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Autore: Eneri_Mess    06/05/2023    7 recensioni
“No.”
“Kacchan, per favore! Solo questa notte!”
“Solo questa notte varrà poi anche per altre fottute notti!”
“Kacchan, linguaggio!”
“Non provarci! Parlo come mi pare! E la risposta è no!”
Izuku si impuntò. Per la precisione, si piazzò a gambe divaricate davanti a lui e incrociò le braccia, la fronte corrugata di pieghe testarde.
“Il letto non è tutto tuo.”
“Sul serio, Deku? Credi che sia questo il problema!?”
Genere: Commedia, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Shigaraki Tomura
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
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Safe and Sound

 

Alla Socia,
“avrei in mente questa scena…”
“Scrivila.”

 

Ad Aredhel,
❤❤❤❤❤❤



 

I remember tears running down your face
When I said, "I'll never let you go."
When all those shadows almost killed your light
I remember you said, "Don't leave me here alone,"
But all that's dead and gone and passed tonight




 

“No.”

“Kacchan, per favore! Solo questa notte!” 

Solo questa notte varrà poi anche per altre fottute notti!” 

Kacchan, linguaggio!

“Non provarci! Parlo come mi pare! E la risposta è no!” 

Izuku si impuntò. Per la precisione, si piazzò a gambe divaricate davanti a lui e incrociò le braccia, la fronte corrugata di pieghe testarde. 

“Il letto non è tutto tuo.” 

“Sul serio, Deku? Credi che sia questo il problema!?” 

“E quale dovrebbe essere?” borbottò Izuku, allentando un po’ l’espressione senza trovare altro motivo. “Dormirà dal mio lato e-... oh. Non ce lo vuoi perché, insomma, i vostri trascors-” 

“Si fottano i-”

Linguaggio!”

“I cazzo di trascorsi! Dillo di nuovo e ti faccio uscire da questo bagno pelato!” ringhiò Katsuki, ma senza avallare la minaccia con alcuna scintilla come avrebbe fatto un tempo. No, rimase ben piantato sul posto come Deku, anche lui a braccia incrociate. “Ti conosco Nerd: se te lo lascio fare finirai con il viziarlo e non se ne parla!” 

“Oh… intendevi questo.” 

Izuku parve sgonfiarsi. La tensione nel suo corpo si sciolse di colpo e il suo volto abbandonò ogni traccia di ostinazione. Si prese il labbro inferiore tra due dita e iniziò a pensare. Katsuki ne approfittò per sbuffare e ammorbidire la posa anche lui, appoggiandosi al mobile del lavello dietro di sé. 

“Perché vuoi farlo dormire con noi?” 

Bakugou era stato categorico, ma senza neanche conoscere il motivo. Sapeva soltanto fosse una pessima idea, come metà di quelle che il Nerd partoriva giornalmente. Era però in grado di percepire quando qualcosa fosse importante per Izuku ed era una di quelle volte. Una di quelle in cui non c’erano trovate idiote o capricci - raramente c’erano capricci, ma le pensate del Nerd gli stavano sulle palle a prescindere

Non era decisamente una richiesta leggera, non da come gli occhi di Izuku si adombrarono. Le spalle di Katsuki risposero di riflesso con uno spiacevole irrigidimento. 

“Sputa il rospo.” 

“Ha paura.” 

Bakugou corrugò la fronte. 

“Paura di cosa?” 

Izuku si passò una mano sulla nuca e continuò a non guardarlo. 

“È complicato… pensavo fosse solo colpa degli incubi all’inizio. Non riesce a distinguere nulla e non ricorda nulla, quindi è tutto spaventoso.”

“Ma? Non è questo se dici che è complicato. Che altro c’è?” 

Deku tornò a fissarlo per poi riabbassare gli occhi, stavolta sul suo petto. Allungò le dita e Katsuki lo lasciò fare. Lasciò che gli sfiorasse il centro del torace, lì dove, sotto la maglietta, c’era la più brutta delle cicatrici che portava addosso. Quella della sua morte. 

“Non riesce a fidarsi.” Izuku prese un respiro più profondo. “Non riesce a stabilire dei legami. È convinto che verrà abbandonato…” 

“Te l’ha detto lui?” 

Bakugou non suonò più polemico, non mentre andava a intrecciare le dita allungate di Deku con le proprie. 

“Sì e no…” ammise l’altro con un nuovo sospiro. “È un insieme di cose… la psicologa mi ha fatto vedere alcuni disegni che ha fatto durante le sedute e gli altri sono sempre staccati o distanti da lui, tranne, ecco, io… ma ho notato che anche quando ci sono altre persone tende a isolarsi…” 

“Da quello che sappiamo non è che anche prima fosse Mr. Socialità.” 

“Se lo vedessi con Kirishima, Ashido e Uraraka capiresti di cosa parlo” tornò a insistere Izuku, scuotendo la testa. “È collaborativo, ma non si lascia coinvolgere.” 

“... hai preso in considerazione che non siano le persone adatte?” continuò cocciuto Katsuki, stringendo la presa quando Deku cercò di ritrarsi. Aggiustò il tiro. “Testa a punta e Guance tonde potranno anche avere un buon approccio, ma Occhi da procione non è capace di rispettare lo spazio altrui se si infervora per qualche motivo. Oltre a chiacchierare troppo e sparare a zero.” 

Se lo vedessi-” ma Izuku si interruppe da solo, scuotendo la testa. 

Il silenzio che calò fu fastidioso. Nessuno dei due diede l’idea di voler cedere, ma alla fine Katsuki grugnì, mentre col pollice massaggiava in piccoli cerchi il polso di Deku. 

“Sentiamo: perché pensi che sia una buona idea farlo dormire con noi solo questa notte?” Il tono esasperato fu inevitabile perché era evidente che una sola nottata non sarebbe bastata a fronte di quel motivo. Tutto stava nel capire se Izuku lo avesse detto ingenuamente o credendo davvero nel miracolo. 

Izuku si umettò le labbra e riabbassò lo sguardo così tanto che col mento si sfiorò il petto. Quell’atteggiamento virò del tutto dai sentimenti di prima. Bofonchiò qualcosa, ma nonostante la vicinanza Katsuki non distinse una singola sillaba. 

“Che diavolo stai blaterando?!” 

“... vorrei che si sentisse al sicuro come mi sento io… con te.” 

Bakugou gli piantò una mano tra i capelli e lo spinse con forza verso il basso, in modo da impedirgli di guardarlo per nascondere il rossore scoppiatogli in faccia. 

Che cazzo di motivo sarebbe!?

