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Autore: Justice Gundam    22/03/2023    1 recensioni
Fin dagli inizi, la storia di Golarion è stata colma di tragedie, eventi drammatici e violenza. Questo mondo ha visto innumerevoli civiltà ascendere per poi crollare. Eserciti si sono scontrati in innumerevoli occasioni, e il sangue è stato sparso ovunque in tutto il globo. Ora, nell'Era dei Presagi Perduti, dopo la morte del dio Aroden, si snodano le vicende di coloro che scriveranno un nuovo capitolo nella tormentata storia di questo mondo...
Cinque anni dopo un tragico incendio e una serie di brutali omicidi, gli abitanti di Sandpoint attendono con ansia il Festival della Coda di Rondine per commemorare la consacrazione del nuovo tempio della città. Al culmine della cerimonia, il disastro colpisce! Nei giorni seguenti, un'ombra sinistra si posa su Sandpoint. Voci di eserciti di goblin e di altri mostri hanno messo in allarme la popolazione. Cinque giovani e promettenti avventurieri dovranno affrontare la crescente minaccia di un impero dimenticato, i cui crudeli e dispotici governanti potrebbero non essere morti come tutti pensano...
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Era dei Presagi Perduti'
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Pathfinder: L'Era dei Presagi Perduti  
Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam  

  

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LIBRO 1 – L’ASCESA DEI SIGNORI DELLE RUNE  

Capitolo 39 - Contro il culto dello Scuoiatore

 

Galvanizzati dall'intervento di Tethiqqa, i rimanenti cultisti di Norgorber moltiplicarono i loro sforzi e tornarono alla carica. Nualia fece appena in tempo a parare un fendente con la sua spada, mentre Eli cercava di riprendere le distanze, scansando per un soffio una lama affilata che aprì un largo squarcio nella manica del suo vestito. La mezzelfa reagì con un colpo di bastone alla spalla dell'avversario e riuscì a farlo indietreggiare... ma il serpe-goblin era ancora in cima alle scale, fuori dalla loro portata e continuava a scagliare incantesimi.

"Maledizione..." esclamò Yan. Il giovane guerriero si riparò appena in tempo da un colpo diretto all'addome, e reagì con un fendente diretto al cultista più vicino. Quest'ultimo riuscì ad evitare per un pelo di essere colpito a morte e riportò soltanto una ferita lieve sotto una spalla, mentre Misia cercava di cogliere il momento ideale per lanciare un incantesimo contro Tethiqqa.

Jolan, da parte sua, cercò di evitare l'attacco di un cultista... ma la lama affilata lo raggiunse ugualmente ad un fianco e gli strappò un grido di dolore prima che il tenace halfling rispondesse con una pugnalata al fianco e alla gamba sinistra dell'individuo mascherato. Cercò di raggiungere le scale e attaccare Tethiqqa... ma proprio in quel momento, un'altra ondata di gelo innaturale percosse il gruppo, prosciugando loro le forze. Jolan strinse i denti e barcollò visibilmente, ma riuscì in qualche modo a tenersi in piedi... ma ora si sentiva girare la testa e perdere forza nelle gambe, come se avesse perso una gran quantità di sangue.

"Uuuugh... ora... ora ho capito!" esclamò Misia, ritirandosi sotto l'attacco di un Norgorberita. Reji intervenne giusto in tempo prima che il cultista potesse sferrare un affondo potenzialmente fatale per la femmina di gnomo, e sferrò un calcio che ruppe la mano al malfattore e lo costrinse a mollare il rasoio. "C'è qualcuno che sta attaccandoci con delle ondate di energia negativa! Se non lo troviamo in fretta, prosciugherà tutte le nostre energie, e poi saremo alla mercè dei cultisti!"

"Sì, ma dov'è?" esclamò Reji guardandosi attorno. "Io vedo solo quel serpente malefico!"

"Keheheee... vorresssste ssssaperlo, vero?" sibilò Tethiqqa. "Sssspiacente di deludervi, ma non mi ssssento in dovere di dirvelo! RAGNATELA!"

Gli adoratori di Norgorber si allontanarono rapidamente dal gruppo... e un attimo dopo, una raffica di fili appiccicosi apparve dal nulla, scaturendo dal pavimento e dalle pareti, e creando un dedalo di ragnatele che si avvinghiarono attorno a Yan e al suo gruppo. Lo spadaccino vide una massa di seta vischiosa che gli avviluppava il braccio destro, in modo da impedirgli di maneggiare la spada, e altri fili appiccicosi si avvolgero attorno alle sue caviglie per immobilizzarlo sul posto... e anche i suoi compagni si trovarono a dover scansare le ragnatele per evitare di essere bloccati e lasciati all'inesistente mercè dei Norgorberiti. Eli cercò di lanciare un incantesimo contro Tethiqqa, ma le sue braccia vennero avviluppate dalla tela vischiosa proprio in quel momento, e la mezzelfa soffocò un'imprecazione mentre cercava in qualche modo di liberarsi.

Jolan, da parte sua, era riuscito ad evitare di essere catturato, e adesso si trovava in una posizione ideale per attaccare Tethiqqa. Il serpe-goblin si voltò verso di lui e cercò di lanciare un altro incantesimo, ma l'halfling si era dimostrato più veloce e aveva già sfoderato un coltello da lancio per scagliarlo nella gola della vile creatura...

"Norgorber ti faccia conoscere il terrore di essere indifeso!" tuonò una chiara voce maschile. "BLOCCA PERSONE!"

Prima che Jolan potesse lanciare il suo coltello, il suo corpo divenne improvvisamente rigido come un pezzo di legno, e si bloccò con la mano alzata e il coltello pronto a partire, gli occhi che scintillavano per la sorpresa e la paura. Il corpo di Jolan era rimasto completamente immobile, ma la sua mente era attiva... e perfettamente consapevole di cosa stesse accadendo!

"Jolan, no!" esclamò Misia, che in quel momento era riuscita per un soffio a sfuggire alle ragnatele. "Ugh... ma che diavolo... chi è che ha lanciato quell'incantesimo?"

"Lassù!" esclamò Eli, puntando lo sguardo verso la scala visto che ormai le sue braccia erano incollate tra loro. Ormai erano rimaste mobili soltanto Reji e Misia, mentre dalla parte opposta si trovavano quattro scagnozzi incappucciati, Tethiqqa... e chiunque avesse paralizzato Jolan. "Ho sentito che la voce proveniva da lassù! Ma non era quella del serpente... c'è qualcun altro..." Si interruppe per un attimo, realizzando di colpo cosa potesse essere. "Ah! Ma certo, come ho fatto a non pensarci prima! Lassù c'è qualcuno di invisibile che ci ha lanciato quell'incantesimo e ci sta scagliando addosso quelle ondate di energia nociva!"

