Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo
Segui la storia  |       
Autore: Giuly_2_21    24/04/2023    1 recensioni
PREQUEL/SPIN-OFF DI LOST IN THE ANIME MULTIVERSE E SEQUEL DI JJBA VENTO AUREO
-
Dopo lo scontro con Diavolo a Roma Giorno riesce finalmente a salire ai vertici di Passione e diventarne il Boss.
Ma la strada per coronare il suo sogno è ancora lunga e irta di ostacoli.
Affiancato da vecchi e nuovi alleati e pronto a tutto pur di non venir meno alle promesse fatte, il ragazzo dovrà affrontare l'ombra che attanaglia l'Italia da decenni e regolare i conti con il suo passato e le conseguenze delle sue scelte.
Ma non sempre tutto va secondo i piani…
-
NUOVO CAPITOLO OGNI LUNEDI (FINO A ESAURIMENTO SCORTE)
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Giorno Giovanna, Guido Mista, Nuovo personaggio, Pannacotta Fugo, Trish Una
Note: Cross-over | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The Anime Multiverse Series'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Napoli, 13 maggio 2001

-Andiamo Fugo. Mancano solo 4 metri. Non vorrai arrenderti proprio ora??-

Mai Fugo aveva desiderato mandare a fanculo qualcuno come Marco Antonio Zeppeli in quel momento. Peccato non era nè il luogo nè il momento adatto per farlo.

Bloccato su quella parete rocciosa a strapiombo sul mare da ormai 7 (o forse 8) ore, si maledisse di aver accettato la proposta del giovane Zeppeli. 

Eppure all'inizio gli era pure sembrata una buona idea. Lui spendeva qualche ora del suo tempo a insegnargli italiano, inglese, ecc. e l'altro ricambiava aiutandolo a padroneggiare le Onde Concetriche. Non sembrava nulla di così difficile, ma ben presto si era dovuto ricredere.

Marco era un ragazzo sveglio, questo era innegabile, ma quando si trattava di leggere e scrivere sembrava di parlare con un somaro. Ci metteva un'infinità di tempo e faceva un mucchio di errori stupidi come ripetere le parole o inventarle. 

 Le prime volte lo aveva scusato (dopotutto non aveva mai frequentato scuola), ma ben presto aveva esaurito la sua già poca pazienza e aveva sfoderato l'argenteria. Tuttavia il biondo non demordeva: era stufo di farsi leggere le cose da altri; voleva farlo lui di persona.

Al contrario, gli allenamenti davano frutti spesso soddisfacenti, ma erano piuttosto pesanti e spesso anche al limite del suicidio come in quel caso.
Marco gli aveva chiesto di scalare quella parete di roccia liscia alta 14 metri usando solo le Onde Concentriche. Lo scopo, pensò Fugo, era quello di imparare a ben distribuire e dosare le Onde in modo da aumentare la resistenza e controllare meglio gli attacchi. Ma a quel punto della scalata, sudato e con i muscoli doloranti, si chiese se non esisteva un altro modo per ottenere il medesimo risultato senza rischiare di infilzarsi come un kebab sugli scogli sottostanti dopo un volo di 10 metri.

-Ehi- urlò a Marco -Devo considerarla una vendetta per averti conficcato la forchetta della mano ieri?!-

Il ramato vide il biondo sporgersi dal parapetto sopra di lui con in mano un fumetto che dedusse essere V per Vendetta (gli aveva consigliato lui stesso di iniziare da quello visto che ormai conosceva la storia a memoria). Anche se distante lo vide chiaramente sogghignare mentre esclamava in risposta un -Forse- che sapeva più di un -Sì-.

Fugo sentì la bile ammontare. Credeva che fosse Alice la più irritante del duo, ma pure Marco non scherzava. L'unica differenza era che lui era spesso molto più sottile e implicito. Si ripromise di fargliela pagare. Così strinse i denti e dopo un'ulteriore ora finalmente riuscii a issarsi sul parapetto. Sfinito ci si sdraiò sopra mentre Teen Spirit si avvicinava per leccargli il viso.

-Tu... sei… morto- pronunciò tra un ansimo e l'altro.

