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Autore: Shily    22/03/2023    0 recensioni
1977
È il 24 Dicembre. James, Sirius, Remus e Lily sono in fuga dal professor Lumacorno e dalla McGranitt.
Corrono nei corridoi dei sotterranei, aprono una porta e si ritrovano in una stanza completamente vuota.
Una sfida, un gioco e un boato.
Poi il buio.
--
2023
"Ma che è successo?" chiede Sirius, tentando di alzarsi con difficoltà dal pavimento.
Un grugnito alla sua sinistra gli indica che anche James sta riscontrando i suoi stessi problemi.
"Coraggio, andiamo," li esorta un dolorante Remus. "Sembra non esserci più nessuno fuori. Usciamo, andiamo a dormire e dimentichiamo questa storia."
I quattro ragazzi si avviano velocemente verso l'uscita.
"Ragazzi," James si guarda intorno, una volta uscito dalla stanza. "Non sembra anche a voi che ci sia qualcosa di diverso?"
Gli altri si stringono nelle spalle, e si dirigono a passo spedito verso la torre di Grifondoro.
Genere: Angst, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, I Malandrini, James Sirius Potter, Lily Evans, Lily Luna Potter | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Rose/Scorpius
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Nuova generazione
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"Tregua!" 

James Sirius si lascia andare sugli spalti, la scopa mollemente adagiata ai suoi piedi e le palpebre cadenti. Si passa una mano tra i capelli, allontanandoli dalla fronte sudata, e ridacchia. 

"Non sapevo fossi così bravo. Credevo non avessi mai giocato."

"Più o meno," ribatte James, sedendosi al suo fianco e mordendosi la lingua per trattenere la verità: ovvero che lui è il capitano della squadra di Grifondoro da tre anni e che da almeno due detengono la coppia di Quidditch. "Qualche volta gli altri e io improvvisiamo delle partite, ma niente di più."

James Sirius annuisce con lentezza, si passa una mano tra i capelli e si lascia andare con la schiena a contro gli spalti. "Vi conoscete da molto?"

"Mh?"

"Con Frank, Kyle e Grace."

"Ah..." James lascia vagare lo sguardo lungo il campo, godendosi il vento freddo che gli batte contro il viso. È una sensazione che lo ha sempre rilassato, paradossalmente parlando. "Diciamo di sì, in un certo senso. È come se ci conoscessimo da tutta la vita, sì."

"E... E Grace?" chiede James Sirius con tono titubante e gli porge un panino incartato. "Tieni... prima di venire sono passato per le cucine. Ho un amico lì."

"Grazie. Grace cosa?"

"Anche lei ti piace da sempre?"

"Volendo, potremmo dire così," ridacchia il Malandrini. "Sicuramente, sarebbe una dichiarazione molto ad effetto, non trovi?"

"È una fortuna che alle ragazze questi sentimentalismi piacciono, allora" rispose il più giovane con un sorriso divertito.

"Oh, no," James scuote la testa con decisione. "Lei no, fidati. Odia queste cose... a essere sinceri, per molto tempo ha odiato anche me."

James Sirius lo guarda confuso. "E poi?"

"Non saprei dirti. A un certo punto le cose sono cambiate. Ci sono state cose... cose più grandi di noi, intendo, che ci hanno fatto avvicinare." James si interrompe, attirato da un leggero ridacchiare dell'altro. "Cosa c'è di divertente?"

"No, nulla... é che non conosci la mia famiglia," si strinse nelle spalle. "Cose più grandi di noi" ripete con il petto in fuori e la voce grande. "Ti stupiresti di sapere quante volte l'ho già sentita."

James si muove sugli spalti in cerca di una posizione più comoda. Trattiene il respiro e cerca di dare un senso a tutti i suoi pensieri. A quell'insieme incoerente di parole e frasi che lo attraversa quotidianamente da quando ha messo piede in questo futuro così sottosopra, così sbagliato.

"Non é per niente facile, vero?" chiede infine, stando ben attendo a calibrare le parole affinché il nipote (che strano che gli fa pensato!) non si ritragga. "Crescere nella tua famiglia intendo."

