Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Giuly_2_21    19/03/2023    1 recensioni
PREQUEL/SPIN-OFF DI LOST IN THE ANIME MULTIVERSE E SEQUEL DI JJBA VENTO AUREO
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Dopo lo scontro con Diavolo a Roma Giorno riesce finalmente a salire ai vertici di Passione e diventarne il Boss.
Ma la strada per coronare il suo sogno è ancora lunga e irta di ostacoli.
Affiancato da vecchi e nuovi alleati e pronto a tutto pur di non venir meno alle promesse fatte, il ragazzo dovrà affrontare l'ombra che attanaglia l'Italia da decenni e regolare i conti con il suo passato e le conseguenze delle sue scelte.
Ma non sempre tutto va secondo i piani…
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NUOVO CAPITOLO OGNI LUNEDI (FINO A ESAURIMENTO SCORTE)
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Giorno Giovanna, Guido Mista, Nuovo personaggio, Pannacotta Fugo, Trish Una
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Anime Multiverse Series'
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Napoli, 21 aprile 2001

-É questo il posto??- chiese Giorno indicando con un cenno di capo l'edificio. Si trattava di un modesto, ma ben curato palazzetto azzurro pastello. Un'insegna di legno posta all'ingresso recava la scritta in corsivo "Mille Bolle Blu" (con tanto di una bolla di sapone al posto della O) e poco sotto la data 1934.

Il cecchino annuì deciso. Nelle ultime 72 ore non aveva fatto altro che reperire quante più informazioni possibili sugli Zeppeli finché (finalmente) non aveva trovato ciò che cercava: due fratelli gemelli, un maschio e una femmina nati nel 1983, pronipoti di Caesar, camerieri della trattoria "Mille Bolle Blu" nonché nipoti del proprietario.

-Atteniamoci al piano nei limiti del possibile- raccomandò Giorno sia a Mista che a Fugo -E ricordate: non siamo qui per minacciarli!!-

Dopo un cenno di assenso dei due il trio entrò nel locale. Si ritrovarono in una stanzetta verde acqua col pavimento in legno chiaro. Due porte simmetriche ai lati conducevano alle sale da pranzo, mentre sul fondo si stagliava un bancone dietro al quale stava un anziano dai capelli grigi, quasi bianchi, ma con una vitalità negli occhi nocciola pari a quella di un ragazzino.

"Augusto Zeppeli, classe 1921, secondo figlio di Mario e Erica Zeppeli e fratello minore di Caesar" pensò Giorno "Nonché l'unico dei cinque fratelli ad aver superato i vent'anni di vita" aggiunse con una nota di amarezza.

-Benvenuti ragazzi- li accolse l'uomo, avvicinandosi con una velocità sorprendente rispetto alla sua età -Avete prenotato??-

-Sì. Un tavolo per tre a nome Giovanna-

L'anziano annuì e spostando lo sguardo oltre loro, verso sinistra disse: -Ah, Alice, giusto in tempo. Potresti accompagnarli al tavolo??-

Voltandosi i tre potettero finalmente vedere dal vivo (e in faccia) uno dei loro obiettivi ossia Alice Ilaria Zeppeli. La suddetta era una giovane di 17 anni, piuttosto alta rispetto alla media, dal corpo snello ma formoso, stretto in una camicetta bianca sotto un grembiule nero e un paio di jeans rossi. Aveva lunghi capelli biondi, stretti in uno chignon spettinato alto che lasciava scoperto il volto ovale. Un piccolo neo era posizionato sulla guancia sinistra vicino alle sottili labbra rosa e al piccolo naso alla francese. I suoi occhi, color nocciola come quelli del nonno, scrutarono per un istante il trio con fare curioso.

-Certamente. Da questa parte, prego- disse poi sfoggiando un sorriso gentile.

