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Autore: Ale711224    28/04/2023    1 recensioni
Questa storia inizierà con due coppie e finirà con altre due coppie, ma saranno le stesse? O cambieranno? Parla dell'amore iniziale tra Trent e Courtney e Duncan e Gwen, anche se piano piano, le cose inizieranno ad andare leggermente in maniera diversa.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, LeShawna, Shawn, Trent | Coppie: Bridgette/Geoff, Cody/Sierra, Duncan/Courtney, Duncan/Gwen, Trent/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: A tutto reality - Azione!
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Ciao a tutti! Come state? 

Eccomi qui con una nuova uscita, nemmeno tanto tardi stavolta visto? (ok forse no) 

Credo che questo fino ad ora sia il mio capitolo più lungo (e siamo quasi a metà storia) 

Vi avviso subito, purtroppo non so quando potrò scrivere il prossimo, ho molti impegni questo mese e spero di farcela lo stesso a far uscire qualcosa.  

Buona lettura a tutti e buon Weekend! 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Duncan... 

Questa è una pessima idea, torniamo indietro per favore.... 

 

“Rilassati principessa! Ci sono già stato milioni di volte, sono miei amici, non c’è pericolo! -Disse trascinandola per un braccio. 

 

-Quel sabato pomeriggio, Duncan era andato a prendere Courtney a casa sua per portarla a conoscere i suoi amici, naturalmente contro la sua volontà. 

Erano dei ragazzi che lui aveva conosciuto per strada, giocavano a calcio insieme, e non si poteva dire fossero proprio persone per bene. 

 

Si erano dati appuntamento al solito posto, un garage lasciato abbandonato, che loro utilizzavano come punto di ritrovo. 

 

Courtney era nervosa, non tanto per il fatto che era stata colta di sorpresa, ma perché non si fidava per nulla di Duncan, e il fatto di trovarsi in un posto del genere, specialmente con lui, la spaventava terribilmente. 

 

Appena arrivati, i suoi amici gli andarono incontro e lo salutarono, stringendogli la mano. 

 

All’inizio non si accorsero nemmeno di Courtney, forse perché si era tenuta a debita distanza da loro. 

 

Ma uno dei suoi amici la vide e le andò incontro, facendola rabbrividire in un attimo. 

 

Era una specie di dark misto ad un emo, con del trucco in faccia e un’espressione fredda in volto. 

Gli si affiancò una ragazza identica a lui, solo leggermente più bassa, ma con la stessa identica espressione. 

 

Courtney guardò nella direzione del punk, sperando in un qualche aiuto, ma l’unica cosa che fece, fu sorridere, divertito dalla scena. 

Lui non sapeva quanto in quel momento la perfettina sognava di ucciderlo, nemmeno se lo poteva immaginare. 

 

Il gotico andò più vicino a Courtney, portando lei ad indietreggiare. 

 

 

“E tu? Chi saresti? Nessuno è autorizzato ad entrare qui, altrimenti chi lo farà, verrà immediatamente ucciso. -Disse con un tono spaventoso ma calmo allo stesso tempo. 

 

-La ragazza rimase pietrificata. 

Da dove erano usciti questi tizi? Seriamente Duncan era amico loro? 

Quest’ultimo si avvicinò, gustandosi ancora l’espressione spaventata di Courtney, che ormai le si era dipinta sul viso. 

 

“Tranquilla principessa, questi due sono tipi apposto, basta soltanto non farli arrabbiare. 

 

-Ora era il turno della gotica a parlare, e lo fece con lo stesso tono del ragazzo accanto a lei. 

 

 

“Duncan, mi sembra di essere stata chiara sul fatto di non portare intrusi nei nostri luoghi d’incontro. 

 

“State tranquilli ragazzi, se lei stessa non vuole avere problemi, non ne creerà a noi, fidatevi! 

 

-Il ragazzo avvicinò di più il suo viso a quello della perfettina, squadrandola per bene. 

 

“Quindi tu saresti la ragazza che ha corrotto la preside per ottenere una borsa di studio, ho ragione? 

 

 

“Aspetta ma, Duncan! Perché glielo hai detto? -Gli gridò furiosa. 

 

“Sono miei amici principessa, e lo sai, con gli amici non ci dovrebbero essere segreti! 

 

-Ignorando le sue lamentele, la gotica riprese a parlare. 

 

 

“Non ha importanza chi ce lo ha detto, sta di fatto che se avessi voluto evitare problemi, avresti tranquillamente potuto uccidere i testimoni, così ne saresti uscita pulita, sei stata stupida.... 