A quella domanda, James Sirius per un momento sembra sul punto di allontanarsi e mettere un punto alla conversazione. Poi, con estrema sorpresa da parte del Malandrino, rilassa le spalle e sbuffa una risata.

"Sai, quando tutti voi siete arrivati... non lo dico per essere egocentrico, attenzione! Ma mi aspettavo un fiume in piena di domande. E così ho cercato di mostrarmi come sempre, come tutti si aspettano che io debba essere. Sorridente, spavaldo... felice che tutto il Mondo non aspetti altro che chiedermi che pigiama indossa il Salvatore del Mondo Magico dietro le mura di casa.

"Poi però voi non avete chiesto nulla, anzi: sembravate non sapere neanche chi io fossi. Io non sono un granché esperto in storia o geografia, la maggior parte delle lezioni con Ruf le passo con Fred quindi..."

"E... si" borbotta James sommessamente. "Diciamo che in America non siamo stati colpiti poi molto da..." prende un respiro profondo, "Da Voldemort. I nostri genitori sanno chi è, ma se ne parla davvero poco."

"Beati voi, amico! Sono passati ventiquattro anni e a volte mi sembra che lui sia ancora in ogni angolo di Diagonale Alley. È per questo che, quando ho visto che non avevate la benché minima idea di chi io fossi, è stato come tornare a respirare" ammette infine James Sirius, lo sguardo perso nel campo di Quidditch e le labbra strette l'una sull'altra. "Però, per rispondere alla tua domanda, poteva capirmi di peggio. In fondo, la mia famiglia fa parte degli eroi. Sempre meglio che avere quella di Malfoy, che non può fare un passo senza sentirsi attaccato."

James a quel punto pensa a Peter. Al suo amico, a suo fratello che nel giro di quattro anni lo tradirà. Lo venderà al miglior offerente e tanti saluti: sette anni passati gomito contro gomito, e non esiterà un momento a voltargli le spalle.

"Non giurarci! Fare la cosa giusta è anche più difficile di fare quella sbagliata. Sei pieno di aspettative, gli altri cominciano ad aspettarsi qualcosa da te quando sei l'eroe, il buono. Non ti è concesso sbagliare."

"Non l'ho mai detto a nessuno," sussurra dopo qualche istante James Sirius, "Ma una parte di me ce l'ha avuta a morte con Al quando è finito a Serpeverde. Lo dico a te perché tanto a te non frega nulla, no?" forza un sorriso, cercando di riacquistare un po' della spavalderia che cerca sempre di mostrare. "È solo che da un lato ero geloso marcio, perché lui aveva avuto il coraggio di voltare le spalle a tutte queste responsabilità e questi obblighi. Il figlio di Harry Potter un Serpeverde, e Al aveva avuto il coraggio di fregarmene. E io no! Dall'altro però ero incazzato nero, mi sembrava che mi avesse in un certo modo tradito."

"È normale sentirsi così, James!" risponde il Malandrino, ripensando a Sirius e a come lui invece non sia riuscito ad andare oltre la sua rabbia e orgoglio ferito. "È lecito, non devi sentirti in colpa."

"Beh, immagino di no..." si stringe nelle spalle. "Peró non mi è piaciuto. Provare quei sentimenti per mio fratello intendo, così da quel giorno cerco sempre di essere... non so..."

"Impeccabile? Perfetto? Il prototipo di fratello maggiore?" James scuote la testa, chiedendosi come facciano quei ragazzi a vivere con il costante peso sulle spalle di un passato di cui non hanno colpa. "Non esiste la perfezione, James. Puoi anche sbagliare, di tanto in tanto." 

James Sirius non risponde. Si limita ad annuire, abbassare la testa e cominciare a giocare con la carta del suo panino. 

Dopodiché prende un respiro profondo, James lo intuisce dal movimento del suo petto, e si gratta la punta del naso. Il Malandrino vorrebbe ridacchiare, perché è un gesto che fa sempre anche Lily, ed è assurdo notare come sia riuscito a tramandarsi senza che i due si siano mai conosciuto.