"Quindi lei è Alice" si ritrovò a pensare  Mista mentre la seguiva all'interno della sala pranzo color acquamarina "Diamine, le foto non le rendono giustizia. È cento volte più carina dal vivo. Speriamo di non doverla torturare. Sarebbe un crimine contro l'umanità sfigurare una tale bellezza. Ma che cazzo sto pensando?! Svegliati Mista!! Sei in missione!! Non puoi pensare a certe cose…"

-Hai intenzione di sederti o vuoi mangiare in piedi come i cavalli??-

La voce di Fugo lo riportò alla realtà. Si accorse così che i suoi amici erano seduti al tavolo da chissà quanto tempo, mentre lui se ne stava in piedi come uno scemo.

-Jonathan Swift scriveva che i cavalli sono molto più intelligenti e nobili degli umani*. Volevo provare l'ebbrezza di essere un equino per un giorno, ma dato che suddetta cosa vi urta, mi abbasserò all'infimo livello umano- disse sedendosi.

Alice ridacchio divertita mentre gli consegnava i menù.
-Spero che il tavolo sia di vostro gradimento. Quando avete scelto, chiamatemi pure- disse per poi allontanarsi.

-Che ne pensate??- chiese sottovoce Giorno, quando fu certo che non fosse più a portata d'orecchio.
-Età e corporatura sono compatibili- disse Mista -Non sembrava sorpresa o spaventata dalla nostra presenza-
-Magari ha una bella poker face- intervenne Fugo.
-Proviamo a sondare un altro po' il terreno- propose il biondo attirando l'attenzione della bionda con un cenno della mano.

Alice fu subito da loro con taccuino e penna in mano.
-Per me spaghetti alla puttanesca- ordinò Fugo.
-Io dei cannelloni alla genovese- disse Mista mentre apriva un pacchetto di grissini.
-Spaghetti allo scoglio, grazie- annunciò infine Giorno per poi domandarle a bruciapelo: -Possibile che noi quattro ci siamo già incontrati??-

-Improbabile- disse lei senza smettere di scrivere -Mi ricorderei di tre ragazzi così carini-

A quelle parole Mista si strozzò con un grissino e Fugo dovette tirargli diverse pacche sulla schiena per evitare che morisse soffocato.

-Oddio!! Tutto bene??- chiese preoccupata Alice chinandosi verso il castano.
-S-Sì. St-Sto bene- gli rispose Mista divenuto bordeaux.
-Ti porto dell'acqua- disse Alice e sfrecciò via.

-Porca miseria. Se questa è la tua reazione a un complimento, che farai se ti darà il numero??- commentò Fugo.
-Mi è solo andato di traverso. Sono cose che capitano- farfugliò Mista facendo il vago.
-Non sei credibile- ribatté Giorno.
-Ma che avete voi due??- chiese Mista -Lei non…-

-Eccomi!!- annunciò Alice di ritorno con una bottiglia d'acqua in mano.

-Grazie mille- disse Mista -Sei stupenda. La bottiglia!! La bottiglia è stupenda!!-
-La bottiglia??- ripeté sorpresa Alice guardando il contenitore che aveva tra le mani.

-S-Sì... H-Ha una forma molto… molto… bottigliosa- farfugliò nervoso e ancora più rosso di prima. Nel mentre Giorno e Fugo osservarono la scena indecisi se mettersi a ridere o sotterrarsi dall'imbarazzo per il loro compare.

Alice, superata la confusione iniziale, sorrise maliziosa e disse: -D'accordo. Se ti piace così tanto, allora te la lascio qui. Se vuoi altro basta chiedere-

-C-Certamente. P-Per ora siamo a posto. T-Ti ringrazio- balbettò Mista.

-Okay. Allora torno dopo con le vostre ordinazioni. A dopo Mista- si congedò lei melliflua.

Una volta lontana, il ragazzo si mise le mani in faccia e supplicò: -Vi prego, sopprimetemi-

-Spiacente, ma mi servi vivo- disse Giorno dandogli una pacca sulla spalla.

-Comunque la bottiglia bottigliosa è un'ottima mossa da latin lover. Si vede che sei uno sciupafemmine- commentò sarcastico Fugo.

