Pacchetto d'ispirazione: Pansy Parkinson, “Ho sempre avuto fame di affetto, io. E mi sarebbe bastato riceverne a piene mani anche solo una volta.” (Norvegian Wood, H.Murakami). Pacchetto ideato da Rosa66.
Questa storia ha vinto l'Oscar alla migliore emozione, in occasione della challenge All Together Quotes - Ros&Mary special edition
Briciole di non amore
La prima volta era stato un gioco maldestro, d’improvvisazione. Blaise l’aveva toccata senza neanche baciarla, con un’irruenza data dall’inesperienza e un disinteresse sconvolgente per un ragazzino di quindici anni. Per lui era stato un esperimento, quasi scientifico, per capire com’è che funzionano i corpi e come poterli usare per trarne piacere.
Per Pansy, invece, era stato il primo tentativo di sentirsi voluta, apprezzata, capita, validata. Fallito.
La seconda volta era stata più dolorosa, perché Theodore Nott diceva di amarla e sembrava crederci davvero. Ma in quel bagno angusto, durante una cena formale, mentre con forza la penetrava il più velocemente possibile, il sesso non aveva alcuna forma dell’amore. Per lui era stato uno sfogo dato dal bisogno di liberarsi d’un impulso fisico, scaricando la tensione all’interno del suo corpo formoso.
Per Pansy, invece, era stato il secondo tentativo di sentirsi voluta, apprezzata, capita, validata, amata. Fallito.
La terza volta era stata priva di ogni aspettativa, perché non puoi aspettarti niente da uno sconosciuto incontrato al Paiolo Magico. A malapena vedi i contorni del suo viso, a causa del buio, e ti sembra lontano il suono della sua voce, a causa del Whiskey Incendiario. La camera che avevano pagato era stato il luogo perfetto per quella piccola avventura, per lui fu un momento pieno di ansimi e privo di pensieri.
Per Pansy, invece, era stato il terzo tentativo di sentirsi voluta, apprezzata, desiderata. Fallito.
Laddove gli altri avevano avuto fame di piacere, lei aveva avuto fame d’amore. Quando aveva capito che l’amore forse era troppo, era inconsistente e temporaneo, s’era ritrovata vogliosa d’affetto. Di un bacio sulla guancia dopo l’amplesso, di una carezza sul viso e di un “Quanto sei bella” sussurrato all’orecchio. Una, due, tre. Le volte in cui ci aveva sperato e aveva creduto di poter ricevere l’avvolgente sensazione di essere qualcuno per qualcun altro. Uno, due, tre. I tentativi che si era data. La fame non le era passata, ma ormai s’era rassegnata a una vita a dieta.