Poi però il pensiero di Lily gli fa stringere la bocca dello stomaco, gli attorciglia il cuore e gli blocca il respiro. E James cerca di nuovo di relegarla in uno scompartimento lontano della sua mente. 

"Mi dispiace se oggi ti ho un po' tartassato con la mia vita" sussurra infine il ragazzo del futuro. "È strano, non ci conosciamo proprio ma mi sembra... non so, di essere capito come da nessun altro." Abbozza un piccolo sorriso timido, "Ti sembro pazzo?"

"Affatto!" James alza titubante una mano. Vorrebbe stringerlo in un abbraccio, non ci ha mai pensato prima ma ora ne è sicuro: vorrebbe stringere suo nipote e non lasciarlo andare mai più. Ma si limita a una veloce pacca sulla spalla, ignorando il formicolio delle mani. "Ci credi nel destino?"

"Più o meno," risponde l'altro. "Preferisco il Libero Arbitrio. Sai, tutte quelle cazzate sul fatto che possiamo davvero scegliere del nostro futuro..."

"Io invece penso che ognuno di noi abbia un destino. Che facciamo le nostre scelte, che lo possiamo cambiare... ma che nasciamo con un certo indirizzo, non so se mi spiego. I migliori sono quelli che sanno sovvertire le regole e diventare i veri padroni della propria vita. Però alla fine penserai sempre a quello che il destino ha in serbo per te. E un po' come con le persone, infondo: secondo me ognuno di noi ha dei legame inscindibili che neanche conosce, a volte neanche ce ne rendiamo conto. 

Magari domani camminerai per Hogsmeade accanto a una persona, non la rivedrai mai più nella tua vita ma non la dimenticherai più. Sono semplici legami, reazioni chimiche. A volte basta poco per sentirsi legato a qualcuno e neanche ci si sa spiegare il perché."

⚡️

 

"... e poi, la prima volta che Frank e io ci siamo parlati, intendo per davvero, poco non ci ammazzavano. Ti giuro, Kyle ancora ce l'ho rinfaccia."

"Guardando Frank non si direbbe, sembra un tipo così pacato!"

"Oh, lo è!" conferma James, con un sorriso affettuoso a incurvargli le labbra. "Ma io so come infastidire qualcuno, fidati. Siamo come due bombe che si scontrano, l'impatto prima o poi porta una delle due a scoppiare."

James Sirius ridacchia, lo sguardo sognante fermo sugli anelli del portiere, in alto. Gioca con un boccino, lo fa in modo distratto e a James si stringe il cuore.

Dopo un po' lo lascia andare, fa sì che il boccino raggiunga il Malandrino e anche lui comincia a giocarci. E così cominciano a lanciarsi quel boccino, uno ignaro del legame che li unisce, l'altro fin troppo terrorizzato da questa stessa unione.

"Dev'essere bello avere degli amici così. Sapere di porgergli urlare addosso qualsiasi cosa e rimarranno lo stesso."

James aggrotta le sopracciglia."Non mi dire che proprio tu soffri di solitudine," ridacchia. "Ti vedo, sei sempre con qualcuno a parlare."

"Sì," si passa una mano tra i capelli. "Con Fred, ma è mio cugino e non vale. E... e prima con Lyn, e anche lei ormai non vale più. Per il resto in famiglia non abbiamo tanti amici. In compenso però siamo così tanti che di certo non soffriamo mai di solitudine."

Il ragazzo vorrebbe rispondere, vorrebbe tempestarlo di domande: capire di più di quella generazione, di quei ragazzi che non l'avrebbe mai detto ma sono sempre così soli. Ma alla fine lascia perdere, lascia cadere ogni pensiero e devia l'argomento.

"Siete proprio i tanti," risponde allora. "Credo di non sapere ancora distinguere alcune delle tue cugine."

"E non siamo neanche tutti!" James Sirius lo adocchia divertito. "A casa ci sono ancora Louis, Dominique, Victoria, Molly... e Teddy! Lui ti piacerebbe da matti."

Per poco al Malandrino non va di traverso la sua stessa saliva. "Teddy... intendi Ted Lupin?"

