Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
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Autore: Giuly_2_21    10/04/2023    1 recensioni
PREQUEL/SPIN-OFF DI LOST IN THE ANIME MULTIVERSE E SEQUEL DI JJBA VENTO AUREO
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Dopo lo scontro con Diavolo a Roma Giorno riesce finalmente a salire ai vertici di Passione e diventarne il Boss.
Ma la strada per coronare il suo sogno è ancora lunga e irta di ostacoli.
Affiancato da vecchi e nuovi alleati e pronto a tutto pur di non venir meno alle promesse fatte, il ragazzo dovrà affrontare l'ombra che attanaglia l'Italia da decenni e regolare i conti con il suo passato e le conseguenze delle sue scelte.
Ma non sempre tutto va secondo i piani…
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NUOVO CAPITOLO OGNI LUNEDI (FINO A ESAURIMENTO SCORTE)
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Giorno Giovanna, Guido Mista, Nuovo personaggio, Pannacotta Fugo, Trish Una
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Anime Multiverse Series'
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La proposta colse totalmente alla sprovvista i gemelli che per un primo momento rimase a fissare Giorno senza dire nulla con occhi sgranati e bocche spalancate.

-Entrare in Passione?? Noi??- ripeté Alice indicando se stessa e Marco.
-Vedi altri Marco e Alice in questa stanza??- domandò retorico Giorno.
-Ma vi abbiamo derubato e attaccato…-
-Avevate le vostre ragioni-
-E siamo nel mirino della Carboneria…-
-Un motivo in più per collaborare. L'eliminazione della Carboneria rientra nei nostri piani da ben prima che arrivaste voi. E poi quell'uomo è stato chiaro: la Carboneria vuole farci fuori. O meglio ha sempre voluto farlo per avere così la strada libera per conquistare l'Italia intera. Ma la Guerra del Tirreno l'ha indebolita più del previsto e con l'emergere di Passione non ha avuto altra scelta che scendere a patti. Ora, però, le cose sono cambiate-

-Quindi ci sarà un'altra guerra??- chiese Marco. Percependo l'angoscia del portatore Teen Spirit balzò in piedi mettendosi sulla difensiva. 

-Ho paura di sì. Lo scontro non può essere evitato- sentenziò Giorno -Tuttavia Passione ha già un piano per rendere la guerra meno lunga e devastante della precedente-

La fermezza nella sua voce sembrò rassicurare sia Marco che di riflesso il lupo-stand che sebbene ancora guardingo tornò a cuccia.

-Giorno. Mista. Fugo- esordì Alice -Oggi ho avuto la conferma che siate delle brave persone con ideali nobili e per questo vi rispetto profondamente…-

-Ma...??- chiese Mista percependo del dubbio nella sua voce.

-... ma non posso dire lo stesso del nuovo boss- continuò lei -Anche la precedente Passione si è presentata come gentile e virtuosa e abbiamo visto com'è finita. Non ho la garanzia che il nuovo Boss sia diverso dal suo predecessore. Quindi mi dispiace, ma non posso proprio accettare-

-Non devi scusarti. Hai ragione- disse Giorno -Ma mettiamo caso che lo incontrassi e appurassi essere una brava persona, saresti più propensa ad accettare??-

-GioGio- lo ammonì Fugo allarmato da quelle parole.

-Be'... sì. Credo di sì- disse Alice un po' sorpresa dalla domanda -Ma dubito che il nuovo Boss si presenti qui in questo modesto locale per incontrare dei poveri comuni mortali come noi-

-L'ho appena fatto- affermò Giorno.

Alice batté le palpebre un paio di volte mentre il suo cervello processava quella risposta. Una volta realizzato sgranò gli occhi così repentinamente che Giorno temette gli sarebbero usciti dalle orbite.

-CO-COS-COSA?!! TU SEI IL NUOVO BOSS DI PASSIONE?!!- urlò incredula scattando in piedi e facendo rovesciare la sedia.

-Vuoi urlare un altro po' così che ti sentano pure a Milano, razza di idiota?!- domandò retorico Fugo, puntandogli una forchetta contro la guancia.

La ragazza si rese conto di aver un tantino esagerato e pigolò uno -Scusa-. Giorno e Mista posarono ognuno una mano sulle spalle del ramato, costringendolo ad abbassare l'arnese. Marco gli lanciò un'occhiata inquisitore, ma più che arrabbiato o preoccupato per la sorella, sembrò incuriosito da quella improvvisa reazione di Fugo.

