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Autore: Justice Gundam    11/05/2023    2 recensioni
Quello che per un variegato gruppo di avventurieri comincia come un viaggio in incognito e una missione di recupero di poche pretese, si rivela essere invece soltanto una parte di un vasto intrigo che li porterà a confrontarsi con il lato oscuro del loro paese, e con antichi misteri che si credevano ormai dimenticati. Ispirato alle sessioni di Pathfinder che gioco assieme ai miei amici.
Genere: Avventura, Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Pathfinder: L'Ascesa della Follia

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 30 - Sangue nel bosco fatato 

 

 

Di fronte alla fanciulla fatata, che dava in effetti l'impressione di essere una figura di grande autorità tra i folletti di quella parte di foresta, Nisa fece un elegante inchino, seguita da tutti i suoi amici e colleghi. "E' per me un grande onore conoscerla, Lady Eudora. Il mio nome è Nisa, druida esordiente delle terre di Carnia." affermò con un sorriso tranquillo. "Immagino che lei sappia già che facciamo parte degli Abolitori. Il nostro scopo, in effetti, era quello di raggiungere la città di Miragliano, dove ci dovremo occupare di questioni che richiedono la nostra attenzione. Ma abbiamo dovuto fermarci nelle vostre terre in quanto stavamo cercando i nostri compagni, qui presenti." indicò con lo sguardo Esmerelda, Francesco ed Agnese - dei quali, la ragazza dai capelli rossi mostrava un po' più di sicurezza, mentre i due fratelli mezzelfi cercavano di tenersi in disparte, forse non sapendo come rapportarsi con una creatura fatata.

 

"Quella donna..." sussurrò Dario ed Esmerelda, sentendosi ancora emozionato ed imbarazzato per aver ritrovato la sua amica. "Quella donna, Lady Eudora... è una ninfa dei boschi, giusto? Certo mi dà l'impressione di essere qualcosa di più che una semplice mortale."

La chierica di Ehlonna sorrise e annuì lentamente. "Certo... Lady Eudora è una driade, per l'esattezza. Una creatura fatata la cui essenza vitale è legata ad un albero. Di solito una quercia, ma può essere qualsiasi albero, in effetti." spiegò.

 

Eudora annuì lentamente. "Comprendo. Sono rimasta in contatto con voi Abolitori, e so che in questo momento state cercando di giungere a capo di un complotto che minaccia non soltanto le vostre città, ma anche il mondo naturale." replicò. "In effetti, un agente dei Malformatori, una delle organizzazioni vostre nemiche, opera in questo momento in questo luogo sacro agli spiriti della natura, interferendo nell'equilibrio della nostra terra e consegnando molti dei nostri piccoli fratelli a uomini malvagi che li sfruttano per scopi terribili."

"C'entrano per caso quegli ogre che abbiamo incontrato?" chiese Pandora.

 

La driade si voltò verso la giovane fattucchiera e la osservò intensamente per un paio di secondi, come se le sembrasse di aver visto qualcosa di particolare in lei e volesse assicurarsi che non fosse stata una semplice impressione. "Quegli ogre sono i servitori dell'essere malvagio che ci minaccia, la Bella Dama Senza Cuore." rispose infine. "Diversi mesi fa, quella creatura spregevole ha preso dimora in questa foresta, e sta cercando di corrompere i miei piccoli fratelli e gli animali, consegnandone molti ai vostri grandi nemici, i Malformatori. Diverse volte sono stata attaccata da quell'essere diabolico, ma per fortuna, fino a qusto momento sono riuscita a sopravvivere e a respingerla. Ma la Bella Dama Senza Cuore si fa sempre più pericolosa, e temo che abbia ricevuto anche degli aiuti dai vostri avversari. Non vi nascondo che temo per la mia salvezza e quella dei miei sudditi. Se la Bella Dama Senza Cuore dovesse riuscire a sopraffarmi, nessuno in questa foresta sarebbe più al sicuro."

"Due dei nostri compagni sono scomparsi di recente..." esordì Francesco. "E riteniamo chesiano stati catturati da questa Bella Dama Senza Cuore. Lei.. pensa che sia possibile, Lady Eudora?"

 

"Certo che è possibile!" rispose inaspettatamente uno spiritello alato che svolazzava incuriosito attorno ai due mezzelfi. "La Bella Dama Senza Cuore brama l'amore degli uomini, senza darne alcuno in cambio."

"Quella creatura ha il potere di far innamorare di sè gli uomini e le donne mortali che posano il loro sguardo su di essa." spiegò un centauro dai capelli castani armato di una lunga lancia. "Ma è un amore malato, perverso... autodistruttivo. Le sue vittime diventano dei burattini nelle sue mani, che vivono solamente per soddisfare la sua volontà."

 

"Questa Bella Dama Senza Cuore... sembra davvero un bel problema." affermò Matilde. "E non si sa dove si trova?"

