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Autore: Feathers    08/04/2023    1 recensioni
Harringrove (Billy + Steve)
Tratto dal testo
« Con le ragazze era piacevole, ma quasi non gli pareva che ci fosse differenza fra avere un rapporto con loro e toccarsi da solo, e la ragione era semplicissima: non gli piacevano davvero. Steve Harrington che gli baciava e accarezzava il corpo nel più semplice dei modi gli stava provocando delle sensazioni pazzesche, che non si era mai concesso di godersi, e sulle quali probabilmente avrebbe fantasticato a vita. Cercò di tenere impresso nella sua mente ogni dettaglio, ogni minuscolo gesto, per evitare di dimenticarsene nel caso in cui non fosse riaccaduto mai più. »
Genere: Erotico, Hurt/Comfort, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Billy Hargrove, Steve Harrington
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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29 Novembre

7:35

Steve aprì un occhio. Sentì l'acqua della doccia scrosciare nel bagno accanto alla stanza da letto, e sorrise. Billy doveva essersi alzato di buon mattino, il che era un ottimo segno. Aveva trascorso un paio di settimane a letto, piluccando del cibo ogni tanto e piangendo di nascosto. Un altro abbandono da parte di un genitore doveva essere stato a dir poco intollerabile.
La sera stessa in cui Billy era stato cacciato, Max era tornata da Neil, e aveva capito quasi subito cos'era accaduto: l'aria era fin troppo tesa. Aveva urlato contro l'ex patrigno, adirata, ed era fuggita a cercare suo fratello. Aveva addirittura chiamato di nuovo Lucas, il quale aveva rintracciato pure Dustin e Mike. Dopo un'ora di ricerche in tutti i luoghi preferiti di Billy, Max aveva avuto un'illuminazione improvvisa. Si erano precipitati tutti a casa Harrington, e i tre ragazzini non ci avevano messo molto a fare due più due. Non commentarono né posero domande indelicate a Steve, scioccati dalla gravità della situazione. Tutto ciò che fecero fu passare ogni tanto insieme a Max, per portare a Billy ciò che rimaneva dei suoi vinili o dei suoi vestiti o dei libri di scuola, qualcosa di buono da mangiare mentre Steve aveva i turni di lavoro, oppure semplicemente per cercare di convincerlo ad alzarsi un pochino. Nonostante Susan non avesse problemi a tenere Billy in casa propria, Steve aveva insistito perché il ragazzo si lasciasse ospitare da lui fino al ritorno dei suoi genitori, senza accettare mezza obiezione.
Steve si tolse il lenzuolo di dosso, e si stiracchiò con un ampio sbadiglio. Bevve diversi sorsi d'acqua dalla bottiglietta sul comodino, e si alzò, diretto verso il bagno. Aprì la porta socchiusa. "Ma buongiorno..."
"Buongiorno..." Billy gli rivolse un piccolo ghigno, mentre si stava insaponando i pettorali. "Beh... ti unisci a me, o vuoi rimanere a osservarmi imbambolato?"
Steve ridacchiò. "Vengo subito." Si tolse i boxer e la t-shirt, e raggiunse il ragazzo in doccia. Lo prese per mano e lo attirò a sé, ma Billy quasi scivolò.
"Hey, fai piano, principino. Lo so che ti sono mancato."
"Sono felice che tu stia meglio." mormorò il più grande, e gli baciò uno zigomo, poi le labbra. L'altro ragazzo si avvinghiò a lui. Si baciarono a lungo sotto il getto tiepido, e per diversi minuti non si udì altro oltre ai loro gemiti, l'acqua scrosciante e qualche piccolo suono bagnato.
Billy strusciò la punta del naso sul suo. "Perfino baciare un uomo è molto, molto diverso. Almeno per me..."
"Sì, lo è, decisamente."
"Cosa mi sono perso fino a due settimane fa..."
Steve riaprì gli occhi, perplesso. "Scusa ma... non hai baciato nessuno dei tipi che ti sei fatto in discoteca da Luglio?"
Billy emise un grugnito scostandosi da lui, e cercò il bagnoschiuma, pentito di essersi lasciato scappare quel dettaglio. "No..."
"Oddio, e perché no?"
L'altro ragazzo ricominciò a insaponarsi. "Boh, non mi andava."
Steve scosse il capo. "Bugiardo. Perché no?"
"Hmmm!" muggì Billy, spazientito. "Quanto rompi, Harrington. Volevo che..." Prese un altro po' di shampoo, ma gli scivolò il flacone e imprecò. "Merda." Gli tremavano le mani.
