23/04/2023
2 recensioniAt World's End
«Mi chiedi cosa penso? Difficile descriverlo, eppure le parole vorrebbero uscir fuori come un fiume» le dice sincera.
Andromeda sembra soppesare le sue parole, di tutte le altre lei è quella taciturna. Lei è quella annega in un oceano di incomunicabilità di circostanza che ha scelto con una dura attenzione.
«Nessuna basterebbe» sottolinea e Narcissa lo sa, anzi l’ha compreso fin da quando ha messo piede in quella piccola ed angusta stanza.
Andromeda è sempre la stessa.
Il suo sguardo sembra perforare ogni centimetro della sua pelle, per poi soffermarsi sugli occhi.
«Sono passati così tanti anni» tenta Narcissa.
«Non è vero» risponde Andromeda che liscia le pieghe del lungo vestito nero.
Ogni cosa è nera in lei; gli occhi, il viso, anche quella stessa stanzetta che sembra soffocare chiunque provi ad entrare.
«Non sono venuta di certo per chiederti scusa» è il mormorio che proviene da Narcissa, che stretta nel lungo cappotto di ermellino verde smeraldo ribadisce ciò che un tempo è stato.
Andromeda muove il viso di lato, le palpebre marcate dal tempo le danno un’aria ancor più incisiva.
«Non basterebbe alcuna scusa, dopotutto» spiega Andromeda; la voce è una piega di dolore che sembra non passare mai.
«Sembra futile allora tutto questo» ammette Narcissa dopo un po’.
Si alza lenta e osserva ogni cosa che riesce a trovare in quella stanza e non vuole ammetterlo, ma dalle foto colme di sorrisi sembra che sua sorella un tempo sia stata felice. Loro però non ci sono; non c’è traccia nemmeno di quei tempi, il nulla.
Qualcosa l’opprime e vorrebbe straziare ogni cosa che sta incontrando; il respiro diventa affannoso, ai lati degli occhi qualcosa tenta di prendere il sopravvento.
Ma Narcissa restite, l’ha sempre fatto e quel momento non è diverso dagli altri.
«Anche se tu distruggessi tutto, non potrei dimenticare» bisbiglia Andromeda.
«Eppure c’è stato un tempo, lo rammento bene. Un tempo sei stata felice, anche con noi» mormora gelida Narcissa.
Andromeda non risponde.
Ha preferito da fin troppo tempo il silenzio dove s’immerge per acuire qualcosa che potrebbe divorarla.
Però il suo sguardo si fonde in quello di Narcissa, in passato la sua amata sorellina, che distorta da sentimenti contrastanti esce fuori sbattendo la porta.
Andromeda non ha più voce, sul viso una lacrima solitaria.
Andromeda sembra soppesare le sue parole, di tutte le altre lei è quella taciturna. Lei è quella annega in un oceano di incomunicabilità di circostanza che ha scelto con una dura attenzione.
«Nessuna basterebbe» sottolinea e Narcissa lo sa, anzi l’ha compreso fin da quando ha messo piede in quella piccola ed angusta stanza.
Andromeda è sempre la stessa.
Il suo sguardo sembra perforare ogni centimetro della sua pelle, per poi soffermarsi sugli occhi.
«Sono passati così tanti anni» tenta Narcissa.
«Non è vero» risponde Andromeda che liscia le pieghe del lungo vestito nero.
Ogni cosa è nera in lei; gli occhi, il viso, anche quella stessa stanzetta che sembra soffocare chiunque provi ad entrare.
«Non sono venuta di certo per chiederti scusa» è il mormorio che proviene da Narcissa, che stretta nel lungo cappotto di ermellino verde smeraldo ribadisce ciò che un tempo è stato.
Andromeda muove il viso di lato, le palpebre marcate dal tempo le danno un’aria ancor più incisiva.
«Non basterebbe alcuna scusa, dopotutto» spiega Andromeda; la voce è una piega di dolore che sembra non passare mai.
«Sembra futile allora tutto questo» ammette Narcissa dopo un po’.
Si alza lenta e osserva ogni cosa che riesce a trovare in quella stanza e non vuole ammetterlo, ma dalle foto colme di sorrisi sembra che sua sorella un tempo sia stata felice. Loro però non ci sono; non c’è traccia nemmeno di quei tempi, il nulla.
Qualcosa l’opprime e vorrebbe straziare ogni cosa che sta incontrando; il respiro diventa affannoso, ai lati degli occhi qualcosa tenta di prendere il sopravvento.
Ma Narcissa restite, l’ha sempre fatto e quel momento non è diverso dagli altri.
«Anche se tu distruggessi tutto, non potrei dimenticare» bisbiglia Andromeda.
«Eppure c’è stato un tempo, lo rammento bene. Un tempo sei stata felice, anche con noi» mormora gelida Narcissa.
Andromeda non risponde.
Ha preferito da fin troppo tempo il silenzio dove s’immerge per acuire qualcosa che potrebbe divorarla.
Però il suo sguardo si fonde in quello di Narcissa, in passato la sua amata sorellina, che distorta da sentimenti contrastanti esce fuori sbattendo la porta.
Andromeda non ha più voce, sul viso una lacrima solitaria.
Note.
Buona domenica <3
Buona domenica <3