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Autore: valeballetto1990    13/09/2009    0 recensioni
Era una buia e tempestosa serata di Febbraio ed Hermione sedeva in una soffice e consumata poltrona della sala comune di Grifondoro; i suoi abiti erano fradici, ma la punta della sua bacchetta, da cui usciva aria calda, era puntata direttamente contro di essi...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Era una buia e tempestosa serata di Febbraio ed Hermione sedeva in una soffice e consumata poltrona della sala comune di Grifondoro; i suoi abiti erano fradici, ma la punta della sua bacchetta, da cui usciva aria calda, era puntata direttamente contro di essi.
La ragazza sospirò, afflitta da chissà quali pensieri, quando una voce squillante interruppe la sua solitaria riflessione.
"Ciao, Hermione! Come hai fatto ad inzupparti in quel modo?" chiese Ginny Weasley, sedendosi di fronte a lei.
"Oh, ciao, Ginny! Sono appena stata da Hagrid." rispose Hermione, fingendosi allegra ed accennando alla finestra, dalla quale si poteva scorgere a malapena la capanna del guardiacaccia, avvolta nella nebbia. "E ho dimenticato l'ombrello!"
"Capisco..." fece Ginny. "Ehm... senti... cosa hai intenzione di regalare a Ron per San Valentino?"
Era lampante che la ragazza desiderava distrarre Hermione dai suoi pensieri funesti, ma il suo intervento non sembrò sortire l'effetto desiderato.
"San Valentino?!" disse, confusa.
"Sì, San Valentino, la festa degli innamorati, ricordi?"
"Certo, certo..." rispose Hermione e annuì.
"Allora? Cosa hai intenzione di regalare a mio fratello?" continuò Ginny.
"Be', non lo so ancora..."
Ginny era sbalordita.
"Come non lo sai ancora? E' domani!"
"Ah, sì? Cioè... voglio dire... c'è ancora tempo per pensarci, no?"
"Se lo dici tu." commentò Ginny, perplessa. "E cosa ti regala lui?"
"Senti, Ginny. Non credo sia il caso che io e Ron ci facciamo il regalo di San Valentino..." disse Hermione, decisa.
"Perchè no? Ron non ti ha forse chiesto di metterti con lui?"
"Veramente sono stata io a farlo!" puntualizzò Hermione.
"Ah... Lui me l'ha raccontata diversamente... Ma alla fine è lo stesso, no? State insieme!" esclamò Ginny, vivacemente.
"Be', non in quel senso..."
"E quale sarebbe 'quel senso'?" domandò Ginny, alzando le sopracciglia.
"Eh... Noi non ci..." cominciò Hermione, incerta.
"Non vi...?"
"Non ci... baciamo..." rivelò Hermione, fissando il tappeto.
"Oh. Proprio mai, mai, mai?"
"Mai, mai, mai..." confermò Hermione, sconfitta.
"Be'," commentò Ginny, con un sorriso malizioso. "Allora ho trovato il tuo regalo di San Valentino per lui!"
"Ginny, pensavo di essere stata chiara. Noi non ci faremo il regal-"
"Sì, invece." la interruppe Ginny e, avvicinandosi al suo orecchio, aggiunse: "Devi solo..."


Harry e Ron stavano salendo le scale che conducevano alla sala comune di Grifondoro; avevano appena cenato e si sentivano sazi ed in pace con il mondo, per quanto si poteva esserlo con l'ombra di Voldemort che minacciava altre torture, altre morti, altra distruzione.
"Hai visto Hermione a cena?" domandò Ron all'amico.
"No," rispose Harry. "Non la vedo da quando è uscita per andare da Hagrid."
"Ah," fece Ron, preoccupato. "E non pensi che le possa essere successo qualcosa, mentre ci andava?"
"Ron!"
"Scusa, scusa... Era solo un'idea..."
"Senti," riprese Harry, vedendo il viso del rosso, che esprimeva preoccupazione allo stato puro.
"Non può esserle successo qualcosa di grave. Hermione non è stupida, non sarebbe andata da Hagrid, se avesse ritenuto pericoloso farlo!"
"Ah, ah..." commentò Ron, ma non sembrava convinto.
"Probabilmente è in sala comune a fare i compiti per domani, vedrai..."
"Domani è sabato, Harry."
"Allora quelli per lunedì. Sai che non le piace rimanere indietro."
"Sì, forse." fece Ron, rincuorato, poi aggiunse, rivolto alla Signora Grassa. "Inutilis cura."
"Concordo." fece lei, spostandosi per lasciarli passare.
"Non c'è!" constatò Ron, oltrepassato il buco del ritatto, guardandosi intorno.
"Magari era stanca ed è andata a letto." suggerì Harry, con uno sbadiglio. "E a proposito di stanchezza... Quasi non mi reggo in piedi, vado a dormire anch'io. Vieni?"
"Arrivo fra poco." rispose Ron, dirigendosi verso una delle più malmesse poltrone della sala comune.
Il ragazzo si sedette, preoccupato.
A dispetto di ciò che pensava Harry, lui non era affatto convinto che Hermione fosse andata a dormire. La immaginava nel parco, prigioniera di qualcosa o qualcuno ad urlare il suo nome, disperata, e lui restava lì, seduto placidamente sulla poltrona a fissare il fuoco. No, non poteva permetterlo. Doveva assolutamente andare a cercarla. Si era già alzato in piedi, quando gli venne in mente che, dopotutto, non era l'unico a preoccuparsi per Hermione; anche Harry le voleva bene e non avrebbe permesso che rischiasse la vita in qualche impresa spericolata. Perciò se Harry non era preoccupato non doveva esserlo neanche lui. E poi, Hermione che affrontava qualche impresa spericolata, violando le regole della scuola? Era più probabile che esistessero davvero gli Eliopodi, come sosteneva la Lovegood.
Il ragazzo sedette nuovamente sulla poltrona e, anche se ogni tanto gli riaffiorava alla mente l'immagine di Hemione che invocava aiuto, ogni volta la scacciava, sostituendola con il volto sorridente della ragazza.
Dopo qualche minuto Ron si assopì.
Mentre dormiva, il tempo scorreva via velocemente... erano le dieci... le undici... mezzanotte...