Nel mentre Alice si ricompose un attimo prima di parlare nuovamente.
-Scusatemi. È solo che mi aspettavo qualcuno come Don Vito Corleone a dirigere Passione, non un aitante venticinquenne con il volto di un angelo-

-Spiacente, ma non sono siciliano. E comunque sono nel '85- rispose Giorno un po' divertito dalla sua reazione.

-Dell'85?? Aspe'. MA QUINDI HAI SOLO 16..?!- urlò la bionda prima che Marco gli tappasse la bocca per salvaguardarla dall'altra forchettata.

-Cosa non hai capito di non urlare come un'ossessa?!- sbottò infatti il ramato che non la colpì con le posate solo perchè Mista gliele aveva sequestrate.

-Ma perchè siete tutti così sorpresi dalla mia età??- domandò sinceramente stupito il biondo -Okay, non è la prassi. Ma tutti i Don sono stati giovani a loro tempo-

-E ti devo ricordare che avevamo la sua stessa età quando siamo diventati Harley e V- aggiunse Marco rivolto alla sorella.

Lei si tolse la sua mano dalla bocca ed esclamò (stavolta con tono contenuto): -C'è differenza tra diventare dei ladri e dirigere una cosca mafiosa-

-Come ci sei riuscito??- domandò a Giorno.

Il ragazzo allora decise di narrargli tutta la storia, dal suo sogno del cassetto fino alla sconfitta di Diavolo con di tanto in tanto degli interventi e precisazioni di Mista e Fugo. I gemelli lo ascoltarono attentamente, senza fiatare e man mano che il racconto proseguiva, i loro occhi si riempirono di meraviglia, pensando all'enorme coraggio e forza di volontà messa in campo da quel gruppo di loro coetanei per fronteggiare la mafia e il destino.

"Sono ragazzi a dir poco straordinari. Soprattutto lui" pensò Marco riferendosi a Giorno "Quindi è questo ciò che i miei avi hanno visto nei Joestar. Un cuore nobile e un'aurea gentile. Be'… se le cose stanno così, se è vero che non si può sfuggire al destino, allora…"

-Accetto- annunciò non appena Giorno smise di parlare, lasciandolo un attimo di stucco -Ero già tentato prima, ma ora ne sono completamente convinto. Mi unirò a Passione e vi darò una mano a distruggere la Carboneria e realizzare il vostro sogno-

Giorno sorrise soddisfatto, per poi voltarsi verso Alice in attesa di una risposta che non tardò ad arrivare.

-E va bene. Vi darò anch'io una possibilità- disse -Quindi cosa possiamo fare per voi, Boss??-

-Prima cosa: non chiamatemi Boss e non datemi del voi. Mi fate sentire vecchio. Datemi del tu e chiamatemi solo Giorno. O GioGio. Come preferite- disse Giorno -Secondariamente mi piacerebbe vedere i documenti che avete confiscato alla Carboneria-

-Certo. Sono sopra. Te li porto subito- disse Alice alzandosi. I ragazzi si aspettarono che uscisse dalla stanza per prendere le scale e invece si allontanò leggermente per poi prendere la ricorsa e usando le mani intrecciate del fratello come appoggio, saltare verso il soffitto che attraversò grazie a Lithum.

-Fate sempre così??- domandò perplesso Fugo.

-Spesso- affermò Marco -La prima volta è rimasta incastrata nell'intercapedine. Ho seriamente temuto che si spaccasse a metà, ma ha semplicemente sgambettato come una pazza e imprecato per i seguenti 5 minuti. Devo dire che è stato esilarante- concluse l'aneddoto con un sorriso divertito.

-Tu e Alice siete molto diversi, almeno caratterialmente- notò Giorno.

-Dici??- si stupì lui.

-Tu sei molto più pacato. Non sembravi nemmeno più di tanto sorpreso dalla mia rivelazione. Come se già lo sapessi…-

-Oh. Era qui che volevi andare a parare- realizzò -Be'. Più che saperlo, l'avevo intuito. Diciamo che ho una specie di talento nel "leggere" le persone e percepire i pericoli. Anche mio padre aveva questo "dono"-

Il ragazzo si intristì improvvisamente.
-Lui aveva capito che quel giorno lui e la mamma sarebbero morti. Aveva capito anche se io e Alice fossimo andati con loro avremmo fatto la stessa fine. Ma ha deciso comunque di andare incontro alla morte. Forse se non ci fossimo stati noi, avrebbe pensato in termini più egoistici e... chissà, magari si sarebbero salvati entrambi-

Giorno ebbe nuovamente la sensazione che ci fosse qualcosa sotto, ma prima che potesse chiedere qualcosa l'altro biondo esclamò: -Pacco in arrivo-

Si alzò e messosi sopra una precisa piastrella, spalancò le braccia prese al volo una scatola di cartone piena zeppa di fogli.