"...volevi che...?"
"...che... che il mio primo bacio con un ragazzo fosse con te." farfugliò il più giovane in fretta e a voce bassissima, e si risciacquò via il sapone, lo sguardo in alto.
Steve lo fissò a lungo, stupito e intenerito al contempo, e si portò indietro i capelli. "È così romanti-"
"Non osare dirlo!"
"Fai tanto lo scontroso, ma in realtà sei un tesoro." sussurrò Steve.
L'altro non riuscì a trattenere un mezzo sorrisino. "Ma piantala, per carità... è una roba così patetica."
"No, invece!" esclamò Steve, con forza. "È una delle cose più dolci che mi abbiano mai detto. Dico sul serio. Lo... apprezzo molto."
Billy emise un sospiro, e lo guardò negli occhi scuri. "Sì...?"
"Sì. E aggiungo che sono passati ben quindici giorni e ancora non ci siamo lanciati nessun piatto. Hai visto?"
"Hm... solo perché non avevo l'energia per farlo. Da oggi in poi sei in serio pericolo." scherzò Billy. Fece scendere una mano fra le sue cosce, e lo toccò. "Beh... come vuoi che sistemi il tuo problemino, qui...?" Sogghignò con fare seducente. "Conosco diversi modi."
Steve sollevò le sopracciglia. Esitò per qualche secondo, poi si inginocchiò con un movimento fluido.
"Che stai- oh... hmm." Billy inarcò la schiena. Dopo un attimo di sconvolgimento, socchiuse le palpebre. "Mio Dio..."
Steve si scostò appena, e posò dei bacetti sulla punta ormai turgida. La leccò, piano piano. "Il sapore non è mica male. Anzi... mi piace." commentò piano. Accolse di nuovo il suo sesso fra le labbra, e succhiò delicatamente.
Billy grugnì di piacere. "N-non l'hai mai sentito baciando le tipe dopo che te l'avevano...?"
"È capitato. Ma il mio è un po' diverso." disse Steve. Si rialzò in piedi, e si chinò sul suo collo. "Ti dico cosa puoi fare per sistemare il mio... problemino. Puoi sbattermi al muro, afferrarmi per i capelli... e scoparmi." sussurrò, con un sorrisino soddisfatto.
Billy schiuse appena la bocca, e si sentì le guance calde. "... ma... ma sei sicuro?"
Steve annuì. "Beh... voglio scoprire anch'io che mi sono perso finora. No?"
L'altro gli accarezzò i fianchi, e scese giù fino ai glutei. "Uh, va bene... ma ti direi di pensarci dopo la doccia. Può sembrare sexy, ma è un luogo scomodo, soprattutto per una prima volta."
"Oh, d'accordo. Mi fido di te." Steve gli sorrise, e appoggiò la fronte alla sua. Strusciò ancora la punta del naso sul suo, e gli accarezzò il collo. Rimasero in silenzio per parecchi minuti.
Billy rilassò le membra. "Mi sto abituando a tutto questo..."
"A stare con qualcuno in modo serio?" Steve allungò il braccio, e chiuse l'acqua.
"Sì. È strano, ma... in modo piacevole."
Steve sbuffò dolcemente. Afferrò un grande asciugamano e iniziò a tamponarsi il corpo, poi ne afferrò un altro e si mise ad asciugare le spalle e il petto del ragazzo. "Voltati."
"...okay..." Billy si voltò, e sentì l'altro passargli l'asciugamano sulla schiena umida e poi le sue labbra sulla nuca, e le sue braccia attorno alla vita. Emise un "Oh..." e sbatté le ciglia bagnate. "Sei proprio un coccolone, Harrington." grugnì, con una punta di tenerezza nella voce.
"Ti dà fastidio?"
Billy afferrò il suo polso destro, sollevò la sua mano, e la baciò sul dorso. "No."

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12 Dicembre

Fino a quel giorno era filato tutto abbastanza liscio a scuola. Nessuno lo aveva insultato né subissato di domande riguardo la sua «finta morte». Veniva perlopiù sbirciato con sospetto; udiva qualche sciocco pettegolezzo sussurrato dietro i libri e i quaderni, ma niente di più. I vecchi amici come Tommy H. lo evitavano, ma se lo era aspettato: adesso era una persona completamente diversa e, cosa più importante, era un emarginato, e di certo i ragazzi più popolari non avrebbero avuto interesse a legare con lui.