-E pensare che sono stato gentile- commentò Marco sedendosi al suo fianco -Mio pro-zio Caesar ha dovuto scalare un pilastro di 24 metri, completamente ricoperto d'olio, che man mano diventava sempre più ripido. C'era pure una trappola che sparava olio a una velocità tale da tagliare chiunque ci passasse attraverso-

-Quindi ti dovrei ringraziare per avermelo reso più semplice??- domandò irritato Fugo.

-Non c'è di che- rispose lui.

Il ramato era già al limite della sopportazione e quando notò che quel bastardo si era mangiato la SUA porzione di gelato lasciata per fine allenamento, non ci vide più. Cercò di afferrarlo per il collo, ma lui rapido sgusciò via. Fugo lo inseguì, urlandogli contro ingiurie in napoletano.

-Non sembri più così stanco- commentò Marco, ormai sceso alla spiaggia sottostante in compagnia di Teen Spirit. Di tutta risposta ricevette un -Ti ammazzo, razza di scimmia pulciosa-

Marco raggiunse l'acqua sulla quale continuò la fuga. Questo non demorse Fugo che fece altrettanto. Un sorriso soddisfatto apparve sul volto dell'insegnante quando constatò che l'allievo non sprofondava più fino al polpaccio, bensì camminava a filo con l'acqua. Rimase ancora più soddisfatto quando egli utilizzò le Onde per manipolare il liquido e bloccargli i piedi.

-Che cazzo ti ridi coglione?!- esclamò Fugo notandolo.

-Sei stato bravo- rispose lui spalancando le braccia per mostrargli il suo operato.

Solo allora il ramato realizzò.

-Lo stavi facendo apposta??- 

-Corretto- rispose il biondo -Tu sei una persona facilmente irascibile. Molti potrebbero pensare che questo sia una cosa negativa. Be'. Io credo invece che se sfruttata nel modo giusto, la tua rabbia possa diventare una grande risorsa. Ma per sfruttarla bisogna prima saperla controllare. Ed è quello che voglio provare ad insegnarti. Che ne dici?? Me lo lascerai fare??-

Il ramato lo guardò storto per un paio di minuti, indeciso se affogarlo, riempirlo di cazzotti oppure accettare la sua ennesima, stramba proposta. 

Era una cosa a cui pensava da tempo. La rabbia era la matrice del suo potere, ma spesso risultava più un intralcio che un beneficio. Se fosse riuscito a tenerla sotto controllo, però, non solo sarebbe stato utile ai suoi alleati, ma avrebbe anche migliorato la sua percezione di sé stesso.

-Perchè no. Possiamo provare- cedette infine.

-Perfetto. Allora iniziamo subito- disse Marco entusiasta -Mi puoi liberare??-

Il ramato di tutta risposta lo tirò sott'acqua.

-Questo è per il gelato- disse quando lo vide riemergere. Egli alzò le mani come a dargli ragione e nuotò verso riva seguito da Fugo. I due si sedettero a gambe incrociate sulla spiaggia l'uno di fronte all'altro.

-La respirazione concentrica aiuta a gestire le emozioni- esordì Marco -Ma in questo caso servirà fare anche un po' di terapia ad urto…- 

Fugo ascoltò curioso di dove volesse andare a parare.

-Prima però, un po' di yoga- disse invece il biondo lasciandolo sulle spine. Il ramato decise comunque di chiudere gli occhi, distendere le braccia e concentrarsi sulla respirazione. Quella era la parte che più apprezzava dell'allenamento. Niente fatica, niente azioni suicide. Solo lui, il suo respiro e il silenzio.

-Pronto??- gli chiese diversi minuti dopo Marco.

Lui annuì deciso.

-Bene. Estrai lo stand-

-Cosa?!- esclamò spalancando gli occhi di scatto per controllare se il suo interlocutore si fosse bevuto il cervello.

-Evoca Purple Haze- ripeté invece serio.

-Te lo puoi scordare- protestò -È troppo pericoloso-

-Fugo. É parte di te. Se non impari a conoscerlo non riuscirai mai a controllare né lui né la rabbia-

-Non si può controllare!! Non c'è modo di farlo!!- esclamò sentendo l'ira crescere in lui.

