COME RENDERE PIACEVOLE UN GIORNO DI SCUOLA
13 SETTEMBRE, ORE 21.30
BIP BIP BIP
BIP BIP BIP
Un cellulare stava suonando insistentemente disturbando
una giovane coppia intenta a… farsi gli affari propri.
- Zoro… dai, fammi rispondere!-
Nami si liberò con difficoltà dalle labbra e
dall’abbraccio del suo ragazzo e cercò freneticamente il suo cellulare.
- Pronto?- rispose scocciata non appena lo ebbe trovato.
Stava così bene fra le braccia di Zoro… e voleva tornarci al più presto!
- Nami, spero che tu sia sulla via di casa! Lo sai che
domani ricomincia la scuola, quindi vedi di non fare tardi!-
Quella rompiballe di sua madre…
- Sì mamma, arrivo tra dieci minuti- sbuffò.
- Lo spero per te signorina!- e riattaccò.
- Tua madre?- le chiese Zoro vedendo la sua faccia
imbronciata.
- Già- mugugnò. -
Vuole che torni subito a casa-
- Forza allora! In marcia! Non voglio mica scatenare
l’ira di tua madre- scherzò lui prendendola per mano e cominciando ad avviarsi
verso casa sua.
Nami si fermò un attimo a contemplare il panorama.
Erano su una collinetta ricoperta di graziosissimi fiori
e dalla quale si poteva ammirare un cielo stellato davvero spettacolare. Era lì
che Zoro aveva detto di amarla proprio all’inizio di quella estate, era lì che
organizzavano tutte le loro seratine romantiche, era
lì che andavano quando volevano sentirsi in pace con il mondo, e adesso… con la
scuola e il resto chissà quando ci sarebbero tornati.
- Vedrai Nami, torneremo presto, questo è il nostro posto
speciale, no?- le lesse nel pensiero Zoro.
- Hai ragione, possiamo sempre venire durante i week end.
E se farà freddo io conosco un buon modo per scaldarsi…- fece maliziosa
ammiccando in direzione del ragazzo.
- Bella idea! Però adesso andiamo, forza!- disse
passandole un braccio sulle spalle.
Lanciarono un’ultima occhiata nostalgica a quel posto incantato e scesero
dalla collina scambiandosi baci e carezze…
LA MATTINA DOPO
BIP-BIP BIP-BIP BIP-BIP
Un fastidiosissimo suono martellava senza tregua nelle
sue povere orecchie. Cercò di ignorarlo girandosi sull’altro fianco e
coprendosi la testa con il cuscino.
- Naaaamiiii!!! La colazione è
pronta, scendi dai!-
Un macabro pensiero si fece strada nel suo cervello
ancora assonnato: la sveglia che suonava alle 6.30, lo zaino buttato in un
angolo della stanza, sua mamma che la chiamava per fare colazione… Il primo
giorno di scuola!
Come uno zombie si trascinò giù dal letto e scese in
cucina, attirata dal profumo di tè al mandarino.
- Buon giorno tesoro, pronta per ricominciare la scuola?-
la salutò calorosamente Bellmere.
- Mmmmmh… naaaa-
mugugnò in una lingua sconosciuta, tipica di chi avrebbe voluto rimanere a
letto almeno altre quattro o cinque ore.
- Siamo sicuri di non aver trovato nostra figlia allo
zoo, nella gabbia dei bradipi?- commentò gentilmente suo padre.
- Suvvia Genzo, non fare lo scorbutico! Deve solo
riprendere il ritmo scolastico- la difese sua madre.
Dopo aver mangiato Nami si fece una doccia veloce, giusto
per svegliarsi un po’, indossò l’uniforme, si mise un filo di trucco e proprio
mentre si stava mettendo lo zaino sulle spalle, sua madre annunciò che Zoro era
fuori ad aspettarla.
Lei e Zoro abitavano nello stesso quartiere ed erano
amici da sempre. Lui era un teppista: a scuola si divertiva a far casino,
dormiva durante le lezioni, veniva sbattuto fuori dalla classe spesso e
volentieri e i suoi voti non erano certo il massimo… Lei invece era un’alunna
modella: ottimi voti, comportamento impeccabile, grandi prospettive per il
futuro, un sacco di crediti dovuti alle attività extra scolastiche.
Erano agli antipodi, nero e bianco, sale e zucchero, cane
e gatto, polo nord e polo sud…
Eppure erano inseparabili: Zoro insegnava a Nami come
godersi un po’ la vita e Nami dava ripetizioni a Zoro in modo che alla fine
dell’anno riuscisse a migliorare i suoi voti.
Con l’arrivo dell’adolescenza però, fecero capolino nuovi
sentimenti. Non riuscivano più a giocare spensierati come prima, un contatto
casuale li imbarazzava, le parole in un discorso venivano scelte con più cura,
e alla fine l’illuminazione… si erano innamorati. Nonostante ciò fecero finta
di niente e andarono avanti come amici fino alla veneranda età di 17 anni. Poi
finalmente Zoro aveva preso il toro per le corna e aveva detto tutto a Nami, e a
lei la cosa non dispiacque affatto, anzi…
- Nami muoviti o farai tardi!-
La voce di sua madre la distolse da quei pensieri e si
precipitò giù per le scale, già più contenta, sapendo che Zoro la aspettava
oltre la porta.
Appena lo vide lo salutò con un lunghissimo bacio e poi
si avviarono mano nella mano verso la scuola.
