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Autore: Farkas    29/03/2023    2 recensioni
Per salvare la vita di sua zia Peter non ha altra scelta che fare un patto col diavolo. Non deve vendere l'anima, ma il suo matrimonio con MJ che verrà cancellato dalla storia, in modo che Mefisto possa cibarsi dell'infelicità che i due proveranno per l'amore perduto. Peter accetta e ottiene anche che tutto il mondo esclusa MJ scordi la sua identità, mentre lui e la rossa dimenticheranno di aver stipulato il patto. Ma Mefisto, vuole di più. E per ottenerlo fa leva su quello che è forse il sentimento più potente in grado di provare qualunque creatura senziente: l'amore.
Il demone dunque fa un'offerta ulteriore a Mary Jane: se entro un anno riuscirà a riconquistare Peter lui renderà loro il matrimonio, in caso contrario prenderà l'anima della rossa. Ma un uomo d'affari prudente sa che conviene diversificare gli investimenti e quindi Mefisto fa la stessa proposta anche a Felicia, permettendole di ricordare la vera identità di Peter ed eliminando tutti gli impedimenti a una sua storia con lui, garantendole una chance di successo.
Spinte dall'amore entrambe accettano. Chi vincerà questa diabolica scommessa?
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Curt Connors, Felicia Hardy, J. Jonah Jameson, Mary Jane Watson, Peter Parker
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo
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Un nuovo giorno

 

Capitolo 16: Parti in movimento (Parte II)

 
Peter era certissimo che poliziotti, pompieri, paramedici e soldati fossero più eroi di lui, ma sinceramente ne aveva abbastanza di farsi interrogare dai primi dell’elenco.
Lui e tutti gli ospiti del galà furono costretti a rimanere per ore a disposizione degli inquirenti, cercando di ricordare ogni singolo dettaglio della serata. La speranza dei poliziotti ovviamente era che qualcuno avesse notato qualcosa che potesse fornire loro una traccia, ma tale speranza andò delusa. E visto il loro numero i testimoni furono costretti a rimanere alla centrale per un pezzo.
-D’accordo che è successo sotto il loro naso, e che è stata accoltellata la figlia di un candidato sindaco, ma per quanto ancora pensano di poterci trattenere? – aveva sbottato MJ dopo la prima ora.
In ogni caso i due ex si erano tenuti a distanza per tutto il tempo. La rossa voleva dire due parole a Peter, ma preferiva farlo in privato e in un momento più tranquillo.
 
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Rincasato Peter si trovò di fronte Vin.
-Ehi, tutto bene? Ultimamente non ho visto tue foto sul Bugle- commentò il moro vedendo la sua aria stanca.
-Ero un po’ fuori fase. Ti è mai capitato di imbatterti per caso in un’ex, più volte in pochi giorni? A me è successo con due ex-.
Vin ridacchiò: - Sfortuna. Be’ vedi di scuoterti. Ricorda che l’affitto è vicino-.
-Tranquillo, ho ancora qualcosa da parte, ma ora non se ne parla proprio di uscire. I tuoi colleghi mi hanno trattenuto per ore, ho proprio bisogno di un po’ di riposo-.
-Sì lo so. La protezione per Hollister è appena stata raddoppiata, ho chiesto di essere fra gli uomini di guardia-.
-Carlie ne sarà felice, immagino-.
-Lo spero. Adesso è al capezzale di Lily, ci sono stato anch’io fino a poco fa. Per fortuna la ferita non era profonda-.
-Meno male- sospirò Peter. - Passerò a trovarla anch’io, ma ora voglio solo farmi una doccia e riposare un po’-.
-Sai se è emerso qualcosa di utile? -.
-No. Ma c’erano centinaia di persone al galà, vedrai che qualcosa salterà fuori. Quando me ne sono andato, c’erano ancora molte persone da interrogare-.
“Avrei anche aspettato MJ, ma se n’è andata prima di me. Forse doveva registrare la prossima puntata… o magari voleva darsi anche lei una rinfrescata. O più semplicemente non aveva voglia di vedermi”.
 
