Film > Altro
Segui la storia  |       
Autore: Padme92    06/05/2023    0 recensioni
[L\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\]
[L'uomo che sussurrava ai cavalli]
«“Al diavolo…!” imprecò gettando il cappello per terra, mentre gli occhi gli si velavano di lacrime.
Poi, buttandosi carponi come un uomo in preghiera, Tom urlò. Non a causa della mano sanguinante che pulsava di dolore, ma a causa di una ferita molto più profonda, provocata dall’amore sconfinato e bruciante che sentiva per Annie.»
Questa fanfiction mescola il finale del film e quello del libro de "L'uomo che sussurrava ai cavalli" per esplorare cosa succede ad Annie Graves e Tom Booker dopo la loro separazione.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
2.





Sud Dakota. Adesso torno indietro. Iowa. Mi fermo, giro la macchina e torno indietro. Illinois, Indiana. Arrivo a New York, lascio Pilgrim a Chatham e torno indietro. Ohio. Controllo Grace e parlo con Robert, poi torno indietro. Pennsylvania. Sì, parlo con Robert e gli dico che…
New York. Sono arrivata e non posso più tornare indietro.
Annie fece sistemare Pilgrim nella sua vecchia scuderia, minacciando di fare causa qualora fosse venuta a sapere che il cavallo veniva maltrattato in qualunque modo.
“Voglio che sia trattato coi guanti, mi sono spiegata?” intimò alla proprietaria, lanciando occhiate affilate ai suoi due figli che già curiosavano increduli nel box.
Ormai mancavano solo un paio d’ore di viaggio, poi sarebbe arrivata finalmente a casa. La scatola di biscotti al cioccolato giaceva vuota sul sedile del passeggero. Allison aveva insistito perché se la portasse via, così Annie aveva sgranocchiato biscotti di continuo mentre guidava. Rovistò alla ricerca di qualche briciola rimasta sul fondo, ma rimase delusa. Non aveva mangiato molto in quei giorni, forse per questo si sentiva così debole. Non le sembrava di avere più nemmeno la forza per piangere. O forse aveva semplicemente finito le lacrime. Uno strano senso di vuoto l’aveva assalita nelle ultime ore, si sentiva la testa ovattata, come una nebbia mentale che le procurava un distacco emotivo insperato. A volte le sembrava quasi di vedersi in terza persona mentre guidava. Doveva essere qualche meccanismo di difesa inconscio che entrava in azione per impedirle di andare direttamente a schiantarsi con la macchina contro qualche albero, e farla finita.
Quando entrò a New York la prima cosa che notò fu il rumore stordente del traffico, la seconda fu invece la mancanza di spazio. Edifici e grattacieli si ergevano in ogni direzione, nascondendo il cielo, l’orizzonte, la natura. Annie si scoprì d’un tratto estranea a quel luogo, come se appartenesse a una vita precedente. Quasi indovinando il suo stato d’animo, dal cielo iniziarono a cadere gocce d’acqua.
Trovò parcheggio sotto casa e con lentezza ingiustificata scaricò il veicolo e trasportò i bagagli su per le scale. Quando varcò la porta, un profumo famigliare le riempì di narici. Era l’odore di casa sua, quello a cui ci si abitua talmente tanto da non sentirlo più quando ci si vive. Si guardò attorno stralunata, come se si stupisse di trovare tutto come l’aveva lasciato. Un rumore di passi e una voce acuta le rivelarono la presenza di Grace, che appena la vide la strinse in un abbraccio, cosa che l’aiutò a ricollegarsi almeno in parte alla realtà.
“Ciao tesoro, hai già mangiato?” domandò seguendo il copione di vecchie consuetudini.
“No, aspettavo te e papà. Ha detto che non avrebbe tardato oggi,” spiegò Grace con un sorriso.
“Io… Io non pensò che cenerò, Grace.”
La stanchezza di quattro giorni di viaggio sembrò arrivarle addosso tutta insieme, si sentiva persino instabile sulle gambe. Si appoggiò al tavolo e Grace la guardò un po’ preoccupata.
“Ma’, stai bene?”
“Sì, tesoro. Sono solo stanca, vado a farmi un bagno se non ti dispiace.”
Dopo aver abbandonato le valigie in stanza, Annie riempì la vasca da bagno e si spogliò. Quando si fu immersa nell’acqua bollente lasciò ricadere indietro la testa ed emise un lungo sospiro. Fuori era scoppiato il temporale, di quelli brevi e violenti tipici del periodo estivo. Fu in quel momento che finalmente realizzò: era a casa. Era disoccupata. E, soprattutto, era perdutamente innamorata.
 
