Una guerra imperversava crudele su tutto il mondo.

A centinaia cadevano i morti ogni giorno…

Si respirava paura e si mangiava panico…

Ma forse, forse, proprio quel clima cupo faceva risaltare le gioie che gli esseri umani riescono a trarre attingendo dalla speranza, sempre viva come fiamma in un incendio.

Ed era così anche per una giovane coppia, che proprio in quel frangente aveva scoperto la beatitudine dell’amore.

Era la loro prima notte di nozze e forse anche la loro ultima notte per quanto potevano saperne…

Era stata una giornata felice, nonostante i sacrifici cui la guerra li aveva costretti.

Fu una cerimonia semplice – dovevano stare nascosti - con solo una manciata di invitati che si poteva contare sulle dita di una mano - anche i loro cari dovevano nascondersi, alcuni erano già in clandestinità - ma era stata splendida comunque.

Dopo un frugale banchetto, la coppia era tornata nella loro nuova casa - nascosta - rispettando persino la tradizione che vuole la sposa portata in braccio oltre la soglia.

Poi era calata la notte, con la sua inquietudine e con il terrore che qualcosa di così bello non potesse durare così a lungo. Ma nulla era successo, fino ad allora, per guastare l’atmosfera dei due novelli sposi, stesi sul loro talamo.

«Io… Io non…» mormorò incerto l’uomo.

Lei sorrise. «Lo so. Non ti sei mai concesso il lusso di amare…» gli rispose, carpendo nello sguardo di lui un’angoscia e una tristezza che nulla avevano a che vedere con quella guerra e tutto con la stupida convinzione di un licantropo di non poter dare e ricevere amore, di essere maledetto.

Ma le cose sarebbero cambiate, oh se sarebbero cambiate!

«Non voglio che tu soffra…» borbottò ancora, ignaro dei pensieri della moglie.

Lei paziente, per una volta, poggiò un dito sulle sue labbra. «Non rovinare tutto…» lo rimproverò bonariamente e poi lo baciò.

«Non puoi farmi del male, se mi ami.» sentenziò una volta interrotto dolcemente il contatto.

«Io sono una maledizione per chiunque mi sta accanto.» ribatté, iniziando a innervosirsi , quello era sempre stato un tasto dolente.

«Per questa notte sii soltanto un uomo, un uomo che vuole amare la sua sposa.»

Quelle ultime due parole ebbero il potere di togliere il fiato all’uomo che si lasciò andare.

La guerra, la licantropia, le paure per quella notte rimasero fuori dalla stanza e finalmente, dopo anni di supplizi, Remus Lupin scoprì la gioia della magia più grande e potente di tutte e si sentì uno stolto per averla sempre tenuta a distanza.

Uno stolto felice.