-Avete rubato così tanta roba??- si sorprese Mista.

-Be'... siamo per metà napoletani- ironizzò lui appoggiandolo sul tavolo -E non è nemmeno l'unico…-

Infatti dal soffitto ne cadde un altro (sempre preso al volo da Marco) seguito da Alice.

-Spero che vi piacciano le faccende burocratiche perchè qui ce n'è di lavoro da fare- disse lei.

Il quintetto trascorse il resto del pomeriggio a leggere carte (anche se di questa attività se ne occuparono principalmente Giorno, Mista e Fugo, visto che i gemelli e Marco specialmente erano in difficoltà), visionare file e confrontare le informazioni. Il buio però li sorprese a metà dell'opera, ragion per cui decisero di darsi appuntamento il giorno dopo per terminare il lavoro. Da quel giorno il destino di Giorno Giovanna, Guido Mista e Fugo Pannacotta si intrecciarono inesorabilmente con quelli di Marco e Alice Zeppeli.

***

-Quindi il ragazzo biondo è un Joestar??- domandò Augusto a bruciapelo mentre sistemava la sala da pranzo insieme ai gemelli dopo che il trio di Passione se n'era andato.

Alice e Marco non si stupirono più di tanto per quella domanda. Dopotutto Augusto Zeppeli era rinomato per l'udito finissimo.

-A quanto pare- rispose vagamente la prima.

-Però non gli avete detto niente- li incalzò il vecchio.

-Non ci avrebbe permesso di aiutarlo altrimenti- ribatté il secondo -E poi non credo che le cose sarebbero cambiate. Non importa che tu ne sia consapevole o meno. Non si può scappare dal destino-

-Già- sospirò l'anziano e i suoi pensieri andarono immediatamente indietro nel tempo fino a quel giorno, quel maledetto giorno in cui aveva scoperto la più crudele delle verità…

Napoli, 13 ottobre 1936

Augusto ne aveva visti di temporali violenti nella sua breve vita, ma quello che aveva davanti quella sera li surclassava tutti. Sembrava che il mare e il cielo fossero adirati contro la terra e la volessero percuotere con tutta la loro violenza.

-Almeno non ci potremmo più lamentare della siccità- cercò di sdrammatizzare Ilaria porgendogli un cappotto scuro e un cappello a tesa larga -Sta attento lì fuori, Augusto-

Il ragazzo annuì e imbacuccato uscì a chiudere tenda e gazebo prima che la tempesta se li portasse via.  

Nel mentre non poté fare a meno di chiedersi dove fossero suo padre Mario e suo fratello Caesar in quel momento. Un tempo la loro famiglia era numerosa e unita. Vivevano nel centro storico dove suo padre aveva una falegnameria e una bottega d'artigianato che gestiva insieme a sua madre Erica; i soldi non mancavano e lui e i suoi fratelli potevano permettersi di giocare spensierati. Ma poi suo padre scomparve misteriosamente; la tubercolosi colpì l'intera famiglia portandosi via sua madre e tutti i suoi fratelli eccetto Caesar; infine un parente li derubò, lasciando da soli per strada. Per un po' Caesar e Augusto rimasero insieme, ma la deriva violenta del primo e le diverse opinioni sul ruolo di loro padre nell'intera faccenda ne causò la separazione da quest'ultimo. Augusto ebbe la fortuna di incontrare poche settimane dopo Antonio Pastieri e sua figlia Ilaria che gli avevano offerto vitto e alloggio nel locale che avevano appena inaugurato. Da due anni a quella parte viveva e lavorava lì e se da una parte era contento di aver ritrovato una certa stabilità, dall'altra era angosciato dal non avere più notizie certe dei suoi parenti.     

