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Autore: OmegaHolmes    21/04/2023    0 recensioni
Sono passati otto mesi dall'Apocalisse, periodo nel quale Aziraphale e Crowley hanno vissuto felici e contenti, fino a quando non gli viene assegnata una nuova missione che li porterà a fronteggiare i propri sentimenti e a prendere una decisione definitiva tra le loro fazioni.
Dal testo:
“Da quanto non facciamo cose così clandestine?” sospirò roco il demone.
“Non abbiamo molto tempo. Dobbiamo trovare una soluzione.” deglutì nervosamente l’angelo, incapace di guardare l’altro negli occhi, o meglio gli occhiali scuri.
“Non credo ci siano molte soluzioni, angelo.”
“Questa è davvero la tua risposta?” si girò di scatto, fulminandolo con lo sguardo.
“Hai paura?” chiese in un tono dolce il fulvo.
Le sopracciglia del biondo si contrassero in una fitta di dolore: “Più dell’ultima volta. Gabriele è stato molto chiaro. Se sbaglio questa volta-”
“...ti fanno la festa.” finì la frase l’altro “Lo so.”
Aziraphale x Crowley
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Belzebù, Crowley, Dio, Gabriele
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’odore d’erba appena falciata, mista alla rugiada del mattino, diedero un pizzicore al buon umore di Aziraphale, che con passo concitato superò il vialetto che portava all’entrata dell’antica scuola in mattoni. L’orologio indicava le 7:30 precise e all’interno della struttura era già presente una fiumana di addetti ai lavori, tra collaboratori scolastici, segretarie e docenti.

Venne accolto con frettolosa cortesia, fino a quando non venne invitato nell’ufficio della Preside.

“Signor Fell, piacere di conoscerla!” lo accolse calorosamente la donna “Il suo arrivo è un vero miracolo, ero convinta di aver ormai chiamato tutti i docenti di letteratura del Paese!”

Un sorriso luminoso, cordiale e pacifico si allargò sul viso dell’uomo: “Ne sono lieto.”

“Anche se, devo ammettere, non avevo mai visto così tante credenziali in un professore delle medie. E’ certo di essere nel posto giusto?” chiese la donna, sedendosi alla scrivania.

“Mai stato più sicuro di così. Quante classi avrò?”

“Lei è stato assegnato al corso di letteratura Inglese e avrà tutte le 6 classi. La avverto, sono ragazzi molto difficili. Hanno fatto scappare diversi insegnanti.”

“Bene, cercherò di non fare lo stesso.”

“Lo spero! Ecco il suo orario e ora una collega le mostrerà la sua aul- ma cos’è questo trambusto?” si alzò improvvisamente la donna, dirigendosi verso la finestra che dava sul cortile.

Bohemian Rapshody echeggiava dal patio della scuola a tutto volume da una Bentley nera che si era parcheggiata con poca eleganza di fianco all’entrata.

Due gambe avvolte dai jeans neri ed attillati uscirono dall’abitacolo, mettendo in mostra un individuo dalle caratteristiche singolari.

Gli occhi di Aziraphale fecero un giro fino al soffitto, mentre una segretaria entrò con il fiatone nell’ufficio della Preside: “Il nuovo insegnante di Scienze, Preside! E’ arrivato!”

Alle sue spalle comparve la cresta fulva di Crowley, avvolto in un cappotto lungo e nero, con una dolcevita dello stesso colore che lo avvolgeva perfettamente.

“Salve! Molto piacere, Anthony J. Crowley, il nuovo insegnante di Scienze!” esordì andando a stringere con forza la mano della donna che lo fissava ancora incredula per la singolare eccentricità dell’uomo.

“S-salve. Non l’aspettavamo prima del prossimo mese.” lo guardò dubbiosa: “Ci era stato detto che stavate compiendo degli studi presso la Nasa.”

Aziraphale non potè fare a meno di fulminarlo con lo sguardo, abituato all’incredibile propensione di Crowley per mentire e gonfiare la realtà.

“Beh, sa com’è! Avevamo finito le stelle, quindi, eccomi qua. Dove sono i mocciosi?”

“Signor Crowley!” lo riprese la donna “Sono dei ragazzi in età di sviluppo, appellarli in questo modo è del tutt-”

“Andiamo, stavo scherzando!” esclamò con un largo sorriso, continuando a masticare la gomma in bocca: “Allora, quando si inizia?”

