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Autore: KikiWhiteFly    12/09/2009    6 recensioni
{ShikamaruxIno} Una commedia leggera, composta da due parti... ma c'è un terzo incomodo. Una fan fiction biancaH, dedicata a ballerinaclassica, sasusakuxxx, Red Diablo e WishulThinking.
“... non capisci? Io voglio che la realtà diventi una favola e la favola una splendida realtà.”, confessò, arrossendo. Sottile fu il porpora che scorse sulle sue guance, sottile e pungente. Shikamaru si avvicinò a lei, alzandole il volto minuto. Poi, studiando il mento rotondo, avanzò con lo sguardo un po' più in alto, decidendo di affondare con una certa audacia le proprie labbra in quelle della ragazza, vellutate. Contatto che fu prontamente accettato dalla Yamanaka, in astinenza da quel piacere. Perché sì, lei voleva la favola.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Iruka Umino, Shikamaru Nara
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Questa fan fiction la dedico ad alcune persone...
anzitutto ballerinaclassica, la fantastica giudiciaH, che si è premurata di farmi un giudizio accurato
e che mi ha onorato con tanti elogi *_*. Ma gliela dedico anche per un altro motivo: poiché è la mia amica...
Quell'amica che appena entri ogni giorno su Msn sta lì a punzecchiarti, e ti fa piacere <3.  Poi, la dedico alle mie beta *-*.... ci tenevo in modo particolare a questa storia, ci sono stata interi giorni a farla,
perché sapete tutti quanto io ami lo ShikaIno <3. Ebbene, la voglio dedicare a sasusakuxxx, anche se adesso è lontana,
la penso sempre <3. A Red Diablo, ovvero la sorella angst, colei che mi sopporta ogni giorno, tra pianti e risate *_*.
E, infine, a WishulThinking ovvero Sil, che è stata tanto gentile... considerala un assaggio prima del White Midnight compagna
biancaH, per quei giorni verranno fuori capolavori *__*.

A loro, che più conosco... più adoro <3.

La vostra Kiki.

Mi vuoi sposare?

-Ovvero sia: come prendere gli uomini con le pinze!-










Parte Prima


Di dibattiti familiari”







Ino stava guardando con espressione visibilmente frustata la semplice scena che aveva di fronte: un lungo velo bianco in tulle, un vestito color panna impreziosito qua e là da semplici ma deliziosi ornamenti e, infine, un bouquet di rose rosse, tenuto saldamente tra le dita, dove si intravedeva appena un oggettino circolare. La ragazza trangugiò ancora la sua vodka, poi sentì solo il ghiaccio pizzicarle la punta della lingua.

“Non ci andare troppo pesante”.

Le mani in tasca e la costante preoccupazione le fecero capire dal semplice timbro roco di voce che si trattava di Shikamaru Nara.

“È solo il primo”, si giustificò lei, sbuffando e voltando il viso dall'altra parte.

“E sarà anche l'ultimo”, le disse l'uomo, abbassandosi alla sua altezza e togliendole il bicchiere di mano. Adesso era troppo vicino, e gli animaleschi istinti di Ino cedettero di fronte all'altezzosa figura del moro; gli si avventò sulle labbra. Un bacio fatto di alcool, lucidalabbra e passione.

Gli prese il viso fra le mani, sentendo le sue labbra muoversi inizialmente in modo più controllato sopra le proprie, per poi ritrovarsi ad approfondire quel contatto, spingendosi ad un ritmo incalzante.

“Sarebbe meglio andare a casa, se proprio non puoi aspettare”, si distaccò infine lui. Si rialzò, vedendo le sopracciglia arcuate della donna fulminarlo.

“Sempre se vorrò ancora”

La ragazza gli lanciò una frecciatina per nulla innocente. Ino si alzò, imprecando contro i tacchi vertiginosi; prese lo scialle, adagiandoselo sopra le spalle e afferrò la borsa, obbligandolo a cacciare le chiavi dalla tasca.



“Ancora auguri, Sakura Har-Uchiha!”



Adesso doveva abituarsi a chiamarla con il cognome del coniuge. Non riusciva ancora a credere che lei fosse riuscita a mettere un bel cappio al collo -ops, fede al dito- a Mister non ho bisogno di nessuno tranne che di me stesso. Eppure la realtà era palese: di fronte a lei vi era la signora Uchiha, e al suo fianco uno scontroso Sasuke, che le intimava con una delicata spallata di tagliar corto: la cosiddetta “Luna di Miele” -come rinunciare alle tradizioni occidentali?- aspettava solamente loro due.