 

“Ehi, guardate che anche io sono uno di quelli! -Disse il punk. 

 

 

-La gotica girò i tacchi e rientrò dentro il garage, mentre il suo ragazzo rimase li con Duncan. 

 

 

“Siamo stati davvero scortesi, non ci siamo presentati, io sono Ennui, e quella che se ne è appena andata, è la mia ragazza, Crimson, piacere di conoscerti. 

 

-Con la sua voce bassa e lo sguardo fisso, aveva teso la mano per presentarsi alla ragazza, che spaventata, gliela strinse. 

 

“Ehm.... 

Piacere, io sono Courtney..... 

 

“Si, da come avrai potuto capire, Duncan ci ha parlato di te, ecco perché siamo tutti qui oggi, per incontrarti. 

 

“Ah già... 

Si Duncan me ne aveva parlato, anche se gli ho detto che non ce ne era il bisogno, non volevo, ecco, disturbarvi.... 

 

“Non preoccuparti, siamo quasi ben accetti ad incontrare nuove persone. 

Sia chiaro però, che questo è il nostro punto di ritrovo, non lo sa nessuno tranne chi ne fa parte, ovviamente, ti conviene non farne parola, altrimenti metteremo la tua testa come trofeo sul tetto di questo garage, mi sono spiegato? -Disse in fine il gotico. 

 

-Quello che la spaventava di più, era che in tutto questo, riusciva a tenere un tono calmo e pacato, anche mentre parlava della sua decapitazione. 

 

“C-certo.... 

Non t-ti p-preoccupare, il vostro segreto con me è al sicuro.... 

 

 

-Detto questo, anche lui rientrò nel loro luogo chiudendo la porta, lasciando Duncan e Courtney fuori. 

 

La perfettina ci mise un po per riprendere fiato, dopo aver conosciuto quei due, poteva benissimo dire che ogni altra sua tipo di paura fosse superata. 

 

Il punk a quella scena, non aveva mai smesso di ridere un secondo, sapeva che le avrebbero fatto questo effetto, e aveva deciso di godersi per bene lo spettacolo. 

 

Lei era tutt’altro che serena, preoccupata ancora di trovarsi uno di quei due pazzi dietro di lei con un coltello in mano. 

 

 

“Insomma, ti è sembrato il caso di presentarmi a quei tipi strani!? 

Ma come diavolo fai a frequentarli, sembrano usciti da uno di quei classici film dell’orrore degli anni 50! 

 

“Ti ho detto di stare calma principessa, sono due tipi apposto, anzi, credo che tu gli stia già molto simpatica! -Disse facendosi una sonora risata. 

 

“Bene! Se per questo, che stiano lontani da me! Ora vorrei andare a casa se possibile! O devi trascinarmi da qualche altra parte? 

 

“Ti consiglio di non darmi l’idea principessa perché sai che sono capace di farlo. 

Si si vai pure, e ricorda i miei compiti per domani, li voglio tutti fatti perfetti, capito? 

 

“Ho capito metallaro! Me lo hai già detto 5 volte mentre mi portavi qui, avrò capito no? 

“Voglio solo assicurarmi che sia ben chiaro, caso mai te lo scordassi. -Disse facendole l’occhiolino. 

 

“Ci vediamo domani a scuola principessa! 

 

 

-Il punk, risalì sulla sua macchina e se ne andò, con Courtney che da dietro gli urlava contro. 

 

“Dove vai idiota! Sei tu che mi devi accompagnare a casa! Come ci torno sennò! 

 

 

-Purtroppo per lei, ormai il ragazzo era troppo lontano per sentirla, così rimase li da sola. 

 

 

Nel frattempo, lo stesso pomeriggio, Trent si trovava a casa di Gwen, e anche lui le stava facendo i compiti. 

 

La materia in quest’ione era matematica, odiata a morte da tutti. 

Fortunatamente, lui riusciva a capirla bene, così da poterla finire abbastanza in fretta. 

 

Era molto stanco, ma la ragazza non permetteva né lamentele né distrazioni, avrebbe dovuto finirglieli tutti entro quella stessa sera. 

 

Scott, aveva più volte tentato di chiamarlo, ma il chitarrista aveva il telefono scarico, e ormai ci aveva rinunciato. 

Gli aveva detto che sarebbe andato da Gwen, così decise di andare anche lui. 

Probabilmente però, gli avrebbe solo sbattuto la porta in faccia senza dargli il tempo di parlare, quindi decise di lasciar perdere e tornarsene a casa sua. 