"Oooh, vedo che c'è qualcuno che ha capito!" si sentì di nuovo la voce dell'uomo misterioso. "Peccato che non vi aiuterà molto se non riuscite a capire dove mi trovo! E ho in serbo per voi un po' di sorprese!"

L'individuo invisibile cominciò a lanciare un nuovo incantesimo. "Io invoco i poteri dei cerchi infernali. Che i servi di Asmodeus vengano e distruggano i miei nemici! EVOCAZIONE!"

Si sentì uno strano ronzio, e un lieve odore di zolfo pervase la sala... un attimo prima che due creature dall'aspetto rivoltante apparissero dal nulla appena sotto la scala che portava al piano superiore: erano di dimensioni umane, ma in effetti non erano niente di più che due orrori di carne sciolta che strisciavano come vermi, e dalla cui massa informe si levava una sorta di imitazione di un torso umano, con due braccia malformi, e dei buchi vuoti al posto degli occhi e della bocca.

"Uuugh, che schifo!" esclamò Reji. "E quelli che diavolo sono?"

"Hai detto la parola giusta, Reji. Diavoli." spiegò Nualia, mentre cercava in qualche modo di liberare la spada dalle ragnatele. "Sono lemuri, diavoli di infimo rango formati dalle anime dannate dei Nove Cerchi dell'Inferno."

"State attenti." esclamò allarmata Eli. "Temo che le nostre armi non possano fare molto contro di loro, a meno che non siano fatte d'argento."

"Credo... che Jolan abbia qualcosa..." affermò Misia. I due lemuri, emettendo una serie di atroci gorgoglii, si gettarono contro il gruppo agitando scompostamente quelle loro braccia deformi. La femmina di gnomo scansò per un pelo un colpo da parte di quegli orrori, e percepì che dietro il movimento di quel braccio c'era una forza innaturale. "Ma al momento è fuori gioco! Maledizione, devo farmi venire in mente qualcosa!"

"Che ne è del trucco che hai usato alle prigioni?" esclamò Yan. Finalmente, il ragazzo riuscì a liberare la spada e parò un colpo da parte di un Norgorberita, ma il secondo lemure riuscì ad avvicinarsi, muovendosi più velocemente del previsto, e lo colpì con un tremendo manrovescio che gli fece sputare un fiotto di sangue. Con un ringhio rabbioso, Yan alzò la spada e la abbattè sul lemure, tagliandolo dalla spalla destra fino a quella che poteva passare per l'anca sinistra. Quell'ammasso di carne si allontanò con un gemito, ma il colpo era stato meno efficace di quanto potesse sembrare, e l'orrenda ferita stava già cominciando a richiudersi. Yan fece appena in tempo ad alzare lo scudo per bloccare il secondo colpo del lemure, mentre l'altro teneva sotto scacco Eli e Misia.

"La Carezza Ardente? E'... è un rischio, Yan..." cercò di spiegare la femmina di gnomo. Con una risata di scherno, Tethiqqa lanciò un altro incantesimo, muovendo la coda come un sonaglio, e i suoiocchi si illuminarono, mentre l'assalitore invisibile cominciava a concentrare su di sè altra energia negativa.

"Giussssto! Resssstate pure lì a farvi masssacrare! Heheheheheee!" sibilò il serpe-goblin. "Anzi, ssssai che ti dico! Sssscappa via! COMANDO!"

Gli occhi di Tethiqqa si illuminarono minacciosi, e un'ondata di energia mentale assalì Misia, facendole provare un irrefrenabile desiderio di mollare tutto e scappare. Facendo appello a tutta la sua volontà, la femmina di gnomo riuscì a rifiutare il comando mentale e rimanere padrona di sè, ma il lemure l'aveva ormai raggiunta e la stava per afferrare con le sue mani semisciolte... e la biondina si rese conto che non c'era altro tempo da perdere. Doveva agire, e in fretta!

"E va bene, allora..." si decise infine l'oracolo del sole. Concentrò brevemente la sua energia nei palmi delle mani... e poi fece scaturire da esse un'ondata di calore che incendiò le ragnatele più vicine e si propagò rapidamente. Diversi degli avventurieri subirono delle dolorose scottature quando le fiamme lambirono la loro pelle, ma riuscirono a liberarsi e partirono vigorosamente al contrattacco! Con un fendente magistrale dall'alto verso il basso, Yan riuscì a colpire alla testa il lemure che gli stava addosso, quasi tagliandolo a metà... e la mostruosità infernale, con un mugugnio spaventoso, crollò al suolo in un ammasso di materia molliccia e puzzolente, per poi cominciare ad evaporare come una pozzanghera sotto il sole cocente! Yan non ci fece caso e proseguì il suo attacco, scagliandosi contro il cultista più vicino e sbattendogli lo scudo in faccia con abbastanza forza da farlo volare all'indietro e rompergli un paio di denti.

Tethiqqa spalancò gli occhi in preda all'allarme. "No! Ssssi ssssono liberati!" esclamò. "Non avevo previssssto che avrebbero corssso quesssto rissschio per liberarssssi!"

"E tu cerca di rimediare, pezzo di incapace!" esclamò la voce dell'uomo invisibile. "Io cercherò di bloccarli e metterli l'uno contro l'altro!" Poi, Yan sentì la voce rivolgersi a lui, ed ebbe la sgradevole sensazione di una compulsione magica che attanagliava la sua mente, cercando di piegarlo alla volontà del nemico. "SUGGESTIONE! Molla quella spada e quello scudo da vigliacchi, e misurati con noi da vero uomo, a mani nude!"

Improvvisamente, il giovane sentì un irrefrenabile impulso di far cadere a terra la sua arma e il suo scudo. La voce che risuonava nelle sue orecchie e nella sua testa sembrava cosìì convincente, calma e suadente... e perchè non avrebbe dovuto farlo? Sì... quella spada e quello scudo non erano degni di un guerriero, era molto meglio fare come la sua amica Reji...

"Yan! Yan, che stai facendo?" esclamò Reji, subito dopo aver messo al tappeto un altro cultista. Il suo amico aveva appena fatto cadere a terra spada e scudo, e si stava muovendo verso i due incappucciati e il lemure rimasti per affrontarli a pugni.

"E' vittima di un incantesimo! In questo momento non sta agendo di sua volontà!" spiegò rapidamente Eli. "Ma per quanto riguarda me... ho già un'idea di come fare! DARDO INCANTATO!"

