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Autore: rocchi68    23/04/2023    1 recensioni
Scott Deacon, uomo di discreto successo, durante una serata in casa racconta, sotto pressione della figlia, di come ha ritrovato una persona speciale dopo tanti anni di distanza e di silenzio, ricordando e scontrandosi spesso con un passato e un presente complicato.
Non ricorderà mai il periodo del reality, troppo negativo, ma solo ciò che l'ha portato a essere felice.
O almeno questo è quello che traspare dal suo solito sorriso.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Dawn, Scott
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Scott credeva, erroneamente, che una lezione, positiva o negativa, dovesse rimanere comunque impressa.
Pensava che dinanzi a certi dolori nessuno fosse così masochista da ricascarci.
Delusione profonda.
In alcuni casi e per certe persone non c’era nulla di tutto ciò.
Sembrava desiderassero la sofferenza solo per rendersi conto che c’era una nuova speranza in futuro.
E quel giorno lo avrebbe scoperto e riconfermato a sue spese.
 
Era in ritardo per un nuovo “appuntamento” con Dawn.
Non era un’uscita romantica e Scott non sapeva nemmeno se lo sarebbe mai diventata. Uscire con lei fino a tardi, presentare la rispettiva metà ad amici o parenti vari…in poche parole quel classico andazzo da coppia fissa.
Scott non riusciva proprio a vedersi in quei panni.
Non perché non volesse qualcuno, ma solo perché si sentiva un impedito.
Alla fine forse si stava solo sobbarcando responsabilità e sogni fin troppo schiaccianti. Non aveva imparato nulla da quella brutta ferita che continuava a sanguinare?
Ok non era visibile, ma era ben presente.
Il suo cuore si riempiva con poco e poi veniva pugnalato.
Forse non era quello il caso.
Si erano aiutati più volte, si erano coperti le spalle a vicenda, uscivano senza troppe cerimonie, ma non c’era stato quell’ultimo sprint per capire se poteva funzionare o era soltanto l’ennesimo film mentale dove si vedeva già sposato e con due marmocchi al seguito.
Quel pomeriggio, poi, si sarebbero ritrovati al loro solito parco, ma qui si sarebbe maledetto di non aver rispettato la sua puntualità.
Da lontano gli sembrò di riconoscere una figura che sperava di non vedere più e sembrava intento a discutere con qualcuno.
Non sentiva cosa stesse dicendo, ma nell’avvicinarsi, l’intero quadro si era chiarito.
Beverly era tornato alla carica e stava infastidendo Dawn.
Di nuovo.
Gli stava montando la rabbia.
Se solo non avesse perso tempo a rispondere a qualche stupida curiosità di sua sorella (che poi avrebbe fatto di testa sua comunque), ecco che sarebbe stato puntuale e quell’idiota mai si sarebbe mosso per provare a riconquistarla.
 
“Ti ho detto che tra noi non può più funzionare!” Urlò lei, segno che il suo ex era andato oltre il limite o che aveva insistito un po’ troppo.
 
“Ma io…”
 
“Credevo avessi capito che tra noi è finito tutto.” Sospirò rassegnata, illudendosi che quelle settimane di pace e silenzio potessero durare per sempre.
 
“Non mi hai mai dato il tempo per parlarti.” Ringhiò Beverly, facendo uscire una voce piuttosto bassa, ma comunque limpida.
 
“Quante volte vuoi vedermi piangere prima di lasciarmi andare?”
 
“Sono cambiato, Dawn.”
 
“Me l’hai detto anche la terza volta che abbiamo litigato nel giro di una settimana.” Replicò lei stizzita, facendolo sospirare.
 
“Una persona non può crescere in questi mesi?”
 
“Sì, ma tu non cambiavi mai.”
 
“Perché avvertivo continuamente la tua sfiducia e mi sgonfiavo.” Puntualizzò lui, facendola sospirare.
 
“Dopo che hai anche guardato male alcuni fidanzati delle mie amiche, accusandoli di provarci con me senza che loro nemmeno aprissero bocca?”
 
“Ero solo geloso.” Minimizzò nervoso.
 
“Non ti voglio più, Beverly…farei un affronto a me stessa e ad una persona che è molto importante.”
 
“Chi?”
 
“Ha qualche importanza?”
 
“Non starai parlando di Scott, vero?”
 
“Senti Beverly…lui è speciale.” Soffiò, abbassando leggermente la testa, sforzandosi quasi di nascondere il suo rossore.
 
“Quello lì è marcio fin nel midollo.”
 