 

Intanto, in casa, Trent chiese a Gwen se potesse mettere in carica il suo cellulare, e lei, un po scocciata, gli disse di sì. 

 

Lo mise in carica e finì gli ultimi compiti che la gotica aveva, portandolo ad un sospiro di sollievo. 

 

 

Stessa cosa non si poteva dire di Courntey, che stava aspettando, o forse più sperando, che qualche autobus passasse per riportarla a casa. 

 

Ormai era lì da un’ora, e non sapeva più che fare per tornare. 

Duncan non le rispondeva, e nemmeno i suoi genitori. 

 

Siccome si stava facendo tardi, pensò all’ultimo di poter chiedere aiuto a Trent, sperando almeno in una sua risposta. 

 

Il telefono del ragazzo squillò, così lui si alzò dalla sedia per rispondere. 

Mentre la gotica controllava i “suoi” compiti, ascoltò la conversazione del moro con la sua ex, anche se inizialmente non aveva capito si trattasse di lei. 

 

 

“Pronto? 

 

“O Trent santo cielo! Per fortuna almeno tu mi hai risposto! 

Sono bloccata dall’altro lato della città da quasi un’ora e mezza, e non so come tornare a casa, per di più mi si sta scaricando il cellulare, ti prego non è che mi verresti a prendere? 

 

“Cosa? Scusami mi spieghi come ci sei finita li? 

 

“Lunga storia, ti scongiuro aiutami, non saprei cosa fare altrimenti! 

 

“Va bene non preoccuparti, inviami la posizione, sarò lì da te il prima possibile! 

 

“Grazie mille Trent! Non so davvero come ringraziarti! 

 

 

-Il ragazzo attaccò il telefono e prese le sue cose, pronto per andare, ma la dark, avendo capito, si mise davanti alla porta, impedendogli di uscire. 

 

“Scusami? Dov’è che staresti andando? -Gli chiese con un leggero tono di sarcasmo. 

 

“Mi dispiace, ho fatto tutti i compiti che mi avevi chiesto di fare, ora devo scappare urgentemente...-Disse cercando di uscire. 

 

“Si è vero, li hai fatti tutti quanti, ma ancora non mi sembra di averti dato il permesso di andare, quindi siediti. 

 

-Sembrava che la gotica non avesse la minima intenzione di spostarsi dalla porta, ciò lo rese ancora più nervoso. 

 

A quel punto non sapeva cosa fare. 

Naturalmente non poteva lasciare Courtney li da sola, per di più, si stava facendo molto tardi. 

Si avvicinò alla ragazza, che lo fissò con una smorfia. 

 

“Ascoltami, domani farò tutto quello che vuoi, ma ora ho una cosa urgente da fare, quindi per favore lasciami uscire.... 

 

-Lei non si scompose di un millimetro, continuando a fissare il ragazzo davanti a se. 

 

“Non hai sentito forse quello che ho detto? Ti ripeto che tu non te ne vai da questa casa fino a che non lo decido io? O forse devo fartelo capire con le cattive? 

 

-Gli prese il polso e glielo strinse, facendolo indietreggiare. 

Non aveva altra scelta, se Gwen aveva intenzione di usare le maniere cattive, lo avrebbe fatto anche lui. 

 

Accettava tutto, ma la violenza anche no. 

 

Afferrò anche lui i suoi polsi, spingendola leggermente a lato della porta. 

Con le gambe la stava tenendo ferma, mentre con le mani le bloccava i polsi. 

 

Gwen tentò più volte di liberarsi, ma la presa del ragazzo era decisamente più forte della sua. 

 

“Ehi! Si può sapere cosa stai facendo? Lasciami andare! 

 

-La guardò fissa negli occhi, continuando a tenere la presa. 

 

“Ascoltami tu adesso per favore! 

Ti ripeto che ho una cosa urgente da fare; quindi, ti gradirei, di rispettare la mia scelta e di lasciarmi andare. 

Fammi pure tutto quello che vuoi, non mi interessa, ma ora non ho tempo per le tue minacce! 

 

-Detto questo, lasciò la presa sulla ragazza, prese le sue cose e uscì. 

La gotica lo fissò fino a quando la porta non si chiuse, facendo un piccolo sorrisetto. 

 

“Però, alla fine non è del tutto un sottone come pensavo –Disse mentre si massaggiava i polsi, leggermente doloranti. 

 

Uscì in fretta anche lei di casa e si sedette in macchina del ragazzo sul sedile accanto. 

