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Autore: Alis_Weasley    02/04/2023    0 recensioni
Cronologicamente ambientata alla fine della seconda stagione.
Shigaraki Tomura minaccia Izuku al centro commerciale.
E se... invece di Uraraka, a trovarli fosse stato Bakugo?
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Shigaraki Tomura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Deku era rimasto schiacciato sotto il peso di quel braccio, paralizzato nella morsa di quella fredda mano avvinghiata intorno al proprio collo. Il gelo gli aveva pervaso le ossa e gocce di sudore freddo gli imperlavano la fronte. Più dei gesti invadenti di quello sconosciuto incappucciato, era stata la sua voce a farlo tremare sul posto. Shigaraki Tomura.
Dopo essere letteralmente scomparso nel nulla in seguito all’attacco alla Yuuei, si era nuovamente palesato in quel centro commerciale e ora si trovava alle sue spalle, con le dita attorno al suo collo e gli sarebbe bastato un niente per ridurlo in pietra e poi in frantumi. Niente più Deku. Addio ai suoi sogni e alla fiducia che All Might aveva riposto in lui.
Gli ingranaggi del suo cervello stavano già girando freneticamente, vagliando le possibilità che aveva davanti. Avrebbe potuto urlare per attirare l’attenzione degli eroi professionisti nelle vicinanze. Ma quello psicopatico aveva già minacciato venti o trenta delle persone che si muovevano tranquillamente nello spiazzo intorno a loro. Famiglie con bambini; innocenti che, ignari di ciò che stava avvenendo proprio sotto il loro naso, sorridevano allegramente. Izuku voleva proteggerli ad ogni costo; era questo che avrebbe fatto All Might, il compito di un eroe.
Doveva agire con cautela. Soprattutto perché aveva a che fare con un soggetto palesemente instabile, che non era mosso da ideali che potessero rendere prevedibili o minimamente comprensibili le sue azioni. Sembrava essere spinto solo ed unicamente dai propri egoistici desideri e Izuku, al momento, non aveva modo di scoprire quali fossero.
Mentre quel viscido individuo gli parlava all’orecchio e aumentava la presa sulla sua trachea fino a fargli lacrimare gli occhi, il ragazzo dai folti e disordinati capelli verdi pregò affinchè nessuno dei suoi amici fosse nei paraggi. Non voleva che venissero coinvolti. Doveva essere in grado di gestire la situazione da solo, facendo in modo che nessuno si facesse male. Per questo si costrinse a rispondere ai deliri di quel folle, nella speranza di guadagnare tempo e farsi venire un’idea migliore in mente.

“Midorya. Lo vedo come i tuoi occhi cercano disperatamente un appiglio, una via di fuga, un’idea geniale da usare contro di me” lo punzecchiò quello, alitandogli all’orecchio.
Ciò detto strinse ancora di più le dita, strozzando il respiro a Izuku che prese a contorcersi inutilmente.
“E’ tutto inutile… sei nelle mie mani, letteralmente” disse, per poi scoppiare a ridere sguaiatamente.
“N-non la passerai liscia…” soffiò Izuku, lottando con le lacrime che premevano per uscire “ All Might ti-”
“Stai zitto!” abbaiò quello, a un palmo dal suo naso. “Non dire un’altra parola o-”
“DEKU?!”
Una voce rabbiosa li interruppe e fece sobbalzare entrambi. Izuku riconobbe subito quel tono profondo e graffiante come solo il suo sapeva essere. Il cuore gli saltò in gola. Non poteva essere. Non sarebbe dovuto essere lì. Non si era recato al centro commerciale insieme a tutti gli altri, quindi perché?! Era l’ultima persona che avrebbe voluto coinvolta in quella situazione, eppure Izuku non potè fare a meno di sentirsi estremamente sollevato, al punto che si sarebbe messo a piangere per la felicità. Prima ancora di trovare conferma con i propri occhi sgranati, il pupillo di All Might era già certo di chi si trovasse alle spalle sue e di Shigaraki Tomura: Bakugo Katsuki. Sopracciglia aggrottate, denti digrignati, pugni serrati. La sua classica postura ma se possibile i suoi occhi emettevano ancora più fiamme del solito. Era a dir poco furioso e sembrava potesse fare esplodere l’intero centro commerciale da un momento all’altro.

