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Autore: AMYpond88    11/05/2023    1 recensioni
Raccolta di missing moments Satosugu (o Sugusato?), senza ordine cronologico.
Un po' di fluff, tanto angst
Genere: Angst, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Geto Suguru, Gojo Satoru
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Ciao Colpevole...
Ti ricordi? Ti ho salutato così, l'ultima volta che ci siamo visti, a Shinjuku.
Avevi appena disertato dall'Istituto, dopo aver sterminato un villaggio intero e lasciato i tuoi genitori in un lago di sangue.
E pensare che secondo Yaga, quello fuori controllo era Satoru.
Avremmo potuto vederlo arrivare? Avremmo potuto evitarlo?
Probabilmente sì, ma ora è un po' tardi per incolparci, non credi?
Quel giorno avevi i capelli sciolti sulle spalle, qualche ciuffo raccolto in maniera disordinata, una maglia troppo larga perfino per te.
Eri così diverso dal ragazzo che avevo conosciuto in quei primi anni all'Istituto, sempre impeccabile nella sua uniforme, tutto ordinato, con i capelli sempre ben raccolti.
Beh, almeno quando non ti vedevo sgattaiolare fuori dalla stanza di Satoru.
Quel giorno a Shinjuku, eri comunque tu. Non l'assassino folle descritto dai superiori.
Non l'utilizzatore di maledizioni di cui ci aveva parlato Yaga in quei giorni, cercando di trattenere il tremore nella voce e di colpo dieci anni più vecchio.
Eri... tu. Eri davvero tu, Suguru, più simile al mio amico dell'ombra che aveva preso il suo posto in quell'ultimo anno, dopo la missione di Riko Amanai.
Mi hai visto e mi hai sorriso.
Ho pensato che offrirti una sigaretta, passarti il pacchetto, bastasse in qualche modo a portare il mondo indietro. A rendere le cose normali, per quanto potessero esserlo al fianco tuo e di Satoru.
Non è servito, tutto è comunque cambiato.
Ti farà piacere sapere, che per anni sei rimasto con noi, in ogni caso. Sotto forma di un fantasma che nessuno si sognava di nominare.
La nostra maledizione personale, che nemmeno la barriera di Tengen poteva fermare.
Ti sapevamo capo di una setta.
Conoscevamo che fine facevano le maledizioni, apparentemente così gentili da levare il disturbo.
Però c'era un tacito accordo, religiosamente mantenuto tra me, Yaga, Nanami e Satoru: fingere.
Fingere che tu non esistessi.
Poi sei tornato, teatrale come non ti ricordavo, ad interpretare la parte dell'eroe tragico che lotta e muore per un ideale.
Un ruolo che ti sei dato da solo, regista e attore in uno spettacolo che non avremmo voluto vedere.
Quando hanno ordinato la tua esecuzione, ho lasciato la stanza.
Anche questa volta ho pensato bastasse, fingere, continuare a pretendere che non fosse un mio problema.
Non è servito a nulla e l'ho capito nel peggiore dei modi, guardando Gojo posare il tuo corpo devastato sul tavolo del mio obitorio.
Non ho chiesto. Non mi è servito. Dopo tutti questi anni riconosco al volo le tracce della tecnica di Satoru.
Gojo... lo sai che proprio a lui, al tuo Satoru, hai fatto lo scherzo più bello?
Hai mai desiderato che una persona pianga? Che urli?
Che torni ad essere qualcosa di diverso da un dannato e intoccabile dio della morte, con tra le braccia il suo, il tuo, migliore amico?
Perché a quello lo hai ridotto, Idiota, e ti ho odiato per questo.
Avrei voluto distruggere il tuo corpo, ma lui non me l'ha lasciato fare.
Ho cercato di convincerlo, anche se quel "no" l'ho visto arrivare, chiaro e irrevocabile, nel momento stesso in cui ho visto la cura che ti dedicava, la delicatezza, nelle sue mani e nel suo sguardo.
Sembrava quasi non volerti svegliare.
Ha uno strano modo di essere gentile, un tempismo tutto suo, lo sai meglio di me.
Beh, ma qui non si parla di lui. Per una volta.
Per una volta vorrei parlare io... e ci sono ancora tante cose che vorrei scriverti. Che vorrei dirti.
Vorrei poter credere che tu riesca a sentire le mie parole, che tu abbia ancora occhi per leggere queste due righe che lascio sulla tua tomba.
Ma sono uno scienziato, prima ancora che uno stregone e per me è difficile non essere scettica.
Quindi sono arrivata qui senza nemmeno finire questa pagina, sperando di trovare con te il modo di continuare.
Effettivamente, guardando il mazzo di fiori blu ai piedi della lapide, qualcosa da dirti l'ho trovato...

Vai a farti fottere Suguru.
Non te l'ho mai detto, se non per scherzo.
Ora però sono arrabbiata con te. Così tanto.
Dovevi fare in modo che fosse lui ad ucciderti?
Non potevi farti ammazzare da chiunque altro?
Non potevi rimanere vivo? Con lui?
Con noi?

Hai lasciato anche me, Suguru...

Shoko

Ps: buon compleanno.



Salve! Non sono sparita! Chi legge Tattoos and Coffe sentirà un senso di dejavu.
Questa lettera è infatti l'originale, scritta per il compleanno del personaggio.
Mancando la convinzione ai tempi per pubblicarla, è finita a fare da modello per quella nella long.
Mi spiaceva però lasciarla li, persa nei miei appunti, quindi ho deciso di pubblicarla.
Un abbraccio,
Amy
   
 
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