La mezzelfa alzò il suo bastone e scagliò una raffica di proiettili energetici, dirigendoli tutti verso bersagli diversi. Uno di essi colpì il lemure rimasto, che aveva appena agguantato Yan e stava per avvinghiarli le mani mollicce attorno al collo. Il secondo e il terzo raggiunsero Tethiqqa al torace e gli strapparono un sibilo di dolore... e il quarto raggiunse la figura invisibile, che emise a sua volta un breve grido, e la cui invisibilità venne finalmente compromessa! Davanti al gruppo apparve la figura di un elfo dal volto severo e dall'aspetto elegante e intimidatorio al tempo stesso, che si appoggiò al muro dietro di sè con un grugnito di dolore.

"Eccolo! Era quello lì!" esclamò Nualia.

Disarmato, Yan stava cercando di indietreggiare davanti ad un attacco combinato dei due cultisti ancora in piedi... e un fendente che gli aprì un taglio sull'avambraccio destro lo riscosse dall'influenza mentale di cui era caduto vittima. Con un sibilo malefico, Tethiqqa si rialzò e cercò di lanciare un altro incantesimo...

...quando un coltello affilato gli penetrò nella gola.

Il serpe-goblin strabuzzò gli occhi, e negli ultimi istanti della sua vita riuscì a vedere Jolan che, appena ripresosi dalla paralisi, era sgusciato dietro i cultisti e lo aveva raggiunto. L'halfling estrasse il pugnale dalla gola di Tethiqqa, che si abbattè al suolo e cadde giù dalla scala con un tonfo sordo. L'elfo ammantato imprecò a denti stretti e sfoderò una spada corta dalla lama leggermente incurvata da un fodero nascosto dalle sue ampie vesti.

"Il giudice Ironbriar, immagino." disse Jolan con un sorriso arguto. "O dovrei dire l'ex-capo di questa setta di Norgorberiti?"

Un lampo di rabbia balenò negli occhi di Ironbriar, ma si trasformò ben presto in un'espressione di scherno. "Heh... potrete anche distruggere questa cella, ma i figli del divino Norgorber non verranno fermati con così poco! Non dovrò fare altro che ricostruire questa cella e riprendere le mie attività... anche se ammetto che Magnimar sta diventando un po' troppo calda per i miei gusti."

"Non credere che ti lasceremo scappare!" esclamò Yan. Eli aveva estratto la bacchetta che aveva raccolto dalle Catacombe dell'Ira sotto Sandpoint, e la stava usando per scagliare una scarica elettrica dopo l'altra contro il lemure rimasto, che non sembrava essere in grado di resistere... mentre Reji e Nualia avevano messo già all'angolo gli ultimi due cultisti incappucciati, e li avevano costretti a mollare le armi e a lasciarsi legare.

Yan aveva abbandonato la sua spada e il suo scudo... ma aveva ancora l'arco, e non perse tempo ad imbracciarlo. Prima che Ironbriar potesse lanciare un altro incantesimo, il ragazzo incoccò una freccia e la scagliò con mortale precisione! Il magistrato corrotto si scansò appena in tempo, ma la freccia gli trafisse comunque il braccio destro, strappandogli un acuto urlo di dolore! Jolan si avvicinò e sferrò un fendente che raggiunse Ironbriar sopra il ginocchio destro, ma il giudice rispose con un fendente che raggiunse Jolan al trapezio sinistro, aprendogli una ferita piuttosto profonda e facendo ruzzolare giù per le scale.

"Jolan!" esclamò Yan. Ironbriar approfittò del momento per correre nuovamente nel suo ufficio e chiudere la porta dietro di sè, ma Yan andò a prendere la sua spada e il suo scudo. Diede un'occhiata ai suoi compagni e vide che il lemure era riuscito a raggiungere Eli e l'aveva colpita un paio di volte... ma Nualia era intervenuta e aveva colpito il lemure alla gola con un secco fendente. Non era una ferita mortale per quell'essere immondo, ma fu comunque abbastanza seria da costringere il lemure a mollare la presa su Eli.

"Vai a prendere Ironbriar, Yan!" esclamò Eli, mentre si rialzava barcollando. "Ci pensiamo noi a questa cosa! Se riesci a prenderlo vivo, meglio ancora!"

"Tranquillo, noi qui ce la caviamo!" disse Jolan, sorridendo cordialmente anche mentre strizzava un occhio per il dolore. "Prendi quel bastardo, e chiudiamo qui questa storia!"

"Stai... stai attento, Yan!" si raccomandò Nualia.

"Ricevuto! Tranquilli, ve lo porto quaggiù vivo e vegeto. Con un paio di occhi neri, magari." rispose Yan, per poi affrettarsi su per le scale che portavano all'ufficio del leader dei Norgorberiti. Cercò di aprire la porta, ma si rese subito conto che era stata chiusa a chiave dall'interno... quindi decise di non perdere altro tempo e sferrò un poderoso colpo di spada alla serratura. Uno, due, tre, quattro... finalmente, al quinto colpo, la serratura cedette e Yan spalancò la porta con un calcio, trovandosi finalmente faccia a faccia con Ironbriar. Il giudice corrotto teneva in mano una lunga bacchetta ambrata che ancora riluceva di energia magica, e le ferite che aveva subito prima erano in gran parte scomparse - evidentemente, quella che aveva appena usato era una bacchetta che conteneva un incantesimo curativo. "Fermo dove sei, Ironbriar! Non puoi più scappare!"

"Hah! Non ho nessuna intenzione di scappare!" esclamò l'elfo. "Adesso siamo noi due, faccia a faccia. Mi hai causato più problemi di quanti potessi immaginare, ragazzo, e sarà un piacere scuoiarti e offrire il tuo sangue al divino Norgorber! Padre Scuoiatore, conferisci al tuo umile servo la robustezza dell'orso, che egli possa resistere ai nemici della tua fede!"