Quando arrivarono notarono che tutti gli studenti erano
affollati intorno alla bacheca per vedere con chi erano finiti in classe.
- Angelo del mio cuore!!!- la salutò Sanji con una
piroetta e scie di cuoricini non appena la vide. - Ho una bellissima notizia
per te: quest’anno sarai nella stessa classe del tuo Mr. Prince!-
Zoro strinse Nami a sé, in modo possessivo. Quel damerino
gli faceva saltare i nervi!
- Purtroppo per noi zuccherino, ci sarà anche questo
maledetto marimo!- aggiunse Sanji per niente contento.
Nami fece un discreto sospiro di sollievo e abbracciò il
suo Zoro tutta felice, facendo così venire un mezzo infarto a Sanji… e tanti
saluti al caro Mr. Prince.
In classe con loro c’erano anche Rufy e Usopp, due
scalmanati che facevano parte del loro gruppo di amici.
Entrarono in classe tutti insieme, raccontandosi come
avevano passato le vacanze e all’arrivo del professore si misero tutti seduti
(Zoro con i piedi sul banco).
Il professore non perse tanto tempo in chiacchiere e
cominciò subito a fare lezione, così che due ore dopo l’attività preferita
degli studenti era sbadigliare.
Zoro si mise a contemplare Nami, pochi banchi avanti a
lui. Era totalmente concentrata a prendere appunti sulla lezione, scriveva
freneticamente e aveva delle ciocche di capelli che le ricadevano sugli occhi.
“Quanto è bella…” pensò estasiato. Poi realizzò che aveva
bisogno di lei, di toccare la sua pelle vellutata, di baciare quelle labbra al
sapore di ciliegia… subito!
Prese un foglietto e ci scrisse: “Ho bisogno di vederti
IMMEDIATAMENTE, reggimi il gioco.” Poi lo appallottolò e glielo lanciò.
Le lasciò il tempo di leggerlo e quando si voltò confusa
verso di lui, cominciò a ridere forte.
- Ahahahahahah!!! Nami per favore,
s-smettila di f-farmi le boccacce! Ahahahah! Sei
troppo buffa!!!-
- Signor Roronoa, c’è qualcosa che non va?- chiese il
professore piuttosto irritato.
Zoro rise ancora e poi si decise a parlare.
- Scusi professore, ma Nami mi sta confondendo, non posso
fare a meno di ridere!- e a conferma di ciò scoppiò di nuovo in una fragorosa
risata facendo scandalizzare il professore.
Nami intanto osservava la scena basita: se avesse potuto
la sua mascella avrebbe toccato terra.
- Adesso mi sono stancato!- tuonò il professore. -
Roronoa, Cocoyashi, fuori dalla classe!!! Immediatamente!-
Zoro uscì con andatura sicura e sguardo soddisfatto (in
fondo ci era abituato ad essere sbattuto fuori), Nami invece se ne uscì con la
coda fra le gambe.
- Sei un idiota!!!- gridò la ragazza quando furono nel
corridoio. - Che diavolo ti è saltato in mente, eh?!?!-
Stava per colpirlo con uno dei suoi pugni micidiali, ma
lui le bloccò il polso.
- Volevo stare con te, mi mancavi… e allora ho
improvvisato, e direi che ho fatto un buon lavoro- disse malizioso.
La poggiò delicatamente al muro e poi la baciò
passionalmente.
- Davvero un piano ingegnoso- si complimentò Nami tra un
bacio e l’altro.
- Ho solo pensato ad un modo per rendere più piacevole la
scuola…- sghignazzò soddisfatto lui.
- Sei un vero genio! Se applicassi questo impegno anche
nelle materie scolastiche adesso saresti il primo della classe.-
- Beh, sei tu la musa da cui traggo ispirazione- scherzò.
Continuarono a baciarsi per un bel po’, approfittando del
tempo concesso dalla punizione. Probabilmente avrebbero fatto anche qualcosa di
più, ma sentirono la porta della classe aprirsi e così si staccarono in fretta
e furia.
Il professore li guardò con occhi severi e indagatori per
un momento.
- Roronoa, Cocoyashi, rientrate pure… credo che la
punizione migliore sia farvi assistere alla mia lezione, e non stare qui fuori
a far nulla o… qualcosa di peggio.-
I due rientrarono con un identico ghigno stampato sul
volto e finirono di assistere alla lezione.
- Allora, cosa ci inventiamo domani per spezzare la
noiosa routine scolastica?- domandò Zoro all’uscita da scuola.
- Non ho voglia di finire in punizione…- cominciò Nami. -
Che ne dici se io faccio finta di star male e tu da bravo fustacchione
solleva pesi quale sei, mi accompagni in infermeria?- propose maliziosa.
- In infermeria ci dovrà pur essere un letto, no?- chiese
lui con aria sognante.
- Uhm… di solito sì, e l’infermiera è una vecchietta un
po’ rimbambita, basterà dirle che il preside l’ha chiamata nel suo ufficio…-
- Io sarò un genio del crimine, ma anche tu non scherzi!-
disse ammirato Zoro.
- Allora, che ne dici?- gli domandò Nami.
- Dico che non vedo l’ora di tornare a scuola domani!-
ANGOLO DELL’AUTRICE
Dedico questa piccola ficcy
senza pretese a chi come me da domani dovrà ricominciare… la scuola T_T
Ci vorrebbe proprio Zoro per rendere
bella la giornata di domani, ma io ancora non l’ho trovato! XD Vabbè, in bocca
il lupo a tutti!!! ^^
Bye!