Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Giuly_2_21    03/04/2023    1 recensioni
PREQUEL/SPIN-OFF DI LOST IN THE ANIME MULTIVERSE E SEQUEL DI JJBA VENTO AUREO
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Dopo lo scontro con Diavolo a Roma Giorno riesce finalmente a salire ai vertici di Passione e diventarne il Boss.
Ma la strada per coronare il suo sogno è ancora lunga e irta di ostacoli.
Affiancato da vecchi e nuovi alleati e pronto a tutto pur di non venir meno alle promesse fatte, il ragazzo dovrà affrontare l'ombra che attanaglia l'Italia da decenni e regolare i conti con il suo passato e le conseguenze delle sue scelte.
Ma non sempre tutto va secondo i piani…
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NUOVO CAPITOLO OGNI LUNEDI (FINO A ESAURIMENTO SCORTE)
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Giorno Giovanna, Guido Mista, Nuovo personaggio, Pannacotta Fugo, Trish Una
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Anime Multiverse Series'
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-Marco!! Alice!! Grazie a Dio state bene!!- esclamò Augusto correndo incontro ai nipoti e abbracciandoli.

-Nonno. Ci dispiace. Non dovevamo coinvolgerti in tutto questo- si scusò Marco a nome suo e della sorella.

-No. Non preoccupatevi per me. Pensate a voi piuttosto. Siete nel mirino della Carboneria- disse l'anziano per poi correre a serrare porte e finestre -Dio. Speriamo che nessuno venga a farci visita di nuovo-

-Su questo potete stare tranquilli- intervenne Giorno -Ho allertato i miei sottoposti. Pattuglieranno la zona e fermeranno chiunque sembri sospetto-

Augusto sembrò acquietarsi un poco.
-Te ne sono infinitamente grato, ragazzo. Se c'è qualcosa che posso fare…-

-Non voglio creare ulteriore disturbo. Tuttavia ho bisogno di parlare con Marco e Alice. È un problema se glieli rubo un attimo??- chiese allora.

Augusto guardò un attimo i nipoti e a un loro cenno affermativo disse: -Fai pure. Tanto per oggi resteremo chiusi-

Il quintetto si spostò nella sala da pranzo e si sedette al tavolo prenotato dal trio di Passione al quale vennero aggiunte due sedie per i gemelli. Il lupo si sdraiò sotto il tavolo tra le gambe di Marco.

-Immagino che delle presentazioni fatte come si deve siano necessarie- esordì Giorno -Io sono Giorno Giovanna. E, prima che me lo chiediate, Giorno è il nome-

-Guido Mista. Anche se già lo sapete- lo seguì Mista -E questi scriccioli gialli sono i Sex Pistols- proseguì indicando i piccoli stand a caccia di briciole. N.5 ne trovò una bella grossa, ma N.3 gliela rubò di mano, lasciandolo in lacrime. Alice intenerita gliene allungò un'altra che accettò con un piccolo sorriso.

-Carino- commentò la ragazza, mentre gli accarezzava la testolina sotto gli occhi invidiosi degli altri esserini e quelli imbarazzati di Mista.

-Io sono Fugo Pannacotta- si presentò per ultimo il ramato, non particolarmente interessato al teatrino dei Pistols.

-Pannacotta??- esclamò sorpreso Marco -Ma sei...??-

-... parente del famoso avvocato??- concluse Fugo per lui -Sì. Ma non ne voglio parlare-

Marco alzò le mani in segno di resa e si presentò a sua volta.

-Io sono Marco Antonio Zeppeli, ma chiamatemi pure solo Marco. E questa palla di pelo qui sotto è Smells Like Teen Spirit, anche se io lo chiamato semplicemente Teen Spirit-

Il lupo in risposta si alzò e appoggiò le zampe sul tavolo. Si poteva quasi scambiare per un innocuo cucciolone se non fosse per le fauci sporche di sangue.

-È un portatore di stand??- domandò Mista curioso.

-Un portatore di cosa, scusa??- contro domandò Marco confuso, accarezzando distrattamente l'animale.