Con un gesto della mano, il giudice lanciò un altro incantesimo, questa volta su sè stesso, e il suo corpo brillò per un attimo di una tenue aura rosso acceso, mentre in sottofondo si sentiva un rumore dirompente, come il ruggito di un orso. Yan si fece avanti, aspettandosi che Ironbriar attaccasse con la sua spada corta... invece, il chierico di Norgorber estrasse un'altra arma da sotto le vesti, una balestra già carica, piccola ma comunque mortale! Con un ghigno, Ironbriar puntò la freccia alla testa di Yan e premette il grilletto, e solo agendo d'istinto il ragazzo riuscì ad evitare un colpo mortale. Il piccolo quadrello sibilò accanto al suo viso, scavandogli un taglio nella guancia per poi piantarsi sul muro dietro di lui... e Yan riprese l'attacco, levando la spada per poi abbatterla su Ironbriar. Con insospettabile abilità, Ironbriar scansò l'attacco, e la lama morse il pavimento sollevando alcune scintille, mentre l'elfo gettava il suo mantello addosso a Yan per accecarlo e fargli perdere tempo. Il ragazzo imprecò e agitò la spada per cercare di fare a pezzi quel mantello che gli impediva i movimenti... ma così facendo, non potè evitare il successivo attacco del giudice corrotto, che sferrò un fendente con la sua spada e colpì Yan al torace, in un punto non protetto dal suo pettorale. Solo la sua prontezza di riflessi gli evitò di subire una ferita più grave.

Il dolore riscosse il giovane, che fendette il mantello con due feroci colpi di spada e si lanciò nuovamente all'attacco... ma il suo attacco fu sorprendentemente lento, e il giudice corrotto riuscì a scansarlo con maggiore facilità rispetto a prima. Ironbriar cercò di colpire Yan al collo con un altro fendente, ma il ragazzo si voltò di scatto e parò la piccola ma affilata lama con il suo scudo, per poi menare un colpo che riuscì a superare la guardia dell'avversario, ferendolo ad una spalla!

Ironbriar si fece indietro con un'imprecazione e si rimise in guardia, usando la mano libera per tamponarsi la ferita. Yan alzò nuovamente la spada e la percosse contro lo scudo, provocando un assordante rumore metallico che doveva servire ad intimorire l'avversario. Ma quest'ultimo non dava l'impressione di aver perso sicurezza, e anzi, pur consapevole di non poter competere con Yan dal punto di vista della forza fisica, si faceva avanti con audacia, tenendosi giusto alla distanza di sicurezza per evitare la lama del ragazzo. Yan restò indietro, cercando di tenersi pronto per il successivo trucco dell'avversario, ma il taglio sulla guancia cominciò ad emettere una strana sensazione di prurito e pizzicore... e sentì che le palpebre si stavano facendo pesanti.

"Non attacchi, ragazzo? Va bene, allora attacco io." affermò Ironbriar. Con un abile gioco di gambe, l'elfo fece una finta, tentò un fendente al collo di Yan... e quando il ragazzo alzò un braccio per parare il colpo, Ironbriar cambiò improvvisamente direzione al suo braccio e puntò all'ascella, sotto la spalliera della corazza di Yan. Quest'ultimo, per fortuna, riuscì a reagire in tempo e si girò, in modo che la spada di Ironbriar rimbalzasse sul suo pettorale. Poi, Yan rispose con un fendente all'addome... ma i suoi movimenti si dimostrarono troppo lenti, e riuscì a fargli solo un graffio sul fianco. Ironbriar si fece indietro, passando rapidamente dall'attacco alla difesa... e Yan ebbe la netta sensazione che il chierico di Norgorber stesse cercando di prendere tempo...

Gli occhi di Yan si spalancarono per l'allarme quando la sensazione di torpore cominciò a diffondersi nel suo corpo e i suoi movimenti si fecero sempre più lenti ed impacciati. Ora la spiegazione era fin troppo ovvia. Veleno...

"Che succede, ragazzo? Non riesci a tenere il ritmo?" lo dileggiò il capo dei Norgorberiti, tenendo la spada alzata e agitandola all'altezza degli occhi di Yan. "Oh, giusto... dimenticavo di dirti che quel quadrello era avvelenato. Anche se hai evitato di farti ammazzare da un colpo diretto, quel graffio è stato più che sufficiente a farti entrare il veleno nel sangue. E adesso... quanto a lungo credi di poter resistere?"

Yan indietreggiò, cercando di tenere alto lo scudo nonostante la crescente sonnolenza. "Cazzo..." imprecò, mentre cercava di pensare ad un modo per togliersi da quell'impiccio. Lui non sapeva molto di veleni ed altre sostanze di questo tipo... non poteva sapere se quella sonnolenza fosse indice che gli stava succedendo qualcosa di più, nè se il veleno avrebbe avuto altri effetti... Tutto quello che poteva fare, adesso, era cercare di sconfiggere Ironbriar prima che il veleno facesse effetto. Ironbriar lo sapeva bene... ed era per questo che adesso si teneva quanto più lontano possibile da lui e cercava di prendere tempo.

Spinto dalla consapevolezza di non avere molto tempo a disposizione, Yan decise di tentare un attacco diretto e si scagliò contro il malvagio giudice, tenendo lo scudo ben sollevato davanti a sè. Consapevole di non poter rischiare un corpo a corpo diretto con il giovane, Ironbriar si scansò di lato e tentò un fendente al volto di Yan... ma quest'ultimo si era aspettato la reazione dell'avversario e vibrò un colpo di spada che intercettò la lama di Ironbriar e lo fece barcollare. L'elfo strinse i denti e si allontanò con due rapidi passi, per poi cercare di nuovo un affondo, sperando che il ragazzo fosse ormai indebolito dal veleno e non riuscisse a scansare il colpo. Ma nonostante la sonnolenza che minacciava di fargli perdere i sensi, Yan reagì con decisione e usò il suo scudo per bloccare l'attacco... poi sferrò un poderoso calcio all'addome di Ironbriar, che gli mozzò il fiato in gola e lo fece cadere a terra con un grugnito. Lottando contro la perdita di forze, Yan incalzò il suo avversario e cercò di farlo restare a terra...

Ironbriar parò un fendente e si gettò di lato, rotolando agilmente fuori dalla portata del suo avversario. Yan si ritrasse giusto in tempo, prima che Ironbriar si rimettesse in piedi e cercasse un affondo al torace del suo avversario. La lama fece un piccolo taglio sul collo di Yan... ma l'acuto dolore riuscì a spronare Yan e a riscuoterlo dal torpore che minacciava di impossessarsi di lui. Ironbriar si rimise in guardia e cercò di tenersi pronto alla successiva mossa di Yan... ma quest'ultimo colse di sorpresa il giudice corrotto coprendo in un attimo la distanza che li separava. La daga di Ironbriar rimbalzò sul pettorale di Yan, e il ragazzo si avventò sul giudice corrotto con tutte le forze che gli rimanevano. Anche se indebolito, il ragazzo di Sandpoint era comunque più forte di Ironbriar, e il Norgorberita lanciò un grido di sorpresa quando si ritrovò trascinato via e scaraventato oltre la porta divelta e giù per le scale! Avvinghiati in una strenua lotta, lo spadaccino e il chierico rotolarono giù per le scale, finendo la loro folle corsa contro un muro... e con Yan che si ritrovò sopra il suo avversario, nella posizione per lui più vantaggiosa!