Lingu- Stai urlando, Kacchan!

“Tu smettila di dire idiozie!” ringhiò, lasciandolo andare e passandosi la stessa mano sul viso. “Che dovrebbe significare!?” 

Izuku tornò a fissarlo e Katsuki si trovò ad affrontare i suoi occhi verdi limpidi e sgranati che parevano dire soltanto quanto fosse scontato quello che aveva appena dichiarato. Tre anni e qualcosa di relazione più o meno stabile e ancora il Grande Dio dell’Uccisione Esplosiva faticava ad accettare certe uscite. A dirottare la propria attenzione altrove fu lui questa volta, con un sonore Tzé e le sopracciglia corrucciate. 

“È un’idea di merda. Come dovrei farlo sentire al sicuro mentre dormiamo?!” e si sentì legittimato a domandarlo perché era la pura e semplice verità. Per quanto il suo sesto senso non riposasse mai, e fosse scattato più di una volta al minimo rumore, non potevano di certo aspettare un’imboscata notturna per dimostrare al moccioso quanto Bakugou avesse meritato il titolo di Number One nell’ultima Hero Billboard Chart. 

“Be’...” Deku iniziò a gesticolare e non fu un segnale rassicurante. “La tua presenza emana sicurezza… tutto in te è-” lo indicò per intero, avvalorando i gesti con pietosi movimenti di sopracciglia e assentendo con convinzione. “Insomma, vittoria totale, no?” 

Katsuki lo guardò come avrebbe fissato un fan particolarmente appiccicoso. Una metafora che riassumeva l’essenza di Izuku da vent’anni. 

Cristo, come ho fatto a innamorarmi di un tale idiota… 

“Non commenterò questa risposta stupida. Come la mettiamo se sognasse… o ricordasse quello che mi ha fatto?” 

“Oh, quello.” 

A Katsuki non piacque per niente come quello fosse stato minimizzato dall’espressione meditabonda di Deku. 

“Credo non sia un gran problema… cioè, sono abbastanza certo che se ne sia già ricordato. Devo ricontrollare tra i suoi disegni, ma mi pare di averti visto.” 

Bakugou fu troppo scioccato per replicare prontamente e farlo uscire dal bagno a suon di esplosioni. 

“Quello che vorrei fare” riprese Deku, guardandosi i palmi. “È fargli capire che qui può ricominciare.” Fissò Katsuki negli occhi. “Che con noi può ricominciare. Può avere stabilità e… mettere radici? Come si dice…” 

L’altro Hero si rimise dritto, scostandosi dal mobiletto e ricambiando l’occhiata, sondandola come ad avere riprova di quello che aveva appena pensato. La risposta era stata lì fin dall’inizio. 

“Vuoi che ci consideri la sua famiglia.” 



 

~ ° ~



 

“Deku! Deku! Cazzo, cazzo! Nerd di merda dove sei finito!?”

“Dynamight! Stanno arrivano i soccorsi! Non devi agitarti! Il tuo cuore-”

“Non me ne frega niente! Cercate Deku! Era qui! Era qui, cazzo…”

“Bakugou… sembra che Midoriya sia sparito insieme a Shiga-”

“No! Non lo avrebbe fatto!”

“Ma non c’è nessuno qui… È tutto fini-”

“Continuate a cercare! Deku è qua da qualche parte! Lui non può essere…”



 

~ ° ~



 

Katsuki aveva accettato la proposta avanzata da Izuku dettando alcune condizioni. 

Dormirà con noi una sola volta a settimana.

Anche perché tra lui e Deku, con i turni da Hero, era già tanto se riuscivano a condividere il letto tre giorni su sette. Non aveva alcuna intenzione di rinunciare alla sua vita di coppia comoda - farlo da altre parti era per le sveltine necessarie che non richiedevano per forza un materasso. 

Dormirà dal tuo lato del letto. Tu starai nel mezzo. 

Onestamente, come Grande Dio dell’Uccisione Esplosiva non aveva faticato tanto ad accettare i propri sentimenti verso Izuku per poi svegliarsi la mattina e non vedere lui come prima cosa. Bava alla bocca e capelli disordinati inclusi. 

Qualsiasi suo bisogno notturno è affare tuo, sono stato chiaro!? 

 

Dopo un mese, di quelle regole non ne era sopravvissuta una. 



 

~ ° ~




 

“... è qui, è ancora qui, merda, lo so, lo sento!”

“Senti… cosa? Midoriya? Com’è possi-” 

“State zitti e continuate a cercarlo! Izuku! IZUKU!”

“Non ti devi agitare! Le tue ferite-” 

“IZUKU!”



 

~ ° ~




 

Awww… così ora dorme con voi?” 

Il verso che Katsuki emise come risposta alla madre sembrò un lamento uscito da una caverna. Il fatto che stesse masticando lo giustificò dal rendere le sillabe intelligibili. 

“Che cosa carina! Quando tu dormivi con noi eri proprio un angioletto! Che bei tempi, mica come ora che sembri un gorilla…” 

Bakugou quasi si strozzò per mandare giù il boccone e riavere proprietà di linguaggio. 

“Ma taci, Vecchia strega!” 

“Un gorilla scaricatore di porto! Eccheccazzo, sempre con questi insulti in bocca! La salvi così la gente!?”

“Sì! Hai qualche problema!?” 

“Calmi…” l’intervento pacato di Masaru passò praticamente inascoltato. 

“Non mi stupirò se anche quel bambino inizierà a parlare come te se si trova ad ascoltarti di continuo.”

“Ma senti chi parla! Da chi credi che abbia preso!?” 

“Oh, quanto fai il melodrammatico!”

Chi sarebbe il melodrammatico!? Ma ti ascolti!?” 

“Mi chiedo come il dolce Izuku abbia scelto te e non quel bel ragazzo Todoroki… Ecco, lui sembra un principe, non trovi Masaru?” 

Qualcosa nel cervello di Katsuki si inceppò. Le vene sulle sue tempie e collo presero a pulsare minacciose, mentre le bacchette nelle sue mani venivano impugnate come un’arma. Il padre se ne accorse e tentò di mitigarne la furia appoggiando una mano sul braccio del figlio. 

“Cara, per piacere… non mi sembra il caso… e poi Katsuki e Izuku hanno sempre avuto un… certo rapporto fin da piccoli.” 

Mitsuki sospirò, appoggiandosi una mano alla guancia e annuendo tra sé con l’espressione trasognante di chi rivanga vecchi ricordi. 