-Dio, ti prego. Fa che papà e Caesar siano al sicuro e all'asciutto. Almeno tu che puoi, veglia su di loro- pregò finendo il suo lavoro. Ma mentre stava per rientrare, qualcuno gli andò a sbattere addosso. Augusto istintivamente lo afferrò prima che cadesse a terra e vide così che si tratta di una donna sulla trentina dall'incarnato scuro, i capelli mori e gli occhi verde smeraldo. Indossava un lungo abito viola sgualcito e completamente fradicio ed era anche visibilmente spaventata. Augusto, senza pensarci troppo, la portò dentro.

-Ilaria. Prendi una coperta- ordinò alla sua compagna. Nemmeno lei ebbe esitazioni, ma mentre copriva la poveretta, intravide dalla finestra degli uomini con una divisa inconfondibile.

-L'OVRA- mormorò e la donna in viola rabbrividì.

-Vi prego. Non lasciatemi a loro- bisbigliò mentre gli uomini batterono due colpi alla porta.

Augusto e Ilaria si lanciarono un'occhiata di intesa e subito la ragazza accompagnò la donna nel seminterrato mentre Augusto aprì ai poliziotti.

-Buonasera. Posso esservi utile??-

-Stiamo cercando una pericolosa criminale- disse uno di loro -Una zingara mora, completamente vestita di viola-

Augusto, esibendosi nella sua miglior poker face, fece finta di pensarci su.
-Una donna in viola… Sì, credo di averla intravista pochi attimi fa. É sparita di là- disse indicando una stradina -Mi dispiace, credevo fosse solo una poveretta che stava rientrando a casa. Se solo avessi saputo che fosse una sporca gitana, l'avrei fermata immediatamente-

-Non preoccuparti, ragazzo. Ci penseremo noi. Grazie della collaborazione- rispose l'altro e fatti i doverosi saluti se ne andarono. 

Il ragazzo chiuse la porta e sputò a terra. Odiava doversi mostrare gentile e servizievole nei confronti di quei luridi fascisti, ma se ci teneva alla pelle sua e dei Pastieri non aveva altra scelta. E poi così facendo, le possibilità che qualcuno venisse a sapere che stava aiutando i "nemici della patria" era molto limitate.

Diede l'okay a Iliara che risalì con la signora. Si spostarono in cucina dove le diedero cibo e vestiti caldi.

-Vi ringrazio di cuore. Mi auguro che non avervi messo in pericolo- disse lei dopo essersi saziata.

-Non si preoccupi. Non è la prima volta che lo facciamo- la rassicurò Augusto -La cercavano perchè gitana??-

-Non solo. Ho predetto la morte di Mussolini-

-Predetto??- ripeté stupita Ilaria.

-Sì. Discendo da una famiglia di chiaroveggenti e ho ereditato il dono di vedere nel futuro. Il nostro carissimo duce è venuto da me per sapere della sua sorte e io gli ho detto…-

Si schiarì la voce e con la stessa solennità del papà quando diceva l'angelus disse:
-"Gioisci ancora per poco, serpe portatrice di violenza, perché al quarto mese del lustro sanguinario la morte verrà a reclamare la tua lurida e nera anima e il tuo sangue verrà versato come tributo ai giovani guerrieri che hai sacrificato"-

I due ragazzi rimasero stupiti dalla serietà con cui ella pronunciò quelle parole. Inizialmente era convinti che li stesse prendendo in giro, ma quello unita a quanto quelle parole fossero pericolose da dire, soprattutto di fronte all'uomo più potente d'Italia li fecero dubitare che fosse tutta una farsa. 

-...e lui mi ha sguinzagliato contro i suoi cani come segno di ringraziamento- finì di spiegare lei con amara ironia.

-A tal proposito, meglio se me ne vada-

-Con questa tempesta??- si preoccupò Ilaria.

-Terminerà entro mezzanotte- affermò decisa lei -E prima di allora devo essere fuori dalla città-

Augusto guardò l'ora: erano le 23.45. Dubitava fortemente che il temporale finisse nel giro di 15 minuti, ma non volle contestare la donna.

-Io non ho molto da offrire per sdebitarmi- disse lei -Ma se lo desiderate, posso vedere nel futuro e dirvi cosa vi aspetta-

Ilaria e Augusto si guardano nuovamente e accettarono. Dopotutto che avevano da perdere. La donna li prese per mano e chiuse gli occhi. Quando li aprì erano passati dal verde al grigio nebbia. Predisse a entrambi un felice matrimonio e un figlio sano e amorevole, ma a un certo punto si ammutolì.

-Che succede??- chiese Augusto.