Mista lo fulminò con lo sguardo.
-Intanto ha salutato me e non te. Quindi…- disse per poi realizzare -Ha salutato me. Ha detto il mio nome-

-Già. L'ha fatto- disse Giorno con un sorrisetto -E bravo il nostro dongiovanni. Dopo pranzo potresti invitarla per un caffè e una sfogliatella. Così avrete tutto il tempo per contarvela su-

Il castano annuì cogliendo immediatamente il messaggio sottointeso.

Il resto del pranzo proseguì senza intoppi o altre figure di merda. Giorno fece altre domande circostanziali ad Alice che rispose sempre affabile e senza alcuna esitazione.

Quando si fece pomeriggio inoltrato e nella sala rimasero soltanto loro, Giorno decise di fare sul serio e scoprire le carte.

-A che ora finisci il tuo turno??- chiese alla ragazza.

-Voi siete i miei ultimi clienti- rispose lei, appoggiando gli espressi e le sfogliatelle al tavolo.

-Perchè ci tieni a saperlo??- aggiunse maliziosa.

-Volevamo parlare un po' con te…- non esitò a rispondergli -...Harley-

Nonostante Alice fosse preparata al peggio fin da quando li aveva visti entrare nel locale, non riuscì a dissimulare completamente la sorpresa.

-Alice. Mi chiamo Alice- disse fingendosi confusa.

-Lo so, ma è così che ti ha chiamata il tuo compare V quella sera- ribatté lui.

-Mi sa che hai sbagliato persona. Non ho la più pallida idea di cosa tu stia parlando…-

-Alice. Nessuno di noi oggi ha pronunciato il nome Mista, cosa che, al contrario, abbiamo fatto la sera del 6 aprile- affermò infine il biondo stanco di quei giochetti.

La ragazza rimase immobile, maledicendosi per quel piccolo, madornale errore.

-E io che speravo foste venuti soltanto per mangiare- commentò con tono gelido, facendo definitamente cadere la maschera da cameriera affabile.

Nonostante lo sguardo truce e diffidente e le braccia incrociate sotto il seno, Giorno percepiva la paura della bionda e volle rassicurarla.

-Non siamo qui per fare del male a te o alla tua famiglia. Credimi, è l'ultimo dei nostri desideri- disse ricambiando il suo sguardo con uno gentile e pacato -So che non è facile fidarsi di Passione dopo essere stati raggirati così tante volte e non ti chiedo di farlo. Ma, ti prego, dà una possibilità a noi come individui singoli. Un'ora soltanto e poi, se lo vorrai, spariremo per sempre dalla tua vita-

Alice non mosse un solo muscolo, ma nei suoi occhi apparve una tenue luce di speranza. Ma nemmeno il tempo di dire altro che un colpo proveniente dall'ingresso fece sobbalzare i presenti. Quando la ragazza con la coda dell'occhio controllò cosa fosse successo sbiancò. All'interno della trattoria erano entrati, sbattendo violentemente la porta, due uomini dall'aria tutt'altro che raccomandabile. Uno era alto e smilzo con il volto oscurato dalla tesa di un cappello grigio scuro da cui si vedeva soltanto un pizzetto nero alla Mefistofele. Era avvolto in un pastrano grigio scuro che faceva a pugni con la camicia hawaiana rossa e bianca. L'altro era basso e tarchiato con la testa tonda e liscia come un uovo e vestito con un completo giallo limone. Anche se la ragazza non li conosceva di persona, intuì il motivo per cui erano lì e con la successiva discussione ne ebbe conferma.

-Benvenuti signori- annunciò come di routine Augusto, cercando di sorvolare sull'entrata maleducata dei due.

-Si risparmi i convenevoli, vecchiaccio- lo interruppe sgarbatamente Testa d'uovo con uno strano accento a metà tra il romano e il milanese -Vogliamo quei ladri bastardi dei tuoi nipoti!!-

-Ladri?! Chiedo scusa, ma deve esserci stato un errore. Alice e Marco sono dei bravi ragazzi; non farebbero mai una cosa del genere, tantomeno a gente di un certo… rilievo come voi- cercò di spiegare il povero vecchio, pur consapevole che sarebbe servito poco o nulla.