“Hai ragione, caro. Accidenti, sembra proprio ieri che erano due mocciosi e giravano per casa rincorrendosi… in fondo, lo sapevo che sarebbe finita così. Katsuki ha sempre avuto un debole per Izuku.”

Ohi! Era lui a venirmi dietro!” bofonchiò l’Hero punto sul vivo, ma assolutamente certo della sua affermazione. 

“Solo perché tu sei un disastro nell’accettare i sentimenti degli altri questo non ti salva mica, eh! Hai passato tutto il tempo delle medie a essere incazzato con Izuku, come lo chiami questo?” 

Bakugou la guardò neanche le fossero spuntate due teste di botto. Il disorientamento non lo salvò però dal diventare rosso e incapace di replicare. 

“Sai, anche tua madre aveva un modo di dimostrarmi affetto particolarmente aggressivo…” 

“Aw, caro, quanti ricordi…” 

Mitsuki e Masaru si scambiarono uno sguardo così melenso che Katsuki si sentì di nuovo un bambino di fronte alle smancerie sdolcinate dei genitori, contrazione dello stomaco inclusa ed espressione schifata a seguire. Il tutto non sfuggì alla genitrice, che sbuffò di nuovo. 

“Come se tu non avessi di questi momenti con Izuku, eh?” borbottò caustica, riprendendo a mangiare. “Pensavo di averti fatto più intelligente di così. Devi goderti certi momenti, soprattutto ora che avete quel bambino in casa! Anzi che vi siete risparmiati le notti insonni e i cambi di pannolino… ma a proposito, quindi come vanno le nottate nel lettone? E quando organizziamo qualcosa tutti insieme? Ormai io e Inko siamo nonne, vogliamo viziare il nostro nipotino!”



 

~ ° ~




 

“Bakugou, basta! Devi farti visitare da-”

“No!”

“Sei ancora ferito! Devi andare in ospedale!” 

“Se volete abbandonare Izuku, andatevene! Io resto quI!” 

“Non c’è nessuno da abbandonare! Sono passate ore…! Non è da nessuna parte! Lui è-”

“Finisci la frase e ti ammazzo, hai capito!? Pensate agli altri se dovete! Io cercherò Izuku!”



 

~ ° ~




 

“Midoriya era preoccupato.” 

“Pensi che non me ne fossi accorto, Bastardo a metà!? Fatti i cazzi tuoi!” 

“Ehi, ehi, Bakubro… Todoroki stava solo dicendo che ora le cose ci sembrano migliorate.” 

“Tu credi che sia così?” chiese Shouto, rivolgendosi a Kirishima e non al diretto interessato, che la prese come l’ennesima provocazione. 

“Ti gonfio di botte! Certo che le cose sono migliorate!”

Eijirou ebbe la lungimiranza di infilarsi tra i due per evitare rappresaglie in mezzo alla strada. Erano pur sempre di pattuglia. 

“Bakubro, sei un po’... suscettibile? È successo qualcosa?”

Katsuki si limitò a ringhiare e aumentare il passo, lasciandoli indietro. 

“Non è successo niente!” 

- Che è il modo carino per dire che sta andando in bianco!

La voce deliziata di Mina si infilò nelle loro orecchie attraverso gli auricolari. 

- Avanti, ragazzi, dobbiamo cercare di essere comprensivi. Tutta questa frustrazione è più che lecita: non penso fosse nei piani di Bakugou di ritrovarsi con un moccioso in casa tanto presto. Il tempo per divertirsi è finito, paparino!

Sero commentò a sua volta, ridacchiando insieme alla compagna in sottofondo. 

“Voi due siete morti. Al termine del turno vi scortico vivi.” 

- Waaah! Che paura! Red Riot proteggici! 

“Cosa c’entra il bianco…?” domandò Shouto a voce alta, portandosi le dita alle labbra e meditandoci intensamente senza smettere di scrutare Bakugou. Eijirou si passò invece una mano sulla faccia, mentre Katsuki prese a urlare nel microfono e gli altri due replicarono ridendo fino alle lacrime.  

- Allora è vera questa storia che lo state facendo dormire nel letto con voi

La nuova voce nell’auricolare fu di Shinsou e la situazione non accennò a migliorare.

“Si può sapere perché tutti sanno i nostri cazzi!?” si inalberò Bakugou, artigliando l’aria e buttando un’occhiataccia di accuse ai due con lui. 

Non si aspettò un coro di Deku in risposta, da parte di tutti. 

“Lo stavo dicendo prima… Midoriya era preoccupato. Ha vagliato diverse soluzioni mentre eravamo di turno.” 

Vagliato a modo suo…” aggiunse Kirishima, grattandosi la testa. “Mi sorprende che tu non l’abbia sentito mormorare tutte le possibili alternative in queste settimane… cavolo, credo che neanche agli esami finali si sia impegnato tanto, vero Todoroki?” 

Shouto annuì, ma a Bakugou poteva fregare meno di niente. 

- Quindi ora il pupo ha conquistato non solo Midoriya, ma anche il letto…  lo sai, amico, che il prossimo passo sarà chiederti di dormire sul divano?

- Sono certa che sia già successo almeno una volta!

- Midoriya non mi sembra il tipo da- 

- Su su, Shinsou! Non fare l’ingenuo! Sappiamo tutti che Midoriya non riesce a dire di no ai bambini!

“Ragazzi…” cercò di placarli Eijirou, gesticolando anche se non poteva essere visto. “Non è il caso di infierire, la situazione è già delicata di suo…” 

- Noi siamo preoccupati sul serio! Se Bakugou continua ad andare in bianco diventerà un problema di tutti!

- Già. Lo si capisce subito se hanno consumato; Bakugou ha un umore dieci volte migliore il giorno dopo. Non lo pensi anche tu Shinsou? 

- … Non tiratemi in mezzo.

“Il nerd è morto. Voi siete morti. Tutti quanti.”

Kirishima scosse la testa, rinunciando a fare da paciere, anche quando Shouto attirò la sua attenzione e lo fissò con la fronte corrugata. 

“Ma cosa c’entra il bianco?” 



 

~ ° ~




 

“Zitti…!”

“Cosa-”

“Silenzio, cazzo! … che diavolo è questo rumore?” 

“Un… un pianto di bambino?” 

“La zona non era stata sgomberata!?” 

“Sì… certo! Nessuno sarebbe potuto sopravvivere… non è possibile- Bakugou! Dove stai andando!?” 

“Deve essere Izuku! Deve essere lì! Avvertite i cazzo di soccorsi di seguirmi!” 

“Dynamight, aspetta!” 