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-Be’ bisogna ammettere che Crowne è stato di parola. Ci ha trovato davvero una nuova sede in un giorno solo- commentò una delle volontarie del F.E.A.S.T.
-Solo perché non voleva che Hollister guadagnasse troppa popolarità- ribatté un altro.
-Mi è indifferente perché lo abbia fatto- dichiarò Martin Li. L’importante è che possiamo riprendere a dare aiuto ai bisognosi-.
 
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Jeremaiah Trevorson era un uomo benestante, ma si sentiva povero come non mai. Tre quarti della sua vita erano ormai già trascorsi e quel che gli rimaneva da vivere appariva quanto mai solitario e tetro.
Aveva vissuto un’esistenza invidiabile: aveva ereditato l’azienda di famiglia, l’aveva ampliata e aveva vissuto nel lusso. Aveva sposato una donna bellissima con cui aveva condiviso un lungo, felice matrimonio. Aveva avuto tre bellissimi figli. E ora gli rimanevano solo i soldi, e si era ritrovato a scoprire che come in ogni triste stereotipata storia, non facevano la felicità.
Sua moglie Alberta che conosceva fin da bambino era morta da tre anni, vittima di un cancro che se l’era mangiata con una velocità terribile. Certo, una cosa triste, ma succedeva che un marito vivesse più di sua moglie.
Era assai meno comune invece che un padre si trovasse a dover seppellire tutti i suoi figli, come era successo a lui: Valerie dopo il suo addio al nubilato si era messa alla guida ubriaca fradicia ed era morta schiantandosi contro un camion, Sean era rimasto ucciso nello scontro campale tra supereroi avvenuto al termine della guerra civile, Simon colonnello dell’esercito era morto durante uno scontro a fuoco in Afghanistan.
Che gli restava nella vita? I suoi nipoti Simon Jr. e Nelson, ma erano solo due bambini che presto sarebbero cresciuti e presi dagli amici, dallo studio e dalle ragazze avrebbero avuto sempre meno tempo da dedicare al vecchio nonno.
Perfino al lavoro non era più la stessa cosa: quasi tutti coloro con cui aveva diviso per decenni fatica e aspirazioni ormai erano andati in pensione. Naturalmente altri avevano preso il loro posto, ma certi giorni entrando nella sala del consiglio d’amministrazione Jeremiah guardava i suoi più importanti dipendenti e pensava “Chi è questa gente? Come si chiamano e per cosa li pago?”.
E Bart il suo più caro amico fin dai tempi dell’università, se ne sarebbe andato alla fine del mese. In verità aveva raggiunto l’età pensionabile già da due anni, ma mosso a pietà da quella terribile serie di disgrazie che si erano abbattute su di lui aveva posticipato il congedo.
La cosa che più faceva rabbia a Jeremiah era che non poteva prendersela nemmeno pigliarsela con qualcuno per l’accaduto. Lo specialista che aveva seguito sua moglie aveva fatto tutto il possibile, il camionista non aveva colpa se una cretina ubriaca gli era venuta incontro senza dargli la precedenza che gli spettava… certo poteva odiare il miliziano senza nome che aveva ucciso Simon e gli idioti che avevano approvato quel maledetto atto di registrazione, ma il primo era morto nello stesso conflitto a fuoco in cui aveva perso la vita suo figlio, e il meglio che potesse fare contro quegli idioti che avevano messo quella carogna di Osborn al potere era non votare per loro alle prossime elezioni. Ironicamente la persona con cui era più arrabbiato era Danielle la figlia di Bart e ci stava pure male, perché l’aveva vista crescere. Ma accidenti a lei doveva proprio innamorarsi di uno che abitava in California e seguirlo lì come una cagnolina? Bart naturalmente si sarebbe trasferito a Los Angeles a sua volta per stare vicino alla figlia e con tutta probabilità non si sarebbero più rivisti. Gli sarebbe rimasta solo la direzione dell’azienda, che non avrebbe mai affidato a nessuno per il semplice bisogno di qualcosa che riempisse le sue giornate.
Preso da quei foschi pensieri di solitudine, Jeremiah non notò nemmeno la ragazza bionda dietro di lui. Sentì una grande botta in testa e tutto divenne nero.
 