-Questo perchè tu ne hai paura. Non vuoi affrontarlo per paura. Ma rinunciare a priori un confronto non risolverà il problema, lo peggiorerà solo. E dimmi. Come farai a combattere gli altri se non riesci nemmeno ad affrontare te stesso?? Come pensi di onorare la memoria dei tuoi compagni se…??-

Marco non concluse mai quella domanda poiché ricevette un destro che lo stese a terra. Subito venne sovrastato da Fugo che lo guardava con i denti digrignati e gli occhi iniettati di sangue. Cercò di colpirlo di nuovo, ma Teen Spirit lo investì e lo inchiodò a sua volta a terra. Il ramato urlò frustato e riuscii a levarselo di dosso e rialzarsi. 

Guardò nuovamente il biondo e gli disse irato: -Tu non sai niente di me e Purple Haze!! E comunque non ho motivo di starti a sentire se tu sei il primo a non impegnarti!!-

Così lo abbandonò lì, prese le sue cose e marciando con un espressione che farebbe paura a Jotaro Kujo tornò a casa. Lì sfogò tutta la sua rabbia sull'armadio di mogano. Lo prese a pugni finché le nocche non iniziarono a sanguinare copiosamente e non contento, prese pure a testate lo specchio sull'anta fino a romperlo e a tagliarsi con i frammenti.

Dopo un'oretta si accasciò a terra tra i cocci infranti. Ci guardò attraverso e provò pena per il sé stesso riflesso, rosso in viso, affannato e con rivoli di sangue che gli scendevano lungo i lati del volto.

Era bastato così poco per fargli perdere la testa.
Un semplice ragazzo appena conosciuto, di nemmeno così tanti anni più grande, che aveva capito tutto quello che lui non era mai riuscito a confessare neppure a se stesso.

Perchè Marco aveva ragione su ogni cosa. Lui era terrorizzato da Purple Haze. Era spaventato dalla sua stessa rabbia e da ciò che poteva arrivare a fare in balia di essa.

Quando era ancora un bambino pressato dalle alte aspettative dei genitori, aveva pensato che provare frustrazione fosse normale e non ci aveva prestato attenzione più di tanto. Fu solo quando, divorato da essa, era quasi arrivato a pugnalare il proprio padre che aveva capito che c'era qualcosa che non andava. Tuttavia non sapeva a chi chiedere aiuto. A parte i suoi parenti non aveva nessuno e loro puntavano solo sull'immagine della loro famiglia. Mai si sarebbero sognati di rovinarla mandando il figlio dallo psicologo, anche se ne aveva effettivamente bisogno. Così Fugo era andato avanti sperando di poterla controllare, ma quando quel viscido maiale del suo professore aveva provato a mettergli nuovamente le mani addosso non ci aveva visto più. A quel punto la sua famiglia lo disconobbe e lo lasciò solo, ma a Fugo non era dispiaciuto da ciò e nemmeno di aver colpito quel pervertito. Bensì era spaventato di come la rabbia l'aveva reso cieco e l'aveva portato quasi a uccidere una persona. 

La situazione era poi degenerata quando aveva ottenuto lo stand. Si era inizialmente illuso che sarebbe stato utile a lui e Bucciarati, ma poi l'aveva usato e aveva visto l'orrore che aveva causato senza che lui potesse fermarlo. Così dal suo primo utilizzo in poi aveva deciso di usarlo solo in caso di emergenza. SI era detto che era la cosa più razionale da fare, ma la verità era che per paura che non l'usava. 

Ed era stata quella stessa paura a fargli decidere di rimanere a terra quel giorno a Venezia. Non era stato solo per quello, certo. Era stata una scelta detta anche dalla razionalità, dal fatto innegabile che il nemico era molto più potente di loro (e infatti solo in tre erano tornati per raccontarlo). Ma non poteva negare che a tenerlo ancorato sul molo era stato anche il timore di essere solo un intralcio per via del suo stand.

E alla fine cosa aveva ottenuto?? Aveva perso il suo primo benefattore; un compagno di avventure che, sebbene scorbutico, era stato anche suo mentore di vita... e il suo primo vero amico.

Iniziò a piangere senza nemmeno rendersene conto e si diede del patetico. Altro che temuto gangster di Passione! Era solo un ragazzino patetico e capriccioso che, incapace di incassare un giusto schiaffo morale, aveva colpito e insultato una delle poche persone che si era offerta di aiutarlo pur cosciente di quanto fosse pericoloso.