 

~ ° ~




 

Izuku ansimò e riprese fiato nell’incavo del collo di Katsuki tra un gemito e l’altro. Era rimasto avvinghiato alla sua schiena e, ogni tanto, perdendo la concentrazione, con le unghie finiva col graffiare il compagno. Nulla che Bakugou non potesse sopportare - e apprezzare

“Giuro che al prossimo giorno libero non ti faccio uscire dal letto” mormorò Dynamight al suo orecchio, accompagnando la promessa - o minaccia? - stringendo le dita con cui stava massaggiando insieme i loro membri. 

Era un raro momento di pace. La notte era alta e avevano finito il turno insieme. Prima di tornare di pattuglia avevano una pausa di circa un paio d’ore, di cui la metà la stavano consumando sotto la doccia a rilassarsi. 

A recuperare, precisò tra sé Katsuki. Perché quei ficcanaso dei loro compagni avevano ragione. La situazione a casa aveva preso la piega temuta, ma era conscio di aver contribuito lui stesso a creare. La conseguenza ovvia era che le loro parentesi intime si erano drasticamente ridotte. 

Non ce l’aveva con Izuku. O forse sì. Era la sua condanna. In un modo o nell’altro era sempre colpa sua di qualcosa, e quella situazione non era di certo un’eccezione. Tuttavia, si trattava di un pensiero che poteva rimandare. 

Bakugou fletté il braccio con cui si stava reggendo e costrinse Izuku ad arretrare fino a trovarsi schiacciato tra il proprio corpo e la parete della doccia. L’acqua bollente continuò a scrosciare principalmente su Katsuki, cuocendogli la schiena, ma il calore che sentiva proveniva da tutt’altra parte. 

La prima volta che si erano trovati in una posizione simile - letteralmente il preludio alla loro prima volta - Bakugou aveva scoperto in maniera quasi banale come Deku possedesse una consistenza. Alla stregua di un’epifania, era stato colto dalla consapevolezza che il corpo del Nerd fosse un insieme di muscoli in grado di gareggiare con i suoi - la propria altezza gli dava ancora un margine non indifferente di vantaggio - o che, se stimolati nei punti giusti, potessero tendersi, vibrare, sciogliersi, irrigidirsi. Katsuki si era sentito di nuovo un adolescente alla scoperta del corpo umano - e non essendo il proprio era stato anche più divertente. 

Fin da subito Izuku aveva risposto alla sua vicinanza con un calore fuori scala e fuori logica; questo aveva portato a più di un momento di imbarazzo perché nessuno dei due era parso in grado di gestire l’altro. La volontà di stare insieme c’era, ma il come era sempre un disastro di tentennamenti e mosse scoordinate - che più di una volta erano sfociati in litigi stupidi. 

Il nuovo gemito che Deku si lasciò scappare dalle labbra contro la sua spalla riportò Bakugou con la testa nella doccia. Aveva rallentato il ritmo di proposito, dilatando quegli attimi mentre le erezioni di entrambi soffrivano tra le sue dita quel climax che stavano sfiorando ormai da minuti interi.

Ka-cchan” mugugnò Izuku, vagamente lamentoso, in bilico sul margine ultimo della ragione.

Katsuki piegò la testa e raggiunse la sua guancia con un bacio, sostando lì mentre maneggiava entrambi e cercava la bocca del compagno per catturarne il nuovo spasmo di piacere. 

La voglia di continuare all’infinito quella piacevole tortura era allettante, ma lo era anche quella di buttarsi su uno dei letti dell’Agenzia e languire fino all’inizio del turno successivo. Così il ritmo delle sue dita riprese vigore e spinse entrambi verso il traguardo del piacere.

Bakugou tolse il fiato a Deku in più di una maniera - fisicamente, schiacciandolo di più contro le piastrelle alle sue spalle, e mentalmente, con un orgasmo rincorso fino a quell’ultimo attimo. Lui soffocò i propri gemiti in un ringhio gutturale, affondando nei capelli bagnati dell’altro, mentre si sostenevano a vicenda in quell’attimo in cui i muscoli si rilassavano dando solo l’illusione di essere disposti a reggerli. 

“K-Kacchan…” più che un tentennamento, fu un sospiro residuo del blackout dato dalla soddisfazione. “A me va bene.” 

Mh…” grugnì Katsuki, costringendosi a scostarsi sia per guardarlo sia per tornare sotto il getto dell’acqua e darsi una ripulita. “Ti va bene cosa, Nerd?” 

Izuku gli appoggiò la fronte contro la spalla, per niente in sé. La doccia li avvolgeva entrambi in rivoli caldi, ma quando le dita di Deku gli sfiorarono il centro del petto Katsuki non avvertì altro. Era diventato un gesto di riflesso, forse condizionato; Izuku sentiva il bisogno di accertarsi ogni volta che il suo cuore fosse ancora lì. 

“Ohi?” 

“Il tuo programma per il nostro prossimo giorno libero” si spiegò, alzando lo sguardo a incontrare il suo per pochi istanti. Un tempo ci sarebbe stato dell’imbarazzo, ma il rossore che ancora sostava sul viso di Deku, mentre chiudeva gli occhi per farsi investire dall’acqua calda, apparteneva soltanto al piacere datogli dal compagno. 

Katsuki ghignò. 

“Ti manco?” 

“... Sì.” 

Bakugou non aveva ancora imparato che le risposte più disarmanti di Deku fossero sempre quelle che contenevano la verità pura e semplice. Ma non ebbe tempo di lamentarsene. 

“Sono felice. Anche in questa nuova situazione a casa… ma mi manca il tempo passato da solo con te.” 

Di bene in meglio. Katsuki si impegnò nel recuperare il bagnoschiuma e borbottare qualcosa di poco comprensibile. 

“... servirà di mollare il moccioso a qualcuno che possa tenerlo anche la notte, ma che sia in grado di gestirlo” disse alla fine, più serio. Era anche quella una questione spinosa, non da risolvere sul momento, ma da tenere a mente. 

“Forse potrebbero occuparsene Todoroki e Shinsou… sono i più, ecco, tranquilli.” 

Tzé… sì, potrebbero andare” dovette ammettere Bakugou con un grugnito. Il Bastardo a metà continuava a finire in mezzo alle sue questioni ed era oltremodo irritante. 

“... però bisognerà capire se è un’idea praticabile… loro prima dovrebbero essere d’accordo… e dovremo chiedere anche al signor Mera credo… sarebbe però il suo primo pigiama party… oh… forse dovrei preparare dei film o dei fumetti con cui potrebbero passare la serata… e sicuro dovremo offrire loro la cena per il distur-” 

Katsuki gli strinse le guance in una mano. 