Ora che Ironbriar non aveva più alcuno spazio dove fuggire, Yan afferrò il capo dei Norgorberiti e lo colpì con un pugno in pieno viso... poi un altro, e un altro ancora, ogni colpo più preciso e doloroso del precedente! Ironbriar grugnì per il dolore e cercò di sottrarsi a quella raffica di attacchi, ma Yan era decisamente più forte di lui e lo tenne fermo, colpendolo con un'altra raffica di pugni.

Quando un altro colpo si abbattè sul suo zigomo, lasciandolo stordito, il capo dei cultisti decise che ne aveva avuto abbastanza. "Mi... mi arrendo..." mormorò.

Yan smise di colpire ma tenne fermo Ironbriar contro il pavimento. "Come hai detto, scusa?" esclamò.

"Ho detto... che mi arrendo!" Ironbriar urlò con tutta la voce che gli rimaneva in gola. Yan si alzò e lo sollevò di peso, mentre Reji, che fino ad un attimo prima era rimasta in disparte, pronta ad intervenire in caso di bisogno, afferrò il polso destro del magistrato e gli fece cadere di mano la spada.

"Saggia decisione. Giù le armi, giù le bacchette, giù tutto quello che potresti usare contro di noi!" esclamò la ragazzina Tian. "Yan, puoi staccarti. Qui ci penso io."

"Grazie... credo che... non mi restino più molte forze..." mormorò Yan con un sorriso ironico, mentre lasciava che Reji legasse i polsi di Ironbriar. Ora che l'eccitazione e l'adrenalina del combattimento si erano esauriti, stava facendo i conti con il sonnifero che gli scorreva nelle vene... e infatti, dopo qualche secondo, iniziò a barcollare e dovette sedersi per non cadere a terra come un birillo. Nualia si affrettò verso di lui, e anche il resto degli avventurieri si riunirono attorno a lui per vedere cosa avesse.

"Yan!" Il ragazzo sentì la voce di Nualia, che si chinò su di lui e lo scosse gentilmente perchè restasse sveglio. "Yan, che succede? Va tutto bene?"

Ormai sul punto di addormentarsi, il giovane alzò una mano per fare un gesto rassicurante. "Huh? Ecco... sì, aspetta un attimo chemisentodidoverdormire... zzzzz..."

Yan chinò la testa e la appoggiò sulla spalla di Nualia, cominciando poi a russare lievemente.

"Tsk... veleno dei drow. Non uccide, ma provoca sonnolenza." spiegò Ironbriar con acredine.

Reji, Nualia e gli altri si sentirono sollevati alla notizia che Yan non era in pericolo, e la monaca gettò un'occhiataccia al capo dei Norgorberiti e ai suoi scagnozzi sopravvissuti, seduti addosso ad un muro con polsi e caviglie legati. "Già... ottimo per catturare vittime da sacrificare in seguito, immagino." affermò. "Beh, adesso non sacrificherete più nessuno. Avete finito di terrorizzare la gente di Magnimar... e adesso ci direte tutto quello che sapete su questa Lady Xanesha e sul motivo di questi delitti!"

"Da me non saprete mai nulla." tagliò corto Ironbriar.

"Ma davvero?" chiese Eli, osservando attentamente gli occhi di Ironbriar e concentrandosi per percepire eventuali aure magiche. In effetti c'era qualcosa che non andava in quel tipo... Eli cominciava ad avere il sospetto che Ironbriar fosse sotto qualche effetto di influenza mentale. Quand'era così, tutto quello che c'era da fare era lasciarlo un po' da solo, sotto sorveglianza, ed attendere che l'effetto cessasse. "Beh, non dubitare. Troveranno il modo di farti parlare. Tra non molto le ronde della guardia cittadina arriveranno qui, e avranno a disposizione tutte le prove che vorranno. Per adesso, il nostro lavoro qui è finito. Nualia, come sta Yan?"

La aasimar sospirò sollevata e adagiò gentilmente Yan, in modo che tenesse la schiena appoggiata al muro. "Sta bene..." affermò. "E' solo addormentato. Adesso... credo che... abbia bisogno di un po' di riposo."

"Credo che ne abbiamo tutti bisogno." rispose Jolan sgranchendosi una spalla. "E' stata una nottata piena di azione... e non siamo ancora giunti in fondo a questa storia."

Misia si massaggiò la fronte. Anche lei non vedeva l'ora di farsi qualche ora di sonno... e poi, sarebbe stata pronta ad affrontare ogni altra complicazione...

 

oooooooooo

 

Yan non era molto sicuro di quanto a lungo avesse dormito. Una cosa era certa, sentiva che adesso il suo corpo si era ritemprato, e gli acciacchi che ancora rimanevano erano scomparsi quasi del tutto. Mentre cercava di ricordare le ultime cose che erano successe prima di perdere conoscenza, il ragazzo aprì lentamente gli occhi e cercò di capire dove si trovasse... sicuramente era disteso su un letto comodo, e l'odore che giungeva alle sue narici era abbastanza familiare.

Beh, a giudicare da come erano disposti i letti, gli armadi e il resto dell'arredamento, era di ritorno alla locanda della Zanna, nella stanza che condivideva con Jolan. Questa era già una buona notizia... e senza dubbio, ancora meglio era la vista di un volto dalla pelle scura, incorniciato da ondate di capelli candidi, che lo guardava con ansia e speranza al tempo stesso. Anche se la mano appoggiata sulla sua spalla era rossa e squamosa, per Yan fu una visione più che gradita.

Quando la vista gli si snebbiò, il ragazzo sollevò il braccio destro e appoggiò delicatamente la mano su quella di Nualia, che sussultò lievemente al contatto, non aspettandosi che Yan fosse così disposto a toccare il suo braccio demoniaco. Ma la sorpresa si trasformò quasi subito in sollievo, e la aasimar strinse la mano del suo amico con un sorriso malinconico.

"Non credo che potessi pretendere uno spettacolo migliore al mio risveglio." affermò Yan con espressione sbarazzina. "Buongiorno, Nualia. Come vanno le cose?"

