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Autore: Vals Fanwriter    12/09/2009    4 recensioni
E se quando il falso Malocchio aveva trasformato Draco in un furetto non fosse arrivata la Mc Granitt? Se il furetto fosse fuggito per evitare le torture del pazzo prof.? E se a trovarlo fosse stata la giovane Astoria? Lasciate una recensione bella o brutta che sia.
- “Andiamo, Snowy” disse la ragazza, rivolta al dolce batuffolo bianco, cominciando a salire a passo veloce le scale di pietra. Draco la guardò stralunato, ripetendosi in mente quel nomignolo orribile. Snowy!? -
[Draco/Astoria]
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Daphne Greengrass, Draco Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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NOTE: Draco è al quarto anno e Astoria è al secondo anno.

 

SNOWY

 

         “Oh, certo, sei stato da loro quest’estate, vero, Potter?” sogghignò Malfoy “Allora dimmi, sua madre è davvero così cicciona, o è solo la foto?”

         “Hai presente tua madre, Malfoy?” disse Harry che con Hermione tratteneva Ron per i vestiti, per impedirgli di scagliarsi su Malfoy. “Quella faccia che fa, come se avesse la cacca sotto il naso? Ce l’ha sempre avuta o è solo perché era con te?”

         Il volto pallido di Malfoy arrossì appena. “Non osare insultare mia madre, Potter”.

         “Tieni la tua boccaccia chiusa, allora” disse Harry, voltandosi.

         BANG!

         Parecchi ragazzi urlarono. Harry sentì qualcosa di incandescente graffiargli il lato del viso. Affondò la mano in tasca per prendere la bacchetta, ma prima ancora di riuscire a toccarla, udì un secondo forte BANG, e un ruggito che echeggiò per tutta la Sala d’Ingresso.

         “OH NO CHE NON LO FAI, RAGAZZO!”

         Harry si voltò di scatto. Il professor Moody scendeva zoppicando la scalinata di marmo. Aveva estratto la bacchetta e la puntava su un furetto di un bianco immacolato, che tremava sul pavimento di pietra, esattamente nel punto in cui prima c’era Malfoy. […]

         “Non mi piace chi attacca quando l’avversario gli volta le spalle” ruggì Moody, mentre il furetto rimbalzava sempre più in alto e squittiva di dolore. “E’ una cosa sporca, vile e infima…

(Harry Potter e il Calice di Fuoco, J. K. Rowling)

 

         Il furetto bianco cominciò a correre velocissimo non appena fu libero dall’incanto Levicorpus. Un ruggito alle sue spalle lo fece sobbalzare, ma non si fermò.

         “Non ho finito con te! Torna qui!” disse una voce furente e divertita insieme. Fortunatamente l’essere zoppo impedì al professor Moody di tener testa al piccolo batuffolo bianco, che riuscì a distanziarlo.

Dopo circa dieci minuti di corsa affiatata, l’animaletto rallentò fino a fermarsi e cadere a terra stremato. Tremava ancora, spaventato dagli innumerevoli voli che il professore di Difesa contro le Arti Oscure gli aveva costretto a fare. Degli occhi neri come la pece si puntarono su di lui e si accorse all’istante che una ragazzina dai capelli corvini gli si stava avvicinando, con sguardo incuriosito. Non riuscì a scattare in piedi e a riprendere la corsa, poiché la ragazzina fu più veloce e lo agguantò all’istante.

“Che carino” sussurrò, carezzandogli il pelo candido, al che Malfoy ebbe un brivido simile ad un sfarfallio.

Il ruggito di poco prima tornò a farsi sentire. Il professore lo stava raggiungendo. “Stupido . furetto . fermati!” scandì col fiato corto e una bacchetta puntata davanti a sé.

La mora si voltò verso la voce, poi prese a fissare gli occhietti di Draco. Era certa che la stava implorando di salvarlo. Aveva già deciso cosa fare. Quel professore le era sembrato un poco di buono fin dall’inizio dell’anno. “Andiamo, Snowy” disse la ragazza, rivolta al dolce batuffolo bianco, cominciando a salire a passo veloce le scale di pietra.

Draco la guardò stralunato, ripetendosi in mente quel nomignolo orribile. Snowy!?

»«»«»«»«»«

Sala Comune dei Serpeverde. Una ragazzina di nome Astoria sfrecciò per la grande stanza, attirando l’attenzione di un’altra ragazza dai capelli color mogano, che prese a fissarla esterrefatta. “Astoria!” la chiamò.

La ragazzina si bloccò e voltò solo il capo, per impedire che nessuno notasse il piccolo fagotto che teneva in mano. “Dimmi, Daphne” biascicò con un sorriso tirato.