 

***

 

“Salve a tutti!” esclamò con gioia Aziraphale, guardando con un sorriso euforico la classe: “Io sono il vostro nuovo insegnante di letteratura inglese ed il mio nome è…” si diresse con ampi movimenti, simili a quelli d’uno strano prestigiatore alla lavagna, dove iniziò a scrivere Professor Fell.

“Bene, ora, vorrei avere le vostre presentazioni!”

Una ragazza in prima fila, dai capelli ricci e l’aria truce, alzò la mano.

“Cara, dimmi pure!”

“Lei è gay?”

Aziraphale preso alla sprovvista, sorrise nervosamente: “Come scusa?”

“Ho chiesto se lei è gay. La gente non si veste così dall’800, amico.”

“Come ti chiami?” chiese cordialmente.

“Jenny.”

“Beh, Jenny è molto maleducato chiedere un qualcosa senza nemmeno presentarsi. Ad ogni modo il mio orientamento sessuale o meno non è in alcun modo di tuo interesse, cara. E non sono tuo amico.”

Un paio di risolini iniziarono a soffocarsi da in fondo alla classe, rendendo il povero angelo ancora più nervoso.

Buon Dio…” pensò, prendendo il libro di testo “Dammi la forza.”

“Bene, iniziamo! Prendete il libro a pagina 11!”

 

***

 

La classe chiassosa continuava a muoversi in attesa dell’arrivo del nuovo Professore. Essendo una classe dell’ultimo anno, erano ormai abituati a fare quello che volevano, sentendosi padroni anche dei granelli di sabbia di quella scuola.

La porta si aprì in un gesto secco, attirando l’attenzione di trenta occhi adolescenziali.

La figura alta e affusolata di Crowley entrò lentamente, fino a quando non andò a sedersi sul bordo della scrivania.

“So a cosa state pensando in quei vostri piccoli cervelli bombardati di ormoni e videogiochi: questo me lo fotto. Ma vedete, provate a toccare una sola provetta senza il mio consenso, a toccare una sola singola goccia d’acqua senza che io vi abbia dato il permesso e vi faccio espellere. Io non voglio rotture di scatole, non mi interessa se studiate o meno, anzi godrò nel mettervi le insufficienze. Questo è un laboratorio di scienze, non la vostra cameretta infestata dalle magliette dell’allenamento di calcio del 1998. Dovete trattarlo come un tempio, ci siamo intesi?”

Nessuno osò fiatare, continuando a fissare immobili quella figura sinistra.

“Ho detto… CI SIAMO INTESI?” urlò, nello stesso modo con cui amava urlare alle sue piante.

Un coro di “Sì” balbettati uscì dalle loro labbra.

Forse” pensò “Sarà più divertente di ciò che mi aspettassi.”

 

***

 

Esausto, l’angelo si lasciò cadere sulla sedia del tavolo della mensa, in un profondo sospiro, iniziando ad aprire le posate di legno usa e getta.

“E’ libero?” domandò una voce a lui così familiare che gli fece tornare il sorriso.

“Certo!” alzò lo sguardo verso il fulvo, che a differenza sua, sembrava più in forma che mai: “Oh buon dio… come ci riesci?”

Crowley accennò un ghigno: “Sono un demone, ricordi?” disse a bassa voce, fissando il proprio vassoio della mensa, chiedendosi cosa esattamente avrebbe dovuto fare con quella roba.

“Ora, in 6000 anni non ho mai visto tanti ragazzi così maleducati ed impertinenti! Stavo spiegando Shakespeare quando uno ha iniziato a fare i versi di- di accoppiamento.”

“Angelo, sono dei mocciosi… non gliene frega nulla di tutto questo… devi fare uscire il bastardo che è in te e so che, in fondo, non vede l’ora di uscire.” gli accennò un sorriso.

Lo sguardo di intesa di Aziraphale restò in silenzio, ma stranamente quelle parole avevano già migliorato il suo umore.

“Nessuna traccia del ragazzo?” chiese il demone, guardandosi attorno.

“Temo che per oggi non sarà tra i miei allievi, ho controllato l’elenco. Non credi che sia strano che non ci possa riconoscere?”

“Già… ma così dovrebbe essere.”

“Eppure ho la netta sensazione che ci riconoscerà.”