“Mi stai già facendo passare la voglia.” 



 

~ ° ~




 

“... Izuku! IZUKU! Dove accidenti ti sei- Izuku! O-Ohi-” 

“... Ka… cchan…?” 

“Merda- Quanto sangue hai perso!? Stanno arrivando i soccorsi! Hai qualcosa di rotto!?”

“... Kacchan, io… ce l’ho fa… fatta…” 

“Sì… sì, ce l’hai fatta Nerd, hai vinto, ma ora vedi di non perdere conoscenza…”

“No, Kacchan, io… l’ho salvato…” 

“L’hai salvato… ? Chi… questo è il moccioso che ho sentito piangere prima…? Merda, ma è proprio un neonato!? Dove sono i suoi genitori!?” Izuku, dove lo hai-” 

“No… Kacchan… lui è…” 



 

~ ° ~




 

“Ohi, moccioso, ti sei lavato i denti?” 

Seduto per terra davanti all'ingresso, Shimura Tenko scostò l’attenzione dalla porta di casa per alzare il viso tondo verso Bakugou. Lo fissò qualche secondo prima di allargare le labbra e mostrare i denti che, sì, avevano l’aspetto di essere stati spazzolati. 

Katsuki recuperò il cellulare dalle tasche dei pantaloni della tuta. Un messaggio di Izuku sostava sul display. 

“Deku è in ritardo, non tornerà prima di un’altra ora.” 

Le spalle di Tenko si abbassarono, ma il ragazzino non proferì parola. Alzò invece una mano e si grattò uno zigomo. 

“Ohi.” 

Come fulminato, il marmocchio scostò rapidamente le dita. L’Hero sospirò. 

“È inutile che rimani qui a fissare la porta, non lo farà arrivare prima.”

Sempre trincerato nel proprio mutismo, Tenko raccolse le ginocchia al petto e le circondò con le braccia, dando a intendere che non si sarebbe mosso. Katsuki respirò a fondo. La testardaggine che condividevano Izuku e Tenko era incredibile. 

Ah-!” almeno un verso il bambino lo emise quando Bakugou lo sollevò come avrebbe fatto con un gatto. 

“Se vuoi aspettarlo, lo farai di là con me. Se il Nerd ti trova sul pavimento poi ci dovrò discutere io.” 



 

“Sono in ritardo…!” 

“Non ce ne eravamo accorti” brontolò Bakugou sarcastico, abbassando la rivista che stava sfogliando e fissando Deku con un cipiglio tra l’irritato e il rassegnato. Non aveva fatto in tempo a dirlo che il materasso tremò per l’impazienza di Tenko. 

Il ragazzino di quattro anni scese dal lettone e raggiunse Izuku sulla soglia, allungando le braccia verso di lui. Il modo in cui il più grande si abbassò a stringerlo fece abbandonare del tutto a Katsuki la rivista in favore della scena. Ogni volta finiva col chiedersi quante volte il Destino avesse giocato a dadi per raggiungere quel risultato.

“Mi avete davvero aspettato svegli” mugugnò contento Deku, lanciando un’occhiata adorante al compagno mentre si liberava dello zaino e della felpa. Tenko si mosse seguendolo come un anatroccolo. 

“Seh, seh, datti una mossa. Che diavolo è successo?” bofonchiò Bakugou reprimendo male uno sbadiglio, senza staccargli gli occhi di dosso mentre Izuku recuperava dall’armadio il cambio per la notte e poi andava in bagno, lasciando la porta aperta per chiacchierare della giornata. Tutto con al seguito sempre il moccioso. 

Se il mondo avesse potuto vedere com’era diventato il Villain che aveva fatto tremare - e anche polverizzato - buona parte della società, nessuno ci avrebbe creduto. Un bambino taciturno il più delle volte, intelligente e perspicace da mettere i brividi e completamente interessato solo all’Hero che lo aveva salvato. 

Non riesce a fidarsi. Non riesce a stabilire dei legami. È convinto che verrà abbandonato…

Katsuki fece schioccare la lingua. Senza aggiungere altri preamboli, si alzò e tirò su Tenko, strappandogli un altro verso di sorpresa mentre lo riportava verso il letto con sé. 

“Lasciagli spazio” lo ammonì, ma senza alcuna nota di vero rimprovero. Izuku si chiuse la porta del bagno alle spalle con un Arrivo subito! che però non convinse il marmocchio a desistere dal fissare l’uscio. Bakugou gli passò la mano tra i capelli morbidi e folti. Quel nero profondo sapeva essere ipnotico. “Credi che scapperà dalla finestra lasciandoti qui?” 

Tenko si irrigidì, dando a intendere di non aver preso in considerazione quell’ipotesi. Katsuki sbuffò una risata, ributtandosi con la schiena contro i cuscini accatastati che aveva usato fino a prima per rilassarsi. Trascinò anche il bambino, portandolo a sedersi sul proprio stomaco. Per bilanciarsi, Tenko allungò le manine guantate proprio su quella cicatrice al centro del petto.

Il Destino ha un’ironia del cazzo… 

“Se quell’impiastro di Nerd dovesse scappare, andrò a dargli la caccia e lo riporterò indietro.” 

Bakugou addolcì la propria espressione, sfiorando l’orlo di una malinconia insensata con un sorrisetto meno divertito e più comprensivo. 

“L’ho già fatto una volta e sono riuscito a trovarlo. Ma ora ha diversi motivi per restare.” Alzò una mano davanti al viso di Tenko, che incrociò gli occhi per mettere a fuoco il dito che gli tamburellò sulla fronte. “Tu sei uno di quei motivi.” 

Lo sguardo scuro del bambino si abbassò, per poi tornare a guardare la porta del bagno, ma con un nuovo sentimento. Katsuki assottigliò la propria occhiata nel notare come le manine andarono a stringere la stoffa della maglietta del pigiama con un lieve tremore. 

“Non mi piace… quando Deku torna tardi.” 

“Perché?” 

“...” 

“Ohi, marmocchio, focus su di me” si intestardì Bakugou, riportandolo fisicamente a guardarlo con una mano sotto il mento. “Rispondi.” 

“Deku è…” 

Tenko non completò. Non era prossimo alle lacrime, ma la sua espressione aveva quel sentore di paura che solitamente caricava Katsuki a pallettoni nel voler abbattere la minaccia imminente. Salvo che quando la minaccia era tutta nella propria testa si riduceva a ringhi e mani che prudevano. 

“Importante?” tentò con un sospiro. 

