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Autore: berettha    25/04/2023    2 recensioni
Cose segrete di baci sotto il cielo di Bucarest e sogni e famiglie, di matrimoni a Sighisoara organizzati in fretta e furia senza alcun invitato e contratti di affitto trasformati in mutui. Cose che sono rimaste lì, dentro di lui, a marcire.
[Questa storia partecipa alla Challenge “Tuttigusti + 1 prompt” indetta da Ciuscream sul forum Ferisce più la penna].
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Charlie Weasley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Pacchetto “Pera”, della challenge “Tuttigusti + 1 Prompt”. 
Personaggio: Charlie Weasley; Luogo: Romania; Prompt: ci sono cose che Charlie proprio non sa dire | +1 (prompt – tipo di coppia): slash. 

 
 
Charlie è bravo nel suo lavoro. 
Forse perché lo fa con passione. 
Riesce a distinguere un uovo fecondato da uno marcio con uno solo sguardo attento, riesce a distinguere i draghi non per la medaglietta all’orecchio ma grazie alla loro espressione, o per quei dettagli che un altro allevatore lascerebbe al caso. 
Rushmore è quella più vispa, a Tenenbaum invece manca una scaglia sotto l’occhi destro, vedi? Moonrise ha una leggera sfumatura rosacea attorno al grugno. 
 
Si carica lo zaino in spalla, si guarda allo specchio nel corridoio prima d’uscire. Allaccia gli stivali, le chiavi sono già nella tasca posteriore dei pantaloni.  
“Preso tutto?” Cornel si affaccia dalla porta della cucina, un sorriso tirato che non raggiunge gli occhi. Legato in vita, quello stupido grembiule bacia lo Chef! che avevano preso durante il loro ultimo weekend fuori porta: Cornel aveva alzato gli occhi al cielo, quando Charlie lo aveva implorato di comprarlo, dicendo che sarebbe stata un'aggiunta indispensabile alla loro casa. 
“Preso tutto.”  
 
Charlie è bravo con le scommesse. 
È bravo a suonare la chitarra –anche se Cornel potrebbe dissentire-, è bravo a fare la Palinka. È bravo a fare i calcoli a mente. 
Per scherzare un suo collega soleva chiamarlo, uomo dai mille talenti: “C’è qualcosa che il vecchio Charlie non sa fare?” Aveva riso, battendogli una pacca sulla spalla. 
Charlie sa costruire un pollaio. Sa usare il trapano. Sa piantare un chiodo nel muro senza far volare giù tutto l’intonaco. 
 
“Non vedo l’ora, sai?” Cornel sbuffa, aggiungendo quell’ultimo appunto senza guardarlo più. Si asciuga le mani sul grembiule, “Passare il Natale da solo. Un’altra volta.”  
E’ il turno di Charlie di sbuffare, “Lo sai com’è la mia famiglia. Mia mamma non-” 
“No, non lo so com’è. Sai, non l’ho mai conosciuta.” C’è astio nella sua voce. 
Charlie lascia cadere lo zaino sul pavimento, con un tonfo sordo. “Mi dispiace.”  
 
Charlie è bravo a cucire, anche se non si direbbe. Prima che la mamma di Cornel entrasse in azione con la sua vecchia Singer degli anni ‘50, aveva dovuto imparare a rammendarsi giacche e calzini. 
Charlie è bravo con i bambini: i nipoti di Cornel lo adorano. Anche i suoi, di nipoti, lo adorano. Ma deve ammettere che anche Cornel ci sa fare con i bambini, e i suoi nipoti forse potrebbero amarlo quasi quanto amano lui. 
 
“Non ho mai visitato l’Inghilterra.” E si ritira in cucina, lasciando Charlie solo nel corridoio. 
 
Charlie è bravo a parlare. A consolare, a far ridere, a far commuovere. Ma ci sono cose che proprio non riescono ad articolarsi fuori dal suo petto. 
Cose segrete di baci sotto il cielo di Bucarest e sogni e famiglie, di matrimoni a Sighisoara organizzati in fretta e furia senza alcun invitato e contratti di affitto trasformati in mutui. Cose che sono rimaste lì, dentro di lui, a marcire.  
Cose che col tempo hanno permesso a funghi e muschio e rovi di metter radici tra le sue costole, così che adesso districarle da quella giungla senza ferirsi è diventato praticamente impossibile. 
 
 


La Romania sembra tanto lontana quando torna alla Tana. 
Ma allo stesso tempo troppo vicina: è come se lo seguisse, restando qualche passo dietro di lui. Osserva la scena in silenzio, ed anche se non parla lascia lo stesso intendere a Charlie il suo giudizio. 
Mamma lo bacia sulla guancia, gli getta le braccia al collo. Bill lo saluta con una gomitata allo stomaco e papà gli sorride tenendo sulle spalle Roxanne. C’è profumo di stufato, di pane al miele e oh, è tornato pure Percy. 
Appena apre bocca sente le mani iniziare a sanguinare per tutto quello scavare.  
 
“Vorrei parlarvi di Cornel.”  
   
 
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