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Autore: Dreamer47    16/04/2023    1 recensioni
È il 2005.
Sam e Dean sono ancora all'oscuro dei piani di Azazel.
Le loro giornate sono intrise di mostri e di streghe, vogliono ancora trovare John ed uccidere l'assassino di Mary, quando una ragazza incontrata per caso entrerà a far parte della loro vita.
Hunters' legacies non è solamente la storia dei fratelli Winchester, ma anche quella di Abby Harrison, una giovane ragazza dal cuore spezzato e dal destino turbolento il cui unico scopo è la vendetta.
Insieme, riusciranno ad ottenere ciò che vogliono più di ogni altra cosa.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Hunters’ Legacies
Capitolo 61.

"Castiel scappa con Kelly e io devo venirlo a sapere dagli inglesi?". 
Lo sguardo adirato che Abby riservò ai due ragazzi fu il peggiore che la donna avesse mai messo su in tutti quegli anni, guardandoli con rabbia e delusione con le braccia serrate al petto; Dean si limitò a guardarla con aria accigliata, perché davvero non capiva più cosa la ragazza si aspettasse da lui e che cosa ci facesse lì. "È stato tutto un casino ultimamente. E poi mi sembra che ti trovi bene alla base con loro, no?". 
Abby scosse la testa sentendo gli occhi pizzicare ed abbassò lo sguardo passandosi l'indice ed il pollice della mano destra sule palpebre, perché sentiva che a breve sarebbe esplosa nella rabbia soprattutto adesso che le sue emozioni venivano amplificate dalla gravidanza. 
Tornò a guardarlo con aria delusa, fredda e distaccata, e fece un passo avanti fino a raggiungerlo seduto al secondo tavolo della sala centrale. 
"Quanto durerà questo trattamento? Sai che sto cercando solamente di aiutare, di collaborare per far sì che Mary e il bambin-..".
"Non me ne frega proprio un cazzo in questo momento, Abby!" esclamò Dean alzandosi di scatto dalla sedia della grande sala del bunker e alzando molto il tono di voce mentre la guardava in cagnesco. "Tu dovresti stare qua insieme alla tua famiglia! Dovremmo parlare del bambino, preparare una stanza per lui, dovremmo discutere anche sul nome da dargli e prepare Mary insieme, ma tu sei troppo impegnata a stare con le persone sbagliate!". 
"Dean, cerca di darti una calmata!".
Sam sollevò lo sguardo arrabbiato verso il fratello maggiore e lo canzonò con lo sguardo, scuotendo la testa perché proprio non gli piaceva il tono con cui si fosse rivolto alla ragazza davanti a sé.
Entrambi si voltarono verso Sam, ed Abby gli riservò un sorriso gentile ringraziandolo silenziosamente.
A Sam non importava ciò che accadesse fra di loro: considerava Abby come una sorella, ormai.
Era la madre di Mary, la bambina che adorava e che avesse cambiato la vita di Sam e di tutta la loro famiglia.
Sam non aveva mai smesso di rimanere in contatto con Abby, vedendosi molto spesso alla base degli inglesi e quasi sempre Sam si intrufolava nei laboratori e ragionava insieme ad Abby e a Dan sulle ipotetiche armi che potessero utilizzare sui campioni di tessuto delle varie creature.
Le dava supporto, le parlava di tutto e cercava di farla distrarre il più possibile, rassicurandola che anche quella turbenza con Dean sarebbe passata.
Abby però abbassò lo sguardo e si sentí ancora una volta ferita da quelle parole, perché non solo per l'ennesima volta le aveva detto fra le righe di essere una madre poco presente e disinteressata, ma la stava anche accusando di non essere minimamente interessata al bambino che sarebbe arrivato.
Scosse la testa e sorrise amaramente, sentendo gli occhi pizzicare: avrebbe voluto rispondergli, dirgli che fosse un idiota a non ascoltarla davvero, ma silenziosamente lo sorpassò senza dire niente, dirigendosi verso il corridoio per lasciarselo alle spalle nonostante sentisse la sua voce pentita richiamarla, ma Abby era già andata via.
Si mosse nel corridoio buio che ormai conoscesse a memoria e si diresse fino alla cameretta della sua bambina.
Aprí la porta in silenzio e trovò Mary a dormire nel suo letto stretta alla sua bambola di pezza, ed Abby sorrise dolcemente quando la vide; si chiuse la porta alle spalle e si avvicinò alla piccola, sedendosi sul materasso e sfiorandole la testa biondiccia mentre la guardava dormire serena.
