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Autore: Fiore di Giada    22/03/2023    0 recensioni
[[Sulle lagune/Giovanni Verga]]
[[Sulle lagune/Giovanni Verga]]La compassione mi stringe il cuore e, a stento, freno le lacrime. Questa situazione è spaventosa.
Lui ama sua sorella e si sente l'anima lacerata tra il suo amore di fratello e il suo spirito di patriota.
– Amico mio, ascoltala prima di giudicarla. – intervengo, angosciato. Lei ha già patito troppo, a causa di quell'infame.
Ma anche tu, amico mio, mi sei molto caro.
E non posso permettere che tu soffra per una calunnia.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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– Fratello mio... Mio fratello! –
La voce di Giulia, vibrante di gioia, risuona in questa stanza.
– Sua sorella... – mormoro, stupito.
Resto pietrificato e, d'istinto, stringo la mano sul lenzuolo. Giulia, la donna da me amata, è la sorella minore del mio amico Riccardo.
Guardo ora lui, ora lei.
Il viso di Riccardo è pallido, quasi livido, e i suoi occhi castani non fissano sua sorella.
Non sembra felice di averla rivista.
Perché? Quale pensiero tormenta il suo cuore?
Per un po', rifletto, poi comprendo. Lui ha un'immagine sbagliata di sua sorella.
Crede che si sia venduta al conte di Kruenn per compiacere un lubrico istinto.
Vede in Giulia una traditrice della patria e della famiglia.
− No, voi non siete mia sorella, signora! Voi siete la mantenuta del conte di Kruenn, che io ucciderò domani! − dichiara, gelido.
Un brivido sgradevole attraversa la mia schiena. Non avevo mai udito tanta collera nella sua voce.
Quel tono, così pacato e freddo, non è adatto alla sua indole gioviale.
Giulia, incapace di reagire, emette un urlo disperato.
La pena opprime il mio cuore. Lui crede ad un tradimento inesistente.
E tale idea dilania il suo cuore, anche se cerca di nascondere la sua pena.
− Amico mio… Ascoltala, prima di giudicarla. − intervengo, frenando a stento un gemito di dolore. No, non merita un tale dolore.
Devo ricambiare le sue premure e il suo affetto fraterno.
Provo ad alzarmi a sedere sul letto, ma una fitta dolorosa dilania il mio petto. Perché sono ridotto così male?
− Che cosa ho più da sapere dopo quello che ho veduto e dopo quello che tu stesso mi hai detto? Ascoltami tu piuttosto: io non t'incolpo di nulla; tu non conoscevi a chi appartenesse questa disgraziata che viene a mendicare gli amori alla tua porta e ai teatri… tu la conoscevi solo per la mantenuta di colui… Ma anche tu comprenderai che, se io non ho il diritto di reclamare contro di te, dopo essermi vendicato sul conte e su costei del disonore che mi lanciarono in faccia, io non posso più esser tuo amico.
Noi non ci vedremo d'ora in poi, Stefano… Io ti lascio senza odio… Addio. − scandisce, risoluto.
D'istinto, stringo il pugno. La testardaggine di Riccardo, a volte, è insopportabile.
Si crede giudice ed è ben lontano dalla verità.
Si gira e si allontana di tre passi verso la porta, le spalle forzatamente diritte.
Riderei, se la situazione non fosse tanto crudele. Riccardo, in nome di un distorto senso d'onestà, sta condannando sua sorella e sé stesso.
Giulia, ormai prostrata dalla disperazione, si aggrappa al suo abito.
− Un momento… Una parola… Io ho il diritto ancora di dirtela, amico mio… Quella creatura che disprezzi… è il più nobile cuore che abbia mai concepito più generoso sacrifizio. − scandisco.
Riccardo solleva le labbra in un sorriso ironico. Probabilmente, ritiene le mie parole frutto d'un abbaglio.
Però, nei suoi occhi nocciola, vedo il luccichio delle lacrime di un cuore tradito.
− Sì… Per salvare tuo padre… Per alleviargli gli orrori del carcere politico… − comincio.
− Mio padre in prigione! − mi interrompe lui, sconvolto. Tale scoperta, per lui, è un dolore dilaniante.
D'istinto, si volta verso Giulia e lei sostiene il suo sguardo colmo di dolorose interrogazioni.
− Sì fratello mio… Da tre mesi… − scandisce lei, amara.
Scuoto la testa. Forse, ora capirà la verità.
Eppure, mi fa male vedere il dolore nei suoi occhi nocciola.
Non merita una simile pena.
− Per dare da vivere a tua madre inferma, per salvare forse te lontano, questa sorella che disprezzi ha avuto il coraggio, l'abnegazione di subire il più grande sacrifizio che cuore di donna possa fare… Ella è vissuta in quella casa… sì, pura come un angelo, malgrado la sua falsa posizione, che l'accusava agli occhi del mondo. − concludo.
Mi abbandono sul letto e, per un istante, chiudo gli occhi. La nausea colpisce il mio stomaco.
Siamo ad un passo dalla verità.
Apro gli occhi e la pena, implacabile, trafigge il mio petto. Le lacrime cadono sul viso di Riccardo e un tremito convulso scuote il suo corpo.
Non merita una simile pena.
Se non fossi ferito, lo abbraccerei.
− Mio padre in prigione… Ma io ho ricevuto da poco lettere che mi parlano anche di lui! − mormora.
− Ah, perdonami fratello… Per obbedire ai comandi di quell'uomo e ai consigli del padre Gontini, per non fare perdere anche te, come essi mi dicevano, io t'ingannavo in quelle false lettere, che il conte poi faceva impostare ad Oderzo. Sì, nostro padre… e forse anche tu, fratello, lo sarai, se non fuggi… Lasciaci soli, a mendicare… ma fuggi! − conclude Giulia. Si scusa per una scelta comprensibile, dettata dalla paura.
No, non è lei la colpevole delle sventure della famiglia.
Riccardo, abbattuto da queste rivelazioni, barcolla come un ubriaco.
Per fortuna, si riprende e io sospiro, sollevato. La sua forte fibra non ha ceduto a tali emozioni.
E' provato, ma è lucido.
− Ma tu! … in quella casa!... presso quell'uomo! − grida.
Sorrido. C'è confusione nei suoi occhi, ma l'ostilità è svanita.
− Vi era con tua madre, intendi amico mio? Vi era per tentare di salvare suo padre e suo fratello! − affermo ancora io.
Per alcuni istanti, il mio amico resta immobile, la testa reclinata. Che cosa pensa?
Ad un tratto, alza la testa e fissa su Giulia uno sguardo umido di lacrime.
Scuoto la testa. La sua pena quasi si può toccare.
Però, ha smesso quella rigidità innaturale.
− Ah, con mia madre! La nostra buona madre era con te Giulia! Oh! Perdono, perdono, mia buona sorella! Io ti ho offeso mortalmente! − esclama.
D'impeto, Giulia si getta tra le sue braccia.
Sorrido, mentre le lacrime bagnano le mie guance. Le menzogne sono finite.
La verità, finalmente, è stata rivelata.
   
 
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