Testa d'uovo ghignò sinistro come se non vedesse l'ora di dimostrare il contrario.

-Ma dai. Allora deve essere stato un caso se a villa Agreste, il luogo del furto, sono stati avvistati due ragazzi molto simili ai tuoi nipoti e che al collo di uno di loro c'era questa-

Tirò fuori dalla tasca della giacca una piccola medaglietta d'oro che poggiò sul bancone.
Alice si portò istintivamente la mano alla base del collo e imprecò terrorizzata.

-Medina Valsesia- lesse Testa d'uovo sul retro di essa -Riconosci questo nome??-

L'anziano rimase in silenzio con la mascella contratta e le mani tremanti.

-Ma come?? Non ricordi più il nome della donna che ha sposato tuo figlio?? La madre dei tuoi cari e bravi nipotini. La stessa donna che abbiamo fatto fuori insieme a tuo figlio 16 anni orsono- proseguì lui beffardamente -E dimmi, vecchio, a questo punto cos'è che dovremmo pensare?? Eh?!-

Augusto tremava, ma a differenza di ciò che si potrebbe pensare, non lo faceva per paura. Era furibondo. Per lui la famiglia era sacra e sentire che (ancora una volta) si sarebbe sgretolata davanti agli occhi gli corrodeva il fegato.

Così, senza pensare, ruggì: -E dimmi, cosa vi aspettavate di preciso dopo che avete distrutto la nostra famiglia e rovinato la vita ai miei ragazzi?! Che ci saremmo piegati senza combattere, sputando sulla tomba di mio figlio?!-

Di tutta risposta l'uomo a fianco di Testa d'uovo tirò fuori il ferro.

-Non prenderti troppe confidenze, vecchio!! Ti conviene abbassare la cresta se non vuoi un buco nel cervello!!- disse puntandolo sulla fronte di Augusto.

-Lasciatelo stare. Lui non c'entra niente in questa storia- disse ferma una voce maschile.

-Marco- mormorò Alice avvicinandosi alla porta, ma continuando a rimanere nascosta nella sala.

Un ragazzo era comparso all'ingresso, appoggiato allo stipite dell'altra porta laterale, a braccia conserte e con un'espressione seria in volto. Anche un estraneo avrebbe capito subito che lui e Alice fossero gemelli. Marco Antonio Zeppeli era poco più alto di lei con un fisico asciutto, corti capelli biondi e occhi nocciola. Come la sorella indossava un paio di jeans (viola scuro nel suo caso), una camicia bianca con le maniche arrotolate fino al gomito e un grembiule nero.

Nel vederlo Testa d'uovo sembrò dimenticarsi di Augusto.

-Bene, bene, bene. Uno dei bastardelli è venuto fuori- annunciò ghignando -Tu e quella zoccola di tua sorella avete preso qualcosa che appartiene alla Carboneria. Non vi hanno che insegnato che rubare è peccato-

-Sai, è da un po' che non leggo il Vangelo, ma credo che anche l'essere affiliati alla mafia ti fa entrare di default nella lista dei peccatori- disse Marco più scocciato che spaventato.

-Mi devo complimentare con voi. Ci vuole un bel coraggio a rivolgersi in questo modo alla Carboneria. Perciò vi lascerò scegliere- disse l'altro sinistramente -Le opzioni sono due. La prima: tu e tua sorella ci ridate la refurtiva di vostra sponte e noi vi assicureremo un'esecuzione rapida e indolore. Oppure la seconda: voi vi opponete, noi ci riprenderemo ciò che è nostro e verrete torturati fino a morte. E lui con voi- e indicò Augusto ancora sotto tiro.

-E no!! Voi non farete proprio un bel niente!!- esclamò GioGio uscendo allo scoperto seguito da Fugo e Mista, il quale non esitò a puntare la pistola contro l'altro uomo armato.

