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Autore: Patman17    30/04/2023    1 recensioni
Quanto può esser forte l'amore per affrontare l'odio? Ikeda Kenta è un ragazzo delle superiori che odia profondamente l'autunno ma è proprio da qui che la sua bizzarra storia d'amore ha inizio.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Era pieno inverno e ancora non nevicava. Vagavo per le vie intorno a casa mia e ricordavo quanto aspettavo questa stagione da bambino per giocare con la nonna e il nonno. Fin da quando ho memoria, nevicava sempre nel periodo natalizio, quest'anno però era diverso... faceva solo freddo. Indossavo un grande cappotto dai colori accesi, rosso per la precisione. Era triste vedere tutto così spoglio e grigio. La neve mi metteva allegria, forse perché non avevo brutti ricordi al riguardo.
Dopo l'incontro con Junpei ed Iroha, le giornate sembravano uguali a quelle dell'anno precedente, non accadeva niente di niente. Junpei si divertiva a mostrare alla classe mie cose imbarazzanti delle medie, Iroha passava tutto il giorno al cellulare a parlare con qualche belloccio. Haruka era in città per provare a diventare una vera idol e io ero in ansia per lei. Pregavo ogni sera che il suo sogno si avverasse. Chiaki si era fatto un nuovo gruppo di amiche e non aveva mai tempo nemmeno per uscire con Iroha. Ed infine Fuyumi, lei era sempre accanto a me e passavamo davvero tanto tempo insieme. Il periodo natalizio rendeva tutti quanti eccitati, i ragazzi della classe speravano di invitare qualche ragazza fuori e le ragazze aspettavano che i ragazzi si facessero avanti. Trovavo dannatamente stupido tutto quel tira e molla ma, dopo aver perso l'opportunità di dire qualcosa, non riuscivo a esprimere nessuno dei miei commenti cinici.
Dopo una lunga camminata, trovai riposo su una panchina davanti a una strada. Era tutto silenzioso e apparentemente calmo. Avevo le mani indolenzite dal freddo, odiavo quella sensazione... faceva male muoverle. Forse era arrivato il momento di comprare un paio di guanti. Cercavo di riscaldarle alitando sopra e sfregandole. Sembravo un fuggitivo... sicuramente stavo scappando da qualcosa.
Mi trovavo spesso a pensare a come la mia vita stesse andando, era tutto così strano. “Questo è il periodo in cui ho vissuto a Tokyo con Natsume”, sussurrai. Ricordo poco di quei momenti, ma per qualche ragione pian piano stavo finalmente unendo i punti mancanti.
Ricordo il Natale di quell'anno, fu agrodolce. Natsume era disperata per ciò che era successo al nonno, ma ogni volta che ero accanto a lei era sempre sorridente, io invece ero davvero distrutto. Lo zio provava a farmi sorridere in ogni modo, ma io piangevo e non parlavo con nessuno a casa. L'unica persona che mi portava a parlare e sorridere era lei, quella bambina che continuamente mi perseguitava nei sogni. “Kenchan, per Natale voglio farti un regalo che ti farà tornare il sorriso!” urlava al centro del parco, attirando l'attenzione di tutti. Mi metteva a disagio, ma la sua presenza mi faceva sentire bene: ero contento di poter giocare con lei. Il suo sorriso contagioso era forse stato trasmesso da Natsume, ma per qualche ragione preferivo lei alla sorellona. “Kenchan, io e te passeremo tanti Natali insieme, e anche se saremo lontani farò in modo che i miei regali ti arrivino.” Non ci scambiammo più i regali dopo quell'anno: era un sogno irrealistico di due bambini che andavano molto d'accordo, ma quel regalo che mi aveva fatto lo tengo ancora con me, come un tesoro.
La notte di quel Natale ero al parco con tutti gli altri. Ci scambiammo i regali e festeggiammo fino a quando non ci addormentammo. Lei si avvicinò e mi diede un pacchetto regalo. “Aprilo, Kenchan, e dimmi se ti piace!” disse con il suo classico sorriso, che era davvero magico. All'interno del pacchetto c'era una collana con un pendente che si completava solo con l'altro pezzo, inutile dire che era una collana molto infantile, ma il modo in cui lei era così felice di avermela regalata... la paragonavo alla neve. La neve mi rilassa: il candido bianco che copre le strade è così pacifico, lei era come la neve.
Il mio cuore batteva forte al pensiero di avere qualcuno che mi voleva davvero bene: non ero solito fare certi pensieri, anzi, forse era la prima volta che mi soffermavo su quanto fossi fortunato. Molti lo danno per scontato, e forse anche io lo facevo un tempo, ma ora il pensiero di poter parlare al telefono con Junpei tutta la notte mi rendeva felice.
L'inverno era davvero una stagione felice: tutti intorno a me si preparavano per Natale e avrei dovuto farlo anche io. Avrei dovuto donare un po' di calore anche a Fuyumi, dopo tutto l'impegno che aveva messo. Non avrei lasciato sfumare neanche questa occasione.
Si era fatto tardi, così decisi di tornare poco prima che facesse buio. Una volta a casa, trovai una busta con un fiocco marroncino e arancione.

“Nonna, e questa?”

Era ancora sigillata, e credevo che si fosse sbagliata: nessuno mi aveva mai mandato una cosa del genere per posta. “Mi hanno detto che è da parte di una persona che conosci, e si voleva scusare per non aver mantenuto la promessa dei regali ogni Natale." Appena disse quelle parole, il mio cuore fece un sonoro “badabum”, e corsi immediatamente nella mia cameretta, presi il telefono e chiamai Junpei. Ero davvero indeciso se aprirla o meno. Probabilmente dentro si poteva trovare qualcosa che mi avrebbe ricordato di lei una volta per tutte, perché ero certo che quella busta era da parte sua.



Note dell'autore

mi scuso per questo capitolo un po' bruttino per i miei gusti, purtroppo a causa di avvenimenti mi sono ritrovato con il morale a terra e con 0 voglia di scrivere ciò ha portato a non avere alcuna idea per l'arco narrativo sull'inverno. prendiamola come un capitolo di mezzo per il plot principale (anche se un po' cortino).
e soprattutto mi scuso per l'attesa, sono un maleducato lo so ma questa storia ho promesso di finirla e la finirò possa una meteoria cadermi in testa adesso.

   
 
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