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Autore: Ai_Amano    01/04/2023    2 recensioni
Riuscivo a vedere i tuoi occhi brillare e riflettere l'immagine del cavalluccio marino che nuotava piano in quell’Acquario, con il suo ventre gonfio pronto a terminare la gestazione, le tue labbra socchiuse in un'espressione di meraviglia ed incanto, gli occhi grigi sempre tristi, erano un mare di ghiaccio scuro e freddo in cui potevi affondare e morire, soffocato.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Note autore: Ringrazio Darcyanthos per aver corretto questa storia, per aver fatto la copertina della storia, per sostenermi ogni giorno, per sopportare le mie follie, per essermi vicina sempre. Se non fosse per te non credo che scriverei e crederei in me, almeno quel poco che riesco.
 
Spero che vi piaccia, che riesca a lasciare qualcosa. È una storia scritta di getto, in una notte, anche se l'idea era stagnata da tempo.
 
La danza nuziale dell'ippocampo:
 
I due cavallucci si tengono stretti l'uno all'altra attraverso le loro code e danzano insieme per ore. La femmina deposita nella sacca del maschio, una specie di marsupio, le sue uova e dopo averle fecondate le incuba per circa 4 settimane.
(https://www.google.com/amp/s/amp.today.it/animali/cavalluccio-marino-danza-nuziale.html )
 
 
 
 
 
                
 
 
 