“Perchè?”

“Perchè lo abbiamo aiutato quando più ne aveva bisogno.”

 

***

 

Ora, il nostro caro Adam, quello che era stato l’Avversario, il distruttore dei Re, l’Angelo del pozzo senza fondo, la Grande Bestia chiamata Dragone, principe del mondo, comunemente nominato Anticristo, aveva continuato la sua serena vita in quegli otto mesi, ignaro di ciò che nuovamente Paradiso ed Inferno avevano cercato di compiere alle sue spalle.

Come ben ricordiamo, l’Apocalisse era stato un ricordo solamente per coloro che l’avevano vissuta, peccato che né il Paradiso, né l’Inferno erano a conoscenza del miracolo che aveva compiuto Adam, ed entrambe le fazioni avevano lavorato per cancellare totalmente la mente del ragazzino, annullandosi a vicenda.

Per cui, quando quel primo giorno di scuola, all’uscita vide le due figure di un angelo ed un demone imbellettati come due insegnanti, si chiese cosa stesse accadendo questa volta.

Aziraphale stava passeggiando verso la fermata dell’autobus, impugnando la propria cartella in pelle chiara, quando il ragazzo gli si parò davanti: “Buongiorno, che cosa ci fai qui?” chiese diretto il ragazzo, con il volto la solita espressione impassibile.

“A-Ad… Intendo, ragazzo, ci conosciamo?” cercò di fingere in malo modo l’angelo, guardandosi attorno nervosamente, in attesa che tutti i ragazzi uscissero dal cortile.

“Certo che ci conosciamo. Tu sei l’angelo, avevi una spada… ti chiami Aziraphale, giusto?”

Un sospiro di sollievo uscì dai suoi polmoni, facendo allargare sul suo viso paffuto un luminoso sorriso: “Allora ti ricordi! Oh caro ragazzo, che piacere rivederti.”

“Certo che mi ricordo, perché dovrei dimenticare? Ma che cosa ci fai qui?”

“E-ecco, è un po’ complicato, credo che dovremmo parlarne in privato.” disse abbassando la voce.

“C’è anche il tuo amico, vero? E’ il nuovo insegnante di scienze.”

“Sì, ecco… vedi-”

“Adam!” una voce femminile chiamò il ragazzo dal fondo del vialetto: “Adam! Dobbiamo andare o faremo tardi!” continuò la donna che ora si stava sbracciando.

“Devo andare, mia mamma mi cerca. Ci vediamo domani.”

“Sì, certo. A domani!” lo salutò dolcemente con la mano, colto però da un improvviso senso di inquietudine.

 

***

 

“Ti dico che non ha scordato nulla, Crowley! Si ricordava addirittura il mio nome!” lamentò Aziraphale, mentre osservava il demone andare avanti ed indietro per la stanza, camminando a grandi falcate per il perimetro.

Essendo entrambi supplenti provenienti da fuori città, la scuola aveva messo a disposizione un paio di stanze alla locanda in centro al Paese. Su un tavolino in noce, la cioccolata di Aziraphale fumava lentamente, mentre se ne stava seduto su una poltrona accanto alla finestra, cercando di trovare l’ennesima soluzione al problema con Crowley:

“Cazzo!” esclamò quest’ultimo: “Lo sapevo! Sono degli incompetenti quelli dell’inferno!”

“Beh è ovvio.” rispose stizzito l’angelo: “Si sa che il male ha al suo interno il germe del proprio fallimento.”

Il demone rispose con un sordo grugnito all’appunto dell’altro, decidendo di ignorarlo.

“Ma devo ammettere…” continuò Aziraphale: “Che anche il Paradiso aveva assicurato di avergli cancellato la memoria.”

“Ma se l’hanno fatto insieme…” iniziò Crowley.

“...hanno annullato l’effetto a vicenda.” concluse l’altro, prendendo un sorso della propria bevanda.

“Quindi che facciamo?”

“Dobbiamo parlargli. E fargli capire che è ancora tenuto sotto controllo… che deve totalmente rifiutare i suoi poteri.” annuì infine, per sottolineare la decisione del suo discorso.

“Ma se non lo facesse? Gesù non ha mai rifiutato i suoi poteri.” disse serio il demone.