“Vedi perché non funzionava tra noi…odi una persona senza nemmeno conoscerla a fondo.”
 
“Mi è bastato quello che mi ha fatto nel reality.”
 
“Ma…”
 
“Sfido chiunque a metterci una pietra sopra.” La interruppe, facendola negare con decisione.
 
“Eravamo dei ragazzini immaturi: le persone cambiano.”
 
“Non lui.”
 
“Ti sbagli sul suo conto.”
 
“Quindi mi stai dicendo che ti piace?” Domandò freddo.
 
“Se anche fosse?”
 
“Non ti può piacere uno come lui.” Ringhiò ancora più furibondo, afferrandola malamente per un braccio e iniziando a strattonarla.
 
“Mollami Beverly! Mi stai facendo male.”
 
“Tu non puoi amare quel bastardo.”
 
“Lasciami andare!” Provò a ordinare, ma fermandosi dinanzi al suo sguardo furioso.
 
“Se io non posso averti, nessuno ti avrà.”
 
“Quello che dici non ha senso.”
 
“Perché tu sei molto sensata in quello che dici? Mi ripeti che non mi ami, che il nostro tempo insieme non vale nulla, eppure indossi ancora la maglietta con cui siamo usciti insieme la prima volta.”
 
“Io…”
 
“Se non è amore questo…anzi direi che è un chiaro tentativo di richiamarmi a te.” Borbottò lui, facendola negare.
 
“Ma ti stai sentendo Beverly? Quello che dici non ha senso.” Soffiò, provando a farlo rinsavire, nonostante la stretta dolorosa sul polso.
 
“Smettila di mentirmi!”
 
“Beverly io non ti amo!” Replicò decisa, vedendo dal suo sguardo che quella stoccata era andata dritta a segno.
 
“Questa cosa farà più male a te che a me.” Ribatté, alzando la mano libera e lasciandola andare verso il volto immacolato di Dawn che, istintivamente, chiuse gli occhi, aspettandosi di avvertire un dolore lancinante e magari di buttarsi pure a piangere.
 
 
I secondi passavano.
Le parevano lunghi e interminabili.
Quel dolore, però, non si era mai realizzato.
Incuriosita aveva dischiuso leggermente gli occhi e vide che la mano di Beverly era bloccata a mezzaria da un’altra che le aveva impedito di andare a segno.
Alle spalle del suo ex, intervenuto al momento perfetto, riuscì a scorgere uno sguardo che conosceva bene e si rallegrò.
Non ne capiva il motivo: era nei guai fino al collo eppure quegli occhi grigi e malinconici di Scott le avevano restituito un po’ di sollievo.
 
“Lasciala andare! Subito!” Ordinò perentorio, storcendo il braccio di Beverly e consentendo a Dawn di liberarsi da quella stretta.
 
“Non si colpisce da dietro, codardo.”
 
“E non si colpisce nemmeno una ragazza!” Replicò lui, notando come l’amica si fosse nascosta alle sue spalle, permettendogli di dare una spintarella al suo assalitore per allontanarlo.
 
“Non sono fatti tuoi.”
 
“Li sono se provi a colpire la mia ragazza!” Tuonò nervoso, intuendo che fosse meglio riprendere la messinscena della fredda sera di novembre.
 
“Come puoi amare una così, Scott?”
 
“Eh?”
 
“Guarda il dolore che mi ha causato.”
 
“Non vedo il problema.” Replicò rilassato.
 
“Sto così a causa sua.”
 
“Problema tuo non nostro.”
 
“Tu che hai sofferto più di tutti dovresti capirmi.”
 
“In cosa?” Domandò, cercando di capire quanto in basso potesse spingersi Beverly pur di far valere le proprie ragioni.
 
“Hai la memoria corta per caso?”
 
“Non ti seguo.”
 
“Dovresti odiarci per le risate che ci siamo fatti quando eri nel robot…non mi pare che Dawn abbia fatto qualcosa di diverso da questo.”
 
“Mi sono lasciata trasportare.” Ammise lei.
 
“Non hai motivo di giustificarti, Dawn.” La rincuorò Scott, accennando un sorriso.
 
“Ma io…”
 
“Mi avete ripagato con la stessa moneta.”
 
“Cosa ti fa credere che lei sia corretta nei tuoi confronti?” Infierì Beverly, facendogli scrollare le spalle.
 
“Dawn arriva spesso in ritardo, a volte s’impiccia in questioni che non la riguardano, è una frana a cucinare, si ferma ad accarezzare ogni cane carino che incontra, è rumorosa, ma su una cosa sono sicuro…lei è così buona da preoccuparsi per gli altri, senza riuscire a ferire qualcuno nemmeno quando ne ha l’occasione e può, in qualche modo, vendicarsi.”
 