 

“Voglio venire con te, vediamo qual è questo tuo grande impegno. -Affermò mettendosi la cintura. 

 

-Decise di non darci troppo peso e partì subito. 

 

Seguendo la posizione mandatagli da Courtney, il chitarrista era quasi arrivato nel luogo dove si trovava la ragazza. 

Ci avevano mezzo quasi quaranta minuti per raggiungerla, ma alla fine ce l’avevano fatta. 

Durante il viaggio nessuno dei due aveva fiatato. 

 

Lui la vide seduta sul bordo del marciapiede, con la testa nascosta tra le braccia. 

Suonò il clacson per farsi sentire, e appena lo riconobbe, la ragazza gli andò incontro e lo abbracciò. 

Il ragazzo rimase per un attimo spiazzato, per poi ricambiare l’abbraccio. 

 

“Trent non so davvero come ringraziarti, grazie, grazie mille! 

 

“Figurati, non me lo sarei mai perdonato se ti fosse successo qualcosa! 

 

-Mentre si abbracciavano, la gotica, nel frattempo, era rimasta in macchina, e nel vedere quella scena, provava un misto di rabbia e tristezza allo stesso tempo. 

 

Perché anche lei non poteva avere qualcuno che la trattasse così? 

Cosa aveva fatto di sbagliato per non meritarlo? 

 

Anche se voleva negarlo, in un certo senso, invidiava Courtney, anzi, l’aveva sempre invidiata. 

Aveva una bella famiglia, due ragazzi che le andavano dietro, dei bei voti e una carriera assicurata. 

Perché la perfettina si, e lei no? 

 

Lei stessa aveva una madre e un fratello che le volevano bene, questo era ovvio, ma sentiva che dentro di sé mancava qualcosa, come un vuoto. 

Non le capitava spesso di pensarci, ma quando lo faceva, sentiva di star male. 

 

Appena Courtney si accorse della presenza di Gwen, guardò in modo interrogativo il ragazzo accanto a lei, aspettando spiegazioni. 

 

“Trent ascolta, so che ormai ci siamo, ecco, lasciati... 

Non voglio intromettermi nella tua vita privata sia chiaro, ma come mai c’è Gwen con te? 

Non dirmi perché era preoccupata per me perché non ci credo neanche morta! 

 

“Storia lunga, tranquilla, non c’è niente di cui preoccuparsi. 

Ora però andiamo a casa, che si sta facendo buio. 

 

 

-Alla fine, il ragazzo accompagnò Courtney a casa sua. 

Quest’ultima guardandoli, continuava a domandarsi come mai quei due fossero insieme. 

Si è vero, aveva capito di provare solo profonda amicizia per Trent, ma ciò non voleva dire che non poteva preoccuparsi per lui, visto che Gwen non era una delle ragazze più tranquille che conosceva. 

 

Pensava però, che fosse un ragazzo responsabile, quindi, che non c’era molto da preoccuparsi. 

 

Stava per entrare nel cancello in casa, quando venne presa per un braccio e trascinata via, all’interno di un vicoletto. 

Ma cos’era oggi? Il giorno dei rapimenti? 

 

Era pronta ad urlare, ma una mano le tappò la bocca, impendendole quasi di respirare. 

 

Era bel panico, e se si trattava di un ladro? O uno stupratore?  

Non aveva nessuna arma con se, solo la borsa con dentro il portafoglio e una boccetta d’acqua. 

 

I suoi dubbi vennero risolti quando codesta persona, si tolse il cappuccio che aveva in testa, rivelando due iridi azzurre come l’oceano. 

 

La perfettina lo riconobbe immediatamente, e appena allentò la presa, gli assestò un bel calcio sulle sue parti basse, facendolo chinare dal dolore. 

 

 

“Principessa, dico sei impazzita? Che diavolo hai nella testa? Vuoi farmi diventare sterile per caso? -Disse ancora accovacciato e con la voce strozzata. 

 

“No! Cosa è saltato in mente a te! Volevi forse farmi morire di paura? Come ti è venuto in mente di trascinarmi improvvisamente in questo vicolo? Ringrazia che ti ho dato solo quel calcio e non mi sono dilungata! -Gli rispose incavolata nera. 

 

“Ringraziarti? Tu te ne vai in giro con Elvis e io dovrei ringraziarti? 

 

“Esattamente! 

Aspetta... 

Come fai tu a sapere che ero con Trent? 