-Stand. É l'emanazione fisica dello spirito combattivo di un individuo- spiegò Fugo -I Sex Pistols sono stand così come il Lithum di tua sorella-

-Ah- disse Marco -Allora no. Non è un portatore di stand. Semmai è uno stand-

Mista sgranò gli occhi e pure Giorno alzò un sopracciglio perplesso. Ne avevano visti di stand bizzarri nelle loro avventure, ma quello superava tutte le loro aspettative. Era fin troppo normale per essere uno stand!! Teen Spirit sembrava e si comportava proprio come un cane. Nulla faceva pensare che fosse in realtà più simile ai Sex Pistols e a Gold Experience che a un animale da compagnia.

-Quando l'ho visto per la prima volta- spiegò il giovane Zeppeli -pensavo fosse un cane-lupo perso da qualche turista o riccone. Ho chiesto in giro se era di qualcuno, ma non trovavo nessuno che lo riconoscesse. Poi ho iniziato a notare comportamenti anormali. Compariva e spariva anche quando gli era fisicamente impossibile farlo. Non sembrava soffrire la fame o la sete. Rispecchiava sempre il mio umore e capiva i miei pensieri. Riusciva a rintracciare cose o persone anche senza averle mai viste o annusate prima. Quando infine ho visto che riusciva a vedere Lithum, a differenza di mio nonno, e a interagirci, a differenza mia, ho fatto 2+2 e compreso che erano simili-

-Uno stand a ricerca automatica. Interessante- commentò Giorno.

-Invece il tuo può rendere intangibili oggetti e persone incluso sé stesso, giusto??- aggiunse rivolgendosi ad Alice.

-È così- confermò lei -Ma come avrete già notato, ha dei limiti piuttosto significativi. L'intangibilità dura finché Lithum rimane a contatto con l'oggetto e comunque non dura più di 5 minuti dalla prima attivazione-

-Sapessi quante volte è rimasta incastrata nelle pareti di casa- commentò Marco con tono vagamente divertito.

Alice scoccò un'occhiataccia al fratello prima di proseguire: -Ci voglio altri 5 minuti prima che possa riattivarla, ma capite bene che durante uno scontro quella pausa potrebbe essermi fatale. Per questo cerco di colmare questa mancanza con questa- e mostrò la pistola (come l'avesse recuperata nessuno lo sapeva) -e queste- e fece scaturire dalle mani delle Onde Concentriche.

-L'Hamon- disse Fugo.
-Lo conoscete??- chiese Alice stupita.

Fugo non disse nulla, ma usando la tecnica di respirazione scoperta a Miami fece scaturire delle fragili onde sulla sua mano. Ora fu il turno dei gemelli di restare stupiti.

-Anche tu le sai usare?!- esclamarono all'unisono -Come?! Da quando?!-

-Settimana scorsa. È stato un vecchio di nome Joseph Joestar a sbloccarmele. O sarebbe meglio dire che ha soltanto finito ciò che tu, Alice, hai iniziato con quel pugno nelle fogne-

-Ah okay- disse la ragazza per poi strabuzzare gli occhi ed esclamare: -Aspe'. Hai detto Joseph Joestar?!-

-Sì. Il vecchio compare di vostro prozio Caesar. Ci ha spiegato lui delle Onde e del raro fattore ereditario. È grazie a questo se siamo riusciti a trovarvi- spiegò Fugo chiarendo i dubbi dei gemelli.

-Capisco. Ma, perdonate la mia curiosità, come conoscete Joseph Joestar?? Non abita forse dell'altra parte del mondo??- chiese Marco.

Giorno trovò la domanda un po' insolita, ma decise comunque di rispondergli sinceramente. Ormai aveva capito che se voleva la loro fiducia e informazioni sincere, doveva dargliene a sua volta.

-Recentemente suo nipote mi ha contattato per discutere su certe questioni di famiglia. Così ho scoperto di essere loro parente. Anche se in modo alquanto… bizzarro. Ma è una storia decisamente troppo lunga per essere raccontata qui e ora-

Per un attimo sia Marco che Alice assunsero un'espressione strana come se avesse appena realizzato qualcosa.

-Che buffo. Sembra che le nostre famiglie siano destinate a incontrarsi ogni tot di generazioni- commentò poi Marco.

Giorno ebbe l'impressione che stesse nascondendo qualcos'altro, ma non indagò oltre. Aveva domande ben più importanti da porre. E così fece.