“Ah Ino...”, sentì la voce melliflua di Sakura chiamarla. Si voltò ed improvvisamente e si trovò tra le mani un grazioso bouquet. “... magari ti porterà fortuna”, e fece l'occhiolino a Shikamaru, che si ritrasse pudicamente, circondando la fidanzata con le braccia e borbottando qualcosa di sconnesso a bassa voce.













*************






“Però, in effetti, Sakura ha ragione”, la bionda si era finalmente liberata dei tacchi, dello scialle e del succinto vestito, vestendosi per la notte. I piedi le dolevano, la testa le faceva male e il corpo faticava ad arrancare verso le scale, dove si trovavano le altre camere.

Shikamaru aveva udito quell'affermazione, probabilmente pensata a voce alta, e si era voltato scettico verso la propria compagna, già svestita e con solo top e mutandine addosso. Ammise un certo imbarazzo; ovviamente questo era un dettaglio trascurabile: che non era dato sapere, a lei.

“Shikamaru!”, lo puntò con lo spazzolino da denti.

“Interessante oggetto di difesa”, ironizzò lui, abbassando la suddetta arma.

La ragazza non vi badò più di tanto; si trovò invece a fare i conti con la propria determinazione, in un millesimo di secondo.

“Sposiamoci”, gli propose infine, supplicando con gli occhi una risposta, possibilmente positiva.

“Cosa?”


Shikamaru sbatté le palpebre un paio di volte, poi, resosi conto dell'astrusa richiesta, le cinse le spalle, cercando di farla tornare in sé.

Ovviamente quando la Yamanaka partiva in quarta non la fermava più nessuno, motivo per cui enumerò le molte ragioni per le quali passare da una civile convivenza ad un festoso matrimonio.

“In fondo viviamo già insieme”, disse infine.

“Ino vai a dormire, è tardi”, rispose Shikamaru, scuotendo il capo.

E aveva deluso completamente le sue aspettative, fingendosi improvvisamente sordo oppure cieco. La realtà che Ino aveva di fronte era chiara -anche se lei si ostinava ad ignorarla-, e, con seccante rammarico, dovette dar conto alla ragione: Shikamaru la amava finché lei gli preparava i pranzetti, si infilava nel suo letto prendendosi tutte le coperte, lo riscaldava col suo respiro ogni notte...

Lei, che aveva fatto così tanto per lui, al punto di rinunciare a tutto pur di stare sotto lo stesso tetto... adesso il desiderio di una ragazza che in fondo alla favola ci credeva ancora... non poteva essere accontentato?



“Non ho sonno”, borbottò, irata.

Incrociò le braccia al petto, aspettando una risposta.

“Se è per quello nemmeno io”, rispose Shikamaru, provando a sciogliere un po' quella barriera che gli aveva posto di fronte, tirando la ragazza per le punte dei piedi e alzandole un po' il top di cotone.

“Niente da fare, non attacca”, e lei si allontanò un po', spaventata dai suoi stessi istinti. “Ne potrei trovare a milioni nel Villaggio, accontenterebbero in molti il mio desiderio”

Shikamaru storse la faccia e fece il broncio: “Naruto è occupato, Sasuke è momentaneamente una persona seria, Chouji...” non commentò, non poteva vedere il migliore amico stretto tra le braccia della sua ragazza. “... il resto del genere umano di Konoha è da scartare”.

Stavolta fu lei a fare un'espressione totalmente estranea a quel sorriso di tenerezza che di solito gli rivolgeva. Ad estendersi da angolo ad angolo della bocca, vi era un ghigno sardonico, tante perle immacolate che parlavano per lei. “I Sensei”, sentenziò, arcigna e risoluta. “Ci sono i Sensei” e annuì vittoriosa, come a darsi tacitamente ragione.

Il ragazzo adesso la stava guardando seriamente preoccupato, tentando di articolare frasi di senso compiuto, ma ciò che usciva dalla sua bocca erano solo laconici monosillabi.

“Ino, sicura di stare bene?”

“Benissimo. Tu ricorda solo un nome, darling


E stavolta lo puntò con l'indice, affondando l'unghia nello sterno.

