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Autore: Feathers    22/03/2023    1 recensioni
Harringrove (Billy + Steve)
Tratto dal testo
« Con le ragazze era piacevole, ma quasi non gli pareva che ci fosse differenza fra avere un rapporto con loro e toccarsi da solo, e la ragione era semplicissima: non gli piacevano davvero. Steve Harrington che gli baciava e accarezzava il corpo nel più semplice dei modi gli stava provocando delle sensazioni pazzesche, che non si era mai concesso di godersi, e sulle quali probabilmente avrebbe fantasticato a vita. Cercò di tenere impresso nella sua mente ogni dettaglio, ogni minuscolo gesto, per evitare di dimenticarsene nel caso in cui non fosse riaccaduto mai più. »
Genere: Erotico, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Billy Hargrove, Steve Harrington
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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12 Novembre

"Io penso che dovresti dirglielo. Ti stai solo lasciando condizionare."
"Sì, ma se..." Steve inspirò. "Rob, io non voglio farlo soffrire, okay? Non dopo tutto quello che ha passato. E se quello che sento non fosse... reale?"
"Eppure mi dici che ci pensi spesso. Anche quando ti stai facendo un'altra tipa, cosa che ti succedeva solo con Nancy. Mi dici che vuoi tenerlo per mano, baciarlo... e cose così. Che ti manca se non lo vedi. Tipici segnali di una..."
"Di una cotta. Lo so."
"E io penso che tu abbia soltanto fifa di innamorarti di un uomo. E lo comprendo, eh!"
"Shhh..." Steve tagliò un pezzo del waffle, e se lo mise in bocca. Per poco non si strozzò. "Parla piano."
"Sto già sussurrando! Mi hai detto tu di volerne parlare qui anziché a casa. Immagino significhi che stai iniziando a vergognarti di meno di quel che sei, il che mi rende molto orgogliosa." La ragazza sorrise, e spruzzò un po' di sciroppo al cioccolato sul gelato alla vaniglia.
"Ma io non mi vergogno mica..." protestò lui, non proprio sincero.
"Anche se fosse, non significa che sei omofobo. Anche io qualche volta mi vergogno di me stessa anche se non dovrei, perché purtroppo la società mi ci porta."
Steve sospirò, con fare stanco, e continuò a mangiare il suo dolce. Tolse la panna in eccesso con la forchetta, e la mise nel piattino dell'amica, come soleva fare da sempre. "Quindi tu... pensi che farei bene a dirglielo?"
Robin mischiò la panna al cioccolato, facendo un pasticcio sul suo piatto. "Ma sì. Non è che dovete per forza sposarvi, ma... provate. Insomma, provate a fare altro oltre che-"
"Hm hm sì sì sì ho capito... d'accordo. È che... mi sembra così assurdo. Cioè... fino a tre anni fa non pensavo che si potesse provare qualcosa del genere per una persona del tuo... stesso sesso."
Robin annuì.
"Pensavo fosse solo..."
"Solo sesso?" La ragazza rise, coprendosi la bocca piena di gelato e panna. "È perché ci insegnano che siamo questo. Perversi in cerca delle nostre prede, fine. Basta. Sapessero che in realtà siamo persone normalissime rimarrebbero esterrefatti..." Tirò fuori un'espressione esagerata che fece sghignazzare il ragazzo.
"Già..."
Robin si girò, e salutò qualcuno che stava alla sua destra. Steve seguì il suo sguardo, e vide Eddie che sbracciava allegramente, seduto accanto a Chrissy dal lato opposto del locale. Agitò la mano anche lui in loro direzione. "Ma stanno tipo... insieme?"
"Se non stanno già insieme, si staranno frequentando. E secondo me lo devono tenere nascosto ai genitori di lei. Ci scommetto tutti i miei soldi che dei tipi così alto borghesi avranno una paura matta di Eddie." La ragazza fece una pausa, e sbirciò i due per qualche altro secondo, per poi girarsi di nuovo verso il suo migliore amico. "Potreste uscire in quattro, in futuro. Le due coppie clandestine... immagina."
"O anche in sei. Con te e Vickie."
"Ti prego, sì! E poi ci presentiamo al ballo di fine anno e facciamo venire un infarto a tutti."
"Oddio..." Steve si immaginò la scena in maniera parecchio vivida, e si tirò indietro i capelli, con un ghigno. Ridusse la voce quasi a un sussurro. "È grave se ho immaginato Billy vestito per il prom che scende le scale, tipo... film romantico sdolcinato per... liceali?"
Robin spalancò la bocca. "Grave?! Gravissimo, Steve. Vai a fargli la proposta di matrimonio." scherzò. "Subito."