Senza fare bruschi movimenti si sdraiò sul lettino accanto a lei, stringendola fra le braccia e chiudendo appena gli occhi pensando a quanto la sua piccola le mancasse alla base. 
Se non avesse mai avuto figli, Abby probabilmente non si sarebbe mai lasciata convincere a far parte di quell'organizzazione, ma ormai era responsabile per altre due vite e non era importante se per un po' sarebbe stata lontana da Mary, se l'obiettivo più grande fosse quello di offrire un mondo più sicuro alle persone che amava di più. 
Strinse la figlia a sé e rimase a coccolarla con dolcezza, pensando che tutto il senso della vita risiedesse sulle fossette delle guance di sua figlia e sorrise con tenerezza, mentre sentiva l'umore dentro di sé tornare finalmente a dei livelli molto alti.
Senza fare nulla, la sua piccola le riempiva il cuore e la faceva sentire nuovamente invincibile.
Semplicemente esistendo, Mary le permetteva di affrontare qualsiasi cosa pur di proteggerla.
Dove a riconoscere che Dean stesse facendo un notevole lavoro con Mary: tutti i giorni la preparava e l'accompagnava a scuola, le preparava da mangiare, si prendeva il tempo per stare insieme a lei ed in più doveva anche continuare le ricerche su Kelly che fosse sparita.
Era davvero un ottimo genitore ed Abby non avrebbe potuto desiderare padre migliore per i suoi figli.
Abby rimase probabilmente più di due ore sdraiata sul letto di sua figlia a coccolarla mentre dormiva, a rimboccarle le coperte ed a baciare la testolina, quando il suo telefono squillò nella sua tasca ed Abby si affrettò ad afferrarlo per non svegliare Mary.
Si accertò che la piccola dormisse ancora e solamente dopo si apprestò a leggere il contenuto del messaggio che fosse arrivato sul suo cellulare.  Per qualche istante Abby rimase interdetta ed incredula, deglutendo a fatica e sgranando gli occhi perché non poteva credere ai suoi occhi.
Diede un ultimo bacio sulla fronte della bambina e si alzò silenziosamente, arrivando fino alla porta per raggiungere nuovamente i due ragazzi ancora svegli che trovò in cucina a sorseggiare qualche bevanda alcolica, che presto allontanarono quasi a nasconderla quando videro Abby entrare nella stanza. 
La ragazza si diresse verso la macchinetta del caffè, sentendosi colta nuovamente dalla solita stanchezza da gravidanza, e si affrettò a portare la tazza alle labbra per berne qualche sorso, sforzandosi di ignorare gli sguardi di disapprovazione del maggiore. 
"Ho una brutta, brutta notizia da darvi.." sussurrò Abby sospirando rumorosamente, avvicinandosi al tavolo e guardando i due ragazzi per poi soffermarsi su Sam con aria triste e dispiaciuta, sedendosi accanto a lui e sfiorandogli la schiena. "Ho un un sistema nel telefono che mi aggiorna sulle strane morti e su ciò che di strano trova la polizia: hanno trovato un cadavere, pensano sia stato attaccato da un animale, ma ho visto le immagini e penso sia opera di un cerbero. Si tratta di Eileen, Sam. Mi dispiace tanto". 


L'aver visto il corpo freddo steso su un tavolo di acciaio d'obitorio della donna che sentiva non essere solamente un'amica, l'aveva fatto sentire davvero uno straccio mentre sentiva delle vecchie ferite tornare a ricordargli che non potesse assolutamente affezionarsi a qualcuno senza che questo morisse. 
Ma la sensazione di smarrimento e il dolore provato a quella vista da Sam, furono nulla quando suo fratello trovò una lettera che Eileen gli avesse scritto appena qualche giorno prima di morire, dicendo loro che sarebbe tornata al bunker perché era convinta che qualcuno la stesse spiando e volesse ucciderla. 
Qualcuno come gli Uomini di Lettere inglesi. 
La prima cosa che i due fratelli fecero fu quella di andare alla ricerca di eventuali microfoni sparsi nel bunker, in modo da avere in mano la prova schiacciante che i Letterati li stessero spiando, e presto ne trovarono qualcuno posizionato proprio sotto il tavolo centrale e sotto quello della cucina.