James Sirius annuisce distrattamente, lo sguardo perso nei ricordi. "Sì, ha ventiquattro anni adesso e probabilmente è in giro per il mondo. Fa l'Auror e l'altro giorno ho ricevuto questa lettera immensa sulla sua prima operazione." Prende una piccola pausa, pensieroso. "In realtà credo abbia fatto un copia e incolla tra tutti noi cugino, non è di molte parole Ted. Ehi, ma tu come lo conosci?" 

"Io... ehm... l'ho visto l'altro giorno sulla Gazzetta. Parlavano di lui." 

"Ah, sì sì. Noi non leggiamo la Gazzetta, è solo spazzatura. Però per Teddy ne vale la pena una piccola eccezione."

"Siete molto legati," mormora James con una semplice constatazione.

"È mio fratello! Da piccoli passavano una marea di pomeriggi con lui, e anche se lo facevano ammattire non si lamentava mai con papà. È il più forte di tutti!"

A James si incurvano le labbra verso l'alto, pensando che in fondo in un modo o nell'altro i Malandrini hanno trovato un modo per restare uniti. Che il loro legame va oltre tutto: il tradimento, la morte, Azkaban, il tempo. Perché se un Potter riesce ancora a parlare in quel modo di un Lupin, allora quel futuro non deve essere poi così tremendo. 

"Ehi," James Sirius richiama la sua attenzione, "Posso chiederti una cosa?"

"Spara."  James lo trova buffo, mentre il più piccolo distoglie lo sguardo con le orecchie arrossate. Ma per rispetto verso di lui si trattiene dal farglielo notare. Mette su la sua miglior espressione confidenziale e annuisce. "A disposizione."

"Grace... tu e lei, intendo. Ogni volta sembri molto sicuro dei tuoi sentimenti e io... beh, anche se non vi conosco poi molto, mi è sembrato da subito chiaro che ci sia qualcosa tra voi." Prende un respiro profondo, butta giù un boccone e lo guarda in imbarazzo: "Come hai capito che ti piaceva? Che... boh, ne vale la pena."

Ah! James è sicuro di non aver mai passato un intero pomeriggio come quello, a scavare nel passato, ad analizzarsi, ma a farlo per davvero! Una conversazione così, in cui si è sentito nudo e protetto allo stesso tempo. 

"Non... non lo so. È successo e basta, intendo. All'inizio pensavo mi piacesse l'idea che tutti avevano di lei, e che avevo anche io. Poi ho scoperto che, in realtà, non poteva essere più diversi da quella Grace e per assurdo mi è piaciuta ancora di più. Però non saprei com'è successo, né quando. È come se un giorno mi fossi svegliato e avessi scoperto di essere innamorato di lei. Di esserlo da sempre," prende un sospiro profondo, vagamente in imbarazzo. Perché me lo chiedo? È perché Lyn?"

"Più o menu," si stringe nelle spalle. " Si stiracchia, visibilmente a disagio. "Sai, i Potter non sono poi così esperti con le ragazze." 

James vorrebbe replicare, dirgli che non è vero: che i Potter con le ragazze sono dei veri e propri portenti. Ma in realtà sa benissimo che non è neanche lontanamente vero.

 

"Credo mi piaccia Lyn, comunque," ammette infine James Sirius, con la stessa espressione di hi sta andando incontro alla morte. "Con questo non voglio dire che la sposerò o chissà che... è un'abitudine dei Potter! Quella di vivere storie d'amore leggendarie, intendo."

 

"Addirittura storie leggendarie," ridacchia James. 

 

"Oh, sí. Aspetta che Lily ti attragga nella sua trappola e cominci a raccontarti di tutto sui nostri nonni. James e Lily Potter sono ufficialmente leggendari. Per anni, ma proprio anni, Lily ci ha costretto ad andare a dormire con papà che ci raccontata di loro. Una noia assurda!" Scuote la testa divertito, ignaro di aver appena lanciato un bolide metaforico in pieno viso al ragazzo. "Dai, ti vanno altri due tiri prima che tornino gli altri?"