Shigaraki Tomura aveva allentato la presa sul collo di Izuku quel tanto che bastava per permettergli di ruotare la testa e rivolgersi al compagno, mentre lui non si era voltato, rimanendo una anonima figura incappucciata fin troppo vicina al ragazzo dai capelli verdi, agli occhi di Bakugo.
“K-kacchan!” esclamò con voce stridula Deku.
“Fallo andare via, oppure sei morto. Entrambi lo siete” sibilò Shigaraki Tomura, senza togliergli il braccio dalle spalle.
Katsuki grugnì minaccioso in risposta.
“C-cosa ci fai qui?” domandò Izuku. Il tono sempre troppo acuto. Sperava per lo meno che non gli fosse tremata la voce.
“Io? Cosa cazzo fai tu, nerd di merda!” ringhiò il biondo in risposta, sempre più alterato.
“N-niente…” balbettò Izuku.
“Quello chi è?!” continuò Bakugo, muovendo un passo nella loro direzione e allarmando il compagno.
“Un amico! E’ un mio a-amico! Noi stavamo parlando, q-quindi… ma gli altri dovrebbero essere qui nei paraggi, Kacchan!” quasi gridò in preda al panico il ragazzo dai capelli verdi, vedendolo continuare l’avanzata minacciosa e in procinto di fare il giro per finire proprio di fronte a loro. Se avesse visto Shigaraki Tomura in faccia sarebbe stata la fine.
“Non dirmi cazzate!” gridò Katsuki, facendo spalancare gli occhi a Izuku. “Li conosco tutti i tuoi merdosi amici” aggiunse, quasi ringhiando. “Questo chi cazzo è?!”.

Katsuki e Izuku erano cresciuti insieme. Si conoscevano meglio di quanto il primo avesse voluto ammettere e proprio per questo i suoi occhi cominciarono a sgranarsi mentre si faceva più vicino e acquisiva consapevolezza della situazione. All’inizio aveva creduto che Izuku fosse in atteggiamenti intimi con quel pezzo di merda, di chiunque si trattasse e che stesse cercando di mandarlo via per poter continuare a fare qualsiasi cosa stessero facendo. Solo al pensiero a Katsuki si arrotolava lo stomaco e saltavano i nervi. Ma ora, che poteva scrutare più da vicino l’espressione di Deku, poteva notarlo chiaramente: era spaventato.
A quel punto la posizione in cui si trovavano le due figure di fronte a lui assunse dei nuovi connotati. Il pezzo di merda aveva un braccio attorno alle spalle di Deku, ma quest’ultimo era rigido e i suoi occhi erano lucidi. Le labbra tremavano mentre, ancora una volta, con una voce stridula provava a dirgli che avrebbe fatto meglio a raggiungere gli altri.
Katsuki si infuriò ancora più di prima al pensiero che qualcuno avesse messo le mani addosso al nerd contro la sua volontà, al pensiero che lo stesse minacciando e ancor di più di fronte al fatto che quell’idiota stesse cercando di mandarlo via, nonostante la situazione fosse palesemente oltre il suo controllo.

