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Autore: killian44peeta    08/04/2023    0 recensioni
Da Capitolo 28
- Ha provocato l'effetto farfalla. Un unica scelta che ha già scombussolato l'intero sistema-
-Scusami- faccio, abbastanza seccato, davanti allo stregone albino -Ma di cosa cavolo stai parlando? Effetto farfalla? E come mai anche tu sai e non hai mai fatto niente?-
-Non ho mai potuto. Ma ora tutto è cambiato.-
-Io non vedo nessun cambiamento, se devo dirlo- asserisco con stizza, facendo ruotare nella mia mano il coltello di riserva che avevo, fin dall'inizio, nascosto nella tasca.
"Avrò mandato al diavolo il fucile, la pistola e molto altro, ma almeno questo c'è ancora"
- Te le cedo-
-Cosa mi cedi? Potresti essere leggermente più chiaro invece di farmi scannare la testa con le tue frasi da... Visionario? No, cioè, seriamente! Non sono stupido, magari un po' giù di testa, ma non stupido... Però non ci capisco un fico secco di quello che stai dicendo, davvero. Perciò, vorresti farmi cortesemente il piacere di tradurre?-
Genere: Azione, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Natalie
 

Avevamo fatto altri tentativi anche dopo l'esserci fermati brevemente, tanti tentativi, ma l'acqua che ci era alla gola decisamente dimostrava gli altrettanti fallimenti.

Non sapevo cosa fare di preciso, non avevo idea di cosa dire... Semplicemente la confusione aveva preso il sopravvento insieme alla paura che definitivamente non riuscivo più a scacciare.

Aveva preso totalmente possesso del mio cervello e non sembrava assolutamente possibile che se ne andasse.

Le avevamo provate davvero tutte, avevamo cercato il tubo sopra e sotto, a destra e manca... avevamo provato perfino a buttare giù la porta insieme ripetutamente, ma proprio nulla: sembrava che fin dall'inizio avesse avuto ragione lui, che non potesse farci nulla se non arrendersi.

Lui ansimava leggermente, la spalla che sanguinava e le mani che andavano a provare a frenare il liquido caldo che ne sgorgava, muovendosi appena, io cercavo di svegliarmi da quello stato di terrore che decisamente non mi permetteva più di ragionare.

Lysander sembrava voler dire qualcosa, ma non ero sicura di voler sentire ciò che avrebbe detto.

Se avesse solo accennato una qualche frase sul mondo fuori da qui, sul fatto che andava bene così come stava andando o su un discorso che cercava anche solo di convincermi che la sua morte non avrebbe recato alcun danno alle persone che un tempo aveva conosciuto e quindi anche a me, ero più che sicura che sarei scoppiata a piangere. Di nuovo.

Di nuovo proprio come quando lo avevo visto perdere i sensi, rischiando di morire a causa mia.

Era una cosa che non volevo sentirgli dire e probabilmente anche lui doveva averlo capito, difatti non provò a parlare, non più.

Chiuse le labbra in una ferma linea, lasciando andare il braccio che frenava il sangue che colava dall'altro arto superiore, avanzando tra l'acqua e facendola così scrosciare rumorosamente contro ai suoi fianchi.

Nel frattempo che avanzava in mia direzione, mi ritrovai a concentrare lo sguardo nell'ossidiana lucida che sembrava costituire i suoi capelli, passandolo poi a quel nero totale dei suoi occhi, i quali mi stavano osservando a loro volta in un modo che semplicemente avrei voluto cristallizzare.

Non volevo essere qui.

Non volevo essere qui, in mezzo all'acqua, sicura che io ne sarei uscita viva e lui no.

Avrei preferito mille volte essere nella vita normale.

Conoscerlo nella vita vera, parlare del più e del meno in maniera tranquilla, magari davanti ad un cappuccino o ad una TV accesa e robe del genere.

Non volevo essere qui a metà, mentre lui vi era interamente.

Con tutta me stessa speravo che Nicholas, Klaus e Philip arrivassero, che lo stregone fermasse tutto questo, che la soluzione fosse nuovamente a portata di mano.

Lysander nel frattempo mi si era avvicinato al punto tale che un altro passo in più avrebbe portato il mio petto a contatto con il suo.

E infatti fu proprio quello che accadde, difatti semplicemente le sue braccia andarono a circondare le mie spalle in un nanosecondo, strappandomi un sussulto che mi impedí totalmente di respirare.

La mia vista si appannò all'istante, mentre mi ritrovai a tirare su col naso e a trattenere un singhiozzo, stringendomi a mia volta a lui, sentendo la sua schiena sotto i polpastrelli.

Potevo sentire il suo battito cardiaco che procedeva in maniera accelerata e che pareva coincidere con il ritmo del mio.

Non avrei voluto mettermi a piangere, davvero: in un momento del genere sembrava quasi stupido e sinceramente non sapevo neanche perché la vedessi in questa maniera, semplicemente il mio cervello diceva che avrei dovuto cercare di trattenermi, ma dopo neppure trenta secondi le lacrime avevano già preso a crollarmi silenziose lungo gli zigomi, quasi accarezzandomeli, ma dandomi invece la sensazione che ogni cenno di pelle che percorrevano veniva divorata e strappata via.

Un po' come il muscolo che governava il mio petto, insomma: anche quello mangiato da un emozione impossibile da paragonare alle mille altre provate in questi giorni.

Forse era la consapevolezza che me lo mordeva, il centro del petto, forse altro, qualunque cosa fosse, sembrava semplicemente impossibile sopportare quella presa.

Percepii una delle mani del corvino che andavano ad accarezzarmi i capelli, passando le dita tra le mie ciocche in maniera anche troppo rilassante per un attimo del genere.

Li accarezzava con cura, con delicatezza, come se fosse davvero una cosa da niente... O forse tutto il contrario.

In effetti non vi era solo un muscolo di lui che non risultasse in piena tensione, rigido ed in allerta, forse stava solo cercando di calmare sia me che lui stesso.

Doveva essere così, decisamente.

Non rifiutai minimamente quelle carezze, non volevo neppure provarci, anche solo azzardarmi a farlo o a spostarmi mi sembrava insensato.

Un nodo, accompagnato da un brivido freddo, mi strinsero anche lo stomaco, come se già il cuore non lo fosse abbastanza, nel momento preciso in cui una, due, poi tre gocce d'acqua piombarono sulla mia fronte, una dopo l'altra.

Tremando in maniera convulsa, percependo il liquido sotto di me che andava a sfiorarmi il mento, alzai lievemente il capo verso il soffitto, con un che di totalmente involontario, quasi meccanico, mentre già annaspavo nella mia stessa mente per la paura.

Sperai mentalmente che quella sensazione, che quelle gocce che avevo sentito sopra di me fossero state semplicemente un impressione.

Speravo che fosse stata la mia mente, facilmente impressionabile, a giocarmi un brutto, bruttissimo scherzo.

Uno scherzo che però decisamente non era immaginazione, anche perché il tubo sopra alle nostre teste stava iniziando a produrre suoni inquietanti a dir poco, come un gorgogliare.

Era un conduttore decisamente non piccolo, ma pareva sul punto di saltare da un momento all'altro.

Lo fissai con gli occhi spalancati, cercando di recuperare ossigeno, mentre la presa di Lys sulle mie spalle si faceva ancora più stretta.

Solo due parole sfuggirono dalle sue labbra prima che il tubo al di sopra di noi esplodesse definitivamente con una cascata d'acqua che ci si scaraventava addosso, seppellendoci totalmente, mentre la scritta Error si posizionava davanti al mio sguardo.

Solo due.

-Addio, Nat-

  
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