 

⚡️

 

Il sole sta ormai cominciando la sua discesa quando i due ragazzi  vanno incontro alle carrozze di ritorno. Camminano uno affianco all'altro in silenzio, non hanno bisogno di parole. Non dopo il pomeriggio appena trascorso.

James è avido di informazioni, di ricordi: di quel figlio di cui ancora non si è abituato ma che già sente suo. Un piccolo Potter, con i capelli sempre per aria e gli occhi verdi.

E sono proprio quei due occhi, quei due fari che ormai lo tormentano anche nei sogni, ad attirare la sua attenzione. Prende un respiro profondo, nasconde le mani nelle tasche e le va incontro.

Lily (o meglio, Grace) ha il naso arrossato e le labbra screpolate dal freddo. Ma James sarebbe pronto a dare tutto se stesso pur di rivedere, anche solo per un attimo, le sue inconfondibili lentiggini.

"Ciao," mormora infine, a un passo da lei. "Com'è andata a Hogsmeade?" 

"Bene," risponde lei in un sussurro, stringendosi nelle spalle. "È stato strano andare senza di te." 

È strano tutto senza di te, vorrebbe rispondere James, ma evita per amor proprio. E per amore della ragazza.

"Io ho un po' di novità," replica indeciso. Si chiede quanti sono i centimetri che li separano, cosa succederebbe se decidesse di azzerarli tutti in quel momento. "Ho passato il pomeriggio con... con James Sirius."

"Mi manchi!" 

James sgrana gli occhi, di fronte all'espressione terrorizzata della Grifondoro. Ha gli occhi spalancati, il fiato corto e le guance incandescenti. E lui vorrebbe solo baciarla. 

Una parte di lui non vede l'ora, tutto in lui in realtà non vede l'ora. E quel passo quasi lo cambio, e chi se ne frega se riesce a vedere Remus e Sirius che si avvicinano e gli fanno un cenno. Lui vede solo Lily, la vera Lily, e sente di amarla come non potrebbe mai con nessuno.

"Lyn, non puoi più uscire con Boots." 

Con ancora un bacio sulle labbra e un "mi manchi anche tu" pronto a farsi spazio tra di loro, James e Lily si voltano lentamente alla loro sinistra. Lì dove trovano James Sirius e Lyn Baston, entrambi immobili, e tramano rigidi, entrambi con il cuore a mille.

"Io cosa?" 

James sbatte ripetutamente le palpebre mentre guarda attonito il nipote. 

"Mi manchi. Da morire, molto più di quanto potrebbe mancarmi una qualsiasi altra persona. E mi piaci," quello di James Sirius è un farneticare incessante, ma Lyn sembra non riuscire a staccare lo sguardo da lui. "Non come può piacere Fred quando organizza uno scherzo, o... o il polpettone della nonna."

"Il polpettone della nonna?" è il sussurro divertito di Sirius, appena arrivato alle sue spalle. 

"Shh!" è invece la replica di Remus.

"Quello che voglio dire," James Sirius da uno sguardo veloce intorno, notando come sia diventato improvvisamente lo spettacolo più interessante della scuola. "Quello che voglio dire," ripete, "È che mi piaci come a un ragazzo può piacere una ragazza. Da matti, da impazzire, da litigare con te perché uno stupidì Corvonero ti invita a uscire perché io non ho trovato il coraggio. Mi piaci così tanto che vorrei solo baciarti e mi basterebbe per tutta la vita, e questa cosa mi terrorizza! Così tanto che l'ultima volta che ero nello stanzino delle scope con Mandy di Tassorosso riuscivo solo a pensare se tu avessi finito la ricerca di Antiche Rune. E che mi sarebbe piaciuto molto di più passare un pomeriggio in biblioteca con te che..."

"Vorresti baciarmi?" chiede Lyn in un sussurro, interrompendo quel fiume in piena di parole. 

"Lo vorrei... lo voglio!" e la bacia. Le passa una mano dietro la nuca e se la spinge contro.

Beh, riflette James, almeno uno di loro due è riuscito a dichiararsi.

   
 
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