 

“Forse perché vi ho seguiti? Chi ti ha dato il permesso di andare con lui eh? 

 

“Allora, prima cosa, si dà il caso che tu non sia nessuno per dirmi con chi posso o con chi non posso andare, capito? 

Seconda cosa, forse non avrei avuto il bisogno di chiamare lui se QUALCUNO si fosse degnato di rispondere alle mie chiamate! 

Sono rimasta davanti al covo dei tuoi amici per quasi DUE ORE, ed è solo grazie a Trent se sono tornata a casa sana e salva!  

 

-Dalla voce sembrava parecchio arrabbiata, e aveva tutte le ragioni del mondo per esserlo. 

 

 

“Uff, quanto la fai difficile! 

 

-Il punk prese il suo telefono e quello della ragazza, nel quale segnò su di esso un numero di cellulare. 

 

“Mi spieghi cosa stai facendo ora? 

 

 

-Gli mostrò il numero appena salvato, per poi ridargli il telefono, che si spense subito dopo per la batteria scarica. 

 

“Ti ho dato il numero di mia sorella, così in caso di emergenza, se io non rispondo, puoi chiamare lei. 

 

“Cosa? Ma... 

 

“Niente domande principessa. 

Ora vai a casa, domani ti aspetta un’altra fantastica giornata in compagnia del sottoscritto, buona notte. -Disse entrando nella sua macchina. 

 

-Finalmente se ne andò, così che Courtney potesse rientrare in casa, farsi una doccia e buttarsi finalmente sul letto. 

Fortunatamente, i suoi genitori non le facevano mai tante domande su cosa faceva e dove andava, questo le permetteva di risparmiarsi eventuali bugie. 

Anche se quella mattina, dopo averla vista andare via con Duncan, a loro iniziarono a venire seri dubbi sulle frequentazioni della figlia. 

Il padre era un tipo a cui non piaceva giudicare la gente a prima vista, mentre Courtney era il contrario, come sua madre. 

 

Chissà cosa le avrebbe fatto sopportare quel lurido punk il giorno dopo, non voleva nemmeno pensarci... 

 

Nel frattempo, Trent stava accompagnando Gwen a casa, che per tutto il viaggio non aveva detto una parola. 

Aveva paura di chiederle cosa le fosse successo, rischiando di beccarsi una risposta spiacevolmente dura. 

 

Gwen aveva il capo girato verso il finestrino, stava guardando la strada e nel mentre pensava ancora alla scena di oggi. 

Non riusciva a smettere di chiedersi cosa avesse Courtney che lei non aveva, così, in mancanza di altre persone in quel momento, decise di chiederlo proprio al ragazzo accanto a lei. 

 

 

“Ehi, posso chiederti una cosa? 

 

-Per poco Trent non si prese un colpo, non aspettandosi che la gotica aprisse bocca di punto in bianco. 

 

“Ehm, certo, dimmi pure... 

 

“Che cosa ci trovi di bello in Courtney? Voglio dire, cosa ti ha fatto innamorare di lei? 

Non voglio che mi racconti tutta la storiella strappalacrime, solo le cose fondamentali insomma... 

 

 

-Non si aspettava una domanda del genere da lei, soprattutto considerando il fatto che si erano scambiati più parole in quelle settimane che in 5 anni di scuola. 

Ora stava cercando di, conoscerlo? 

 

Decise comunque di risponderle, trovandola una domanda curiosa. 

 

  

“Beh, vedi, come sai, noi ci conosciamo da quando siamo piccoli, le nostre famiglie sono amiche da molto tempo; quindi, io e lei siamo cresciuti insieme. 

Mi è sempre piaciuta fin da quando eravamo bambini, mi ha aiutato ad affrontare molti tipi di difficoltà. 

Era una bambina molto testarda e tenace, ma quando voleva, sapeva essere anche molto dolce. 

Quando ero triste, cercava in ogni modo di farmi ridere, ma quando doveva rimproverarmi, ci dava giù pesante, solo perché era di pochi mesi più grande di me. 

Però ecco se devo dirti il vero motivo del perché ha iniziato a piacermi, non lo so nemmeno io... 

 

 

-Per tutto il racconto la ragazza se ne era stata zitta, cercando di comprendere al meglio le parole del ragazzo seduto accanto a lei. 

 

Anche se non c’era molto da capire, era semplicemente una cotta infantile, portata forse avanti dall’affetto delle due persone e anche dalla stima delle rispettive famiglie. 

