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Autore: Milly_Sunshine    03/04/2023    0 recensioni
Non importa se siamo bambini, adolescenti, adulti, persone tranquille oppure tormentate, angeli della morte, aspiranti killer, creazioni di laboratorio, animali domestici, fenomeni atmosferici o addirittura automobili: abbiamo il sacrosanto diritto di vedere le cose dalla nostra prospettiva e di narrare la nostra storia. /// Una raccolta disomogenea di racconti scritti a vent'anni e dintorni (o anche poco venti e molto dintorni), alcuni pubblicati nella loro forma originale, altri a seguito di una piccola revisione. La maggior parte risalgono all'epoca dei forum, qualcuno ha partecipato a contest di scrittura sul forum Scrittori della Notte o su altri forum simili. I rating variano dal verde all'arancione e la maggior parte dei racconti hanno lunghezza da one-shot, alcuni tuttavia secondo EFP sarebbero da considerarsi flashfic.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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VENERDÌ 13

"Oggi è venerdì 13", diceva la radio, quando si è accesa in automatico, nell'avviare la macchina.
Ho infilato un CD nel lettore, perché non avevo voglia di sentire parlare di venerdì 13. Un tempo si diceva che fosse il venerdì 17, quello che portava sfortuna, ma soprattutto non ho voglia di ascoltare gente che parla alla radio, qualunque cosa dicano.
Oggi è venerdì 13, ma non me ne importa niente, perché sarà una giornata come tutte le altre, in cui gente ignara del fatto che sia andata a letto alle tre di notte si lamenterà con me di essere stanca perché è andata a letto alle tre di notte.
La radio non parla più, adesso risuona ad alto volume un CD masterizzato di una cantante di teen-pop. Ogni tanto ho momenti vintage, che mi riportano a quando avevo diciotto o diciannove anni.
Per forza che ho momenti vintage, sarebbe di una noia mortale ascoltare ogni giorno gente che parla di venerdì 13, di notizie attira-click vecchie di una settimana e già smentite da qualche giorno, che mi esorta a mandare loro messaggi watsapp per raccontare cosa sto facendo... e tutto per farmi sentire una canzone ogni dieci minuti.
È venerdì 13, ma non è la ragione per cui qualcosa non funziona, un ingranaggio salta e con esso salta anche tutto il resto.
Niente venerdì 13, niente notizie attira-click, niente wattsapp... non ho wattsapp e se anche ce l'avessi non lo utilizzerei per raccontare a quelli della radio che sono per strada.
Per strada c'è gente che va ai due all'ora. Non sono vecchi con il cappello di paglia in testa, probabilmente sono troppo impegnati a mandare messaggi su wattsapp mentre sono al volante.
La canzone che esce dallo stereo è ritmata, è movimentata.
Mi piace di più la seconda parte del CD, con le sue canzoni tristi e malinconiche, ma in questo momento sono incazzata e non ho voglia di tristezza e malinconia.
Ci sono lavori in corso, c'è un senso unico alternato, c'è un piccolo semaforo rosso in mezzo alla strada.
Mi fermo e alzò gli occhi, controllo nello specchietto se c'è qualcuno dietro di me. Mi sento braccata, inseguita dalla consapevolezza che qualcosa di spiacevole si stia per abbattere su di me.
Non è la prima volta, conosco questa sensazione, saprei come combatterla, ma oggi la vedo dura.
"Perché è venerdì 13", direbbero alla radio, e non perché stavo al computer fino a venti minuti fa.
Adesso sono impegnata in una lunga corsa contro il tempo e non ho tempo per chiedermi quanti caffè abbiano già bevuto tutti quelli che tra poco si lamenteranno di essere troppo stanchi per tenere gli occhi aperti.
Non ho tempo nemmeno per chiedermi quante ore dormirò questo weekend, come trascorrerò questo weekend e come arriverò a domenica sera.
Ancora non lo so, che domenica sera il ricordo di un venerdì 13 si fonderà, a modo suo, con l'aura nefasta del venerdì 17.
Nessun giorno, di per sé, ha un'aura nefasta, ogni data ha il solo significato che le vogliamo attribuire.
So quali sono, per me, i giorni nefasti, e anche se in questo momento ho l'acqua alla gola mi sento libera, libera di dimenticare la radio, libera di ascoltare una ragazzina che canta a proposito di feste e amori eterni, perché quando hai diciotto anni se ti ecciti per qualche secondo pensi già che sia amore eterno.
Poi tutto finisce.
Superati semafori e persone che vanno ai due all'ora perché sono impegnati a smanettare sullo smartphone, nulla mi separa più dalla mia missione da compiere.
Rallento un attimo, nel guardare un signore anziano che cammina appoggiato a una bicicletta carica di sacchetti della spesa. In passato lo incrociavo ogni venerdì. Non lo vedevo da tempo. Pensavo che...
...
...
...meglio non dirlo.
Riprendo velocità, poi rallento di nuovo nel passare sotto all'autovelox e nello svoltare a sinistra, verso la via desolata.
Parcheggio.
Scendo.
Mi sento ancora braccata, ma trovo il tempo di controllare che la portiera si sia chiusa a chiave. Non mi fido tanto del telecomando.
Inizio a correre.
Forse non è troppo tardi, forse tutto andrà per il verso giusto.
Continuo a correre, fino al momento della verità.
Alla fine striscio il badge, un attimo prima che sia troppo tardi. Anche oggi non sono arrivata in ritardo.
   
 
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