“Ooi, tu.” frecciò con tono spaventosamente basso Katsuki, puntando gli occhi sulla nuca incappucciata di Shigaraki Tomura.
“K-kacchan…” pigolò Deku, supplichevole.
“Parlo con te, pezzo di merda!” continuò quello, il tono via via sempre più alto e l’odore di bruciato che si diffondeva nell’aria.
“N-no, basta Kacchan. Qui va t-tutto be-”
“TOGLIGLI LE MANI DI DOSSO O TI FACCIO ESPLODERE IL CERVELLO, BRUTTO BASTARDO!” Gridò a pieni polmoni Bakugo Katsuki, attirando lo sguardo di chi gli stava intorno. Tremava dalla rabbia e del fumo cominciava a fuoriuscire dai palmi delle sue mani. Deku deglutì a vuoto. Eppure, nonostante fosse tutto un immenso casino, non potè evitare di sentirsi lusingato. Kacchan aveva preso le sue difese. Il suo Kacchan…

“Quindi questa è una scenata di gelosia in piena regola” sghignazzò maligno Shigaraki Tomura, andando a rinsaldare nuovamente la presa su Deku.
Il ragazzo in questione emise un gemito strozzato sentendo nuovamente l’aria venire a mancargli.
“Deku!” ruggì il biondo, cui stavolta il gesto non sfuggì.
Con un balzo fu davanti a loro ma anche a lui morì il respiro in gola quando si rese conto di chi aveva di fronte. Il “pezzo di merda” era lo stesso villain con cui si erano scontrati qualche tempo prima. Quello che aveva il potere di fare a pezzi le cose con un solo tocco e quelle mani, quelle sue fottutissime luride mani…adesso erano attorno alla pelle nivea del collo di Izuku.
Midorya, con gli occhi pieni di lacrime, cercò di dire qualcosa ma con scarsi risultati. L’unica cosa che Katsuki distinse fu uno “scappa, Kacchan…!” che lo fece incazzare ancora di più.
“Col cazzo!” ruggì in risposta e, senza pensarci due volte, emise col palmo una forte esplosione a due passi dal viso di Shigaraki Tomura. Il villain, che evidentemente non si aspettava una reazione simile, per proteggersi dall’impatto lasciò la presa sul collo di Izuku il quale, tornato a respirare, tossì rumorosamente, accasciandosi per terra.
Bakugo lo trasse a sé, tenendolo dalla vita mentre con l’altro braccio continuava a emettere esplosioni a ripetizione. La gente intorno a loro ormai era in preda al panico, urlava e correva in tutte le direzioni. Presto sarebbero arrivati i soccorsi. Tutti e tre lo sapevano. Per questo Shigaraki Tomura, dopo aver lanciato uno sguardo colmo d’odio ai due ragazzi, così come era arrivato, pensò bene di dileguarsi. Di nuovo.
Bakugo emise un grido di frustrazione. Dopo si voltò verso il ragazzo che si era accasciato contro il suo petto e che lui ancora reggeva contro di sé per la vita.
“Deku..! Oi, Deku! Non farmi scherzi, idiota!” abbaiò, mal celando la propria preoccupazione e cercando col proprio, lo sguardo smeraldino del giovane Midorya, che ancora teneva gli occhi chiusi.
“K-kacchan…” - ansimò l’altro in risposta, riaprendoli appena - “…scusami se ti ho detto di andartene, in realtà ero così contento di vederti…” sussurrò poi, col poco fiato che gli restava in corpo.
Katsuki a quel punto, appurato che Izuku stava bene e che non aveva perso il maledetto vizio di scusarsi per ogni cosa, si lasciò andare a un piccolo ghigno e rispose: “deve ancora arrivare il giorno in cui potrai darmi degli ordini, nerd”.
Deku ridacchiò, anche se la cosa gli costò un certo sforzo e dolore. Dopo le sue dita si mossero goffamente a cercare quelle di Katsuki.
“Grazie Kacchan…”.
Il biondo le strinse automaticamente in risposta, senza aggiungere altro, per poi voltare il viso altrove e arrossire leggermente mentre si facevano più vicine le voci dei professionisti che arrivavano a soccorrerli.
“Tsk. L’ho fatto solo perché mi piace prendere i cattivi a calci in culo, che ti credi…”
 
 
 
 
   
 
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