarsi di tale parole, quasi pensando che il tradimento di Gastone potesse trovarsi nella sua mente debole.
Ma l'insegnate di difesa contro le arti oscure lo avrebbe tenuto d'occhio, quasi a confutare i suoi sospetti in veri.
< Gastone... stai molto attento a quello che fai e a quello che dici. Mi hai capito? >
Il giovane cacciatore evitò di dire qualcosa, limitandosi ad incrociare Frollo che era troppo concentrato sul suo vero obiettivo nascosto.
< Spero che siate soddisfatti per aver ucciso un inutile mago > fece il mago oscuro rivolgendosi principalmente a Tremotino < Perchè togliere di mezzo un animagus? Non ha assolutamente senso. >
Inviperito per quelle parole, Tremotino fissò con sguardo truce il suo padrone.
< Solo perchè non abbiamo deciso di uccidere ila bestia al posto del tuo nemico giurato, ci credi degli incompetenti. Ma ti faremo cambiare idea che non è assolutamente così. >
< Che cosa centra Quasimodo adesso con noi? >
< Mio Signore, non siamo così stupidi come lei può farci credere. Quindi smettila di prenderci gioco della nostra intelligenza. Sappiamo veramente cosa provi quando vedi lei. >
< E pensi davvero che io possa distrarmi così dal nulla?! Non hai ancora capito chi sono. >
< La vostra indignazione non sortirà l'effetto di farci cambiare idea. Tu la ami troppo, Frollo. E' talmente invischiato per quell'amore e per quei pensieri che fai su di lei che ti sei dimenticato dei tuoi veri propositi. E adesso vorresti farci credere che vuoi conquistare questo mondo sottomettendo tutti gli altri. Tu non sei il nemico principale di questa storia. E la tua debolezza verso quella donna riuscirà a distruggerci. Una volta per tutte. >
< Non riuscirai mai a tenermi da parte, Tremotino. Sono io che comando le vostre menti. >
< No, caro Frollo. Ormai non potrai che essere più inutile di quel cacciatore da strapazzo. Sei finito. >
< Adesso lo vedremo. Avada Kedavra! >
Per dimenticare tale disdegno e assopire quelle parole che lo avevano dipinto, Frollo tolse di mezzo Tremotino e i due studenti con rapidità fulminante che Gastone rimase inerme nel vedere tale forza.
I corpi dei tre maghi erano riversati a terra mentre lo sguardo assetato di sangue del mago oscuro non sortì quella vendetta agognata.
< Mio Signore, sta bene? >

< Vattene via, Gastone. Ormai non fai più parte del nostro piano. I voleri e le idee che ci legano non fanno più parte di te. >
< Ma il marchio che ho sul braccio... >
< Ho tradito. Ho tradito te e i miei uomini. Solo per l'amore di una donna. Una donna che devo assolutamente possedere per colmare il vuoto che mi sta divorando. Tremotino aveva ragione nel dire che io sono un debole. Ma quando avrò ottenuto il suo amore incondizionato con le buone o con le cattive, riuscirò ad essere un mago migliore e a usare le forze del male solo per distruggere i miei nemici. Al contrario di adesso, devo agire da solo. E tu saresti solo d'intralcio per me. Questa battaglia non può interessarti minimamente. Mi hai capito, adesso? >
Senza avere una valida ragione nel riconoscere il suo mago oscuro per cui aveva venduto la sua anima, Gastone si sentiva sperso in quel castello e in quel mondo che sapeva bene non appartenergli mai più.

 

 

Tutti si erano preparati per la battaglia.
Tutti erano pronti per trovarsi davanti l'unico mago oscuro che voleva davvero il male di Agrap e di tutto il mondo della magia.
I loro occhi erano oscurati dal fatto che non ce l'avrebbero mai fatta.
E mentre attendevano l'arrivo del mago oscuro in sala grande, Merlino e Malefica videro che non tutti erano presenti.
< Quasimodo ed Esmeralda mancano all'appello, Preside. Non sappiamo dove siano finiti. >
< Dobbiamo trovarli al più presto, Malefica. Se sono da soli, non riusciranno a farcela contro Frollo. >
Il castello era troppo grande persino per Merlino che con il cuore che continuava a piangere per la morte di Adam, non riusciva ad avere quel controllo desiderato che tanto agognava.
< Tu rimani qui, Malefica. Io vado a cercarli. >
< Da solo? È troppo pericoloso. Vengo con lei. >
< No! Tu devi rimanere qui insieme ai ragazzi. In questa sala e insieme non può accadervi niente. >
< Ma Preside... >
E mentre il mago fissava un'ultima volta quegli sguardi incompresi e tristi, Merlino si apprestava a camminare per quei corridoi con la speranza che il giorno dopo sarebbe stato illuminato dalla luce del sole.