“Queste cose le so anch’io.” Ribatté Beverly.
 
“Le sai, ma le dai per scontate.”
 
“Io…”
 
“Come può una persona così tranquilla e onesta, diventare fredda e odiosa solo per vendicarsi di qualcuno che è cambiato?” Chiese lui, facendolo tentennare.
 
“Scott…io…” Soffiò Dawn.
 
“Forse sono affrettato, a volte mi perdo nei miei pensieri, ma nessuno riuscirà mai a farmi cambiare idea sul tuo conto.”
 
“Vedo che con le buone maniere non sono riuscito a farti capire i tuoi sbagli.”
 
“Tu, Beverly, in realtà hai paura di me.” Replicò Scott.
 
“Perché dovrei?”
 
“Sai di non avere speranze con me.”
 
“Ti sbagli!” Ringhiò, provando a scattare per tirargli un pugno, ma riuscendo solo a sfiorargli i capelli.
 
“Vedi Beverly…hai provato fino all’ultimo istante di farmi stare dalla tua parte, ma per uno che prova a picchiare una ragazza, senza mostrare il minimo rimorso, posso solo concederti il mio disprezzo.”
 
“Taci!” Ordinò, pensando di prenderlo in pieno, ma ritrovandosi presto con un pugno dritto sul naso che lo fece vacillare.
 
“Non voglio continuare.”
 
“Tu sei solo un bastardo.”
 
“Beverly finiamola qui…hai imparato la lezione.” Borbottò, concedendogli un’ultima occasione.
 
“Non fare il grande uomo!” Replicò, tentando di colpirlo nuovamente, andando di nuovo a vuoto.
 
“L’hai voluto tu.” Soffiò infastidito, muovendosi velocemente, evitando un suo nuovo pugno e colpendolo forte allo stomaco, riducendolo in ginocchio.
 
“Mi fai schifo, Scott…lei ti farà soffrire.”
 
“E forse me lo merito.” Lo spense, colpendolo sulla guancia destra e mandandolo definitivamente al tappeto.
 
 
Non era fiero di aver messo KO qualcuno, né che fosse presente anche Dawn.
Dal suo sguardo non riusciva a capire se fosse terrorizzata o solamente sollevata di essersi liberata, sperava per sempre, di quello stalker.
Come doveva comportarsi adesso?
Doveva rincuorarla?
Forse portarla a casa per evitarle altri guai?
Parlare francamente?
Troppe domande gli frullavano per la testa, ma prima che riuscisse a delineare una direzione sicura su cui avventurarsi, lei lo abbracciò.
 
“Non ti farò mai soffrire, Scott.”
 
“Io…”
 
“Hai ragione sul mio conto…sai ritardataria e impicciona, ma con te è diverso.”
 
“Davvero?” Domandò curioso.
 
“Andiamo a casa, Scott.”
 
“Perché?”
 
“Perché vorrei solo dimenticare questa giornata.” Ammise, abbassando lo sguardo e staccandosi da quella stretta che sperava avesse alleviato il dolore dell’amico.
 
“Non volevo sapere questo.” Soffiò serio.
 
“Vorrei che fosse possibile cancellare alcune cose…sai i tuoi sabotaggi, le mie risate di quando eri nel robot, ma purtroppo è impossibile.”
 
“Mai cancellare qualcosa che ti ha portato a essere felice dopo diverso tempo.” Ribatté prontamente, facendola tentennare.
 
“Io…”
 
“Andiamo Dawn…dovevamo passare un pomeriggio indimenticabile e così sarà.” Spiegò, prendendola per mano e dando le spalle a Beverly che, disteso al suolo, si sarebbe risvegliato dal suo letargo da lì a tre ore in una stanza d’ospedale, intuendo che era meglio mollare il colpo e voltare pagina.








Angolo autore:

Buona Pasqua

Ryuk: Era due domeniche fa...ritardatario

Ah già.
Date il vostro bentornato a Beverly che pensa che conquistare una ex con la forza bruta sia la soluzione giusta
Errore amico mio
Grave errore

Ryuk: Avvertiamo fin da ora che il prossimo capitolo è piuttosto gneh

Non ci piace a fondo come quelli che compongono la serie
È la nostra personale pecora nera, ma poi magari finisce che vi piace più quello che tutti gli altri
Per il resto non prometto che sarò puntuale prossima domenica
Sarebbe una bugia

A presto amici!
 
   
 
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