Eppure, Billy se ne fregava. Tutte le sue priorità stavano cambiando in un modo talmente radicale che qualche volta faticava a riconoscersi allo specchio. Certo, sarebbe stato preferibile crescere e rendersi conto di certe cose in una maniera più graduale e meno traumatica, ma ormai non poteva tornare indietro nel tempo, solo godersi il nuovo sé stesso.
Spesso consumava il suo pranzo insieme a Max e ai suoi giovani amici, e per il momento gli bastava; continuava a non avere pari a pallacanestro, che forse era l'unica cosa che faceva con passione a scuola, e ovviamente aveva del tutto smesso di flirtare con le ragazze: Steve era l'unica persona che voleva ospitare in quella parte del suo cuore.
Quel giorno di Dicembre stava dirigendosi verso la classe di biologia, quando si arrestò e si diede una manata in fronte. "Dio, che coglione." borbottò, mentre marciava di nuovo in direzione degli armadietti. "...questa stupida lezione inizia in anticipo proprio oggi che mi scordo i libri." Raggiunse il proprio, e lo aprì. Frugò in mezzo al disordine, e sotto al libro di biologia trovò un bigliettino di Max con un buffo smile disegnato in basso «ritarderò cinque minuti all'uscita, perdonami, ma è importante». Emise un risolino. Una risata sguaiata proveniente dall'angolo rimbombò nel corridoio vuoto, come il verso di una iena. Billy si voltò e sbatté le palpebre.
"Toglimi le mani di dosso!" esclamò una voce sottile.
"Che esagerata, stiamo scherzando!"
"Ah, ma alla fine ti è passata la sindrome di Stoccolma? O sei ancora innamorata di quel pazzoide assassino?"
"Non è un pazzoide assassino, e non sono affari vostri!"
Il ragazzo corrugò la fronte e quasi corse in quella direzione, il fiato corto. C'era decisamente qualcosa che non andava. Appena svoltò l'angolo, nel giro di pochissimi secondi gli si presentò davanti la scena seguente. Due studenti dell'ultimo anno, uno alto e rosso e l'altro basso, corpulento e inquietante avevano accerchiato una ragazza minuta coi capelli biondo fragola; Il rosso si avvicinò a lei e le palpò il sedere. "Eppure sei caruccia per essere uno zombie!"
Lei si ritrasse, impaurita. Cercò di andarsene, ma venne afferrata per un polso dall'altro.
"Hey!" gridò Billy, attirando l'attenzione di tutti. "Che cazzo credete di fare?"
Uno di loro emise uno stupido "Oooh..." e lo squadrò.
"È arrivato il grande eroeee." canzonò quello più tarchiato con un tono mellifluo.
"Billy il rammollito che ora frequenta quegli svitati dell'Hellfire. Io mi ricordo di te."
"Oh, io per niente, sai." ribatté lui, con un sorrisetto soddisfatto. "E non avete risposto alla mia domanda."
"Che domanda, rammollito?"
"Che cazzo credete di fare? Lasciatela in pace."
Il rosso si avvicinò minacciosamente a Billy e lo spinse. "Quel che ci pare. Comandiamo noi ormai, qui, ora che il suo ragazzo è morto." Fece un cenno del capo verso la giovane, la quale gemette, con gli occhi visibilmente lucidi.
"Lasciali perdere, a-andiamocene. Sono solo due stronzi." disse lei, con tono tremolante.
Billy la ignorò, la rabbia che gli montava dentro. Continuò a fissare l'essere che aveva davanti, disgustato, e per un secondo gli parve di vedere suo padre. "Rifallo. Forza, spingimi di nuovo. Vediamo se ne hai il cora-"
Il rosso lo spinse più forte, e nel giro di mezzo secondo si ritrovò sbattuto con violenza contro un armadietto.
"M-ma che..." disse il più basso.
"Ora mi prometti che né tu né quest'altro coso qui presente vi azzarderete mai più a molestare questa ragazza. O qualunque altra ragazza. Mi hai sentito?!" sibilò Billy.
Quello rise, con aria sprezzante nello sguardo vuoto. "Cos'è, tu non lo tocchi il culo alle femmine? Sei diventato un ricchione all'improvviso?"
Billy sbiancò e rimase pietrificato. Possibile che si fosse già diffusa la voce sulla sua sessualità? Avevano capito cosa gli era successo basandosi sulle cicatrici del suo viso? O forse lo avevano visto tornare a casa con la macchina di Steve? Il battito del cuore iniziò a rimbombargli nelle orecchie, come se giusto qualche settimana prima non avesse detto a sé stesso che non gli importava più nulla del giudizio altrui.