 

 

< Dobbiamo sbrigarci! Una barca ci sta aspettando al lago sotto al castello! >
Quasimodo trascinava per mano la sua amata senza avere il coraggio di guardarsi alle spalle.
Ma l'insegnante di storia della magia non si era ancora reso conto che Frollo poteva essere ovunque e da nessuna parte.
E mentre le onde del lago si alzavano in segno di ribellione, la figura dell'oscurità si manifestò proprio dinanzi a loro.
< Oh no! >
Tirando fuori la sua bacchetta mentre la paura aveva preso possesso dell'anima del povero Quasimodo, quest'ultimo avvertì ad Esmeralda di fuggire il più lontano possibile e avvertire Merlino.
< Non vi servirà a niente > fece Frollo con tono fermo < Ormai la resa dei conti è iniziata e nessuno di voi scapperà di fronte al mio volere. >
Immobilizzando Esmeralda senza che Quasimodo potesse difenderla, il professore capì che non c'era futuro per lui e per la sua amata.
< Che cosa gli hai fatto?! >
< Si riprenderà. Ma chissà chi riuscirà ad abbracciare tra noi due, Quasimodo. >
Il professore si sentiva inerme e senza energie, troppo impaurito per andare incontro a quella situazione.
< Hai forse paura? >
< Provo un profondo ribrezzo nei tuoi confronti, Frollo. Ed Esmeralda non rimarrà mai accanto a te. Nemmeno se io morirò. >
< Allora vuol dire che morirete insieme. >
< No. Tu la ami troppo per fargli del male. Non mentire. >
< Quello che farò con Esmeralda dopo la tua morte non ti deve riguardare minimamente. Tu sei la nostra rovina. Ed ora che le fiamme dell'inferno ti bruceranno per sempre, non potrai fare niente per salvarla. >
< Tu dici? >
Mentre la fenice nera s'imbatté contro quel mago mentre il fuoco lo circondò, la creatura di Malefica s'incenerì per un'ultima causa: eliminare l'ultimo cavillo di quel male che circondava quell'area.
Quasimodo, con il cuore che ricominciava a zampillare di speranza, vide l'anima nera di Frollo che piano piano bruciava dinanzi ai suoi occhi.
< Perchè tu non stai bruciando? >
< Perchè questa creatura brucia l'anima oscura di chi non crede nella magia buona. Quella vera. E tu brucerai all'inferno della magia. Per sempre. >
< Ma che diavolo ne vuoi sapere tu? Tu non sai minimamente che cosa sia la magia! >
< Non m'importa. Perchè ti vedrò soccombere contro quel volere che ognuno di noi desidera. Ed è grazie a tutti i maghi di questo mondo che tu soccomberai. <

E mentre il fuoco avvolgeva l'anima di quel cuore malato che aveva deciso di soccombere, Quasimodo chiuse gli occhi prima di dare un sospiro di sollievo.
Quel sospiro di liberazione che aveva tanto desiderato.

 

 

Alcuni mesi dopo

 

Mentre tutti gli studenti si apprestavano a lasciare Agrap per tornare a casa, Esmeralda dava un'ultima occhiata a quel luogo che l'aveva spinto a ricongiungersi verso un amore insperato e impossibile da riprendere.
< Esmeralda > fece Quasimodo mentre la richiamò a Sè in compagnia di Merlino < Sei sicura di volertene andare? >
< Quasi, la nostra storia non potrà mai finire > fece la giovane ragazza toccandogli la guancia < Ma ho bisogno di tornare a casa. In un mondo che è sempre stata casa mia. E non pretendo che tu mi segui, ma vorrei avere la convinzione che io possa rivederti un giorno. >
Quasimodo sembrava sentirsi afflitto e dispiaciuto per la decisione di Esmeralda, ma sapeva in cuor suo che il suo più grande desiderio era proprio lei.
< Non potrò mai abbandonarti, Esme. Io e te siamo una cosa sola. Ma il cuore della magia mi spinge a rimanere qui. Ma non potrò mai dimenticare Parigi e la mia casa. >
< Ti capisco. >
E dopo un abbraccio lungo e sincero mentre tutti gli alunni si apprestavano a salire su quel treno portandosi con sé avventure e pensieri di un anno ricco di soddisfazioni, l'unico davvero infelice sembrò davvero Quasimodo.
Il vapore di quel treno non offuscò i suoi occhi lucidi mentre Merlino non disse niente per non compromettere le decisioni del suo futuro.
< Preside, cosa dovrei fare? >
< Sono contento di sapere che i tuoi pensieri siano rivolti al senso della magia e la tua voglia di crescere sempre di più... Tuttavia Quasimodo, non bisognerebbe scordarci del proprio cuore. E anche se questa nuova vita ti ha proprio riconsegnato la voglia di vivere, è l'amore che davvero ti guida su tutto. E se la tua amata ha deciso che il vostro futuro è lontano da qui, l'unico modo per rimanere vicino a lei è rincorrerla. >
< Ma Preside, quindi io e lei... >
< Ci rivedremo. In un futuro diverso da questo presente... Adesso vai e non voltarti più indietro. >
E mentre quel campanaro dalla voglia smisurata di vivere si rilegò indissolubilmente al suo amore scontrandosi contro quelle barriere che era riuscito a distruggere, la visione di loro due felice non poteva che essere la fine del primo capitolo della loro storia d'amore, senza dimenticarsi del proseguo di quella storia.
Un proseguo dove quel grande libro di un passato che li aveva fatti conoscere in un universo differente dalle loro radici, avrebbe sancito un futuro rafforzato di una vita tanto speciale quanto sottolineato dai sentimenti trascinati dal loro cuore e dal loro essere.
Perchè quei personaggi erano così felici di vivere e di innamorarsi.
E la magia ha solo rafforzato tale insegnamento.

   
 
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