La sorella la guardò con un sopracciglio inconsapevolmente inarcato. “Dove vai così di fretta?” chiese.

“In dormitorio” rispose subito l’altra. “Torno subito” concluse poi avviandosi su per le scale. Arrivata in dormitorio, richiuse subito la porta ed emise un sospiro di sollievo. “Qui sei al sicuro, Snowy” sussurrò, avvicinandosi al suo letto e sedendocisi sopra. Un’altra carezza scosse il candido furetto, che si irrigidì all’istante. “Ascolta” gli disse la ragazzina prendendogli il viso tra le mani e guardandolo dritto negli occhi – tra i loro nasi ora c’era la distanza di cinque centimetri circa “Ora io vado di sotto a dire a mia sorella Daphne che non ho ancora dato di matto. Tu non ti muovere”. Detto questo, corse alla finestra del dormitorio e la chiuse, affinché il piccolo Snowy non potesse scappare, poi si fiondò verso la porta e uscì dalla stanza.

Giunta a pochi metri dalla sorella, Astoria cominciò a rimuginare su una qualche scusa per poter rimanere assieme al suo animaletto. “Daphne” chiamò, interrompendo la discussione che la castana aveva intrapreso con la Parkinson.

“Ah, eccoti” la interruppe la sorella. “Stasera ti va di stare fino a notte fonda in Sala Comune a far baldoria?” le chiese eccitata.

Astoria rimase interdetta. “Io veramente…” incespicò, poi poco dopo le venne un’idea “Devo studiare. Devo finire un tema per domani”. Aveva già raccontato alla sorella del tema chilometrico che Piton aveva assegnato a lei e ai suoi compagni.

“Non lo hai ancora fatto!?” domandò l’altra sbuffando.

“No” rispose la più giovane della famiglia Greengrass con sguardo dispiaciuto.

Daphne sbuffò di nuovo. “Va bene. Allora sarà per la prossima volta” si rassegnò.

“Starò in dormitorio stasera, anzi ci vado subito. Meglio portarsi avanti il lavoro” continuò a fingere la mora.

“Okay! Buon lavoro” rispose Daphne, ritornando a chiacchierare con Pansy.

Draco è scomparso” sentì dire dalla Parkinson, ma non ci fece granché caso, poiché si affrettò a tornare in dormitorio. Quando entrò nella stanza dovette soffocare un gridolino. Il povero Snowy stava penzolando dal bordo della finestra tenendosi con una sola zampetta.

Snowy!!” urlò correndogli incontro. La zampetta non resse la presa e l’animaletto rischiò di cadere a terra, se non che la piccola Astoria si tuffò e Draco cadde sul suo grembo. Un sospiro di sollievo fuoriuscì dalla bocca di entrambi.

Snowy, non si fa!!” lo sgridò la ragazzina, prendendolo tra le mani, e stringendolo affettuosamente tra le braccia. “Mi hai fatto venire un colpo” sussurrò lei, con la voce tremante, passando una mano sul collo morbido del cucciolo. Dal canto suo, Draco cominciava a detestare il brivido che gli percorreva la schiena ogni qual volta la ragazzina lo coccolava. Lo rendeva inerme.

Astoria si alzò da terra, si diresse verso il letto e ci si sedette sopra. “Non farlo più” continuò senza smettere di accarezzarlo. Lui finalmente si riscosse dal rilassante torpore che lo aveva avvolto e infatti, non appena l’abbraccio sembrò allentarsi, Draco sgusciò via dalle braccia della ragazzina e si mise in posizione di difesa, quasi fosse una tigre. “Snowy, mi ringrazi così?” lo rimproverò lei. Lui sembrò rilassarsi un po’, come se fosse preso dal senso di colpa, e voltò lo sguardo snobbandola. Subito dopo si udì il brontolio di uno stomaco. Astoria sorrise e imprigionò di nuovo l’animaletto tra le sue braccia. “Hai fame?” gli chiese.

L’orgoglio tipico dei Malfoy gli diceva di continuare a snobbarla, ma il vuoto nel suo stomaco lo costrinse a cercare un modo per farle capire che aveva davvero fame. Dunque spalancò la bocca e le morse un dito. Chissà che spaventandosi non lo avrebbe lasciato andare.

“Allora hai davvero fame” disse lei. Il morso non era stato poi così aggressivo. Pessima mossa. Avrebbe dovuto per lo meno sbranarla per ottenere un po’ di paura da parte sua. Draco doveva proprio ammettere che la qui presente mocciosa aveva tutte le qualità possibili e immaginabili, ma non la malvagità di un Serpeverde. Fosse stato lui avrebbe già decapitato il furetto. Ringraziò il cielo con tutte le sue forze per essere finito nelle mani di un angelo.