Dean non ci pensò due volte prima di afferrare il telefono e chiamare Abby per avvertirla, ma più il telefono squillava più si rendeva conto che non potesse parlare apertamente all'interno di quel bunker, né da nessun'altra parte perché probabilmente anche i loro telefoni erano sotto controllo, e subito fu chiaro al ragazzo che la litigata fra lui e Abby fosse stata perfettamente architettata da Isobel solamente per allontanarli.
"Dean?".
Il ragazzo rimase un momento in silenzio, guardando il fratello con occhi sgranati perché non aveva pensato a come poter parlare con Abby senza fare insospettire dei Letterati; si schiarí la gola e sospirò, sentendosi terribilmente dispiaciuto per ciò che stesse per dire. "Ciao Abby.. Mmh, io ci ho pensato e credo che dovremmo parlare di noi e di Mary. Dobbiamo trovare una soluzione che non le faccia male". 
Abby rimase di ghiaccio a sentire quelle parole, sentendo il cuore battere più forte all'idea che Dean potesse ferirla in quel modo in un momento così deli sto come la gravidanza, e non aveva esitato a lasciare il lavoro per dirigersi verso l'indirizzo fornito da Dean, sentendosi però completamente terrorizzata.
Se ne stava seduta all'interno della sua auto posteggiata sul ciglio della strada guardandosi attorno alla ricerca del ragazzo che sarebbe dovuto arrivare entro un paio di minuti ed Abby si sentiva tremendamente dispiaciuta e avrebbe tanto voluto tornare al bunker e chiudere quella faccenda una volta per tutte. 
Ma presto vide arrivare l'Impala affiancarsi proprio accanto alla sua Hyundai ed Abby lo guardò per qualche istante, trovandolo con uno sguardo fin troppo serio. 
Deglutì a fatica e scese dalla sua auto, e vide il ragazzo farle segno di salire nella sua senza neanche guardarla in viso, e si chiese quando si fossero allontanati in quel modo così orribile. 
Abby credeva che andasse tutto bene, che fossero felici e che l'arrivo del bambino lo avesse reso pienamente contento, ma adesso a guardarlo guidare senza neanche aver detto una parola Abby avrebbe giurato che fosse tutto il contrario. 
"Dean..".
"Aspetta solamente un momento, ok? Un momento e ti spiegherò tutto". 
Abby annuí in silenzio nonostante fosse spaventata da ciò che le avrebbe detto da lì a breve, sospirando e guardandosi attorno senza avere la minima idea di dove la stesse portando, ed istintivamente si sfiorò il ventre come a rassicurare anche il suo bambino che tutto sarebbe andato per il verso giusto. 
Il ragazzo accostò davanti ad un vecchio motel e spense il motore facendo sollevare un sopracciglio di Abby, perché non capiva davvero cosa avesse intenzione di fare; per la prima volta la donna incrociò gli occhi di Dean da quando fosse salita sulla sua auto, e subito si sentí appena più tranquilla quando vi lesse serenità. "Pensavo che mi avessi chiesto di vederci per parlare".
La maschera seria di Dean si sciolse in un sorriso divertito che si affrettò a nascondere dietro ad un'espressione più seria, facendole segno di scendere dalla macchina ed Abby lo seguì senza battere ciglio, perché era davvero curiosa di capire cosa diavolo stesse accadendo fra di loro e perché Dean l'avesse portata in un motel.
Scosse la testa e lo seguì, osservandolo affittare una stanza matrimoniale e ringraziare il gestore del posto, facendo segno ad Abby di andargli dietro mente ignorava il suo sguardo confuso. 
Quando la porta si chiuse alle spalle di Dean, Abby lo osservò avvicinarsi alla finestra e chiudere le tende in modo ossessivo e la ragazza non riuscì a far altro che voltarsi verso di lui con aria spazientita e perentoria, sollevando un sopracciglio e guardandolo in cagnesco. "Ok Mr. Stranezza, adesso mi sono stancata. Vuoi dirmi che diavolo ci facciamo qui o no?!". 
Dean cercò davvero le parole giuste per dirle tutto ciò che stesse accadendo, iniziando da Isobel che li avesse fatti litigare fino ad arrivare agli Uomini di Lettere che avessero ucciso Eileen, ma iniziò subito a pensare che la ragazza gli fosse mancata fin troppo per rimanere lì a parlarle; si avvicinò di scatto e le afferrò il viso fra le mani, chinandosi su di lei per baciarle le labbra. 
Inizialmente Abby rimase impietrita a guardarlo con occhi sgranati, perché le sue stranezze le facevano girare la testa, ma presto Abby si strinse di più a lui e lo baciò con la stessa intensità, beandosi di quel contatto così intimo e così dolce. 