“Iruka Umino”, concluse, lasciandolo oltremodo smarrito. La ragazza stava già salendo le scale, picchiettando di tanto in tanto le dita e canticchiando un assurdo motivetto; prima che potesse raggiungere la camera da letto, Shikamaru la bloccò, afferrandola per un braccio. Quella, allora, si voltò, assottigliando lo sguardo e prestandogli attenzione.

“Niente domande.”, gli mise un dito sulle labbra, ma lui ne approfittò per fare un tuffo sulla sua bocca, impaziente.

“Ah”, lo bloccò lei, spingendolo alcuni millimetri più indietro. “Il divano, Nara. Il divano”, gli ripeté, salendo le scale.

E Shikamaru rimase impalato circa tre minuti sul posto, cercando di riconquistare la fiducia della fidanzata. Ma dopotutto, pensò, l'indomani le sarebbe già passata.

“Ah, Nara?”

Forse anche prima.

Salì le scale, incrociando il suo passo. In mano però Ino recava qualcosa, qualcosa che si premurò di lanciargli senza ritegno.

“Il cuscino.”











Locale di Teuchi, ora di pranzo.






“Insomma Shika, te la vuoi far scappare?”, disse Kiba, il soggetto sicuramente meno indicato: se c'era una persona che aveva un nominativo addosso, quello era l'Inuzuka. L'etichetta “Playboy” si era marchiata sopra il suo petto anni addietro, già da adolescente scapestrato e teppista qual era. Poi, attorno a lui, c'erano già gli incastrati, ovvero: l'ultimo reduce dal matrimonio, Sasuke Uchiha, l'Hokage in persona, Mister Dolcezza portami via -Neji Hyuga, diamine anche lui!-e l'amico di sempre, Chouji Akimichi, che se la intendeva da circa un mesetto con la figlia di Teuchi, cosa che esplicitava lanciandole di tanto in tanto ben poco subdole occhiatine maliziose. Tutto sotto gli occhi dell'austero genitore, che, da quel momento, non aveva fatto più sconti al suo cliente abituale.

“Questa è colpa dell'Haruno. Se non avesse detto niente, adesso non mi troverei in questo guaio, merda!”, imprecò Nara, digrignando i denti come una bestia poco ammaestrata.

“Te lo avrebbe chiesto, prima o poi”, mugugnò a sorpresa Sasuke Uchiha, sorseggiando dal suo bicchiere e dandosi delle arie.

Tutti annuirono, tacitamente d'accordo, e Shikamaru all'improvviso si trovò una serie di occhiate poco felici addosso, quando dal locale si sentirono echeggiare dei rumorosi passi.

“Che c'è?”, e nel mentre si voltò, osservando con quanta audacia Ino Yamanaka, vestita di una semplice minigonna e un top che mal celava le sue forme da Miss, teneva sottobraccio un timido ed impacciato Iruka Umino.

“Io me la sposerei all'istante”, disse Kiba faticando a trattenere gli spaghetti. Temeva che la mascella toccasse improvvisamente terra.

Il diretto interessato ora stava guardando scioccato la palese scena che gli era di fronte, e, come se non bastasse, la sua presenza veniva ignorata.

“Grazie per gli approfondimenti, Maestro. Mi sono stati molto utili”, cinguettò la bionda, stringendosi di più all’uomo.



Approfondimenti?


“Oh, prego Ino. Quando vuoi, sono sempre disponibile, per te”



Disponibile?

Per lei?


Shikamaru si alzò, sbattendo un pugno sonoro sul tavolo, così tanto che le povere nocche gli implorarono pietà, bruciando come carboni ardenti. “Cosa diavolo stai facendo?”

Certo, l'eleganza e la pazienza erano sempre state le sue migliori doti. Forse però le persone non conoscevano un dettaglio, di quella sua tanto declamata pazienza: non era infinita.


“Ino?”, la chiamò, riacquistando un certo contegno.

La bionda si voltò, sbattendo un paio di volte le palpebre. Poi mostrò un sorrisetto ironico, astuto, quasi un ghigno, nascosto da quelle meravigliose perle che tanto amava esibire. “Sì?”, e riprese sotto braccio il Maestro Iruka, che nel frattempo, si era gettato addosso mezza ciotola di Ramen, proprio mentre saggiava il brodo con il fine palato.

“Ciao Shikamaru, come va?”

Il moro lo guardò di sbieco, mimando un cenno di saluto. “Quali approfondimenti?”

