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Autore: TsukikageShawn    24/03/2023    0 recensioni
Fase 1 - Ambientato dopo la sconfitta di Faker, non tiene contro degli avvenimenti successivi.
Cosa sarebbe successo se Rio si fosse svegliata dal coma come Merag, dimenticandosi la sua vita umana?
Tre anni fa mi sono posta questa domanda, da cui è nata questa fanfiction.
Dopo il Carnevale Mondiale di Duelli, per Yuma e Astral sembra ci sia il via libera per recuperare le carte numero restanti. Ma i bariani tramano nell'ombra per ottenere il loro potere, e il destino ha giocato loro un brutto scherzo facendo ritornare Merag dalla parte opposta. Cosa farà l'ex bariana, tornerà alle sue origini o troverà negli umani la sua nuova famiglia? E soprattutto, come affronteranno questa nuova minaccia Yuma e Astral?
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il segreto della Luna Rossa'
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Capitolo 58

 

Dalla fine della vacanza dei Kamishiro passarono dei giorni tranquilli, fin troppo tranquilli. Fu come se la comparsa di Vector non fosse mai avvenuta. Yuma e i suoi amici si adagiarono sugli allori e Rei ne approfittò per consolidare la sua presenza nel gruppo. Ma loro non furono gli unici a mettere da parte la minaccia extraterrestre, Kaito e Chris erano più ostinati che mai a scoprire il motivo della presenza di Jessica e il segreto di Rio. Per non parlare della bellissima amicizia creatasi tra Three e Fuya, divenuti inseparabili come Yuma ed Astral, troppo presi l'uno dall'altro per pensare al rischio di una guerra.

Incredibile ma vero, gli unici a preoccuparsi di un imminente scontro tra la Terra e Barian furono gli alieni che abitavano il pianeta degli umani. I due astrali e le due bariane si ritrovarono a lavorare insieme inconsciamente.

Quando il campione si riuniva al solito parco per duellare, non avendo più bisogno di consigli e suggerimenti, Astral si riuniva con Rio e Jessica per discutere del problema che tutti ignoravano. Jeiha osservava e ascoltava, nascosta tra le foglie degli alberi, mentre Thomas continuava i lavori al suo bar. Quest'ultimo e Merag si incontravano di notte, nei posti più improbabili per degli appuntamenti segreti. Era stata un'idea di Yuma, strano ma vero, che aveva riferito a Four come consiglio per capire se la cosa potesse funzionare.

 

Attualmente Vector si trovava su Barian per ultimare i preparativi del suo piano. Presto si sarebbe impadronito delle carte numero, ma prima doveva occuparsi del suo problema costante. Durbe era l'unico ostacolo che richiedeva la sua attenzione; caduto il nuovo leader, Barian sarebbe stata completamente in suo possesso. Purtroppo per lui non aveva ancora capito che Patrishka non lavorava più al suo servizio come un cane fedele al suo padrone, anzi proprio lei gli dava più filo da torcere del padre. Per questo Vector ci stava impiegando così tanto tempo per proseguire la sua missione sulla Terra, non perché stesse organizzando il piano più geniale ed infallibile dell'universo.

Rinchiuso nella sua stanza, conversava con Ombra delle ricerche sul controllo mentale che aveva terminato in quei giorni.

«Nessuno della Cerchia dei Mille riesce ad utilizzare questi poteri» disse con rabbia, prendendo a pugni un pilastro di cristallo.

"Quella branca di imbecilli non è buona a niente, per tutti questi secoli hanno aspettato il mio ritorno pensando che avrei risolto i loro problemi. Per quanto non mi fidi di quella Patrishka, potrebbe esserne in grado."

«Ma sei matto? Non posso chiederle una cosa del genere! Secondo te si metterebbe ad usare il controllo mentale sul padre, per quanto non lo sopporta?»

"L'odio fa compiere l'impensabile. E ti ricordo che l'ho incantata, è molto più propensa a fare quello che diciamo. Ti sto dando un ordine, visto che non l'hai afferrato."

L'imperatore grugnì, uscendo dalla stanza a pugni stretti e passi pesanti. Bussò violentemente la porta della camera di Patrishka, ma non ricevette alcuna risposta. Così andò avanti e indietro per il palazzo di cristallo, facendo preoccupare la servitù e le guardie che non sapevano fornirgli indicazioni precise.

La ragazzina era in compagnia del padre e gli altri imperatori aalla festa di inaugurazione di un sito culturale. Un agglomerato di statue con didascalie suddivise in varie sezioni raccontavano la storia di Barian dall'avvento di Nash. Lei esi unì all'ultimo minuto, per evitare di subire qualche discorsetto da parte del bariano alato e trascorrere del tempo con Durbe. Da quando era guarito, aveva ripreso le sue ricerche con un ritmo meno intenso e stava riscoprendo l'amicizia con i colleghi, il suo amore per Mizael e la vicinanza con la figlia adottiva. Tutti stavano gioivando dell'apparente tregua di Vector con il pianeta Terra.

Mentre esploravano insieme la mostra, il Grigio e gli altri si raccontavano aneddoti divertenti successi da quando erano stati nominati imperatori. Patrishka ascoltava con piacere, incuriosita da quei ricordi passati di cui non faceva parte. I sudditi in visita sorridevano nel vedere i loro 'superiori' uniti e felici, e la loro energia positiva li contagiava.