Pensava che forse avessero fatto bene a lasciarsi, dopotutto, si vedeva lontano un miglio che solo il lui provava qualcosa per la perfettina, lei non più di una grande amicizia. 

 

Arrivati a casa sua, scese dall’auto, ma prima di chiudere lo sportello, fece una piccola raccomandazione a Trent. 

 

“Comunque, ti consiglio di lasciar perdere quella ragazza, non prova più nulla per te ormai. 

Può darsi anche che siate stati bene, ma ora la vostra storia è finita, non dovresti più pensare a lei, lo dico per te. 

 

Detto questo ci vediamo domani, ti aspetto a casa mia, non fare tardi- Disse chiudendo lo sportello della macchina, dopodiché entro in casa sua. 

 

Trent, non poteva negare di non provare più nulla per Courtney, ma la decisione presa dalla ragazza doveva essere rispettata. 

A lui ormai stava bene così, se ne era fatto una ragione. 

Gli bastava essere uno dei suoi più cari amici, non voleva altro. 

Aveva capito che da un po di tempo le cose tra loro non funzionavano più, e lo aveva accettato. 

 

Sarebbe stato meglio in quel momento, conoscere di più la gotica, in modo tale da poter sapere se veramente Duncan le avesse fatto qualcosa, e così anche lui, sperando, si sarebbe liberato di quella tortura. 

 

Fece manovra e tornò anche lui a casa, osservato da quest’ultima dalla finestra della sua stanza. 

Gli faceva rabbia ripensare alle scene di quel pomeriggio, perché sapeva che lei non avrebbe mai provato le stesse cose di Courtney. 

Pensava che ora, col fatto di avere il chitarrista dalla sua parte, avrebbe potuto farla pagare ad entrambi, e invece le cose non erano cambiate di una virgola. 

Courtney continuava ad avere i suoi due “corteggiatori” ai piedi, mentre lei niente. 

L’unico che le era stato davvero vicino in quei momenti era Scott, ma lei stessa continuava a trattarlo male, ciò lo aveva portato ad allontanarsi un po. 

 

Piangeva pensando a quelle cose, cercando di scacciarle via dalla sua testa, ma più ci provava, e più si facevano spazio dentro di lei. 

 

Si mise a letto provando a dormire, ma non ci riuscì facilmente, così continuava a girarsi e rigirarsi nel letto, in cerca di una posizione comoda. 

La mattina dopo, aveva due occhiaie che potevano far paura anche ai morti. 

Era riuscita a dormire solo un’oretta, e nemmeno troppo bene. 

Quella mattina aveva preso la decisione di rimanere a casa, se non fosse stato per il bussare insistente di sua madre alla porta della camera. 

 

 

“Gwen! Alzati è tardi! Muoviti e vai a scuola! 

 

“Mamma oggi non mi sento molto bene, preferisco stare a casa... 

 

-Sapeva che tentare di convincere sua madre a non andare, era forse la cosa più difficile di questo mondo. 

Entrò come se nulla fosse nella stanza, e come in quelle classiche scene da film, aveva spalancato la finestra e tolto le coperte di dosso alla figlia. 

 

“Se non ti alzi nel giro di 5 minuti, ti faccio una doccia con l’acqua gelata, me comprendi? 

 

-Detto questo, uscì dalla camera. 

 

Ormai aveva capito che non c’era nulla da fare, restava solo da alzarsi, lavarsi velocemente e aspettare il moro. 

Fortunatamente, riuscì a fare tutto nel giro di 20 minuti, ed ora aspettava sul divano che il ragazzo suonasse il campanello. 

Pregava che si sbrigasse ad arrivare, le si stavano chiudendo gli occhi da soli. 

 

Quando il campanello suonò, prese le sue cose, pronta per uscire, così come il pranzo che ormai ogni mattina sua madre preparava per Trent. 

 

Solo che, appena aprì la porta, chi si trovò davanti non fu il moro, ma bensì qualcun’altro. 

Non era sorpresa, o meglio, non così tanto. 

 

 

“Buongiorno Gwen, come stai? 

 

“Scott, cosa ci fai tu qui? 

 

“Nulla di che non preoccuparti, è che ieri sera Trent ha avuto un piccolo incidente in macchina, ma nulla di grave, così sono venuto io al suo posto. 

 

-La ragazza sbarrò gli occhi per un secondo, non aspettandosi una notizia del genere. 

 

“Scusami, e perché non me lo ha detto lui direttamente? 

 

“Beh, credo che non abbia il tuo numero, per questo lo ha detto a me. 