“... mio amico.”

Poche cose avevano il potere di lasciare senza parole il Grande Dio dell’Uccisione Esplosiva. Il fatto che la maggior parte coinvolgessero troppo spesso Deku avrebbe dovuto portarlo a farsi due, quattro, mille domande. Tuttavia, arrivato a quel punto della propria vita, dopo vent’anni di conoscenza che non si sapeva di preciso quando fosse iniziata, sarebbe stato stupido. 

A corto di risposte, Bakugou tornò a picchiettare la fronte del marmocchio con un dito. 

“Testa a punta non può essere anche lui tuo amico?” grugnì esasperato. “Troppo spesso il suo quoziente intellettivo rasenta quello di un ragazzino. O anche Occhi a fagiolo perde le facoltà mentali quando si tratta di mocciosi.” 

Tenko si tirò indietro dall’assalto di quel dito, ma non rispose. 

Izuku riemerse in quel momento dal bagno con un sorriso che avrebbe di certo illuminato la stanza se attaccato a una presa. 

“Eccomi! Di cosa state parlando?” si interessò, portandosi vicino al letto e inclinando la testa, incuriosito. 

Il piccoletto serrò le labbra colto in flagrante, mentre Katsuki fece cenno con un dito a Deku di abbassarsi. 

Mh? Mmmh!” fu tutto quello che riuscì a esprimere Izuku nel venire afferrato dalla maglietta e trascinato in un bacio più che possessivo.

“... Kacchan!” .

“Conosci le regole” Mai scritte, ma sempre valide. Ghignò. “Bentornato.” 

“S-Sono a casa” farfugliò imbarazzato l’altro quando si staccò per fare il giro e salire sul letto. Con una mano raggiunse in automatico la testa di Tenko, sorridendo anche a lui. Il bambino non perse tempo a infilarsi nel suo abbraccio come in una tana sicura. 

“Posso partecipare alla conversazione?” chiese Deku, rivolgendosi all’ex Villain che stava strusciando la guancia contro la sua spalla come un qualche cucciolo bisognoso di rassicurazioni e coccole. Ma non rispose alla domanda, finendo col nascondere il viso. 

“Perché no?” se ne uscì Katsuki con un nuovo sorrisetto per niente solidale. “Stavamo parlando delle amicizie del moccioso.”

“Oh!” L’interesse di Izuku fu istantaneo, mentre cercava di risistemarsi, appoggiandosi con la testa alla spalla del compagno e alla montagna di cuscini dal suo lato. “Hai conosciuto qualcuno di nuovo?” 

Dopo un iniziale momento di stasi, con il volto ancora nascosto, Tenko scosse la testa. Deku tornò a passare le dita tra le sue ciocche. 

“Quando avevo la tua età il mio unico amico era Kacchan e mi detestava” ridacchiò piano, senza smettere anche quando sentì il corpo del compagno muoversi per ridimensionare l’irrigidimento antipatico dato da quelle parole. “Non era facile per me fare amicizia con gli altri perché tutti pensavano fossi solo un buono a nulla.”

“Nerd, vedi di piantarla…”

“Ci è voluto tanto tempo, ma alla fine sono riuscito a trovare delle persone che mi volessero bene per quello che ero” continuò Izuku, spingendosi a sua volta a strusciare la guancia contro Katsuki e stavolta rivolgendo a lui il proprio sguardo quando riprese a parlare. 

“Non ho capito com’è successo, però ho fatto breccia anche nella persona per me più importante… continuando a essere solo un Deku…” 

Bakugou gli prese la guancia con la mano e ringhiò nel baciarlo, mordendogli anche un labbro, ma tutto quello che suscitò fu solo una risata contenta. Come il momento iniziò, così finì, con Izuku che tornò a fissare il disordine di ciocche scure che sembrava essersi radicato contro la sua maglietta. Non fu facile, ma alla fine Izuku convinse Tenko ad alzare il visino. 

“Cos’è quell’espressione, moccioso?” sbuffò Katsuki. 

“Io…” Il bambino guardò altrove, mentre le dita raggiungevano lo zigomo per grattarlo, ma Deku fu più rapido a far scivolare la sua mano e dare sollievo a quel prurito con lente carezze del pollice. Tenko si spinse nel calore del suo palmo. “Io non sono un Hero.” 

Per un attimo, Katsuki e Izuku non fiatarono. Fissarono prima il bambino, poi si guardarono tra loro. 

“Certo che non lo sei” sbottò Bakugou. “Sei alto un tappo. Dove pensi di andare?” 

“Kacchan…” 

Kacchan cosa!? Dovrebbe fare cose da mocciosi alla sua età.” 

Deku lo fissò come se lo avessero improvvisamente scambiato con qualcun altro. 

Che vuoi, Nerd!? Vuoi litigare!?” 

“No… ma anche noi a quattro anni dicevamo di… be’, voler essere Hero, no?” 

Katsuki sbuffò, incassando la testa nelle spalle e fissando male il soffitto. 

“È diverso.” 

Izuku non seppe se ridere o meno. 

“Deku…” pigolò Tenko, riattirando l’attenzione. “Io… non sono un Hero” ripeté, mordendosi un labbro, come se avesse voluto aggiungere altro, ma senza osare farlo.

“Vuoi diventarlo?” tentò speranzoso Izuku, vagliando la possibilità come se già avesse mille idee e scenari nella testa. 

“... non lo so.” 

Bakugou respirò forte tra i denti. Era un chiaro Che cosa diavolo dovrebbe significare!? ma si trattenne dal dirlo a parole. 

“Qualsiasi cosa tu voglia fare va bene. Non c’è bisogno di deciderlo ora.” 

Tenko scosse la testa e Izuku aggrottò la fronte, confuso. Poi un pensiero gli attraversò gli occhi, seguito da un sonoro Oh. Con gentilezza, tirò un po’ più su il bambino in modo da vederlo meglio. 

“Cosa intendi quando dici che non sei un Hero? Riesci a dirlo con altre parole?” 

Katsuki si fece attento nel notare il cambio di espressione sul viso del moccioso. C’era del chiaro disagio mentre si torturava le mani come se stesse rigirando quel sentimento informe tra le dita. 

“Non… non sono come gli Hero… non faccio quello che fa un Hero…” 

Mmmh…” rifletté Deku, portandosi le dita alle labbra. “Che ne pensi di Red Riot?” 

Bakugou corrugò la fronte, ma non si intromise. 

“... è forte. È gentile. Mi porta le caramelle…” 

Tzé, ecco chi lo sta viziando…” brontolò Dynamight, salvo ritrovarsi i capelli del compagno in bocca dopo una leggera testata. 