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14 Novembre

18:45

Billy tormentava la pagina del libro di biologia, alquanto perplesso. Forse avrebbe fatto meglio a chiedere una mano a qualcuno, magari a Max. Era abbastanza sicuro che Steve non sarebbe stato granché d'aiuto, visto e considerato che a scuola andava anche peggio di lui. Scosse il capo, ed esaminò tutti quei disegnini di cellule e organuli, le definizioni, i paragrafi sottolineati in giallo fosforescente.
"Billy." lo interruppe suo padre.
Il giovane si voltò appena. "Sì...?"
"Dov'è Max?"
"È uscita, è venuto a prenderla Lucas."
"Ah, quel nero."
"Hm." mugugnò Billy, irritato dal tono di Neil.
"E non potevi portarla tu?"
"Non c'era bisogno stavolta, ha il diritto di stare un po' sola col fidanzatino. E poi devo finire questo capitolo. È per il test di domani."
"Certo, il test."
"Sì."
"Come quando dovevi studiare col tuo amichetto. Stephen. O Steve. Non ricordo."
"Steve." lo corresse Billy col tono più piatto che conosceva, ma si irrigidì e lo occhieggiò con aria interrogativa, per poi spostare di nuovo la sua attenzione sul volume di biologia. Girò la pagina, e finse di leggere senza nemmeno vedere le scritte, pregando fra sé e sé che lui uscisse dalla stanza e che la conversazione terminasse lì.
Ma l'uomo si avvicinò al ragazzo con fare minaccioso, e gli chiuse il libro in faccia.
"Hey, ma-" Billy si girò di scatto. "Si può sapere qual è il proble-" Non fece in tempo a finire la frase che il padre lo afferrò per il colletto della giacca e lo forzò ad alzarsi. Aveva un'aria talmente adirata che sembrava stesse per esplodere.
Il giovane sbarrò gli occhi e sbiancò. Era passato parecchio tempo dall'ultima volta che aveva preso botte da lui, tanto che si era disabituato a quella sensazione di terrore, e riviverla fu una doccia congelata. "Papà...? Cosa-"
"Non. Chiamarmi. Così. Io non sono tuo padre."
"Che succede...?"
"Mi rifiuto di essere il padre di uno che fa certe porcherie. Credi che io non lo sappia?! Mi credi un rimbambito, forse?!" gli ringhiò in faccia l'uomo.
"...cosa!? Non ho fatto niente!"
"Certo che no. Non hai fatto niente. Certo che non hai fatto niente!" Neil gli diede una sonora sberla in pieno viso. Billy si coprì la guancia.
"Speravo che te lo saresti tenuto per te, che avresti continuato a vivere da persona sana di cervello, ma tu no... tu te ne vai a succhiare cazzi in giro! Mi fai schifo. Mi fate schifo."
"...io non faccio quelle cose! Non le farei mai! Sei impazzito." urlò Billy.
L'uomo lo sbatté contro la parete senza troppi riguardi. "Non ti azzardare a raccontarmi altre balle! Susan è troppo stupida e ingenua per capire perché tu e quell'altro finocchio vi vedete in continuazione, ma io no. E a differenza sua, io ti conosco. Dovevo già capire che eri un finocchio quando mancavi tutti i tiri a baseball e anziché ritentare piangevi e scappavi come una femmina."
Billy abbassò la testa, il respiro irregolare. "E a-anche fosse? Che te ne importa?! Non ti cambia nulla."
"Ah, non mi cambia nulla, vero!?" Neil lo scosse in un modo che lo fece tremare. "Hai idea di quanto sia pericoloso questo stile di vita?! E di quanto sarà umiliante per me, quando tutti sapranno?! Neil Hargrove ha un figlio frocio. Ma a me non ci pensi, tu, tanto che te ne frega. Ingrato."
"Non è vero che non penso a te..." Suo figlio lo fissò col dolore dipinto in viso. "Sei tu che te ne freghi di me... mi picchi, mi comandi, mi giudichi, vedi solo il marcio, vedi solo i miei errori, sei un padre di merda!" gridò con tutta la voce che aveva in corpo, tanto che sentì la gola graffiarsi.
Neil gli mollò uno schiaffo che gli fece sanguinare il labbro. "Porta rispetto!"
Il giovane sputò per terra. "Tu non me ne porti. E tanto non vuoi più essere mio padre."
L'altro sospirò, e mollò di poco la presa sulla sua giacca, nel tentativo di calmarsi. "Potrei perdonarti e dimenticare questa storia. Ma solo se mi prometti che mai più rivedrai quel ragazzo, e nessun altro ragazzo. Mai più."
Billy strizzò gli occhi gonfi e umidi. "E se non voglio...?"
"Se non vuoi, puoi smammare e non rivedermi mai più. E sono abbastanza sicuro che Susan non vorrà ospitarti quando saprà chi sei. E sì, lo saprà, te lo garantisco."
Billy rimase pietrificato per qualche secondo, col cuore che martellava violentemente in petto e il naso che colava. Si sentiva debole e le ginocchia gli cedevano, come se qualcuno gli avesse iniettato un sedativo. Tirò su col naso. "Bene, allora io me ne vado." dichiarò, e si sottrasse alla presa dell'uomo con uno strattone. Afferrò alcune delle sue cose, con la vista appannata dalle lacrime.
Neil rimase a osservarlo, stupito. Era chiaro che non se lo aspettasse. "Ti avverto, Billy. Esci di qui adesso, e non rientrerai più. La tua robaccia può venirsela a prendere qualcun altro. Non ti voglio più vedere."
Il figlio lo ignorò; prese i suoi risparmi dell'anno precedente, un paio di oggetti cari e le chiavi della macchina.
"Mi hai sentito o no!?"
Billy si voltò a guardarlo, infuocato dalla rabbia. "Sì che ti ho sentito. Nemmeno io ti voglio più vedere. E anche tu mi fai schifo." sibilò, calcando molto sulla parola «schifo», prima di sbattere la porta e precipitarsi in auto.