Durante le settimane che seguirono la partenza di Annie, Tom era diventato, se possibile, ancora più silenzioso. Per natura non parlava mai più del necessario, ma questa volta il suo mutismo sembrava assumere un carattere quasi sacro.
“Hai per caso fatto voto di silenzio?” gli domandò ironico Frank, l’unico che credeva di sapere perfettamente cosa stesse attraversando il fratello. Tom sbuffò.
“Se anche fosse, la cosa ti disturberebbe?”
“A me no,” rispose Frank con piglio allegro “purché non ti risolvi a comunicare a grugniti, come i maiali, sei libero di tacere per sempre.”
Suo malgrado, Tom abbozzò un sorriso. Essendo cresciuti insieme e andando particolarmente d’accordo, i due fratelli erano spesso in grado di comprendersi senza il bisogno di parole. Tom era grato per questa loro connessione profonda: rendeva ogni cosa più semplice. Le parole troppo spesso sono una fonte di malintesi.
“Ad essere del tutto onesto con te, Frank” cominciò Tom mentre strigliava il suo palomino “In questo periodo penso che non mi sarebbe dispiaciuto nascere animale. Nessuno si sarebbe mai lamentato del mio silenzio. Avrei potuto essere, che so, un cavallo o una pecora.”
“O una vacca,” suggerì Frank, ricordando le parole che Tom stesso aveva rivolto a Annie la prima sera in cui avevano cenato tutti insieme, ma subito si pentì di aver fatto quel riferimento, perché sul volto del fratello sembrò calare un’ombra.
Tom non rispose infatti, catapultato nel ricordo dei primi momenti in cui aveva osservato Annie, il modo in cui gli angoli della sua bocca si incurvavano quando sorrideva, lo sguardo insieme indignato e divertito che gli riservava quando lui la prendeva in giro. Non riusciva a credere che non l’avrebbe più rivista, che i loro sguardi non si sarebbero incrociati mai più.  I primi giorni aveva quasi sperato di vederla tornare. Non era riuscito a impedirsi di lanciare di tanto in tanto un’occhiata alla strada, nell’illusione di vedere il suo Lariat fare capolino da dietro la curva. Sapeva di essere patetico, ma era più forte di lui. C’era però una cosa che aveva preso a fare e per cui si sentiva appena colpevole: più o meno una volta ogni due o tre settimane componeva uno dei mille numeri di telefono di Annie e ascoltava la sua voce registrata come segreteria telefonica. Era un’abitudine stupida, ma forse lo elettrizzava il fatto di sapere che lei avrebbe potuto alzare la cornetta da un momento all’altro. Non era mai successo però, anche se un paio di volte doveva aver aspettato troppo a lungo prima di riagganciare, e così il rumore del suo respiro era rimasto registrato in un messaggio altrimenti vuoto.
 
Annie aveva ripreso a lavorare come giornalista, la sua passione di sempre, che tra le altre cose le regalava più tempo da passare con Grace. Di tanto in tanto riceveva delle chiamate anonime cui evitava di proposito di rispondere. Talvolta si illudeva che potessero essere di Tom, e quando le era capitato di ascoltare un paio di brevissimi messaggi vuoti lasciati da questo misterioso mittente, le aveva sì sfiorato la mente che potesse trattarsi sul serio di lui, ma alla fine aveva deciso di evitare di alimentare fantasie dolorose e cercare di ignorare la cosa.
Grace intanto aveva ripreso la scuola e le cose per lei andavano bene. I weekend li passavano nella casa di campagna dove Annie ora si trovava maggiormente a suo agio. In segreto stava meditando di trasferirsi lì a tempo pieno fin dal suo arrivo. Un modo per alleviare, almeno in parte, il disagio che provava in presenza del marito. Lei e Robert dormivano ancora nello stesso letto, ma non facevano più l’amore. Come per una sorta di tacito accordo, cercavano di evitare accuratamente ogni contatto fisico. Per loro le cose non erano migliorate da prima degli eventi nel Montana, anzi erano peggiorate inesorabilmente, sebbene entrambi si sforzassero di mantenere una tregua. Lo facevano soprattutto per Grace: portavano avanti quella recita nel tentativo di proteggerla, e nella segreta, impossibile speranza che senza nulla dire le cose tra loro si aggiustassero e un giorno scoprissero di amarsi di nuovo come il primo giorno. Forse se si fossero impegnati abbastanza, la finzione alla fine si sarebbe trasformata in realtà. Robert era quello che abbracciava con più convinzione questa farsa, mentre Annie in certi momenti non vedeva proprio come fosse possibile aggiustare le cose, impedire alla loro famiglia di cadere a pezzi. Le tornavano allora in mente, eloquenti, le parole di Tom durante la loro prima cavalcata insieme “Forse dovresti lasciarle cadere”. Quel giorno gli aveva risposto di non potere, ed era esattamente questa la ragione per cui era tornata a casa: le era intollerabile l’idea di non provarci nemmeno. O forse no, questa non era altro che un’altra patetica scusa per cercare di sentirsi meno in colpa quando, inevitabilmente, la fine del matrimonio con Robert fosse giunta, presto o tardi che fosse. Entrambi sapevano che le cose non funzionavano, Robert addirittura aveva detto di saperlo dall’inizio che lui l’amava di più e forse per questo si ostinava a dimostrarle che il suo amore poteva bastare per entrambi. Aveva desiderato con tutto sé stesso di costruire una vita insieme con lei, se non perfetta, perlomeno felice. Ma Annie felice non lo era, e mentre si passava la spugna sulla pelle, come nel tentativo di togliersi di dosso la colpa di cui si era irrimediabilmente macchiata, una volta di più le tornò in mente la verità delle affermazioni di Tom: “Saperlo è facile, è dirlo ad alta voce che è difficile.”
Aveva maledettamente ragione.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Altro / Vai alla pagina dell'autore: Padme92