Una faccia quasi sconvolta fu la risposta dell’altro: “Spero tu stia scherzando. Ad ogni modo sappiamo com’è andata a finire con lui, quanto ha dovuto soffrire. Se in fondo anche ad Adam portasse solo dolore? Non è Cristo, è l’Anticristo, è stato creato per la distruzione. Se non li rifiuterà definitivamente, sarà destinato a distruggere tutto ciò che tocca, Crowley!”

“Ma se potesse non essere così? Se potesse cambiare, se ci fosse un altro modo?!”

L’angelo, ora colto da un moto di preoccupazione, si alzò di scatto, facendo alcuni passi verso la figura slanciata del fulvo: “Da che parte stai, Crowley? Credevo che volessimo la stessa cosa! Annientare i suoi poteri!”

“Ma non posso!” ringhiò a denti stretti: “Non posso essere io a portarlo su questa strada! Il mio compito è quello di mostrargli tutti i Regni del mondo, illustrargli quanto è bello il potere di Satana e fargli vedere che “Ehi, il lato oscuro non è così male!” Sono un demone, angelo! E’ questo ciò che devo fare.” allargò le braccia, in segno di resa.

La fronte candida del biondo ora era contratta in un segno di preoccupazione: “E’ così allora… tutti questi 8 mesi, sono solo stati un illusione. Non è così?”

“Angelo, non è quello che ho detto-”

“Oh no, Crowley, è esattamente ciò che hai detto. Hai ragione, è ovvio e l’ho sempre saputo. Siamo diversi non c’è...alcuna speranza per noi due di collaborare, non è così? Tutte quelle belle parole sulla nostra parte e ora… ora è tutto come prima.” gli occhi gli si erano fatti lucidi e sentiva il petto fargli male dalla delusione.

Crowley si avvicinò di scatto, cercando di cingergli le spalle con le mani, ma il biondo si tirò indietro: “Aziraphale, ti sbagli, non è come prima! E che… non posso fare il lavoro di un angelo, lo capisci questo? Io sono destinato alla dannazione eterna!”

“Ma tu non sei come gli altri demoni Crowley. Quando sono andato all’inferno, buon Dio… tu sei diverso da loro. E lo sai pure tu!”

“Aaaah, non dire idiozie, angelo! Io sono come tutti gli altri, semplicemente ho vissuto qui dall’inizio e mi piace farlo.” rispose stizzito.

“Non ti permetterò di portarlo dalla loro parte, Crowley. Adam non si merita di vivere tutto questo.”

“Sarebbe un Principe, Aziraphale. Prima o poi il potere fa gola a tutti… lo sai qual’è il nostro compito… mostrargli il meglio delle due fazione e lasciare a lui la scelta.” sospirò infine il demone.

“Ma se accettasse il male… sarebbe di nuovo l’inizio della fine… e questo vorrebbe dire-”

“Perchè non scappi insieme a me?” chiese infine, in uno slancio disperato il demone.

“Crowley, scappare non è mai una soluzione, non possiamo farlo, loro ci troverebbero comunque!” lamentò il biondo, massaggiandosi una tempia.

“Non se andiamo in tutte le costellazione che ci circondano o in un altra Galassia! Angelo, possiamo farlo… tu ed io! Niente più fazioni, niente più paura di essere divisi, solo noi due!” ansimò, togliendosi gli occhiali per guardarlo dritto negli occhi.

Gli occhi celesti dell’angelo si alzarono verso quelli gialli del demone, perdendosi in quella luce calda, familiare:

“Oh Crowley… lo vorrei così tanto...ma non possiamo abbandonare il ragazzo, abbandonare questo mondo…”

“Perchè deve essere sempre così difficile, angelo?”

Si osservarono per alcuni minuti che sembrarono eterni, fino a quando Crowley non fece un passo indietro, indossò gli occhiali e freddamente disse: “Notte, angelo.”

Le labbra del principato si schiusero cercando di dire qualcosa, ma le trattenne, abbassando il capo dopo aver visto l’altro scomparire fuori dalla stanza.

 

Note dell'autrice: Ecco un nuovo capitolo! Ho aggiornato di venerdì, perchè purtroppo non mi era possibile il sabato. Spero vi possa piacere! Ho sempre amato l'idea di questi due versione insegnanti. Soprattutto Aziraphale, mi ispira molto come docente di letteratura. Ad ogni modo, grazie a te che hai appena terminato di leggere :)
-A
  
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