«Certo che ve la spassavate parecchio quando ancora dovevo nascere.»

«Oh si, ma anche dopo che sei arrivata tu. Vedere Durbe rincorrerti per tutto il palazzo era davvero uno spasso» disse Arito ridendo.

«E venivi da noi a nasconderti quando ti voleva far studiare» aggiunse Girag.

«Qualcosa lo ricordo, tipo che adoravo tirare i capelli di Mizael» rispose imitando il gesto.

Il biondo si scansò alla velocità della luce, tenendosi i capelli con le mani. Il Grigio rise dandogli una pacca sulla spalla, ricordandogli che il più delle volte riusciva a fermarla.

Spostandosi in un'altra sala, la più piccola di tutte, gli imperatori si immobilizzarono davanti alla statua che raffigurava Merag. Era lì, immobile, con le braccia incrociate dietro la schiena, il busto inclinata leggermente verso destra e un'espressione curiosa.

«Si poneva sempre così quando era dietro Nash… Ce ne sono altre» osservò Girag.

«Questa sala è dedicata a lei, richiesta personalmente da sua madre» disse Durbe.

«Credevo che la odiasse.»

«Solo quando perdi qualcosa ti rendi conto del suo valore. Si, ogni tanto ti ascolto papà» rispose Patrishka.

In totale sei statue, ognuna rappresentava Merag al naturale, quando non veniva forzata ad essere la principessa educata e socievole. Questo era il modo in cui avevano deciso di ricordarla, la ragazza che non aveva ancora perso la sua spensieratezza e voglia di vivere, l'immagine che tutti i cittadini conservavano di lei.

Così come non trapelò dalle mura del palazzo reale la notizia del cambiamento radicale di Nash, da uomo del popolo ad altezzoso che voleva comandare tutti; così non avevano rivelato le sofferenze di Merag. Nessuno, a parte gli imperatori, ne conosceva i dettagli.

«Era così felice, quell'idiota ha rovinato tutto» disse Arito, schivando all'ultimo secondo una sberla amichevole da parte di Girag.

«Ti ho già detto che l'argomento non si discute in luoghi pubblici.»

«Ma ci siamo solo noi, amico gli occhi li hai sulla testa.»

Gli imperatori si guardarono in giro, l'ultima sala del sito culturale era deserta.

«Certo, non ci siamo fermati a leggere le targhette dato che sappiamo già tutto» disse Mizael.

«Cosa dicono di Merag?» domandò Patrishka al padre.

«In linea generale tutto quello che è apparso agli occhi dei sudditi.»

Alla fine della visita, il gruppo si divise. Arito e Girag ritornarono al palazzo reale per i loro allenamenti quotidiani, Patrishka si inventò un impegno per non farsi beccare da Vector, Durbe e Mizael andarono nella grotta di drago Tachionico per controllare il cucciolo.

Appena quest'ultimi si allontanarono dal centro abitato, presero la loro forma umana e proseguirono mano nella mano.

«È stato bello rivederla, anche se si tratta di una statua» disse il biondo.

«Ti manca molto?»

«Sempre. È scomparsa da un giorno all'altro senza motivo. Vorrei tanto sapere cosa l'è successo, ma dubito che qualcuno lo sappia. Se fosse ancora viva sarebbe tornata, o ce lo avrebbe fatto sapere.»

«Forse non può, insomma, senza un… cadavere. Non sono bravo in queste cose.»

«Durbe sono passati anni, tutte le volte che andava via da Barian me lo diceva. Non tornerà più, è morta, voglio crederlo… Non posso pensare che mi abbia abbandonato.»

Il Grigio gli asciugò le lacrime, tirandolo a sé per stringerlo in un abbraccio. Non poteva dirgli che la stava cercando, che il giorno della luna rossa sul pianeta Terra l'aveva intravista nella sfera di cristallo.

Dirgli la verità lo avrebbe fatto solo soffrire.

Questo pensiero fu lo stesso che creò la mente di Merag. In quei mesi dal suo risveglio, aveva pensato così tante volte di rivelare la sua vera identità a Ryoga e ai suoi amici, ma non poteva.

Non era ancora arrivato il momento della verità. Vector era quasi pronto ad attuare il suo piano, e destabilizzare Mizael, Yuma e i suoi amici sarebbe stato un evento che Durbe e Merag non potevano permettersi.

Lo scontro era solo all'inizio.

 

 

 

 

 

Capitolo 58 - Merag e Durbe sono gli unici che ragionano in questa fanfiction

- Judgements arc / Arco delle decisioni

- Fase 1

 

Angolo autore

La prima storia della serie è terminata, ora ne mancano tre O_O

È stata una faticaccia scriverla, soprattutto perché mi trovavo in un periodo della mia vita in cui stavo affrontando un trauma tremendo. E purtroppo vedere la causa del mio trauma su questa sezione, agire come se non mi avesse fatto niente non ha migliorato la situazione. Ormai sono passati otto mesi dalla mia "guarigione" e sono fiera di me stessa. Non le ho permesso di impedirmi di scrivere questa storia, il mio grande traguardo.

Sono felicissima di dirvi, alla prossima con la Fase 2

:D

   
 
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