“Non pensi che Red Riot sia tuo amico?” 

Tenko strinse le mani forte per un attimo, per poi lasciare andare la presa. Non guardò il più grande. 

“... io non sono un Hero.” 

“Ancora con questa sto- Deku ti ammazzo!” sibilò Katsuki di rimando all’ennesima testata. 

“Io sono un Hero e sono anche tuo amico, giusto?” Izuku proseguì, ignorandolo.

Tenko annuì piano. 

“Kacchan è un Hero… può essere tuo amico?” 

“Ohi, non tirarmi in-” 

“Ti piace quando dormiamo tutti insieme?” 

Il ragazzino scrutò Dynamight, torturandosi un labbro.

“Mi piace…” 

“Kacchan è fantastico, vero? Quando fa i pancake la mattina e poi la sera il katsudon! Ti piace?” 

“Nerd la smetti-” 

Tenko annuì. Izuku continuò con più entusiasmo sulla scia di quell’assenso. 

“Quando poi inizia a pulire casa è incredibile, eh? Riesce a sistemarla tutta e in un solo pomeriggio! Poi quando fate il bagno è attento che non ti vada il sapone negli occhi! E ti piace quando ti porta al parco? È bello vero?”

Nerd, ti ammazzo!” 

Il letto tremò e Deku cacciò un mezzo urlo, prima di venir soffocato da un cuscino. Tentò di parlare ancora, ma non si capì nulla. Ci volle tutto il tempo necessario affinché il rossore sparisse dal volto di Bakugou per far riemergere Izuku. 

Tenko li aveva osservati in silenzio e trincerato nei pensieri tutto il tempo, la fronte aggrottata, soprattutto quando Izuku iniziò a ridere e Katsuki infierì ancora, ma con un ghigno che era più un sorriso. Divenne una vera e propria guerra a cuscinate. 

Tregua… tregua… mi manca l’aria, Kacchan…!” 

Per diversi minuti, la situazione tranquilla si era del tutto ribaltata. Nella lotta generale, Deku era finito sdraiato al centro del letto e Bakugou a cavalcioni su di lui; il biondo teneva in una mano un cuscino pronto per essere brandito, mentre sotto l’altro braccio aveva agguantato il marmocchio per evitare che finisse coinvolto. 

“Non puoi battermi, Nerd. Quante volte devo dimostrartelo?” 

Il bambino lo fissò disorientato dall’espressione quasi maniacale e lo sguardo brillante, che però cozzava con il tono totalmente privo di arroganza, ma ricco di qualcosa di caldo e incomprensibile. Izuku non replicò, intento a riprendere fiato. Allungò entrambe le mani, ma Katsuki sbuffò, roteando gli occhi. 

“Le smancerie un altro giorno” e gli riconsegnò Tenko, tornandosene al suo posto di prima, ma lasciando comunque un bacio sulla fronte di Deku. 

“Kacchan è buffo…” 

“Moccioso! Non ti ci mettere anche tu ora!”

“Che ne pensi allora? Kacchan può essere tuo amico?”

“... penso di sì…”

“A casa Kacchan non è un eroe, quindi va bene?” 

Due paia d’occhi molto diversi lo fissarono stupiti. Deku addolcì la sua espressione, abbracciando stretto il bambino e cercando l’attenzione del compagno. Si umettò le labbra. 

“Scusami Tenko se non l’ho capito prima.” 

Katsuki fu ancora più confuso, ma Izuku scosse appena la testa, chiedendogli di non interromperlo. Sciolse il piccolo dalle proprie braccia e lo fece sedere su di sé, andando a stringergli le mani con le proprie. La sproporzione sottolineò soltanto la dolcezza del gesto. Anche se quelle dita in passato avevano causato tanta sofferenza - ma Shigaraki Tomura non era Shimura Tenko - Deku le chiuse tra le sue tenendo a mente quanto fossero fragili. 

“A te gli eroi piacciono. Ti piace Red Riot e penso anche Uravity, Ingenium e Pinky, vero?” 

Il ragazzino annuì. 

“Ma è difficile pensare di essere amico di un eroe quando sono tutti così incredibili… dico bene?” 

Tenko incassò la testa nelle spalle, mentre Bakugou iniziò a capire. E si diede dell’idiota. 

“Ma allora sei solo scemo” borbottò, passandosi una mano sulla faccia. “Guarda che non sono sempre eroi.” 

“Kacchan ha ragione, ma… non è facile. Sono tutti straordinari e tu ti senti fuori posto…” 

Il bambino abbassò lo sguardo e fu una risposta più che sufficiente. I suoi occhi si fecero lucidi. 

“Io non sono un Hero… non so se voglio diventare un Hero… ma non voglio rimanere solo.” 

Soltanto il primo singhiozzò rimbombò nella camera da letto. I successivi furono tutti soffocati dalla stretta in cui Izuku trascinò Tenko. 

Il bambino pianse a lungo; pianse disperato e, anche quando sembrò sul punto di smettere, ricominciò. 

Deku lo lasciò fare. Le parole per incoraggiarlo, per fargli capire che era lì e che non lo avrebbe lasciato le ripeté con affetto e pazienza, ancora e ancora, ma non insistette a farlo smettere. Bakugou commentò a modo suo, ma si adeguò a quella linea di azione e non interferì nel lasciarlo sfogare fino a che non rimasero né lacrime né energie. Quella notte Tenko crollò semplicemente per lo sfinimento. 

 

Passarono lunghi minuti di silenzio, prima che Katsuki decidesse di allungarsi verso il comodino e spegnere la luce. La stanza piombò finalmente nell’oscurità della notte, ma anche così, e nonostante la maglietta fradicia e piena di moccio e bava, Izuku non sciolse l’abbraccio, continuando a passare la mano sulla schiena del piccolo in lievi carezze. 

“Sono stato un idiota a non capirlo prima…” ripeté piano Deku, ma con una lampante durezza verso se stesso. 

“Non basterebbero tutti i manuali del mondo a capire cosa passa per la testa di un bambino…” sbuffò Katsuki, le braccia incrociate dietro la testa e un cipiglio così profondo da aver raddoppiato le rughe sulla sua fronte. 

“Pensavo che… non lo so, credo mi sia rimasta in mente Eri. Con lei non fu così difficile…” 

“Quella ragazzina era consapevole di essere stata salvata. Tu e Occhi a fagiolo, e poi Aizawa, siete diventati i suoi appigli nei momenti di sconforto. Il moccioso qui neanche lo ricorda quello che hai passato per lui. Lo sa in un certo senso, o non ti starebbe così appiccicato. Ma per il resto siamo solo un branco di adulti che gli girano intorno e cercano di viziarlo senza motivo.” 