Mi ha anche chiesto lui stesso di venire qui da te, ha insistito molto perché ti accompagnassi. 

 

-Ora che ci pensava era vero, loro due non si erano mai scambiati i numeri a vicenda, tutto quello che gli doveva dire lo faceva a scuola e da li non si sentivano più fino al giorno dopo, o nel caso del weekend, fino al lunedì. 

 

“Beh, non mi importa, andiamo adesso... 

 

-Uscirono di casa, diretti verso l’istituto. 

 

Anche se non voleva ammetterlo, Gwen, avrebbe voluto sapere quali fossero le condizioni di Trent, ma si vergognava troppo per chiederlo a Scott. 

Pensava poi che quest’ultimo avesse detto che non era nulla di grave, quindi smise di pensarci. 

Rifletté anche sul fatto che aveva insistito molto per far andare il rosso da lei, ma probabilmente glielo chiese per paura di un eventuale scherzetto. 

 

Arrivati a scuola, videro il ragazzo parlare tranquillamente con Harold e Leshawna. 

Notarono però, che aveva il braccio ingessato, causato probabilmente dall’incidente del giorno prima. 

 

Solo Scott andò da lui, lasciando indietro la gotica, che li guardava curiosa. 

Il rosso, ignorando i due, toccò di spontanea volontà il suo braccio ingessato. 

 

“Amico, come stai? L’incidente ti ha causato questo? 

 

“Ciao Scott... 

Purtroppo, si, ieri una signora mi è venuta addosso in contromano, facendomi sbattere sulla portiera della macchina. 

Fortunatamente, oltre il braccio, sto bene... 

 

 

“Cavolo, mi dispiace, pensavo non venissi oggi. 

 

“Lo pensavo anche io, ma stamattina quando mi sono svegliato, stavo bene; quindi, ho chiesto ad un amico di mio padre di accompagnarmi. 

 

“Che fortuna allora, beh, visto che sembri star bene, io vado, ci vediamo in classe. 

 

-Trent salutò nervosamente il suo “amico”, che se ne andò sorridendo, sotto gli sguardi scettici di Harold e Leshawna. 

 

“Scusami zuccherino ma, da quando tu e quella zazzera rossa siete così amici? Lo sai che è meglio girare a largo dal suo gruppetto -Gli disse la ragazza. 

 

 

“Tranquilla Leshawna cara, credo che lui sia innocuo, a differenza di qualcuno.... 

 

 

-Disse Harold fissando Gwen, che continuava a guardarli a braccia conserte, anche se più che loro, guardava Trent. 

 

Lui era indeciso se ignorarla o andare a parlarle con calma, e alla fine, optò per la seconda. 

Chiese a Leshawna e Harold di aspettarlo in classe, così dopo che i due se ne andarono, raggiunse la gotica. 

 

Voleva evitare che gli facessero delle domande su di lei o su Scott, preferiva fosse una cosa tra loro, sperando come sempre, che finisse presto. 

 

Appena arrivò li, la ragazza continuava a squadrarlo, sperando parlasse per primo per darle spiegazioni. 

Così fece, ascoltato attentamente da Gwen. 

 

“Ciao.. 

Ecco, scusami se stamattina non sono passato a prenderti, è che... 

 

“Non serve che mi spieghi nulla, Scott lo ha già fatto per te... 

 

“Ah, bene allora... 

 

-Nonostante non avesse nessuna colpa, continuava a pensare di dovere un favore a Gwen per non aver mantenuto la promessa. 

Era fatto così, nonostante cercasse di nasconderlo, il suo lato buono e generoso verso gli altri veniva sempre a galla, anche quando non ne era necessario. 

 

La gotica non disse più nulla, dopo avergli lasciato il pranzo, si girò semplicemente, e andò dalle sue amiche. 

 

Quando arrivò davanti al cancello, vide una scena che la fece innervosire più di ogni altra cosa al mondo. 

 

In quel momento, era arrivato Duncan, ma non era solo, con lui c’era anche Courtney, con la quale scese dalla macchina. 

La ragazza era parecchio nevosa, mentre lui sembrava tranquillo come sempre. 

 

“Ascolta razza di buzzurro, non occorre che ogni mattina tu mi venga a prendere a casa, è chiaro? 

So dove si prendono gli autobus, posso arrivarci anche da sola. 

 

“Se lo faccio è perché voglio farlo, tu che dici? 

 

“Si ma vedere la tua faccia a scuola è già più che sufficiente, non mi occorre vederla anche più del dovuto. 