Nualia si avvicinò per abbracciare il suo amico d'infanzia, che ricambiò più che volentieri. "Ben svegliato, Yan... so che potrà sembrarti incredibile, ma hai dormito per almeno 24 ore." spiegò lei. "Abbiamo sconfitto Ironbriar e la sua cella di Norgorberiti, e abbiamo consegnato alle autorità lui e i suoi uomini sopravvissuti. Hanno dato una bella occhiata agli alloggi di Ironbriar... e hanno trovato un bel po' di prove contro di lui, in particolare di vari omicidi commessi nelle scorse settimane qui a Magnimar. Adesso è in carcere... probabilmente in attesa di essere condotto alla forca."

"Heh... hanno trovato delle prove tanto schiaccianti?" rispose Yan, ora del tutto sveglio. Si rese conto di avere addosso soltanto i pantaloni, e che diverse fasciature erano avvolte attorno alle ferite che si era fatto nella battaglia con Ironbriar e i suoi uomini - una attorno al torace, una attorno al collo, alcune attorno alle braccia... e una pezza di lino posta sulla guancia destra. Detto questo, le ferite non gli facevano più tanto male - segno che molto probabilmente aveva ricevuto degli incantesimi curativi e che ormai era solo questione di qualche ora prima di essere ristabilito del tutto. "E... Ironbriar non ha detto nulla di questa Xanesha?"

Nualia scosse lentamente la testa. "Purtroppo no. Almeno per adesso." rispose. "Detto questo, le autorità lo hanno messo sotto osservazione. Non vogliono rischiare che Ironbriar faccia qualche gesto estremo - per esempio, che possa suicidarsi - prima che abbia rivelato qualcosa di utile alle indagini. Le guardie cittadine hanno rovistato l'ufficio di Ironbriar, e hanno trovato anche degli oggetti che potrebbero interessarci."

"Sì... sì, posso capire." rispose il ragazzo. "E... hanno trovato altri elementi che potrebbero esserci utili alle indagini? A capire cosa si celi dietro a questi delitti?"

"Hanno scoperto qualcosa di molto interessante, in effetti. Qualcosa che conferma alcune osservazioni che abbiamo fatto." rispose lei, tenendo la mano di Yan. Il ragazzo aveva la netta impressione che Nualia si sentisse ancora insicura, come se si aspettasse da un momento all'altro di risentire la terribile voce di Lamashtu. "Come... come avevamo immaginato, le vittime del culto dello Scuoiatore in questi ultimi mesi erano tutte persone conosciute per la loro avarizia... e sono state tutte uccise nelle procedure che abbiamo visto, il petto squarciato da una serie di fendenti che formavano il simbolo di una stella a sette punte. Il Sihedron, come già sapete."

"Capisco... quindi sì, è confermato che c'è un legame tra l'avarizia delle vittime e la procedura con cui sono state sacrificate." rispose Yan. "Beh... per adesso credo di essere abbastanza aggiornato. Gli altri, dove si trovano in questo momento?"

"Sono tutti alla villa di Lady Heidmarch. Io sono qui perchè volevo tenerti d'occhio ed essere disponibile in caso di bisogno." rispose Nualia. "La guardia cittadina è lì e sta raccogliendo le loro testimonianze. Se... se te la senti di alzarti, forse sarebbe una buona idea raggiungerli, che ne dici?"

"Certamente, ne sarò felice!" rispose Yan. "Ah, e a proposito... spero che si siano presi cura di Shadowmist, mentre ero via!" Fece una breve risata, che ebbe l'effetto di strappare un piccolo sorriso a Nualia.

"Di questo non ti preoccupare..." rispose la ex-sacerdotessa demoniaca. "Mentre eravamo via, hanno fatto in modo che al tuo Shadowmist non mancasse nulla. Certo, ci sarà un po' da pagare..."

"Beh, non è un problema. Ho l'impressione che ci sarà una discreta ricompensa per aver assicurato Ironbriar alla giustizia." rispose Yan. Il suo tono si fece seccato, e il ragazzo guardò verso il materasso, sfregandosi le bende attorno al torace. "Quello che mi secca è che ancora non sappiamo niente di più di quella dannata Xanesha. Che cosa abbia in mente, per chi stia lavorando... proprio nulla! Se solo riuscissimo a trovare un modo di strappare ad Ironbriar ciò che sa..."

I due restarono in silenzio, pensando a cosa si potesse fare. Poi, immaginando che restare lì seduti senza fare nulla non sarebbe servito a granchè, Yan si sgranchì una spalla e fece per alzarsi dal letto - con attenzione, in modo da non sottoporre il suo fisico ad uno stress eccessivo. "Forse è meglio se raggiungiamo Eli e gli altri. Facciamo il punto della situazione e decidiamo cosa sia meglio fare."

"Certo. Al momento si sono riuniti nuovamente al maniero Heidmarch. Sono sicura che ci stanno già aspettando." Nualia annuì e diede una mano a Yan ad alzarsi, lasciando la stanza solo per permettergli di rivestirsi in tutta calma...

 

oooooooooo

 

Yan si era fermato alla Zanna soltanto il tempo necessario per mangiare un po' di pane e bere un po' d'acqua - visto che era già quasi una giornata intera che non metteva nulla nello stomaco - e poi si era diretto alle stalle, dove alcuni inservienti avevano già fatto sellare il suo Shadowmist e il cavallo di Nualia. Lo stallone emise un acuto nitrito di riconoscimento quando riconobbe il suo nuovo padrone, che gli si avvicinò e gli fece una carezza sul collo muscoloso.

"Scusa se mi sono fatto attendere, Shadowmist." disse il giovane, parlando affettuosamente al suo destriero. "Abbiamo avuto qualche contrattempo... e intanto, siamo anche finiti in galera. Adesso andiamo dai nostri amici, e vediamo cosa si può fare per risolvere questo problema."

Shadowmist sbuffò e permise al ragazzo di salirgli in sella. Poco dopo, Yan e Nualia si erano già avviati, a passo svelto ma tranquillo, verso il maniero Heidmarch. Una volta giunti lì, non fu un problema farsi riconoscere dalle guardie e ricevere il permesso di entrare, lasciare in custodia i loro cavalli, e infine andare a raggiungere il resto del gruppo...

 

oooooooooo

 

Mentre tutto questo stava avendo luogo...

Nella prigione di massima sicurezza conosciuta come Gli Inferni, Ironbriar si trovava, per pungente ironia della sorte, in una delle stesse celle di isolamento nelle quali aveva fatto rinchiudere molte persone quando indossava ancora la toga di magistrato. Va da sè che, una volta scoperte le sue attività illecite, e soprattutto la sua appartenenza al culto di Norgorber, Ironbriar era decaduto dal suo rango, ed ora gli veniva riservato lo stesso trattamento che spettava ai fuorilegge più pericolosi. Era stato messo in isolamento, sorvegliato a vista e con i polsi ammanettati per evitare che facesse ricorso a qualche incantesimo.