Un fruscio di stoffa lo svegliò, il ragazzo aprì gli occhi e lei era lì, in cima alle scale dei dormitori femminili, sorridente, come si era sforzato di immaginarla poco prima.
L'unico problema era che, per il resto, Hermione non sembrava affatto quella che Ron conosceva; non era la 'So-tutto-io' e nemmeno la 'Signorina Perfettini'.
Questa nuova Hermione aveva capelli lunghi, lisci e setosi e qualcosa di diverso nello sguardo, qualcosa che si chiamava Mascara-Allunga-Ciglia e che proveniva da un noto negozio di Diagon Alley, ma naturalmente Ron non poteva saperlo.
Hermione scese le scale e si portò di fronte al ragazzo, che restò paralizzato al suo posto.
"Ciao, Ron!" lo salutò, allegra.
"Cia'." rispose lui, fissandola sbalordito.
"Che cosa c'è?" domandò Hermione, vedendo che Ron non dava altri segni di vita.
"I tuoi capelli... è... è... la stessa pozione?" balbettò, impacciato.
Hermione non ebbe bisogno di chiedergli di cosa parlasse: c'era stata solo un'altra occasione in cui Ron l'aveva vista con quei capelli, perciò annuì.
"Ah. E perché... li hai... sì, insomma... perché sono...?"
"Perchè li ho lisciati, intendi?" domandò la ragazza e aggiunse in fretta, quasi temesse di perdere il coraggio: "L'ho fatto per te..."
Le orecchie di Ron diventarono scarlatte.
"Per me?" sussurrò.
"Sì." confermò lei, dello stesso colore delle orecchie di lui. "Per te. E' il tuo regalo di San Valentino..."
"San Valentino?!" fece Ron, stupefatto.
"San Valentino, la festa degli innamorati. Non te ne sei dimenticato, vero?" disse lei, trattenendo una risata.
"No, no." ribattè precipitosamente lui. "Il regalo... questo... tu... è bello, cioè..."
Ron si sarebbe preso a schiaffi, se solo avesse potuto. Perché, quando c'era lei, doveva sempre fare la figura dell'idiota? Perché?
"Grazie." rispose lei, trattenendo ancora una volta un sorriso. "Ma non è tutto qui."
"Non tutto qui... Cosa c'è ancora?" si stupì lui.
Certamente non voleva che la frase suonasse offensiva, ma Hermione la interpretò come tale e assunse un tono brusco: "Un'altra cosa! Chiudi gli occhi, Ronald Weasley."
Ron le scoccò un'occhiata sospettosa, prima di obbedire.
Il tutto accadde in pochi istanti: un attimo prima Hermione era in piedi, di fronte alla poltrona di Ron ed un'attimo dopo si chinava in avanti e sfiorava le labbra del ragazzo con le sue.
Terminato il contatto tra i due, lui spalancò gli occhi, sbalordito, aprì la bocca per ribattere, ma la richiuse immediatamente: aveva capito che non era quello il momento per le sue considerazioni senza senso.
Dopo qualche istante di pausa Ron commentò: "Un bel regalo, Hermione Granger, non c'è che dire, ma adesso è arrivato il momento del mio. Che ne dici?"
"Sono perfettamente d'accordo." rispose Hermione, sorridendo.
Trascorsero perciò il resto della nottata a scambiarsi regali di San Valentino, dopotutto, avevano moltissimi arretrati da recuperare...
  
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