Testa d'uovo li squadrò un attimo sorpreso, ma si riprese in fretta.

-Sgherri di Passione, fatevi da parte. Non sono affari che vi riguardano- disse stizzito.

-Lo sono nel momento stesso in cui siete entrati nel nostro territorio- ribatté Giorno -Credevo ci fossero degli accordi tra le nostre organizzazioni-

Testa d'uovo rise.
-Ormai quei accordi sono carta straccia, moccioso. La Carboneria non si sottometterà più a nessuno. E ora lasciaci giustiziare questi ladri bastardi- disse.

-Potranno anche essere dei ladri, ma in quanto cittadini di Napoli sono sotto la protezione di Passione. Sfiorateli solo con un dito e giuro su Dio non uscirete vivi da questa città- sentenziò l'ormai sedicenne.

Gli avversari rimasero sbigottiti. Sapevano che un cambio di Boss poteva portare dei grossi cambiamenti nella gestione di un'organizzazione, ma mai si sarebbero immaginati qualcosa di così… drastico.

-Da quando in qua Passione è diventata un'organizzazione di buon samaritani?? Certo che siete caduti proprio in basso- li derise Testa d'uovo per poi aggiungere serio -Ma se ci tenete a morire in questo modo ridicolo, chi sono io per impedirvelo??-

Ma prima che potesse attaccare, qualcosa cadde dal soffitto. O meglio qualcuno. Alice, approfittando della confusione, era salita al piano superiore e si era posizionata sopra la sala d'ingresso, proprio in corrispondenza degli sgherri della Carboneria. Si era poi tolta grembiule e camicia (rimanendo con un corsetto nero sul quale erano ricamati i semi delle carte francesi) e aveva attivato il potere di Lithum, cadendo così al piano inferiore. La ragazza cadde sul braccio teso e armato di Mefistofele che si abbassò sotto il suo peso. L'uomo di riflesso sparò, ma il proiettile colpì il bancone, andando a incastrarsi nel legno.

Nel mentre la bionda lo colpì al volto con una ginocchiata e in contemporanea lanciò la camicia contro Testa d'uovo, offuscandogli la visuale. Arpionando poi le spalle di Mefistofele, fece una capriola e colpì il volto del pelato con un calcio intriso di onde concentriche dorate.

-Sunlight Yellow Overdrive!!-

Il colpo fu talmente violento che l'uomo venne sbalzato via e atterrò fuori dal locale. Alice atterrò con grazia, ma nemmeno il tempo per tirare il fiato che Mefistofele gli fu addosso.

-Dannata- urlò puntandogli l'arma contro, ma un proiettile di Mista gli colpì tempestivamente la mano armata. L'uomo dal dolore fece cadere l'arma e Marco ne approfittò per afferrarlo dal pastrano e lanciarlo fuori dal compare.

-Disposti a proteggere dei ladri… certo che siete dei tipi strani- disse Alice al trio di Passione alzandosi da terra -D'accordo. Vi ascolterò. Ma prima abbiamo dei conti in sospeso con quei tipi. Andiamo Marco-

NB (*): Qui Mista si riferisce al celebre romanzo di Jonathan Swift "I viaggi di Gulliver" e in particolare all'ultimo viaggio dove Gulliver incontra gli houyhnhnm (un nome un po' meno complicato da scrivere no, Swift??), una razza di cavalli intelligenti e dall'ottima condotta morale che disprezza gli Yahoo, uomini brutali e selvaggi considerati una razza inferiore (critiche all'impero inglese e al colonialismo ne abbiamo??).

Autrice Time

Eccomi tornata (anche se non so se c'è qualcuno che effettivamente mi aspettava) con un nuovo frizzante capitolo dove abbiamo scoperto che effettivamente i gemelli sono un pochino cleptomani e che Giorno & Co non sono stati gli unici a beccarli. Come se la caveranno i gemelli contro Testa d'uovo e Mefistofele?? Lo scoprirete nel prossimo capitolo.

Ci vediamo, Giuly♡

   
 
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