Eudora scosse la testa. "Purtroppo no. Altrimenti avrei già provveduto a scovarla ed annientarla." rispose. "Il problema è che, essendo una driade, non posso allontanarmi più di tanto dall'albero a cui la mia vita è legata."

 

Con un movimento aggraziato, quasi etereo, la driade si voltò e balzò agilmente verso un grande albero di acero che sembrava dominare l'intera radura con il suo tronco ampio e possente, le sue foglie rosse come il fuoco e la sua chioma impressionante. Con un gesto della sua mano delicata, Eudora toccò il tronco dell'albero con fare protettivo. "Se dovessi allontanarmi oltre i trecento metri dal mio albero, i miei poteri verrebbero meno, e come se non bastasse, il mio corpo inizierebbe a perdere man mano le sue funzioni, e morirei se non tornassi in tempo all'interno della zona. Sarei troppo vulnerabile fuori da qui... per questo ho dovuto per la maggior parte del tempo servirmi dell'aiuto dei miei fedeli sudditi e di coloro che sono passati per la foresta di Bramoldia e non sono caduti vittime delle malie della Dama."

"Finora, mi sembra che sia andata bene... ma se la Dama dovesse ricevere aiuto da parte dei Malformatori, ho la sgradevole sensazione che sarebbe solo questione di tempo prima che lei sopraffacesse Lady Eudora e i suoi fedeli, e si impadronisse completamente del bosco." rispose Gunter con evidente preoccupazione. "Quindi non si tratta soltanto di salvare chi è nelle sue grinfie, qui si tratta di preservare questa zona di foresta... e anche di impedire ai Malformatori di avere accesso ad un luogo dove potranno procurarsi innumerevoli vittime per i loro esperimenti da maniaci."

 

"Vedo che avete centrato il punto alla perfezione, mastro nano." rispose Eudora. "Perciò non mi ripeterò. Comunque, il nostro nemico principale è la Bella Dama Senza Cuore. Se i vostri compagni sono dispersi, è altamente probabile che siano finiti nelle sue mani. Purtroppo non sono in grado di allontanarmi più di tanto da questa radura, ma... questo non significa che non possa darvi una mano ad elaborare un piano."

"Del resto, immagino che Lady Eudora conosca questa Dama Senza Cuore meglio di noi." rispose Dario. "Va bene... vediamo cosa si può fare, e andiamo a cercare i compagni di Esme, e a togliere di mezzo una volta per tutte questa Dama."

 

Lady Eudora fece un cenno con la mano, e sia gli Abolitori che i suoi sudditi fatati si riunirono attorno a lei e ad un grosso ceppo d'albero che pareva essere stato messo lì proprio per fare da scrivania. "D'accordo. Vi ringrazio per la collaborazione." rispose. "Non siamo sicuri al cento per cento di dove si trovi la Bella Dama Senza Cuore, visto che cambia locazione in maniera apparentemente casuale. Tuttavia, siamo stati in grado di isolare tre luoghi dove la sua influenza è più forte rispetto ad altri. Una cascata, a circa due ore di cammino da qui. Un rifugio abbandonato, ad una distanza simile ma nella direzione opposta..." Eudora accompagnò le sue spiegazioni indicando ora da una parte, ora dall'altra, verso due sentieri occultati dalla folta vegetazione che si addentravano nella landa fatata. "E infine, una radura a circa tre ore da qui, dove vivono numerose piante provenienti dal Feywild. Sono tutti e tre luoghi particolarmente suggestivi, che la Bella Dama Senza Cuore sfrutta per favorire il sorgere di sentimenti romantici nell'animo delle persone che lei sceglie come vittime. Lei sfrutta questi sentimenti per nutrirsi dell'energia vitale delle persone, e per farne schiavi."

 

"E come possiamo fare? Non credo che dividere il gruppo sia una buona idea, Lady Eudora. Finiremmo per essere più vulnerabili alle insidie di questa foresta." affermò Pandora, mentre cercava di pensare ad un modo per cercare rapidamente in tutti e tre i punti in cui poteva trovarsi la loro nemica. "E se questa Dama sa già che siamo qui... probabilmente si aspetta che noi ci dividiamo per cercare meglio."

"In effetti... Iaco avrebbe piccola idea." propose il piccolo coboldo stregone, alzando una piccola mano artigliata per chiedere la parola. Quando Eudora fece un piccolo sorriso e un cenno di assenso, Iaco si schiarì la voce e disse la sua. "Forse sarebbe buona idea mandare gruppo di esploratori veloci che conoscono bene foreste, con qualcuno di noi come aiuto in caso di necessità. Altri di nostro gruppo restano qui per sicurezza... e se esploratori trovano qualcosa di interessante, loro inviare messaggio e avvertono resto di gruppo. Così noi riunire e... zac! Tutti assieme, e sistemiamo Dama Senza Cuore!"

