Il pancione a malapena coperto dal sottile tessuto bianco della sottana, l’incresparsi delle onde attorno alle sue caviglie, la pelle brillante di sole, sudore e sale: sua moglie era una visione, una dea scesa in terra a bene dire i comuni mortali.
O, per lo meno, sperava di essere lui il degno umano a poterla servire come un cavaliere, come un protettore, come un amante appassionato e devoto.
A piedi nudi sulla spiaggia, con i pantaloni ed una camicia aperta addosso, Juan Aleardi della Valle si godeva il calore del sole che gli baciava la pelle e si riempiva gli occhi della vista della sua amata, attento ad ogni movimento di lei che gli sembrasse sospetto. Mancava poco al parto, e lui era sempre sulle spine.
«Forza, Juan!» la voce soave e
felice di Beatrice richiamarono la
sua attenzione. «Vieni anche tu, l’acqua
è splendida!»
E
fu allora che la tensione di lui si sciolse come neve al sole,
ed un sorriso pigro ma sincero gli nacque sul volto mentre, senza
indugio, la
raggiungeva.