Ino gli tappò la bocca, con un solo e consunto gesto di dita. “Delle tecniche che il Maestro ed io stiamo ripassando. E sono solo i preliminari, Nara”, E quell'ultima frase Ino gliela soffiò in un orecchio, lasciando il ragazzo basito.“Ah, Maestro... Perché non viene a dormire a casa nostra?”

Shikamaru sbiancò; ovviamente quel processo fu graduale: passò da un violetto tendente all'indaco ad un verde pistacchio, sempre più chiaro, fino a divenir immacolato come un tessuto appena lavato.

“Qualche problema?”, Ino gli rivolse quel tono di scherno, ammonendolo col solo sguardo.

“Non vorrei creare disturbo”

Iruka adesso stava mettendo le mani indietro, ritraendosi pudico e imbarazzato. Ovviamente la Yamanaka non era per nulla turbata, doveva fare il suo gioco, fino alla fine. Così, prima che l'uomo potesse addurre qualche scusa poco convincente, lo sommerse di parole, accogliendolo a braccia aperte nella modesta abitazione.

“Saremo ben felici di ospitarla.”, aveva detto, voltando il capo e frustando coi lunghi capelli biondi il viso del fidanzato. “Tutto il tempo necessario”

Il moro si passò una mano sul volto, frustrato.

Lo sapeva: aveva firmato la sua condanna a morte.




Fine prima parte.

Non potete capire quanto mi è dispiaciuto ç__ç. Ci tenevo troppo a questa storia, ç_ç.
Comunque spero abbiate gradito, è una commedia romantica. Il contest si chiamava "Lui, lei... l'altro" organizzato da ballerinaclassica ma che è stato annullato
a causa della scarsità di partecipanti.  La collegaH è stata così gentile da fornirci le valutazioni nel giro di pochi giorni... riporto la mia *_*.

Mi vuoi sposare?
-Ovvero sia: come prendere gli uomini con le pinze!-


Ammetto di essere rimasta positivamente colpita - anche se da te non potevo certo aspettarmi nulla di meno.
Tra brillanti cambi di scena e battutine sagaci, sei riuscita alla perfezione a centrare l'atmosfera giusta per questo singolare teatrino di efficaci intrecci.
Per questo, non posso che dire che si tratta sicuramente di una bella storia, che alterna magnificamente la giusta dolcezza e le romanticherie, al continuo punzecchiarsi dei protagonisti - perfetti, in tutto il loro teatrino quasi comico.
Per quel che riguarda lo stile, non c'è niente da correggere, assolutamente. Molto probabilmente lo ShikaIno ha ormai temprato il tuo animo, tanto da lasciarti essere davvero sublime nelle descrizioni. Se ad esse poi vanno ad aggiungersi una serie di metafore, di giri di parole e di sfondi e circostanze tendenzialmente bizzarre, allora sì, la storia merita davvero molto. L'unica svista - perdona la mia puntigliosità - è, a mio parere, l'utilizzo di espressioni come "il moro", ma è solo questione di opinioni.
Anche grammaticalmente parlando ci si accorge che il livello è certamente molto alto. Ho trovato solo un paio di imperfezioni - e non so se si tratti di errori di distrazione o meno: un "va" imperati scritto senza apostrofo nella frase "Ino, va a dormire [...]", un 60 scritto a numeri e non a lettere e, proprio alla fine, nella frase "secoli e secoli fa" un accento saltato sull'ultima "a".
Per quel che riguarda l'originalità, invece, non ho assolutamente nulla da dire: una trama intricata al punto giusto, nella quale si susseguono sorprese e problemi, senza mai risultare banale o complicata da capire.
Stessa cosa per i personaggi ed il tuo modo di renderli. Non c'è dubbio sul fatto che Shikamaru sia paziente solo al punto giusto, che Ino sia perfettamente in grado di usare terrificanti metodi di persuasione, che Iruka sia il più indicato per essere nel posto sbagliato, al momento sbagliato e soprattutto con la persona sbagliata. Ho trovato bellissimo - sì, io noto anche queste piccolezze - addirittura il gioco di sguardi tra Chouji e la figlia di Teuchi, accostamento meraviglioso!
In linea di massima sì, si può dire che mi è piaciuta davvero molto... E che avrei voluto addirittura dare un punteggio, per vedere quanto saresti andata in alto tu, collegaH, con questa FanFiction.
Ancora complimenti! 


*O*.

Mi sono sentita onorata, thanks *_*

Spero sia piaciuta anche a voi, la prossima è l'ultima parte ^^.

Baci, Kiki.


   
 
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