-Marco. Alice. Mi rendo conto che sia una questione personale e di non avere certo un'intimità tale da pretendere di sapere. Tuttavia desidero comprendervi almeno un po', quindi vorrei chiedervi il perchè. Perchè vi opponete alla Carboneria??-

In realtà Giorno aveva già una teoria in proposito grazie alle informazioni racimolate da Mista, ma voleva averne conferma da loro.

-Non serve mettere le mani avanti. Abbiamo derubato la vostra organizzazione e attirato qui dei nemici. Avete tutto il diritto di sapere il perchè. Ma vi avverto è una storia lunga- esordì Marco -Tutto ebbe inizio alla fine della seconda guerra mondiale. Nostro nonno Augusto sposò Ilaria Pastieri, figlia del proprietario di questo locale e così facendo ne divenne il titolare. Per i primi anni le cose andarono bene: gli affari erano fruttosi; la loro vita felice; loro figlio Livio, ovvero nostro padre, sano e forte… poi nel '57 arrivò lei-

Non fu necessario specificare di chi stesse parlando. Bastava anche solo nominare quell'anno fatidico per far riaffiorare nella mente dei napoletani il ricordo dell'Ombra Partenopea, la potente e spietata cosca mafiosa del clan Umbra che da quell'anno per quasi 40 anni aveva dominato il Mezzogiorno.

-L'Ombra iniziò a fare sempre più pressione sul locale per la protezione- continuò Marco -Nostro nonno cercò di accontentarli, anche se questo portò il locale sull'orlo del fallimento. Nel '65 la nonna si ammalò e non avendo soldi per curarla, morì. Questa fu la goccia che spinse nostro padre, appena quindicenne, ad agire. Seppur schifato dall'Ombra, si unì a essa e ne scalò la gerarchia per poter levare tutta quella pressione economica dal locale e salvare il nonno. Sfruttando la sua posizione e influenza, cercò di aiutare anche altri nella sua stessa situazione. In quel periodo conobbe anche nostra madre, Medina Valsesia, pure lei immischiata in quegli affari più per sopravvivenza che per vocazione. Nostro padre sperava un giorno di poter raggiungere un'influenza tale da cambiare l'Ombra dall'interno, ma poi arrivò il '72 e con lui la faida con la Carboneria-

-La guerra del Tirreno…- disse Fugo con un filo di voce.

Nessuno dei cinque l'aveva vista iniziare e quando era finita, nel '92, erano poco più che bambini. Tuttavia avevano sentito nelle voci di chi l'aveva vissuto la paura che aleggiava nelle strade in quel periodo; avevano sperimentato, seppur per poco, il terrore di ritrovarsi nel luogo sbagliato nel momento peggiore e di rimanere uccisi.

-I nostri genitori ne furono coinvolti, a loro malgrado. E purtroppo nessuno dei due visse abbastanza a lungo per vederne la fine…-

Il ragazzo si rabbuiò. Il ricordo di quel giorno, riportato a galla nel precedente scontro, era ancora fresco, troppo per riuscirne a parlare. La sorella intuì il suo stato d'animo e decise di continuare al suo posto.

-23 settembre 1985. Non avevamo nemmeno due anni. Nostro nonno lo scoprì tramite Tg. La loro auto era sbandata e una fuoriuscita di benzina aveva provocato un incendio. All'arrivo dei soccorsi non c'era più nulla da fare-

-Ci dispiace- disse Giorno.

-Tranquillo. È successo molto tempo fa- rispose Alice anche se era evidente che il tempo trascorso non aveva affatto cancellato il dolore -Fu nostro nonno a prendersi cura di noi dopo quell'incidente. Non fu facile. Nonostante gli anni di servizio dei nostri genitori, l'Ombra non fu magnanima con noi. La gente aiutata da loro un po' di più, ma questo non bastò. Fin da piccoli siamo stati costretti a rubare per strada e a lavorare nel locale. Nostro nonno avrebbe tanto voluto che andassimo a scuola; anche a noi sarebbe piaciuto, ma non fu possibile. Nemmeno nel '92, quando l'Ombra si sciolse e Passione divenne la nuova padrona di Napoli, le cose cambiarono. Nonostante Passione ci avesse promesso il contrario-

Alice pronunciò quell'ultima frase stizzita e strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche. Marco le appoggiò una mano sopra come per calmarla. Sembrò riuscirci poiché la bionda distese le dita.