All'inizio, Ironbriar era rimasto seduto in un angolo, meditando cupamente su come fare per tornare dalla sua signora Xanesha e cercare di rimediare a quel disastro. In quei primi momenti, la sua mente non pensava che a vendicarsi di quei ficcanaso che lo avevano fatto finire in quella cella puzzolente e probabilmente gli erano costati il favore di Lady Xanesha.

Tuttavia, col passare del tempo, Ironbriar aveva avuto una strana sensazione, come se un velo di apatia si fosse gradualmente sollevato dalla sua mente. Sulle prime, l'ex-magistrato aveva provato un senso di confusione e spiazzamento, mentre cercava di fare mente locale su quanto era successo in quei mesi. Era come se i suoi ricordi non fossero limpidi, come se invece di aver vissuto quei mesi, lui non avesse fatto altro che vedere la vita di qualcun altro. Era sempre stato a capo di quella cella di cultisti del Padre Scuoiatore... ma per qualche motivo, aveva l'impressione che in quegli ultimi tempi, qualcosa fosse cambiato nei suoi modi...

Poi, man mano, i ricordi si erano fatti più chiari... ed Ironbriar aveva finalmente capito. In particolare, un ricordo si era fatto più nitido nella sua mente: quello di quella creatura, metà donna e metà serpente, che lo aveva avvicinato tempo prima, presentandosi come Xanesha e parlandogli come un'amica...

Sulle prime, Ironbriar aveva nutrito dei comprensibili sospetti verso quell'essere. Anche un seguace di un dio oscuro come Norgorber sapeva che non c'era da fidarsi di una creatura empia come una lamia. Tuttavia, quando la creatura gli si era avvicinata, Ironbriar si era sentito stranamente a suo agio. Sentiva improvvisamente che poteva fidarsi di lei, e che collaborare con lei avrebbe potuto tornargli utile. Sarebbe bastato nascondere la loro alleanza al resto dei cultisti, e lei lo avrebbe portato alla gloria nella nuova era che presto sarebbe iniziata. Tutto quello che lei gli aveva chiesto era di uccidere alcune persone secondo un preciso rituale, incidendo quel simbolo della stella a sette punte nei loro corpi... e uccidere, beh, era proprio quello che il culto di Norgorber faceva.

Finalmente, la sua mente si era snebbiata. Era tutto diventato chiaro. Quella dannata lamia gli doveva aver fatto qualche magia per renderselo amico, e lo aveva manipolato sottilmente per fargli fare il lavoro sporco al suo posto. Lo aveva usato come una pedina, e adesso lo aveva abbandonato.

Fremendo di rabbia per il modo in cui Xanesha lo aveva usato e scartato, Ironbriar decise che se era destinato ad andare a fondo, non ci sarebbe andato da solo.

L'elfo alzò lo sguardo e fissò la porta della sua cella. Poi, con un po' di difficoltà a causa delle ginocchia anchilosate, si avvicinò e bussò alla porta con le manette di piombo che gli tenevano bloccati i polsi. Le guardie ebbero un sobbalzo per la sorpresa, e una di esse si voltò di colpo verso il prigioniero, fissando con evidente sospetto.

"Che succede, adesso? Che cosa vuoi?" chiese il soldato, la lancia già puntata verso il criminale.

Ironbriar non diede segno di essere intimorito. "Vorrei che tu dicessi una cosa ai tuoi superiori da parte mia, soldato." affermò. "Dì ai tuoi superiori che io sono disposto a patteggiare. Ho delle informazioni che potrebbero essere loro molto utili."

"Che cosa?" replicò la guardia, ben consapevole di non potersi fidare di quanto diceva un peigioniero. "E così... vorresti cantare, finalmente? Vuoi dirci chi sta dietro a tutti questi delitti?"

"Se è un trucco, sappi che non la passerai liscia." commentò l'altra guardia, per poi rivolgersi al suo collega. "Va bene, qui resto io a controllare questo galantuomo. Avris, tu vai ad avvertire la sergente Kasadei. Credo che avrà un bel po' di domande per il nostro ex-giudice."

"Ci penso io." rispose Avris, e si affrettò verso gli uffici della sua superiore mentre il suo collega restava lì a fare la guardia.

 

oooooooooo

 

Circa un'ora dopo, la sala degli interrogatori era già stata preparata. La sergente Kasadei, investigatrice e membro graduato della guardia cittadina di Magnimar, entrò lentamente nella sala, illuminata soltanto da un paio di lanterne appese ai muri, che proiettavo delle luci inquietanti nella sala. Ad un lato del tavolo di legno che costituiva l'unico arredamento della stanza, era già seduto l'ex-giudice Ironbriar, ora vestito con degli abiti un po' più decenti rispetto agli stracci da carcerato che indossava fino a poco tempo prima - un completo di stoffa grigia a maniche corte, privo di decorazioni, e un paio di sandali di cuoio, con una corda a fare da cintura. Ma il suo sguardo era ancora acuto e penetrante. e la sergente ebbe l'impressione che anche in quel momento stesse cercando di calcolare come togliersi da quella situazione con il minimo del rischio per sè stesso.

Kasadei, una donna sulla trentina d'anni con i capelli castani tagliati corti, vestita di una giacca azzurra a maniche lunghe, un paio di pantaloni verdi e un paio di stivali, con un arco a tracollo e una faretra carica legata alla schiena, si fermò davanti al tavolo e guardò intensamente negli occhi il magistrato decaduto. "Molto bene, Ironbriar. Avete tutta la mia attenzione in questo momento." affermò. "Prima di tutto, voglio appurare una cosa importante. Cosa sperate di ottenere con queste confessioni?"

Ironbriar considerò rapidamente le sue opzioni, che in effetti non erano molte in quel momento. Uno dei vantaggi di essere stato infiltrato nelle alte sfere legislative di Magnimar era il fatto che adesso conosceva bene la legge e sapeva cosa poteva fare per sfruttare i cavilli legali e le scappatoie a sua disposizione. Ma anche così, si rendeva conto che la sua posizione era precaria, e che doveva giocarsi bene le sue carte, o il suo futuro avrebbe avuto durata assai breve.

"Una riduzione di pena, in pratica." rispose infine. "Chiedo che la pena di morte, prevista per i casi come il mio, sia commutata in ergastolo."