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-Ne… ne è sicuro? - boccheggiò Eddie Brock, quando il medico gli ebbe riferito l’esito delle analisi.
-Assolutamente. Ho ripetuto i test tre volte. Lei è completamente guarito signor Brock. Non ha più il cancro
 
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Tornato a casa di sera Vin si accertò di essere solo nell’appartamento. La presentazione di Carlie avrebbe dovuto aspettare, visto che sua sorella era in ospedale e il servizio di guardia a Bill Hollister non era certo un’attività esaltante, anche se la compagnia di O’ Neal che aveva accettato di entrare con lui nel servizio di protezione l’aveva reso un po’ più sopportabile.
Era un brav’uomo O’ Neal. Non era uno di quelli che dopo una situazione di pericolo, faceva tutto il possibile per stare a una scrivania ad occuparsi di scartoffie più che poteva. Minaccia doveva solo provare a far di nuovo del male ad Hollister. Ci avrebbero pensato loro a fermarlo.
Chissà dov’era andato Parker. Magari aveva fatto un salto all’ospedale per far compagnia a Carlie e Lily o forse era a caccia di soggetti per le sue foto… non lo conosceva ancora molto, ma gli pareva un tipo simpatico. Sarebbero potuti diventare amici, anche se non era certo un uomo d’azione come lui e il suo partner.
 
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Peter non era tanto sicuro che fosse il caso di andare in giro nei panni del suo alter-ego con Osborn in città, ma quel suonato di Minaccia stava diventando sempre più pericoloso. Come caspita aveva fatto a infiltrarsi al galà, con tutta quella sicurezza? Poteva essere proprio uno della sicurezza, degli invitati, o del catering, ma anche così c’erano centinaia di sospetti… Harry incluso. Peter era convinto che il suo amico amasse Lily. Si capiva dalla luce che aveva negli occhi quando ne parlava e quando stavano insieme, ma purtroppo questo non implicava che non le avrebbe fatto del male: una volta Harry aveva rapito moglie, figlio e cognato e lui si era ritrovato costretto a liberarli. Ricordava ancora ciò che gli aveva detto Raxton quando lo aveva informato che Harry era tornato ad essere Goblin: “Perché non l’hai fermato? Tu fermi sempre i criminali! Fermavi sempre me!”.
All’epoca non aveva potuto dirgli che Harry conosceva la sua vera identità, ma adesso… avrebbe dovuto fare ciò che andava fatto. Almeno nell’agguato subito da Lily c’era il vantaggio che per fare buona figura coi media, Osborn avrebbe dovuto andare a trovarla. Niente Goblin originale per quella notte.
 
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I medici avevano detto che non c’era pericolo, ma Carlie ed Harry erano comunque voluti rimanere con Lily. Anche Bill si era offerto, ma l’altra sua figlia l’aveva dissuaso: -Non puoi restare qui: Minaccia non si è fatto scrupoli ad attaccarti in un rifugio per senzatetto, credi davvero che si farà problemi a devastare un ospedale? Vuoi mettere in pericolo tutti gli altri pazienti e il personale? Ci resto io con Lily e se quel pazzo tornasse, la tua presenza non farebbe alcuna differenza–.
-Ha ragione papà: devi pensare alla campagna. Il dottore ha detto che è una ferita superficiale. Se trascuri i tuoi doveri farai il gioco di Minaccia. Vuoi che raggiunga il suo scopo? - rincarò Lily.
-Odio lasciarti così- mormorò Bill.
-Ce la farò papà. Mi spiace solo che non potrò andare all’inaugurazione della nuova discoteca a Soho-.
-Se penso che l’ultima volta che hai avuto bisogno dell’ospedale temevi di perderti i Digimon…- sospirò Bill. - Ok. Ma chiamami per qualsiasi cosa in qualsiasi momento-.
-Promesso. Ora però fila, prima che arrivino il padre di Harry e Crowne. Vuoi dare loro l’occasione di dimostrarti altra solidarietà? Senza offesa Amore- aggiunse in fretta la bionda. - Ma ci tengo che vinca mio padre. E sarebbe il caso che te ne andassi pure tu: odio i ragazzi con le occhiaie-.
-E a me non dici niente? - s’inserì Carlie.
-Compra qualche barretta da dividere come facevamo quando eravamo piccole e non avevamo sonno-.
Ci fu una breve risata collettiva.
 