La donna si voltò verso di lui e gli chiese: -Ho visto qualcosa di terribile che riguarda te e la tua famiglia. Posso raccontartelo se lo desideri, ma se fossi in te eviterei. Certe cose forse è meglio non saperle-

Augusto, sebbene turbato, gli chiese di parlare e lei con sguardo rammaricato annunciò:

-"La tua stirpe è maledetta, ragazzo. Tempo fa il tuo avo ottenne il potere del Sole per sconfiggere l'oscurità abbattutasi sulle terre di Albione. Si immolò per un giovane con una voglia a stella, ma la Morte non fu soddisfatta e da allora reclama l'anima di tutti i primogeniti. Suo figlio morirà per salvare il nipote e quest'ultimo si sacrificherà a sua volta per l'erede della stella. E così continuerà ad accadere finché, sotto le stelle dell'animale mortale, nascerà un primogenito la cui scelta decreterà la fine della maledizione o dell'intera stirpe"-

-M-Ma cosa??- domandò spaventato Augusto, mentre gli occhi della donna tornarono del loro colore originale.

-Mi dispiace. Avrei voluto dirti parole più felici- mormorò dispiaciuta -Devo andare adesso-

Senza dire nulla Augusto la condusse alla porta sul retro. Lei uscì e scomparve nella notte e dalla vita del ragazzo. Augusto tornò poi in cucina e si sedette, tirandosi le ginocchia al petto.

-Sta tranquillo. Figurati se è vero. Sarà una di quelle fattucchiere tanto fumo e niente...- tentò di rassicurarlo Ilaria.

-Mio nonno è stato assassinato in Inghilterra dopo essere stato per un periodo in Tibet a imparare un'antica tecnica di combattimento- la interruppe lui -E poi ha smesso di piovere-

Lei guardò fuori e si rese conto che aveva ragione: erano le 23.58 e il temporale era finito.

***

-Non moriremo- affermò Alice riportando Augusto nel presente -Io e Marco siamo nati il 5 novembre, sotto il segno dello Scorpione. Uno di noi è il prescelto per spezzare la maledizione…-

-...o a causare la fine degli Zeppeli- ricordò cupo l'anziano.

Alice non potette che annuire e sprofondare nel silenzio. Augusto non voleva spezzarle così il morale, ma ormai non riusciva più a vedere una via d'uscita positiva in quella situazione. Non dopo il sacrificio di suo padre per salvare Ceasar. Non dopo la morte di quest'ultimo a favore di Joseph Joestar. E non dopo l'assassinio di suo figlio, mutamente accettato da quest'ultimo per salvaguardare i gemelli. 

La sua famiglia era condannata a non essere felice. Lui era condannato a non essere felice.

-Io non so cosa mi aspetta in futuro- disse a un certo punto Marco, rompendo il silenzio -Non so se morirò per Giorno, se condannerò tutti noi oppure no. E, sapete, non mi importa. Tutti devono morire prima o poi. È la nostra unica certezza. Ma non è una scusa per chiudersi in una bolla e non fare nulla. La vita va vissuta al meglio per quanto breve possa essere. E io voglio viverla cercando di fare qualcosa di buono e giusto. Ed è così che voglio morire-

Alice annuì e Augusto guardandoli vide nei loro occhi la stessa determinazione e fierezza di suo figlio Livio e di suo fratello Caesar. Si ritrovò a sorridere malinconicamente, ma anche a sperare che sua nipote avesse ragione. Che loro sarebbero sopravvissuti. E che quella maledizione sarebbe stata spezzata proprio da uno di loro.

Autrice Time
Questo capitolo doveva uscire ieri a Pasqua, ma me ne sono completamente dimenticata. Dannato capretto che mi ha fatto venire l'abbiocco. 

Comunque sì, una maledizione. Che originalità!! Ma si sa che gli Zeppeli hanno sfiga, quindi perchè non renderlo ufficiale. E con questo capitolo si conclude il chilometrico incontro tra il nostro caro trio di Passione (ormai è il loro soprannome ufficiale) e i gemelli. Come procederà la guerriglia tra Passione e Carboneria?? Qual è il piano di Giorno?? E i gemelli riusciranno a spezzare la maledizione?? Tutto questo nei prossimi capitoli. Ci vediamo.

Ciau Giuly♡

PS. Tra l'atro ho scoperto che i nati sotto il segno dello scorpione sono misteriosi, istintivi, tenaci, passionali, ribelli, vendicativi e con ottime capacità intuitive... Giuro che non era voluto!!

   
 
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