“Mi dispiace…”

“Ma vedi di finirla…” Katsuki si girò e si mise su un fianco. Fissò con la scarsissima luce proveniente dalla finestra il profilo di quello che il Destino aveva pensato sarebbe stato divertente mettergli sulla strada come amico di infanzia. “Ora sappiamo cosa lo fa sentire fuori posto. E avrai già capito da te che non sarà una passeggiata risolvere questo problema.” 

“Sì… dovrò parlarne con il signor Mera… Forse potremmo trovare un asilo? Lì potrebbe fare amicizia con bambini della sua età e non sentirsi inadeguato…”

Bakugou fece una smorfia, ma non parlò subito. Non parlò per niente. Tuttavia, i suoi pensieri furono così rumorosi da raggiungere il compagno. 

“Kacchan… io ho visto cosa gli ha fatto All For One… come lo ha fatto sentire… come lo ha trasformato in Shigaraki Tomura…” 

Una rabbia vecchia di quattro anni incise alcune delle sillabe con durezza, ma con un respiro profondo - un respiro a ricordargli che quel tempo era passato - si calmò. 

“Voglio dargli la vita che non ha potuto avere.”

“Lo so, Nerd… ma non puoi cancellare certi ricordi dalla mente delle persone.” 

Izuku trattenne il fiato, mentre Katsuki allungava la mano ad accarezzare la folta chioma scura di Tenko tra di loro. 

“Tra dieci, quindici anni non sarà poi diverso dal Villain che abbiamo combattuto.” 

Kacchan-

“Fammi finire.” 

Deku si morse il labbro. 

“La gente non dimentica e può essere dannatamente stronza nel non voler accettare i cambiamenti. Lo devi tenere a mente. Devi essere pronto più di chiunque altro alle critiche che faranno le comparse, alla paura che prenderà a tutti la prima volta che una sua foto finirà online e sui giornali. Non devi farti cogliere impreparato.” 

Katsuki trovò il suo sguardo anche al buio e lo tenne legato a sé. Quando parlò, la sua inflessione fu quella di un ragazzo cresciuto, di un giovane adulto che aveva attraversato la realtà e si era fatto attraversare a propria volta. 

Sapeva cosa voleva. Più di quattro anni prima, in quel giorno sotto la pioggia, non aveva semplicemente chiesto scusa a Izuku per tutto quello che gli aveva fatto. Aveva iniziato un nuovo capitolo della loro vita. E un altro era iniziato da meno di due anni, con l’arrivo di Tenko a casa loro.   

“Quando succederà” riprese, spostando le dita sulla fronte del compagno. “Quando tutti punteranno il dito contro il moccioso - e lo chiameranno mostro - dovrà essere il Simbolo della Pace a metterli in riga. Non Izuku. Non il Nerd che gli vuole bene. Alle comparse non devi dimostrare l’affetto che provi per lui. Alle comparse devi far vedere che tipo di moccioso hai cresciuto tu, facendo sparire una volta per tutte l’ombra di All For One. E tieni a mente che quando sarà, solo in minima parte sarà tua responsabilità…” 

I suoi occhi si abbassarono sul ragazzino completamente vinto dal sonno.

“La sfida più grande sarà la sua. Quando sarà, sul palcoscenico dovrà reggersi con le sue gambe… e con quello che gli avremo insegnato noi.” 

Un singulto ruppe la solennità di quel discorso. 

“Ka-cchan…”  

“Cristo, non metterti a frignare anche tu ora…” 

Kacchan…!” 

“Se lo svegli ti picchio!” 

“H-Hai detto delle cose b-bellissime… mi hai fatto emozionare…” 

“Cazzi tuoi!”

L-Linguaggio…” 

“Ma che vuoi, sta dormendo! E sappi che ti odio ogni volta che lo ripeti! Smettila di piangere!”

“K-Kacchan…!”  

Dormi!



 

~ ° ~




 

“Sta’ zitto.”

“Ma… non ho detto niente!” 

“I tuoi pensieri sono rumorosi. Sta’ zitto!”

“Kacchan, ascolta…” 

“Cristo! Lo so già, ok?” 

“... e sei d’accordo?” 

“Credi che lo sia?” 

“... no.” 

“...”

“...” 

“... ti odio.” 

“Scusami.” 

“Ti ha quasi ammazzato. Mi ha ammazzato. Te lo sei dimenticato!?” 

“Lo so… ma-” 

“Ma non è stato lui. È questa la tua difesa?”

“Non pensi che sia complicato?” 

“Mphf… so solo che non c’è mai nulla di semplice con te Cristo, non ci credo che stiamo per farlo davvero.” 

“... stiamo? Kacchan…! Allora per te… per te va bene?” 

“Adottare il moccioso che nella vita precedente ha quasi distrutto tutti e tutto quello che conosciamo? Certo che no! … ma se non riesci a fare a meno di questa cazzata… Dio, quanto ti odio. Tu e le tue idee di merda.” 

“Grazie, Kacchan. Davvero… grazie.”

“Non fare l’appiccicoso ora. Lo faccio solo perché non sopravvivrebbe due giorni da solo con te. Non sai cucinare.” 

“Farò il bucato.” 

“E non sai neanche rifare il letto decentemente.” 

“Questo non è vero!” 

“Da oggi butterai sempre tu la spazzatura. E io farò la doccia per primo.” 

“Ok…” 

“Se provi a riempirlo di giocattoli ti butto le action figures di All Might!” 

“Non oseresti…!”

“Oh, non ti conviene avermi come nemico, Nerd! Comando io ora!” 



 

Just close your eyes
The sun is going down
You'll be alright
No one can hurt you now
Come morning light
You and I'll be safe and sound

[Safe and Sound - Sam Tsui ft. Kurt Hugo Schneider]





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Uno dei miei headcanon preferiti è immaginare Deku tornare dallo scontro finale contro Shigaraki con un Tenko neonato, stile Sailor Moon che riporta Hotaru baby ~
Diciamo che in My Hero Academia è più probabile che Tenko abbia 5 anni se venisse salvato? Ma qui ho seguito questa mia fantasia. Così a 16 anni Deku salva Tenko e poco dopo i 18 decide di adottarlo (insieme a Katsuki). 

Fatemi sapere cosa ne pensate *love* 
Mi trovate su IG o Twitter come @enerimess ~
   
 
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