"Billy...?" lo chiamò la ragazza. "Oddio no..."
Billy diede una violenta sberla in pieno viso al bullo. "Com'è che mi hai chiamato?!" ringhiò.
"Ricchione..."
Un'altra sberla. Un pugno.
"Hey hey, dacci un taglio!" iniziò a urlare l'altro studente. Cercò di afferrare Billy per un braccio, ma venne spinto per terra con una gomitata.
"Smettila... ti metterai nei guai..." ripeté la ragazza, in lacrime.
Billy la guardò per mezzo secondo. "Deve avere quello che si meri-" Non fece in tempo a finire la frase, che si udirono dei passi decisi.
"Che sta succedendo, qui!?" I due giovani si voltarono, e avvistarono la figura di uno degli insegnanti di letteratura, che stava avanzando nel corridoio. Billy mollò il colletto del tizio, e sospirò.
"Tu, in presidenza. Subito!" tuonò il professore, apostrofando il giovane.
"No! Posso spiegare!" gridò la ragazza. "Lui ha soltanto cercato di difendermi. Loro mi stavano molestando." Indicò i bulli.
L'uomo divenne rosso di collera in volto. "Venite con me. Tutti."

----

"Che casino."
"Già... mi dispiace. Non volevo che finisse così." La giovane dondolò le gambe sul muretto della scuola. Aprì la lattina di diet coke che aveva comprato alle macchinette, e la passò al ragazzo.
"No, grazie, Chrissy. Comunque non fa nulla. È la mia prima sospensione in tutti questi anni." bofonchiò Billy.
"Veramente?"
"Sì."
Chrissy abbassò la testa. "È un anno che caccio gente nei guai. Deve essere una maledizione, o non si spiega..." mormorò, con un risolino amaro.
"Ma dai. Sono io che mi sono fatto prendere dal nervoso che mi ha provocato quel faccia di cazzo. E chi avresti cacciato nei guai? Sembri così innocentina."
La giovane fece una pausa, e lo fissò con gli occhi chiari e umidi. "Ho messo Eddie nei guai. Se solo fossi stata... un po' più forte... e non mi fossi lasciata prendere da..." Si ammutolì. "Non so se conosci la storia. Ero morta nel caravan di Eddie... e tutti hanno pensato che... sai."
"Che fosse stato lui."
"Sì. E adesso io sto cercando in tutti i modi di far capire alla gente che non è così. Che lui non è... un assassino. E che io non ho la sindrome di Stoccolma. Ma non mi credono nemmeno i miei genitori." Gemette.
Billy sospirò. "Senti. Noi siamo umani. Non possiamo controllarle, quelle porcherie sovrannaturali." cercò di dirle, sfoderando a fatica un'espressione rassicurante. Da che aveva memoria, non gli era quasi mai capitato di tentare di consolare qualcuno. "E... anche io ho... avuto problemi con... con... Vecna." Pronunciò il suo nome a voce bassissima, quasi come se temesse di vederlo materializzarsi lì parlandone. "E a volte penso anch'io che se fossi stato più forte... avrei potuto evitarlo. Ma in ogni caso è inutile piangersi addosso. Fai ciò che puoi fare adesso, e basta."
Chrissy annuì, e si asciugò le guance rigate di mascara. "Hai ragione. Spero che tu stia meglio."
Billy accennò un sorrisino. "Faccio progressi."
"Io posso soltanto fare di tutto affinché Eddie non venga arrestato, e se lo arresteranno lo farò uscire di prigione, dovessero servirmi tutti i miei risparmi. Chi non lo conosce non ha idea di quanto sia... speciale. E gentile. E tanto altro. Non lo conoscono come lo conosco io."
Billy guardò il profilo delicato della ragazza, e sollevò le sopracciglia. "Ti piace, vero?"
"Nooo! Cioè... non lo so. Non lo so. So che siamo molto amici, e io tengo moltissimo a lui. E al momento non riesco a pensare di impegnarmi... il mio ragazzo è morto da poco. Cercando di vendicare me, tra l'altro." disse, con un sospiro.
"Ah, Carver...?"
"Sì. Dio solo sa quanto mi sento in colpa verso di lui. Jane non può nemmeno riportarlo, perché non è stato ucciso in modo diretto da Vecna. Io e lui stavamo già per lasciarci, in realtà... alla fin fine stavamo insieme perché tutti si aspettavano questo da noi. Sai... cheerleader, atleta... E io gli volevo bene, ma la mia testa era altrove. E anche la sua."