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La notte portò tre rapini e due scippi, ma nessun tipo di goblin. A tormentare il nipote di Ben ci pensava anche la storia dell’assassino che metteva ragno-spie sui cadaveri. Chi stava cercando di incastrarlo e perché? E come si era procurato le ragno-spie?
Di colpo squillò il telefono. Era Felicia.
-Ehi, come va? Ho saputo della figlia di Hollister- fece l’albina.
-Ho cercato di trovare Minaccia, ma niente. Per fortuna la ferita di Lily è lieve-.
-Sì lo so. Il TG ne ha parlato. Hollister ci ha assunti di nuovo per la sicurezza. Vuole che almeno uno di noi, sorvegli la figlia in questi giorni. Domani ci andrò io- buttò lì la ragazza.
-Magari ci vedremo lì- rispose Peter, senza accorgersi di stare sorridendo. La possibilità di quell’incontro lo rendeva felice e dopo una chiacchierata di cinque minuti si sentiva stranamente più leggero.
 
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-Per merito dell’attentato subito dalla figlia, e del suo rifiuto di arrendersi, Hollister è tornato in testa! E tu vai pure a farle visita in ospedale! - sbottò Crowne rivolto a Osborn.
-Esce con mio figlio, ci si aspetta che le faccia queste cose- fece annoiato Norman. - Tu mi hai fatto venire qui perché catturassi Minaccia, non per aiutarti ad arruffianare l’elettorato. Per quello hai Bennett mi sembra-.
Crowne digrignò i denti, ma non replicò.
-La mia squadra ha già iniziato le strade ricerche. Troveranno presto quell’imita… quel criminale da due soldi. Mi hai fatto venire qui per questo e questo avrai. Il resto non sono fatti miei- tagliò corto il rosso, prima di alzarsi e uscire dall’ufficio del candidato sindaco.
Crowne rimase a fissare la porta per qualche secondo, dopodiché afferrò il telefono.
 
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Il mattino seguente lo staff del Daily Bugle fu convocato per un’altra riunione
-Ho deciso una nuova linea d’azione: dato che siamo un giornale di Crowne, cercheremo di danneggiare Holister cercando qualcosa sul suo maggior sostenitore-.
-Cioè su Martin Li? Quello che ha vinto due volte di fila il premio per il filantropo dell’anno?!- fece esterrefatta Betty.
-Esatto: nessuno è così pulito! Miss Brando se ne occuperà lei-.
-Brant. Mi chiamo Brant- ringhiò a denti stretti l’ex-segretaria.
-Quello che è. In ogni caso ultimamente gira voce che i malati che vanno al F.E.A.S.T. guariscano miracolosamente. E non dal raffreddore o dall’influenza, ma di cose tipo il tumore. Probabilmente c’è sotto una truffa e ufficialmente indagheremo su quello. Ufficiosamente voglio che troviate qualunque minima scusa per mettere in cattiva luce Li e di conseguenza Hollister-.
Nessuno disse nulla, ma Robbie, Ben e molti altri cominciarono a scrivere mentalmente la loro lettera di dimissioni.
 
 
 
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
Un altro capitolo statico, ma probabilmente già nel prossimo ci sarà un po’ di azione. In ogni caso mi era indispensabile dedicare un po’ di spazio alla situazione generale e ai vari personaggi. Anche se la storia è imperniata sul triangolo Peter-Mary Jane-Felicia, non si può parlare sempre di loro.
Alla prossima!
  
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