-La situazione cambiò 4 anni fa quando trovammo per caso un vecchio quaderno di nostro prozio Caesar con tutti gli appunti sulle Onde Concentriche. Lo leggemmo estasiati e scoprimmo di possederle anche noi. Così iniziammo ad allenarci da autodidatti e nel giro di un paio di anni riuscimmo a padroneggiarle anche discretamente, se mi posso sbilanciare-

Si lasciò scappare un mezzo sorriso, ma durò il tempo di un soffio.

-Non passò molto tempo prima che il nonno lo scoprisse. Non ne fu particolarmente contento e considerando che lo zio è morto proprio in quanto guerriero delle Onde, be', non lo biasimo. Ci lasciò fare, a patto che fossimo prudenti. Dopo un po' decidemmo di indagare sulla morte dei nostri genitori. C'era qualcosa che non ci tornava in quella storia, specie sapendo in che tipo di organizzazione lavoravano. Per lo stesso motivo, abbiamo cercato di agire fin da subito in incognito. Non potevamo rischiare che un nostro errore decretasse la morte anche del nonno. Non se lo sarebbe meritato. Prendemmo ispirazione dai nostri cari fumetti e diventammo Harley e V. Poi gli sbirri ci scambiarono per Arlecchino e Pulcinella, ma questo è un dettaglio irrilevante.
Rubammo alla polizia i fascicoli sul caso e scoprimmo che sul posto erano stati ritrovati dei bossoli e ferite da arma da fuoco sui… corpi…-

-Omicidio camuffato da incidente. Tipico della mafia- affermò Fugo.

-É quello che abbiamo pensato anche noi- concordò Alice -Cercammo ulteriore conferma e dopo un paio di furti la trovammo: la Carboneria aveva… ordito la morte dei coniugi Zeppeli-

Alice si ammutolì e un silenzio di ghiaccio cadde sul tavolo.

I tre ragazzi di Passione ne avevano sentite tante di storie su famiglie distrutte dalla mafia, ma ciò non gli impedì di dispiacersi e al contempo indignarsi non solo per i gemelli, privati dell'infanzia per capriccio di due potenti senza scrupoli, ma anche per gli stessi Livio e Medina, che avevano perso la vita in una guerra a cui non volevano nemmeno partecipare. Gli tornarono in mente tutte quelle persone innocenti che, a causa di quelle organizzazioni egoiste, avevano perso la vita o gli era stata distrutta. Trish Una; Bucciarati e suo padre; la famiglia Corrà; i Ferrù e Dio solo sa quante altre.

-Noi sappiamo che uccidere quegli assassini non riporterà indietro né loro né la nostra infanzia. E sappiamo anche che tutto quello che abbiamo fatto sia contro le leggi di Stato- disse Marco con il muto sostegno di Alice -Ma non riusciamo proprio a stare fermi a guardare mentre la Carboneria continua a spassarsela calpestando vite innocenti. Non riusciamo e non lo vogliamo. Per questo siamo qui. Per questo noi stiamo combattendo-

Giorno osservò attentamente i due fratelli e si rese conto di un fatto a dir poco eccezionale: la determinazione nei loro occhi non era dettata dal mero rancore nei confronti della Carboneria. C'era anche quello, ma era stato messo in secondo piano. Era un preponderante senso di giustizia che illuminava i loro occhi. Non mentivano quando sostenevano di non voler solo vendicare la loro famiglia. Volevano davvero distruggere il sistema e dare giustizia a chi era stata negata. Quei due ragazzi erano puri e di buon cuore. Perciò non ebbe alcuna esitazione nel porgli quella domanda. Una domanda che avrebbe tanto voluto fargli già dal loro primo incontro.

-Marco. Alice. Che ne dite di unirvi a Passione??-

Autrice time
Un po' di background non guasta mai. Ovviamente tutta la storia sull'Ombra e sulla Carboneria è una mia invenzione così come le due organizzazioni.

Spero vi sia piaciuto il capitolo. Ci vediamo al prossimo con la risposta dei gemelli e qualche altra chicca.

Ciau, Giuly♡

   
 
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