“Se mi prometti che starai buono, ti andrò a prendere qualcosa di commestibile, altrimenti dovrai accontentarti delle gelatine tutti i gusti” propose la mora.

Draco annuì, con un’espressione che voleva significare peace and love.

Astoria inarcò un sopracciglio. “Capisci la lingua umana?” domandò lei.

A Draco cascò la mascella. Nessuno avrebbe dovuto sapere che Draco Malfoy era stato trasformato in un furetto da quel pazzo del professor Moody a causa di Potter e compagni. Voltò lo sguardo, per sviare il discorso.

“Ma che sto dicendo?” fece la ragazzina incredula “Questo furetto non può capirmi”. Successivamente si alzò dal letto e si diresse verso il suo baule. Lo aprì e, dopo averci frugato dentro per un po’, guardò Draco con aria vittoriosa, mostrando una corda tra le mani. “Stavolta non ti muovi per davvero” disse e, dopo essersi avvicinata di nuovo al letto, lo prese tra le mani e gli legò la cordicella intorno al collo. “Così dovrebbe andare” disse quando ebbe legato l’altro capo alla gamba del letto. “Allora vado nelle cucine. Troverò sicuramente qualche elfo disposto ad obbedirmi” concluse la ragazzina prima di scomparire dietro la porta del dormitorio. Draco sbuffò, pensando che perlomeno la ragazzina non aveva pensato di chiedere per favore ad un lurido elfo domestico.

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Dopo una mezz’oretta Astoria fu di ritorno. Tra le mani aveva qualcosa, probabilmente del cibo rimpicciolito con l’incanto Reducio. “Eccomi qua” disse con un sorriso radioso, posando i piccolissimi oggetti sul letto. “Vedo che hai fatto il bravo” continuò poi, notando che il piccolo Snowy non si era mosso di un centimetro. Il suo sorriso si allargò quando gli occhietti grigi del furetto la fissarono speranzosi. “Ti ho portato tante cose buone” lo rassicurò, affondando la mano nella tasca interna del mantello, per poi afferrare la bacchetta e puntarla verso il letto. “Com’era l’incantesimo?” disse grattandosi una tempia in segno di riflessione, poi le venne in mente. “Engorgio!” esclamò e in men che non si dica sul letto apparvero un bel po’ di leccornie.

A Draco si illuminarono gli occhietti. Cominciò a tirare la corda, ma si rassegnò presto poiché non faceva altro che strangolarsi da solo. “Scusa, adesso ti libero” disse dispiaciuta Astoria, precipitandosi a sciogliere la corda. “Ho preso parecchia roba così ceniamo insieme.” spiegò la mora e, quando ebbe slegato il cucciolo, lo prese in braccio. Draco ebbe un altro brivido, una volta che fu tra le braccia della mora.

I due si accomodarono sul letto e il furetto inaugurò il banchetto fiondandosi sulle crocchette di pollo. “Buon appetito” disse la ragazzina, ridendo di gusto, divertita da quel buffo animaletto “E pensare che non sapevo cosa mangiassero i furetti”.

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         Poco più tardi arrivò l’ora della nanna. Astoria aveva passato il resto del tempo a leggere un libro, tenendo sempre il povero Snowy sotto stretta sorveglianza e per la precisione in grembo carezzandolo di tanto in tanto. Draco, ormai mezzo addormentato, si era goduto il massaggio con gli occhi socchiusi. Dopo un’oretta la ragazzina aveva chiuso il libro con un tonfo, che aveva fatto sobbalzare il furetto. “E’ l’ora della nanna” disse, lasciando cadere il libro ai piedi del letto. Poi si alzò e si diresse in bagno. Due minuti dopo, ne uscì con il pigiama indosso. Prese di nuovo in braccio Snowy e poi si infilò insieme a lui sotto le coperte. “Sogni d’oro, Snowy” gli sussurrò lei, dandogli l’ultima carezza della giornata, per poi addormentarsi all’istante. Lo stesso accadde per Draco, che chiuse gli occhi tranquillo.

… TO BE CONTINUED …

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ANGOLINO DELL’AUTRICE

Salve a tutti! Ecco una nuova fan fiction che sarà composta, bene o male, da due o tre capitoli. Ringrazio in anticipo tutti coloro che la seguiranno. Spero che il piccolo Snowy vi stia simpatico. Non ho altro da scrivere, quindi vi lascio ai vostri affarucci e vi mando un bacino. Ciau!

Vale-chan

   
 
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