Fugo quella notte non riuscì a chiudere occhio per l'angoscia che illusoriamente credeva di aver cestinato quando GioGio gli aveva offerto un'occasione e lui l'aveva accettata, sperandoin un cambiamento che ancora non era arrivato.

***

Napoli, 20 maggio 2001

Il sole era alto nel cielo, splendente e radioso come non mai. Non c'erano nuvole a minacciarne la luminosità né vento a disperdere il calore primaverile. Era una giornata meravigliosa. Ma non per Fugo.

Con indosso il completo ben stirato e un mazzo di fiori in mano, varcò le soglie del campo santo e seguendo un percorso che ricordava a memoria, arrivò di fronte alla tomba. L'amico gli sorrise attraverso la foto affissa alla lapide dove erano incise a caratteri cubitali le seguenti date: 20/05/1983 - 31/03/2001.

Quel giorno, se fosse sopravvissuto, Narancia Ghirga avrebbe compiuto 18 anni.

-Buon compleanno, Narancia- mormorò Fugo poggiando i fiori accanto ad altri (Giorno, Mista e Trish dovevano essere passati prima).

-Sai, sono successe molte cose dall'ultima volta che sono venuto qui…- disse e prese ad elencare tutti i s/fortunati eventi da allora. Era stupido parlare con quella pietra, dubitava che Narancia lo potesse sentire, ma parlare lo faceva sentire meglio.

-Il piano sembra funzionare. Li ho convinti, ma è difficile. Non so se riuscirò ad andare fino in fondo. Ma per te, per loro ce la metterò tutta. Anche se questo significa doverlo affrontare-

E quasi come se li avesse invocati, accanto alla tomba apparvero Teen Spirit e il suo padrone. Era la prima volta che si incontravano dopo quella litigata.

-Cosa... cosa ci fai qui??- chiese genuinamente sorpreso e anche un po' imbarazzato Fugo.

-Accompagnavo il nonno dalla nonna. Oggi è l'anniversario della sua morte. Poi Teen Spirit mi portato qui da te- rispose Marco tranquillamente.

Non gli pose la stessa domanda. Gli bastò leggere la data sulla lapide per capire.

-Eravate molto legati??- chiese.

Fugo abbassò lo sguardo verso la lastra di pietra.

-Lo incontrai mentre rovistava nella spazzatura alla ricerca di cibo- iniziò a raccontare -Era macilento, sporco e con una grave infezione all'occhio. Non era diverso da altri ragazzi dei bassifondi. Eppure qualcosa mi spinse ad aiutare proprio lui. Lo portai da Bucciarati e gli chiesi di dargli un piatto di pasta. Lui accettò e anzi, si prodigò per farlo guarire. Pensavamo che non l'avremmo più incontrato; Bucciarati stesso gli aveva proibito di seguirlo. Ma Narancia, testardo come era, si unì comunque a Passione e alla nostra squadra. Non so come facessimo ad andare d'accordo. Eravamo due teste calde dal grilletto facile. Non era raro che ci minacciassimo di morte a vicenda. Ma paradossalmente questo ci ha reso uniti. Poi è arrivato quel giorno. Lui ha scelto di seguirli, mentre io sono rimasto lì a guardarlo allontanarsi. E me lo sentivo fin dentro le ossa che non l'avrei più rivisto. Ho pregato che mi stessi sbagliando, ma poi…- Non proseguì la frase; non ce ne era bisogno.

-Narancia non era certo un genio della matematica, non sapeva il codice penale a memoria e nonostante fosse di un anno più grande, sembravo io il maggiore dei due- proseguì -Ma era dotato di un coraggio incredibile ed era un combattente straordinario. Io non voglio che questo si perda con la sua morte-

Si voltò verso il biondo e annunciò: -Io voglio farmi carico della sua eredità. Ma per farlo ho bisogno del tuo aiuto. Ti prego; so che sono di non essermi comportato bene l'ultima volta e di questo mi dispiace molto…-

-Fugo. Tranquillo. Non ce n'è bisogno- lo frenò Marco -Anzi, sono il primo a doversi scusare. Avrei dovuto spiegarti fin da subito quello che volevo fare e perchè ero e sono tuttora sicuro della sua riuscita-

