Serie TV > Merlin
Segui la storia  |       
Autore: oscar 82    22/03/2023    2 recensioni
Arthur non è morto a Camlann. Merlin lo ha salvato e ora i due sono sull'isola di Avalon, in attesa che il Re si riprenda del tutto. Da qui partono i fatti, da qui Mago e Re iniziano il capitolo più importante della loro relazione...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Merlino, Principe Artù | Coppie: Gwen/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era stato un giorno importante, per Camelot e per il regno di Arthur Pendragon.
 
A meno di un anno dall’ abolizione del divieto relativo alla  magia, tutti i capi delle comunità dei Duidi erano stati convocati a corte in quanto futuri alleati: un giorno memorabile, da scrivere negli annali della storia di Albion.
 
Eppure, il Sovrano non era felice. Non lo era malgrado l’accoglienza perfetta, le reticenze dei maghi abbattute, lo scorrere di una serata piacevolmente organizzata da sua moglie, finalmente più distesa dopo gli ultimi difficili accadimenti.
 
Malgrado la fierezza infinita che traboccava dal suo cuore nel vedere Merlin rispettato, ammirato, ascoltato da tutti, come da sempre meritava. 
 
Arthur non era felice. I suoi occhi fissavano assenti le fiamme crepitanti, mentre cercava invano di mettere a tacere i mille, confusi sentimenti che lo agitavano,  simili alle lingue di fuoco che danzavano nel camino delle sue stanze. 

 
 
La giovane donna aveva attirato su di sé gli sguardi di tutta la sala. Bellissima, la pelle d’avorio, gli occhi  di smeraldo, i capelli castani e lucenti. La sua veste, di un velluto morbido dorato, esaltava la sinuosa figura.
 
“Vi presento mia figlia Koral, Vostra Maestà. È molto giovane, ma estremamente potente. Non mi muovo mai senza di lei e mi fido ciecamente del suo giudizio”, l’aveva introdotta un uomo di mezza età, Artax. 
Arthur aveva sorriso alla ragazza, sebbene pervaso da un brivido sottile lungo la schiena: “Sarà bene che si senta a suo agio, allora”, aveva risposto, baciandole la mano e introducendola tra gli ospiti. 
 
La fama di Artax lo aveva preceduto. Merlin gliene aveva parlato a lungo: era il più autorevole, il più ambizioso dei capi clan. La presenza di sua figlia quella sera non poteva essere un caso. La fanciulla, come il padre aveva anticipato, era perfettamente cosapevole di sé, dei suoi poteri e della propria bellezza.
 
Con una sicurezza inusitata per la sua giovane età, aveva puntato Merlin sin dal suo ingresso nelle sale, catturandone inevitabilmente l’attenzione. Il Re li aveva osservati tutta la sera, mentre lei ricamava sottile le arti della seduzione.
La sensazione sgradevole, provata all’istante, montò in Arthur fino a diventare un opprimente senso di chiusura alla bocca dello stomaco; il fastidio così intenso, pungente che dovette trattenersi dal raggiungerli per separarli. Voleva   trascinare via Merlin dallo spazio personale della giovane.
 
Il Re aveva trascorso il resto della serata desiderando solo che finisse, cercando di non dare nell’occhio ma incapace di distogliere l’attenzione dal mago, quasi a volerlo proteggere da una malìa. Lui sembrava invece  perfettamente a suo agio,  la gioia di stare tra  la sua gente lo rendeva ignaro ai segnali di Koral. 
 
Aveva accolto il momento del congedo e il rientro nelle sue camere come una liberazione. Mentre Merlin lo accompagnava, non aveva aperto bocca, ma  avvertiva la sua magia, sollecita e preoccupata, ronzargli intorno.
 
“Sei terribilmente silenzioso”.
“Sono stanco, Merlin. È stata una giornata impegnativa, e lo sarà ancora di più domani”.
“Ma non sei soddisfatto, né sereno”, aveva cominciato a indagare il mago.
“Va tutto bene”.
“Arthur, non mentirmi. Vuoi dirmi cosa c’è? Davvero, erano tutti entusiasti”. 
“Certo. Soprattutto la figlia di Artax”, aveva sputato fuori tagliente il Sovrano.
“Di cosa parli?”.
“Del fatto che ha flirtato sudoratamente con te tutta la sera. Ti avrebbe portato via se solo avesse potuto”.
Merlin lo aveva guardato sinceramente stupito.  “Arthur, è una ragazzina, mi conosce appena. È stata solo gentile”.
“Capisco che tu ne sia stato lusingato”.
Merlin aveva scosso la testa: “Arthur…”.
“È tardi, Merlin. Vai a dormire”.
“Ma…”.
“Vai, Merlin”.

I due si erano guardardati per un lungo istante, l’aria fredda tra loro nonostante il fuoco scaldasse l’ambiente. Poi il mago aveva pronunciato un gelido: “Come desiderate, Vostra Maestà” e, rapido, si era allontanato. 
 
 
Se avesse ascoltato il suo istinto, Arthur si sarebbe già precipitato da Merlin per chiedergli scusa. Non era certo colpa sua: non aveva fatto nulla per incoraggiare la ragazza. Ma come spiegargli il suo turbamento? Si sentiva stupido.
 
Era probabile che Artax avesse pianificato l’atteggiamento della figlia per interesse pesonale. Cosa di più astuto, che affascinare lo Stregone di Camelot?
Questo non escludeva che Merlin potesse sentirsi attratto da lei, compiaciuto dalle sue lusinghe. E Arthur non voleva saperlo, non in quel momento.
 
Non aveva mai considerato Merlin con una donna, con una moglie, non gli aveva  neanche mai chiesto se desiderasse una famiglia. 
 
Merlin era sempre appartenuto ad Arthur, già prima di Camlann.  Sempre. 
Era così totalmente, esclusivamente suo, che non era disposto a dividerlo con nessuno. 
 
E sì, era un pensiero egoista, terribilmente egoista. 
 
Si era nutrito dell’amore di Merlin quasi senza accorgersene per dieci anni. Solo ad Avalon si era accorto di corrispondere quel sentimento. 
Era viscerale, necessario, come l’ossigeno. Non poteva farne a meno. 
 
Staccarsi dal mago era come perdere un pezzo di sé. Impossibile. Era sempre stato certoche per Merlin fosse esattamente lo stesso.
 
Ora, improvvisamente, tutto gli sembrava precario.
 
Arthur sentì sopraggiungere un senso di angoscia, di paura. Non era pronto. Non sarebbe mai stato pronto ad allontanarsi dal suo stregone. Era passato così poco tempo da quando si erano trovati: non voleva e non poteva lasciarlo andare.  Aveva un disperato bisogno di lui. 
 
Avrebbe avuto sempre bisogno di lui.
 
Si scosse dal suo torpore. Poteva fare solo una cosa per smettere di pensare, per sfinirsi fino a spegnere la mente.
Prese la spada e se la legò in vita. Fu allora che sopraggiunse Gwen.
 

“Arthur. Dove stai andando a quest’ora?”.
“In armeria. Ho bisogno di tirare di spada”.
“Ma è tardissimo. Devi riposare. Domani avrai un lungo consiglio e…”

“Non ti preoccupare, Gwen”,


fece, stringendole dolcemente un braccio mentre apriva la porta.

“Starò bene”.

 
Ma sapeva che era una menzogna.  
 
 
 
 
 
 
 
 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: oscar 82