Riuscivo a vedere i tuoi occhi brillare e riflettere l'immagine del cavalluccio marino che nuotava piano in quell’Acquario, con il suo ventre gonfio pronto a terminare la gestazione, le tue labbra socchiuse in un'espressione di meraviglia ed incanto, gli occhi grigi sempre tristi, erano un mare di ghiaccio scuro e freddo in cui potevi affondare e morire, soffocato. «Sai, i maschi portano avanti la gravidanza. È straordinario». In quel momento non riuscivo a capirti, non percepivo il tuo desiderio, ma notavo il gesto di appoggiare la mano sul tuo ventre piatto e duro e poi semplicemente richiudevi le labbra, un'espressione vacua e affranta accompagnata da un sospiro di dolore.
«Se fosse possibile anche per noi, sarebbe perfetto » aggiungesti mentre nuove lacrime bagnavano il tuo viso, come fossero un ruscello che, serpeggiando, attraversava il tuo cuore spaccato. Non avevi fatto altro che sperare di riuscire ad avere un figlio con me e continuavi a poggiare le mani sul tuo stomaco come a ricordarti che non possedevi un utero, che non avresti mai avuto quella fortuna.
Ogni giorno, peró, tornavi sempre lì, davanti a quella vasca ad ammirare quei piccoli animali prosperi dai quali eri così affascinato da informarti al punto tale da comprare enciclopedie enormi, eri andato perfino ad un incontro con un biologo marino esperto.
«Ho bisogno di sapere » ripetevi. Eri così felice e così triste allo stesso tempo mentre li osservavi e ne scoprivi di più, ti trascinavi speranzoso nel poter realizzare una pozione che potesse rendere reale quel tuo desiderio. Giorno e notte eri rinchiuso nel tuo studio, tomi e antichi testi alchemici sparpagliati lungo il tavolo e a terra, non c'era un minimo di spazio per poter passare, il pavimento si confondeva talmente tra tutto quel caos tanto da non vedersi quasi più. I tuoi capelli ad ogni fine giornata erano unti a causa dei fumi che le posizioni rilasciavano nel laboratorio. L'odore acre e acerbo delle sostanze che usavi ti erano rimaste addosso, sulla pelle ed i vestiti. Ma il modo in cui uscivi da quella stanza…era come se un pezzo di felicità ti si fosse stata cucita addosso, poi peró, tornavi affranto e sconfitto ogni volta che eri cosciente che avresti dovuto ricominciare tutto daccapo.
Entravi nel mio ufficio di nascosto, quasi strisciando nell'ombra, nascondendoti sempre dietro a ogni mio collega per non farti vedere, avevi imparato perfettamente i loro spostamenti, gli orari in cui, in genere, ero solo per gettarti su di me, con il fiato corto, il corpo bollente e desiderioso. Io ti prendevo, ti facevo ogni volta mio. Ti divoravo di baci, accarezzavo il tuo corpo e quasi strappavo i tuoi vestiti, entrando in te con tanta di quella veemenza e voracità, che quando tornavo a casa da mia moglie, ero sempre stanco e più morbido. Con te potevo essere feroce, con te potevo esprimere i miei desideri senza vergogna e timore di fare del male.
Speravi sempre che la pozione facesse effetto, speravi di esserci riuscito, ma appena fallivi tornavi lì, seduto ad ammirare quegli animali per te fortunati, che continuavano a nuotare inconsapevoli dell'invidia che un mago riuscisse a provare per loro. « Se potessi darti un figlio, tu saresti mio » era triste sentirtelo dire, ma io non avevo mai replicato, semplicemente ti guardavo senza darti nessuna conferma, mi lasciavo trasportare da quell’argento che avevi negli occhi gonfi e contornati di rosso. Le tue labbra tremavano, le lacrime copiose uscivano ogni volta, sentivi d’essere sempre un fallimento, ti sentivi incompleto, perché non potevi darmi ciò che desideravo e che Ginny invece poteva darmi senza problemi, senza stratagemmi, senza lunghe attese. Ti ho amato così tanto, ho voluto solo proteggerti, ho cercato sempre di farti capire che mai ti avrei lasciato solo perché non potevi darmi un figlio.
Il mio restare con Ginny non era per amore ma per mera paura di perdere quella che consideravo la mia famiglia: I Weasley.
E tu purtroppo rimanevi il mio amante che si spostava di nascosto, che amavo in segreto nel mio ufficio o nella stanza di quell’ Hotel di Londra accanto all'Acquario. Venivo raramente a casa tua, non restavo mai, scappavo sempre dopo il sesso e tu piangevi ogni maledetta mattina perché il lato che occupavo restava sempre l’ombra del vuoto che lasciavo anche nella tua vita. Non ho mai voluto ferirti, ti avrei amato piacevolmente alla luce del giorno, ti avrei fatto capire quanto stavo bene con te e quanto mi bastasse solo ascoltarti parlare per essere felice. Le giornate che passavi a creare pozioni, l'orgoglio che provavo nel vederti migliorare ogni giorno e fare ricerche mediche d'avanguardia nel mondo magico…Ti avrei lodato e venerato se solo io non fossi stato un codardo tanto da permettere alla paura di prendere il controllo, di occupare il primo posto nella mia vita. Ti lasciai, tu non reagisti. Era come se te lo sentissi dentro da tempo, avevi di nuovo portato le mani in grembo e con un soffio di voce avevi commentato: «È perché sono incompleto.» Ed io avrei potuto ribattere, dirti che non era per quello, non mi interessava che non potevi darmi figli, ma tutto ció che mi uscì fu: «Ginny è incinta» e lì crollasti, sulle tue stesse gambe, cadendo seduto a terra e con gli occhi spalancati nel vuoto ma fissando, incredulo e distrutto, tutto ciò che non avevi mai potuto realizzare. Non ci siamo più visti. Non sei più scivolato verso il mio ufficio nè sei più venuto in quella stanza di Hotel, ma dopo tanto tempo ti rincontrai a quel famoso Acquario: Eri seduto di nuovo davanti a quella vasca, sorridevi mentre osservavi i cavallucci marini nuotare ed il cuore mi batteva forte in petto perché vederti, anche dopo anni, mi aveva reso felice. Mi avvicinai e voltasti i tuoi occhi di un argento finalmente vivo e brillante, con una smorfia di un sorriso più compiaciuto e sprezzante -proprio come il vecchio Malfoy- colpendomi duramente a parole, inconsapevole che ti avevo amato e tuttora ti amo: «Ci sono riuscito, sai? » Avevi il ventre comunque piatto, le mani posate a riposare lì ed io sentivo come se quella fosse una bugia. Mi ci volevo aggrappare saldamente a quella sensazione di menzogna.« Theo ha avuto più forza di te nell’aspettare, anzi, non mi ha mai fatto sentire come se fossi incompleto. Mi ama nonostante tutto. Ma ora…» Ascoltai, sedendomi accanto a te, tu mi guardasti sorridendo, ma disprezzandomi con lo sguardo per poi continuare: «Ora saremo una famiglia »Ti alzasti per salutarmi con un lieve cenno della mano e io cercai di richiamarti e dirti finalmente che mai e poi mai ti avevo amato a metà, che non era quello che desideravo da te. «Anche io ti amo, nonostante tutto.» Trovai il coraggio e ti fermasti per sentirmi, ti vidi tremare e avere un sussulto, le mani strette a pugno lungo i fianchi, ma non ti eri girato, eri andato via con passo più svelto, lasciandomi solo davanti a quella vasca, quella maledetta vasca dove avevi iniziato a provare invidia e dove avevi osservato le tue paure lasciando che prendessero vita. In quel luogo dove io non ho mai avuto il coraggio di dirti nulla se non in ritardo, con te ormai felice con un altro diverso da me.
Tornare a casa fu dura, rendermi conto della scelta fatta mi portava solo a trascinarmi a fatica e sentirmi fuori posto in quella cornice di famiglia che avevo costruito dopo averla tanto desiderata, ora mi risultava semplicemente troppo stretta, troppo sbagliata. Nonostante quell'amore segreto di cui avevo cercato di prendermi cura, avevo perso chi amavo realmente. Ti ho perso. È come se ti avessi tenuto così stretto a me da spezzarti, ferendoti così gravemente, senza mai aver ricucito quelle ferite.
Ed ora che le ferite si sono rimarginate e sono state curate da un altro, per la prima volta ti ho visto sorridere mentre tenevi tuo figlio tra le braccia, felice, con Theo che ti accompagna alla luce del sole, a differenza mia che ti oscuravo, lasciandoti sprigionare vita solo durante la notte. Provo a nascondere l'odio e il disgusto per me stesso, per non esserci stato io al tuo fianco. Chissà se mai riuscirai a perdonarmi per aver scelto la via più facile. Perdonami se mai potrai, anche se tutto questo è solo parte di una lettera scritta nella mia mente che non riuscirai mai leggere. Perdonami per non aver trovato il coraggio di danzare come un cavalluccio marino.
   
 
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