Al sopracciglio alzato di Fugo con fare interrogativo Marco aggiunse: -Io so cosa significa aver paura del proprio stand. Per un primo periodo ero terrorizzato a morte da Teen Spirit. Sembrava così grosso, pericoloso e aggressivo. Temevo potesse fare del male a me e alla mia famiglia. Cercavo di stargli lontano, ma più ci provavo più me lo ritrovavo tra i piedi. Poi, esasperato, ho deciso di affrontarlo e ho compreso: anche lui era spaventato come me. Lui era me. Così ho iniziato ad avvicinarmi, a conoscerlo e adesso… be'… siamo diventati migliori amici-

Dicendo ciò iniziò a grattare il lupo dietro le orecchie che scodinzolò contento.

-Non è vero, Teen?? Chi è un bravo cagnolone?? Ma chi è un bravo cagnolone?? Sei tu- disse tutto contento Marco.

Quella scena fece scappare un sorriso a Fugo.

-Be'. Se la metti così, allora direi che è davvero il caso di tentare. Chissà, magari anche Purple Haze si farà dare dei grattini dietro le orecchie-

-Comunque, a proposito di nuove terapie, credo di aver capito dove sta il tuo problema nello studio e come risolverlo- aggiunse attirando l'attenzione del biondo.

-Davvero??- chiese speranzoso.

Fugo annuì.

-Inizialmente, lo ammetto, pensavo lo facessi apposta. Ma non aveva senso. Se non volevi imparare, allora perchè perseveravi?? Ho riflettuto sui vari errori che facevi, così mi sono ricordato di un capitolo del manuale dei disturbi mentali e...-

-Aspetta, vuoi dire che sono pazzo?!- si spaventò Marco.

-No. Solo dislessico- lo tranquillizzò Fugo.

-Dis... lessico??-

-È il più comune tra i disturbi specifici dell'apprendimento. Circa il 20% della popolazione ne presenta dei sintomi. Per farla breve, chi ne è affetto ha difficoltà a leggere. Spesso confonde certe lettere con le altre, specie se scritte in minuscolo o in corsivo, oppure gli risulta automatico leggere le prime lettere e inventare il resto. Questo porta, in molti casi, ad avere anche delle difficoltà nello scrivere o nel pronunciare le parole. Di solito lo si nota a scuola o viene diagnosticato da uno specialista, ma tu non sei andato da nessuno dei due, quindi non potevi saperlo-

-E si può guarire??- 

-Non proprio. Ma con le giuste tecniche anche i dislessici possono imparare a leggere. In questo caso è meglio se vai da uno specialista. GioGio non si farà problemi del pagarti le sedute…-

-A me piacerebbe essere aiutato anche da te. A fianco dello specialista- lo interruppe Marco.

-Ti piace così tanto essere preso a forchettate??- chiese Fugo alquanto sorpreso.

-Mi piace la tua compagnia. Per quanto tu possa essere una testa calda permalosa- disse Marco con una genuinità tale da farlo arrossire.

-Non sono permaloso- sibilò, cercando di non farsi notare.

Per tutta risposta lui rise e Fugo dubitò che potesse esistere una risata più cristallina e piacevole della sua. Si ritrovò anche lui a pensare che, tutto sommato la sua compagnia fosse piacevole, nonostante i suoi modi strambi ed esuberanti.

Fu così che quel giorno Marco e Fugo rinnovarono il loro accordo: a piccoli passi ognuno con il sostegno dell'altro avrebbe superato le proprie difficoltà e sarebbe diventato una persona migliore.

Autrice time
Ho sforato la scadenza di 15 minuti. Ma porc. Comunque rieccoci.

Piccoli momenti per far sviluppare i rapporti tra i personaggi e dare un inizio di evoluzione a Fugo, dato che in questa storia non mi è stato possibile includere le vicende di Purple Haze Feedback. Mi auguro di non aver detto delle castronerie sui DSA; nel caso ditemelo.

Detto questo ci vediamo al prossimo capitolo. Ciao, Giuly♡

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Le bizzarre avventure di Jojo / Vai alla pagina dell'autore: Giuly_2_21