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Autore: oscar 82    24/03/2023    1 recensioni
Arthur non è morto a Camlann. Merlin lo ha salvato e ora i due sono sull'isola di Avalon, in attesa che il Re si riprenda del tutto. Da qui partono i fatti, da qui Mago e Re iniziano il capitolo più importante della loro relazione...
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gwen, Merlino, Principe Artù | Coppie: Gwen/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Il Consiglio arrivò presto, per chi non aveva riposato.
 
Arthur incrociò a malapena gli occhi di Merlin prima di entrare nella sala, anche perché non voleva vedesse i segni della notte insonne sul suo viso, non voleva vedesse le mani, tormentate da ore intorno all’elsa della spada, sulle quali per la prima volta lui non aveva passato il suo balsamo all’olio di rosa.
 
Ma Merlin sedeva alla sua destra, e non v’era modo non lo guardasse, non v’era modo di non avvertire la sua magia che lo accarezzava con dolcezza, quasi a rassicurarlo. 
 
Sono qui per te, Arthur.
 
Arthur si tenne a quel lieve vortice per stabilizzarsi e concentrarsi sul suo dovere di Sovrano, cercando di ignorare la snella, splendida figura di Koral che partecipava e dava le sue opinioni come una veterana, mentre i suoi occhi puntavano costantemente verso Merlin. 
 
Arthur non si voltò mai verso di lui. Non avrebbe sopportato di leggere sul suo viso ammirazione per la giovane druida, non poteva rivivere l’angoscia che lo aveva pervaso per tutta la sera precedente. Doveva restare attento, lucido.
 
Lui era il Re.
 
La trattativa fu lunga, minuziosa. Al termine della prima parte, Arthur era esausto. Uscì per ultimo dalla sala, avviandosi verso le balconate esterne alla ricerca della fredda aria invernale per una sferzata di energia. Aveva lo stomaco contorto, chiuso.
 

“Emrys aveva ragione. Siete un grande Re, Vostra Maestà. Siete giovane, ma saggio, attento, coraggioso. Trattare con un intera comunità di Druidi è da pochi”,


fece la voce profonda di Artax alle sue spalle. I complimenti, tuttavia, erano accompagnati da un tono che ad Arthur non piacque. 

"Sono onorato da quello che mi dite. In verità, non sono solo. Al mio fianco ho il migliore dei consiglieri”,


rispose tuttavia cortese.
Andiamo, vieni al dunque, sfidò tra sé il Sovrano.
 
Artax sorrise, sagace.

“Il vostro Stregone è una grande risorsa, certo. La fama del vostro rapporto si estende in tutto il regno. Deve essere veramente prezioso, per voi”,


dichiarò. Lo stava guardando dritto negli occhi, indagatore.

Arthur sostenne lo sguardo, pur sentendo la provocazione, fiero.
 

“Lo è”.

“Beh, vedete, Vostra Maestà… Sarebbe un marito perfetto per mia figlia Koral. Una coppia così potente, così saggia… Pensate che vantaggio per tutta Albion. E Camelot non dovrebbe più temere la magia”.
 
Arthur si sentì gelare il sangue. Respirò profondo, come se avesse il fiato mozzato, poi rispose:

“Camelot non teme la magia da tempo. E Merlin… Emrys, decide in autonomia della sua vita. Non posso e non voglio imporgli nulla”.
“Bene”,


concluse il Druido, e con un cenno del capo in saluto, si allontanò.
 
Il Re dovette aggrapparsi con forza alla balaustra. Gli tremavano le mani. Chiuse gli occhi ricacciando indietro tutte le sensazioni sgradevoli che quella conversazione gli aveva rovesciato addosso. Era ora di tornare in Consiglio.
 
Quando tutti ne uscirono, era sera inoltrata. Si avviarono alle sale del ricevimento, per concludere la faticosa giornata con una lauta cena. Gli accordi erano stati tutti limati. Tutti tranne uno.
Arthur era ancora seduto al suo posto, le torce si erano spente, così come i camini. Ma non sentiva freddo. 
 
Dove sei, Merlin?
Arriva da te, mio Signore.
 
L’eco della magia preannunciò i passi leggeri di Merlin. Arthur lo sentì giungere alle sue spalle, ne percepì il tocco mentre gli sistemava il mantello.

“Arthur, andiamo. Hai bisogno di mangiare, di riposare”,

fece con dolcezza.

“Aspetta. Aspetta un attimo”.
“Vuoi che accenda il fuoco?”,


chiese lo stregone, e le sue iridi balenarono d’oro.

“No. Non ti preoccupare”.


Artur si alzò e si voltò per guardarlo. Si fissarono in silenzio, anche senza la luce potevano vedersi, potevano scrutare le loro anime. Il Re deglutì a fatica.

“Ho parlato con Artax”.
“Lo so. Koral me lo ha detto”.
“Certo”,


sibilò Arthur. 
Merlin non aggiunse nulla.
 

“Quindi hai intenzione di sposarla?”,

chiese, in un soffio. 

“Arthur”,

la voce di Merlin era sofferta,

“tu devi fidarti di me”.
“Mi fido di te. Con tutta la mia vita. Come potrei non farlo?”,

il tono del Sovrano era quasi disperato.

“Ma non mi hai risposto”.
“Lascia che mi occupi della ragazza. Ho ascendente su di lei”.
“Cosa hai provato quando ho sposato Gwen?”.


Arthur non sapeva perché stava entrando in quel terreno. Era minato, per entrambi. Ma era più forte di lui. 

“Arthur, perché dobbiamo…”.
“Rispondimi e basta, Merlin”.
“Io ho sempre solo voluto che tu fossi felice”,


mormorò lo stregone, roco, appena udibile.

“Ho sempre saputo che non sarai mai del tutto mio”.
 

La cruda sincerità dell’affermazione, così esposta, fece sobbalzare Arthur. Per quanto si sforzassero e per quanto giurassero l’uno all’altro di non separarsi mai, c’era sempre qualcosa che glielo impediva. 
Capiva perfettamente, in quel momento, le paure di Merlin da quando erano rientrati da Avalon. 
 
Un senso di dolore profondo lo pervase. Loro si appartenevano. Erano due pezzi di un solo intero. Eppure quell’unità cui anelavano era, a turno, fonte di sofferenza, anche per loro stessi. 
 
Fece un passo verso lo stregone. Erano così vicini che poteva sentire il suo respiro, caldo, sul viso. 
Alzò una mano per sfiorargli dolcemente una guancia, e vide Merlin chiudere gli occhi al suo tocco.

“Anche io voglio che tu sia felice, Merlin”,


sussurrò il Re, con la voce che gli tremava.

“Decidi ciò che ti rende felice, perché nessuno lo merita più di te”.

Merlin aprì gli occhi. Anche al buio, riuscì a distinguere le lacrime in quelli di Arthur. Desiderava solo stringerlo.
Ma prima di riuscire a farlo, Arthur si era già voltato per allontanarsi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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