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19:15

Steve aveva finito di lavare i piatti dopo aver cenato, complimentandosi da solo per aver sporcato pochissimi utensili rispetto al solito. Perfino i fornelli erano rimasti pressoché immacolati; avevano avuto bisogno solo di una sfregata con la pezza. "Guarda un po' che uomo di casa che sono." bisbigliò fra sé e sé. Si spaparanzò sul divano, pronto ad accendere la televisione, quando sentì suonare il campanello. "I testimoni di Geova a quest'orario...?" Accese l'apparecchio, e iniziò a fare zapping. Il campanello suonò di nuovo. Eppure quel suono energico non gli era del tutto sconosciuto. Di nuovo.
Sospirò. "Arrivo, arrivo." Lanciò il telecomando sul cuscino, e marciò verso la porta, spazientito. Non appena aprì, la sua espressione mutò del tutto. Si ritrovò davanti un Billy con metà viso gonfio e tumefatto e l'aria stralunata. C'era qualche goccia di sangue sulla sua camicia e sul suo labbro.
"Hey... ma che cazzo... entra. Su, entra." mormorò, la voce piena di urgenza, per poi chiudere l'uscio. Appoggiò una mano sulla sua spalla, e lo guardò. "Chi ti ha fatto questo?"
L'altro ragazzo non osò guardarlo. "Mi ha buttato fuori." Contrasse il volto. "Lo ha... capito. Mi dispiace."
"Chi ha capito... cosa?"
"Mio padre ha capito che io e tu-. Mi dispiace... so che non volevi che lo sapesse nessuno. Mi dispiace... ho provato a negare ma-"
Steve socchiuse le palpebre con aria sofferente, e si passò le dita sulla fronte. "Hey, hey... non importa. Non importa. Non è colpa tua. Vieni qui, su..." Si avvicinò, e lo strinse fra le sue braccia, con fare protettivo. "Non importa." ripeté, accarezzandogli la schiena e la nuca.
Billy non disse più niente. Iniziò a singhiozzare convulsamente, senza riuscire a smettere, come non si era concesso per anni e anni. Le lacrime copiose bagnarono il collo di lui. Si lasciò cullare dall'abbraccio stretto di Steve, e respirò il suo profumo misto fra shampoo, lacca e qualcos'altro di buono che era solo suo.
Steve si sentì pizzicare il naso, sul punto di piangere anche lui. "È stato lui a picchiarti?" chiese a voce bassa.
"S-sì. Era furioso."
"Non riaccadrà. Non ti toccherà più."
"Mi può trovare per strada..."
"Hey hey... ascoltami. Guardami." Steve si scostò appena, e lo fissò negli occhi arrossati. "...non glielo permetterò mai più, hai capito?"
Billy deglutì fra le lacrime, e accennò un sorrisetto tremolante. "Harrington, ma se non riesci a vincere a botte nemmeno con me..."
Steve ridacchiò per un secondo. "Sono così incazzato adesso che penso che potrei ucciderlo." Sbatté le palpebre, e gli prese il viso fra le mani, con delicatezza. Gli accarezzò le guance, e asciugò le lacrime che sgorgavano da quelle pozze azzurre. Sì, gli voleva bene. Non si sarebbe mai aspettato niente del genere, eppure gli voleva un gran bene. Desiderava passare del tempo con lui, condividere belle esperienze, fargli dei regali, tenerlo per mano e molto, molto altro. Al solo pensiero si sentiva impazzire. Per quale motivo al mondo avrebbe dovuto negarsi di provare quel tipo di affetto solo perché Billy era un uomo? Cosa gliene fregava? "Ma sì, ma che cazzo me ne frega." Reclinò la testa, e premette le labbra sulle sue. Non fece nemmeno caso al sapore lievemente metallico del sangue.
Billy spalancò gli occhi dalla sorpresa, ma poi li richiuse e rispose al bacio. Lo afferrò per il maglioncino, e cercò la sua lingua. Steve gli succhiò piano piano il labbro inferiore, poi passò a quello superiore. All'improvviso, baciarlo gli sembrò la cosa più naturale al mondo. Sentì la barbetta bionda sulla propria pelle, ed emise un lieve gemito. Si scostò dopo un minuto, il fiato mozzo.
"È stato così spaventoso...?" lo prese in giro Billy.