Billy annuì, e si accese una sigaretta. "Hm. Certe volte uno fa solo ciò che gli altri si aspettano." brontolò.
"Tu l'hai fatto?"
"Cosa?"
"Ciò che gli altri si aspettavano da te."
Lui si tormentò la mano scura per i pugni, e sospirò. "Troppe volte. Poi sono morto. E tornato in vita. E mi sono detto... «Basta». Ho smesso anche di lasciarmi influenzare tanto da mio padre, che mi trattava uno schifo."
"Ne abbiamo, di cose in comune." Chrissy gli sorrise amichevolmente. "Ti andrebbe di raccontarmi?"
"Beh..."
"Se vuoi."
"...è un po' personale. Ma magari più in avanti. Mi sembri apposto."
"No, no, no! Non c'è problema. Se e quando vuoi."
Billy ricambiò il sorriso, e fece un tiro. "Ciò che posso dirti è che anche io stavo con... persone che... non volevo davvero. E in realtà avrei desiderato qualcun altro."
"...anche se ti avrebbe reso meno popolare."
Il ragazzo annuì. "Esattamente."
"...ma salve!" Una timbro familiare li interruppe.
Chrissy sollevò lo sguardo, e le si illuminò il volto. Si alzò di scatto e corse incontro a Eddie. "Ciao Ed."
Eddie la strinse a sé, e guardò dietro di lei. "Ciao, Billy. Avete fatto amicizia?" Scompigliò affettuosamente i capelli di Chrissy.
"Era inevitabile. Siamo finiti entrambi in presidenza." gli rispose il ragazzo.
Eddie si scostò abbastanza da guardare la ragazza negli occhi con aria scherzosamente orgogliosa. "Sapevo che sotto sotto eri una criminale!"
Chrissy ridacchiò.
"E come ci siete finiti?!" le chiese Eddie, curioso.
"Beh... questa è la parte poco divertente."
Eddie corrugò la fronte.
"Due pezzi di merda l'hanno molestata" disse l'altro ragazzo.
"...cosa?!" Eddie impallidì.
"Ma Billy è intervenuto subito, e ne ha messo al tappeto uno." si affrettò ad aggiungere la ragazza. "È stato epico, anche se... si è beccato pure lui una sospensione."
"Voglio i loro nomi."
"Ed, dai, sono già stati puniti..."
"No no no no, una sospensione non basta. Ho un improvviso bisogno fisico di bucare le ruote delle loro auto o moto."
"Francis Sanders e Douglas Wright." disse Billy, buttando il fumo. "Ti do volentieri una mano."
"Magnifico, fammi sapere quando puoi tornare a scuola, così ci organizziamo. Io porto la principessa a fare un giro. E la convinco a unirsi a noi in questa folle missione buca-ruote." disse, dando di gomito alla ragazza.
Chrissy abbassò la testa, con le labbra increspate come se stesse per scoppiare a ridere. "Sei proprio tremendo. Mi tenti sempre."
"Sono qui anche per questo. Che criminale sei se non buchi qualche ruota?" Eddie le sistemò una ciocca dietro l'orecchio, con un gesto tenero. "Beh, a presto Billy."
"A presto." disse Chrissy.
Billy li salutò con un cenno della mano, e li vide sparire nel van del ragazzo.
In quel momento esatto, Max sbucò dal nulla, e si sedette accanto a lui con un balzo. "Hey! Andiamo? Scusa ancora per il ritardo."
Billy si girò e guardò il viso lentigginoso della ragazzina. "Stai tranquilla. Ho visto il biglietto." Nascose la mano tumefatta. "In auto, su, che oggi Steve prepara le pizze."
Lei annuì. "Ha imparato a non fare pasticci?"
"Puoi dirlo forte. Cucina da Dio adesso."
Max si voltò verso Lucas, che stava per andarsene a piedi, e lo salutò da lontano.
"Hey, ma il tuo ragazzo non ce l'ha un passaggio oggi?" chiese Billy.
"Uh... no..."
"E che aspetti? Digli di venire con noi, no?"
Max fissò suo fratello, scioccata, e sorrise gradualmente. Gli buttò le braccia al collo e gli diede un bacio sulla guancia. "Arrivo subito." disse, per poi correre in direzione di Lucas. "Hey, aspetta un attimo! Stalker! Aspetta!"
Billy scosse il capo e sorrise, buttando via la cicca spenta e tirando fuori le chiavi dell'auto.
   
 
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