 

“Dai su, ammetti che ti ha fatto piacere conoscere i miei amici, e ammetti che ieri pregavi che venissi io a prenderti. 

 

“Se con piacere intenti paura e incubi, che tutt’ora ho, si, mi ha fatto moooolto piacere! Ed era OVVIO che aspettassi te, visto che TU mi hai portato li! -Ribattè acida 

 

-A quella risposta, Duncan fece un sorrisetto divertito, cosa che innervosì ancora di più Courtney. 

 

Poco prima che lei se ne andasse, salì di nuovo in macchina, attirando la sua attenzione e portandola a girarsi. 

 

“Scusa, ma tu non vieni a lezione? Ti ho anche fatto i compiti che mi hai chiesto! -Disse sventolando in aria quei fogli. 

 

“Che c’è principessa ora ti preoccupi per me? Tranquilla, ho una cosa più urgente da sbrigare, e poi, è già sicuro che mi bocceranno, a dopo! 

 

-Sfrecciò a tutta velocità, non dando il tempo a Courtney di ribattere. 

Sbuffò, pensando al fatto che era rimasta sveglia fino a tardi per fargli quei dannatissimi compiti. 

Perché se avesse avuto intenzione di farsi bocciare allora avrebbe costretto lei a farglieli? 

Preferiva non farsi troppe domande, soprattutto se riguardavano quell’individuo, così decise di andare. 

 

Gwen, che aveva osservato tutta la scena, gli venne ancora più rabbia. 

Ripensò alle stesse cose di ieri vedendo la perfettina con Trent. 

 

Andò verso di lei, che non la vide subito, a causa del telefono. 

Quando si accorse a chi era andata addosso, sbuffò sonoramente. 

 

“Gwen, buongiorno a te...-Gli disse annoiata. 

 

“Di un po, non ti sei ancora stancata di fare sempre la vittima? -Rispose con tono acido. 

 

“Ora non so davvero di cosa tu stia parlando, dobbiamo andare in classe, oggi non ho proprio voglia di beccarmi una ramanzina. 

 

“Certo che lo sai, ieri facendo due moine al telefono, ti sei fatta venire a prendere da quel pesce lesso dall’altro lato della città, e ora, ti fai anche accompagnare a scuola da Duncan, non ti sembra troppo? 

 

-Adesso ne aveva abbastanza. 

Sopportare quell’idiota di Duncan era già difficile di suo, in più, se si metteva in mezzo anche Gwen, rischiava seriamente di finire in carcere per omicidio doppio. 

 

“Ascoltami attentamente, mi sono stancata di passare per poco di buono. Perché invece non te la prendi con quel demente che ieri sera mi ha portato dai suoi orripilanti amici e mi ha lasciato li? 

Se magari avesse evitato di presentarmeli, non avrei avuto la necessità di disturbare Trent visto che improvvisamente gli stai sempre attaccata! 

 

Oppure vogliamo parlare di stamattina? 

Quando quel deficiente mi ha letteralmente trascinato nella sua macchina sotto le occhiatacce dei miei genitori? 

E poi, io e Trent siamo rimasti amici, e gli amici si aiutano nel momento del bisogno, quindi, lo ringrazio e lo ringrazierò per sempre per quello che ha fatto e continua a fare per me tutti questi anni. 

 

Ora me ne vado, mi sono stancata di dare spiegazioni inutilmente ad una persona che sa solo accusare, a dopo Gwen, anzi, spero di no! 

 

-Detto questo, la ragazza alzò i tacchi e ne andò, lasciando la gotica immobile davanti al cancello. 

 

Per quale motivo Duncan gli aveva fatto conoscere i suoi amici? Si erano messi d’accordo che doveva farla soffrire, ma qui sembrava lo stesse facendo solo lei con Trent, che poi nemmeno funzionava più di tanto. 

Quel ragazzo abbassava la testa e faceva tutto ciò che lei gli diceva di fare, senza ribattere su nulla, come fosse uno schiavo. 

Solo quando lei lo aveva messo con le spalle al muro si era ribellato, ma per il resto, ogni volta che era con lei, sembrava privo di vita. 

 

Per un breve attimo, si sentì tremendamente in colpa per come lo aveva trattato nei giorni passati, ma poi si ricordò, tutte quelle parole che loro due avevano detto su di lei, ciò la spinse a lasciar perdere, e pensare che fosse meglio così. 

Si stava facendo tardi, così, andò anche lei in classe, ricordandosi che doveva assolutamente parlare con Duncan. 

 

 

 
   
 
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