Steve scosse il capo. "No..." Lo baciò ancora, sull'angolo della bocca, sul mento, sulla guancia. Billy gli accarezzò i fianchi, e appoggiò le labbra sotto il suo lobo. "Fai un buon profumo..." Baciò la pelle liscia, e infilò una mano sotto al maglioncino.
Steve si irrigidì, e l'altro smise subito. "...non ti va?" chiese in un soffio.
Il più grande aveva un'espressione pacifica ma molto seria sul volto. "Non è questo, è che... non devi per forza farlo."
Billy aggrottò le sopracciglia. "Fare cosa...?" ripeté.
Steve gesticolò piano, in imbarazzo. "Questo. Non... non devi per forza fare questa cosa per... tenermi interessato a te."
L'altro ragazzo rimase interdetto e sbatté le ciglia, nel tentativo di processare quello che aveva appena udito. Stava davvero usando il sesso per tenere Steve stretto a sé? Pensandoci bene, sembrava qualcosa di molto realistico, che lui avrebbe decisamente fatto. «Voglio essere la tua dipendenza» «Puoi divertirti con me... quando, e quanto vuoi» gli rimbombarono in testa. Abbassò lo sguardo e si tormentò le dita. Si sentì nudo, del tutto esposto. Era come se qualcuno avesse scavato dentro la sua anima e avesse trovato qualcosa che nemmeno lui sapeva di avere dentro.
"E mi dispiace se ti ho dato modo di pensarlo." aggiunse Steve. "Perché sì, l'ho fatto. E lo so. Desidero che tu sappia che... ti voglio bene. Al di là di quello che facciamo... e... ed era un po' che volevo dirtelo. M-ma non è un bene... da amico... quello che ti voglio. Cioè, non solo-"
Billy restò in ascolto, imbambolato. "...che intendi con questo?"
Steve inspirò, come se più che l'aria stesse raccogliendo una dose smisurata di coraggio. "Intendo che se tu lo vuoi... potremmo darci una possibilità."
"Ma i tuoi sogni....cioè... mi hai detto che volevi una famiglia grande."
"E tu hai detto che puoi sempre insegnare ai piccoli di Harrington a surfare." Steve gli sistemò i boccoli biondi incollati sul viso bagnato.
Billy era troppo scosso e confuso per dire altro, o anche per processare ciò che stava accadendo in quel momento. Si limitò ad annuire.
"Che ore sono?"
Billy sbirciò l'orologio da polso. "Le sette e mezzo. Perché?"
Steve strinse nelle spalle. "Ti va se andiamo al cinema?"
"Cinema?"
"Sì, sai... ti siedi, vedi un film e mangi popcorn. Mai sentito?"
Billy era troppo intento a sforzarsi di non far trasparire troppo la sua immensa felicità per rispondere a quella provocazione. "Va bene. Andiamo."
"Certo. Magari prima ci diamo entrambi una calmata, eh. Ti sciacqui la faccia. E ti metto la borsa del ghiaccio."
Il tragitto verso il cinema fu molto silenzioso, ma non in maniera imbarazzante. Steve era ben consapevole del fatto che al momento l'altro ragazzo non era molto in vena di parlare. Dopotutto, era stato appena picchiato e cacciato di casa. Per cercare di tirarlo su, mise una cassetta dei Metallica che Eddie gli aveva regalato per il compleanno. Ogni tanto dava una controllata al giovane, e dopo aver visto il luccichio di tristezza nelle pupille, gli faceva una carezza gentile sulla guancia.
Giunti a destinazione, i due si sedettero negli ultimi posti, nonostante non fossero quelli assegnati loro, e per i primi minuti rimasero intenti a guardare il film. Billy cercò di sforzarsi di ingerire qualcosa, ma smise di mangiare dopo cinque popcorn, nauseato. Il più grande lo sbirciava ancora, di tanto in tanto. Ad un certo punto esitò per qualche istante, poi cercò la sua mano e intrecciò le dita alle sue.
"Hey, attento... possono vederci."
"A te importa?"
Il biondo si voltò, e vide lo sguardo sognante del ragazzo accanto a lui. Stavolta seppe che era sincero. "I-in realtà non più."
Steve sorrise e appoggiò il capo sulla sua spalla. "Allora nemmeno a me."
   
 
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