Kasadei corrugò la fronte. Non era una decisione che spettava a lei, ma si rendeva conto che un informatore nella posizione di Ironbriar avrebbe potuto essere di grande utilità non solo per liberare Magnimar dalla minaccia del culto di Norgorber, ma anche per spazzare via un po' di corruzione dai loro stessi ranghi. Sicuramente, era una proposta che valeva la pena di prendere in considerazione.

"Una riduzione di pena, capisco." affermò infine, per poi cercare di andare più a fondo. "C'è qualche altra condizione che vorrebbe apporre?"

Ironbriar scosse la testa, ben sapendo che non era il caso di chiedere troppo e di sfidare la sorte. Per il momento, sopravvivere anche se imprigionati era il meglio che poteva ragionevolmente sperare di ottenere. In seguito, una volta che la sua posizione fosse stata un po' più sicura, magari avrebbe potuto fare qualche altra richiesta. Certo, ci sarebbe voluto parecchio tempo... ma come elfo, aveva una lunga vita davanti e conosceva il valore della pazienza.

"No, questo è tutto." rispose.     

Kasadei annuì, riflettendo sulla proposta. "Molto bene. Sottoporrò la vostra richiesta ai miei ufficiali superiori, e vi saprò comunicare la loro decisione il prima possibile." rispose. "Nel frattempo, avete altre dichiarazioni da fare?"

L'ex-magistrato chiuse gli occhi. "Non farò altre dichiarazioni finchè la mia richiesta non sarà stata soddisfatta." affermò.

Kasadei storse il naso. Era una sorta di ricatto, da parte di Ironbriar, ma la legge gli consentiva di farlo. Poteva solo sperare che la richiesta di uno sconto di pena fosse accolta... e che Ironbriar dicesse la verità una volta giunti al dunque. Sperò di potersi procurare qualche mago o chierico in grado di usare un incantesimo di verità... altrimenti, avrebbe dovuto affidarsi al suo intuito e buon senso per assicurarsi che non ci fosse alcun inganno.

"Va bene. Quand'è così, per adesso non abbiamo nient'altro da dirci." affermò la sergente, allontanandosi di un passo. "Detto questo, vi chiedo di restare a disposizione. Soldati, riconducete il prigioniero nella sua cella e fate buona guardia. Io andrò a riferire la sua richiesta ai miei superiori."

"Ricevuto, sergente Kasadei." rispose una soldatessa, mentre lei e un collega riprendevano in custodia l'ex-magistrato. "Le auguriamo buona fortuna."

Mentre si congedava dal prigioniero e dai suoi soldati, Kasadei non potè fare a meno di fare un sorriso un po' amaro. In effetti, un po' di fortuna, in quel momento, le avrebbe davvero fatto comodo.

 

oooooooooo

 

Maniero degli Heidmarch, il giorno dopo.

Il gruppo di Eli, in particolare Reji, era stato più che felice di rivedere Yan e di aggiornarlo su tutto quello che era successo mentre lui era nel mondo dei sogni. Dopo la battaglia, le guardie cittadine erano arrivate per portare in carcere Ironbriar e i suoi accoliti sopravvissuti, e nell'ufficio dell'ex-giudice erano state trovate prove ampiamente sufficienti del suo coinvolgimento in numerosi delitti avvenuti negli ultimi tempi. Erano stati trovati anche alcuni oggetti che, pur non avendo rilevanza ai fini della risoluzione del caso, erano stati comunque ritenuti utili per il gruppo di aspiranti Pathfinder.

E in quel momento, Misia era completamente assorbita nella lettura di uno di questi.

"Woooow! Non avete idea di quanto è interessante questo libro!" esclamò trasognata la femmina di gnomo. "Mi ci è voluto un bel po' per riuscire a sfogliarlo senza farmelo scivolare di mano... ma ne è valsa la pena!"

Eli sospirò, ormai abituata alle stranezze della sua migliore amica. "E... di cosa parla, esattamente?" chiese, più per abitudine che altro.

Misia mise un segnalibro e si voltò per rispondere, sorridendo quasi da un orecchio all'altro e mostrando un vecchio volume con una splendida copertina in filigrana, contenente numerose illustrazioni disegnate a mano in maniera magistrale e intitolato "I Racconti Fatati degli Antichi".

"Oooh, è una cosa fantastica! Ci sono un sacco di racconti sulle creature fatate del Primo Mondo... in particolare sui Tane! Gli Uccelli Jubjub, la Ciciarimpia, i Chiappabana, il Leviatano..." spiegò Misia, praticamente al settimo cielo. "Se questo non lo vuole nessuno, me lo tengo io! Per me non ha prezzo!"

Eli fece un piccolo sorriso di comprensione. In effetti, non poteva negare che anche per lei era un argomento interessante. E per uno gnomo come Misia, un libro simile aveva una rilevanza tutta particolare. Persistevano ancora le voci secondo cui gli gnomi di Golarion fossero originari del Primo Mondo, il selvaggio reame da cui provenivano le creature fatate, e molti elementi della loro peculiare natura supportavano tale ipotesi.

Il resto del gruppo, attirato dalla conversazione, si volse verso le due amiche per chiedere di cosa stessero discutendo, ma prima che Yan potesse fare qualsiasi domanda, si sentì bussare alla porta, e Lady Heidmarch fece il suo ingresso, salutando il gruppo con un elegante cenno della testa. Immediatamente, tutti gli avventurieri rivolsero a lei la loro piena attenzione, e Misia chiuse rapidamente il volume che stava leggendo.

"Lady Heidmarch." disse Eli, dopo essersi schiarita la voce. "Siamo contenti di rivedervi. Come potete vedere, il nostro compagno Yan si è riunito al gruppo, e siamo riusciti a sgominare quella cella di Norgorberiti che stava minacciando Magnimar."

"Salute a voi, signori." disse la Heidmarch, mantenendo la sua espressione fiera ed aristocratica. "Ho avuto modo di sapere delle vostre imprese. Magnimar vi deve molto... e a questo proposito, sono venuta qui per comunicarvi una notizia importante."

"Una notizia..." cominciò Jolan. "E... potremmo sapere di cosa si tratta, Lady Heidmarch?"

La nobildonna tirò fuori una lettera ordinatamente piegata da una manica del suo elegante vestito e la mostrò al gruppo. "Questo dispaccio mi è arrivato mezz'ora fa dalla guardia cittadina di Magnimar." affermò. "Ironbriar, il leader del culto di Norgorber con cui avete avuto a che fare, ha parlato. Ha detto dove si trova questa misteriosa Lady Xanesha."

Reji spalancò gli occhi in un'espressione al tempo stesso rabbiosa e speranzosa. "Che cosa...?" mormorò.

 

oooooooooo

 

CONTINUA...

 

  
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