Sentí le sue mani scostare la sua felpa larga e scendere a sfiorarle la schiena per attirarla più vicina a sé mentre sorrideva contro le sue labbra, ed Abby aprí gli occhi per guardarlo con lo stesso sorriso.
Prima che Dean potesse nuovamente annullare la distanza fra i loro volti, Abby riuscì ad avere un unico momento di lucidità da rendersi conto che Dean non le avesse dato alcuna spiegazione, così lo allontanò spingendogli una mano sul petto. 
Lo guardò negli occhi per qualche istante e vide il sorriso sincero e divertito che le stesse riservando, il modo in cui la guardasse e come la stringesse più vicino al suo corpo, ed in quel momento Abby pensò che si fosse sbagliata e che non fosse mai cambiato nulla fra di loro. 
Il suo sorriso svaní quando però il ricordo della litigata della sera in cui Dagon avesse ripreso con sé Kelly tornò nella sua mente, e ripensò anche alla telefonata in cui Dean le disse di dover parlare con urgenza, ed il sangue le ribollí nelle vene. "No! Non puoi tenermi il muso per settimane e poi portarmi qui e baciarmi come se fosse tutto a posto! Che diavolo significa?". 
Dean sospirò rumorosamente e le sfiorò il viso con un sorriso dispiaciuto, pensando che Abby fosse sempre in grado di sorprenderlo facendo spallucce mentre la guardava. "Prima dimmi che tu e il piccolo state bene: conta solo questo per me adesso". 
Abby accennò un sorriso e si portò un ciuffo di capelli dietro l'orecchio, avvicinandosi nuovamente al ragazzo e sollevandosi sulle punte per dargli un bacio dolce a fior di labbra chiudendo gli occhi e beandosi di quel momento. "Stiamo bene". 
Dean sorrise e si portò le sue mani alle labbra per depositarvi dei piccoli baci mentre la guardava negli occhi, e presto la condusse sul piccolo divano presente nella stanza per farla sedere e permettere di stare più più comoda, mentre lui si limitava a star seduto su una sedia di legno davanti a lei, parlando e sfiorandole l'addome che diventava sempre più tondo. 
Le raccontò tutto ciò che avessero scoperto: dai microfini alla verità sulla morte di Eileen, e Dean vide l'espressione di Abby divenire tremendamente arrabbiata quando iniziò a capire che dietro a tutto ciò ci fosse unicamente Isobel, ed iniziò a pensare che avrebbe potuto affrontarla una volta per tutte, avrebbe potuto ucciderla e toglierla dai giochi, ma nonostante non l'avesse vista negli ultimi 27 anni, Isobel rimaneva sempre sua madre ed Abby non era un'assassina a sangue freddo. 
"È una situazione terribile davvero e mi dispiace tanto per tutto, ma mi hai fatto morire di paura con quella telefonata: ho creduto che volessi lasciarmi, lo sai?" disse Abby muovendosi in maniera irrequieta sul divano con occhi lucidi, iniziando a sentire i disturbi tipici della gravidanza e sollevando i piedi sul tavolino alle spalle del ragazzo, che si avvicinò con un piccolo sorriso per rassicurarla, ma tutto ciò che ottenne fu una piccola spinta sul petto ed una minaccia tutt'altro che finta. "Se lo fai di nuovo ti uccido: sei un idiota e non ti perdonerò mai per avermi spaventata così". 
Dean sorrise appena e si sedette a fianco della ragazza, avvicinandola a sé con un sorriso e passandole un braccio attorno alle spalle. "Andiamo ragazzina, dove pensi che ti possa lasciare andare senza di me? Sai che non ti ho mai lasciata uscire dal raggio del mio sguardo. Mai".
Abby accennò un sorriso e si avvicinò per baciarlo nuovamente con dolcezza, mentre sentiva la sua mano giocare con la sua felpa solamente per poter continuare a toccarle il ventre e la sua pelle, e la ragazza si sentí talmente al sicuro e a casa che pensò di non tornare mai più alla base degli inglesi. "Quindi che facciamo? Scopriamo cosa vogliono da noi fingendo di esserci davvero lasciati? Non mi piace l'idea di starti lontano". 
Dean annuí silenziosamente e sospirò, stringendola appena più forte e baciandole la tempia con dolcezza. "È l'unico modo per scoprire cosa sta succedendo, ragazzina. Darei qualsiasi cosa per prendere il tuo posto e lasciare te e Mary al sicuro". 
  
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