 

"Un'idea niente male..." rispose Agnese, gettando un'occhiata stupita a Iaco. Nella concitazione dei primi momenti, non aveva badato al fatto che un membro del gruppo che li aveva aiutati fosse un coboldo. "Ma come facciamo a trasmettere un messaggio? Abbiamo qualche mezzo per comunicare a distanze così ampie?"

 

Iaco ghignò astutamente e strizzò un occhio. "Non sottovalutare stregone con sangue di drago!" affermò. "Iaco conosce incantesimo Vento Sussurrante e può parlare a lunga distanza! Non essere problema finchè siamo in foresta."

"Un incantesimo davvero utile." commentò Francesco. "Allora tutto quello che ci resta da fare è decidere chi va in esplorazione, e chi resta qui, giusto?"

Maria disse di sì con la testa. "Certamente... e vi dico subito che vado anch'io con Iaco." affermò, decisa a non lasciare indietro il suo primo compagno di viaggio. "Chi viene con noi a dare un'occhiata in giro?"

 

 

oooooooooo

 

 

Alla fine, era stata decisa la suddivisione del gruppo, e alcuni dei sudditi di Eudora, un piccolo manipolo di centauri e leprilopi, aveva accompagnato Iaco, Maria, Dario, Agnese ed Esmerelda fino al primo dei luoghi in cui si sospettava che si trovasse il nascondiglio della Bella Dama Senza Cuore. In quel momento, il gruppo si era incamminato lungo il sentiero sterrato che si inoltrava nel bosco fino alla cascata... e il ragazzo biondo si trovava a non riuscire a concentrarsi e a stare attento quanto avrebbe voluto. In quel momento c'era una cosa che occupava i suoi pensieri ad esclusione di quasi ogni altra - la sua amica d'infanzia, che adesso viaggiava con lui, in un silenzio imbarazzato. Rivedersi era stata un'occasione gioiosa, ma adesso che erano assieme, il giovane non sapeva esattamente come iniziare un discorso... e a giudicare dalla sua espressione, Esmerelda aveva lo stesso problema. E non aiutava il fatto che con loro viaggiava anche quella mezzelfa compagna di Esmerelda. Non che Agnese cercasse di ostacolarlo, ma Dario sentiva che Agnese prestava costantemente attenzione anche a loro, e si sentiva non poco imbarazzato nel parlare con Esmerelda in quella situazione.

 

Esmerelda sospirò e si massaggiò la fronte con aria imbarazzata. Era già la terza volta che stava cercando di pensare ad un argomento per cominciare un discorso con Dario, ed era anche convinta di avere l'idea giusta... ma ogni volta che provava, si sentiva come osservata da tutti coloro che li accompagnavano, e non riusciva a farsi uscire le parole.

"Maledizione... pensare che dovrei concentrarmi su questa spedizione. Ci sono due dei miei compagni in pericolo, e che in questo momento potrebbero essere stati resi schiavi da una fata maligna... e non posso distrarmi a pensare a queste frivolezze. Però... certo che non mi sarei mai aspettata di rivedere così Dario... non credevo che sarebbe diventato un Abolitore anche lui..." pensò tra sè. Con un gesto della mano, la ragazza armeggiò nervosamente con una ciocca dei suoi lunghi capelli ricci e guardò verso il terreno, stando attenta a tutte le radici e i sassi che costellavano il percorso. Fino a quel momento, il gruppo non aveva incontrato particolari problemi - anche se in un paio di occasioni erano stati attaccati da alcune delle strane creature del bosco fatato. Nulla che non fossero in grado di affrontare, ma quegli incontri non facevano altro che ricordare loro che si trovavano pur sempre in un territorio ostile, dove il pericolo incombeva da ogni direzione.

 

"Esme, tutto bene?" chiese improvvisamente Agnese, cogliendo di sorpresa la chierica dai capelli ramati, che fece un piccolo sobbalzo. "Esme, cerca di non distrarti. Non abbiamo idea di quando potrebbero saltare fuori altri di quei mostri. Non dobbiamo abbassare la guardia solo perchè abbiamo qualche collega a combattere al nostro fianco."

"Lo so, Agnese... tranquilla, io sono pronta a combattere, se è necessario." rispose la giovane donna, mostrando la spada rinfoderata al suo fianco. "E' solo che... beh... hai visto anche tu, Dario non è esattamente uno sconosciuto per me."

Agnese fece una breve risata - una cosa che Esmerelda non era abituata a sentire dalla seriosa mezzelfa. "Heh... sì, in effetti ho notato che sembri conoscerlo bene. Allora... non startene in disparte, parla un po' con lui! Ho l'impressione che anche lui non sappia esattamente come rompere il ghiaccio e stia cercando un modo o una scusa per attaccare un discorso."

"Mi piacerebbe molto, ma... ecco..." mormorò Esmerelda, non volendo dire ad Agnese che era anche lei a rendere difficile per loro fare un primo passo. "Non... non finirò per distrarmi proprio quando è importante che io tenga alto il livello di attenzione? Tra non molto dovremmo essere vicini ad uno dei possibili nascondigli della Dama..."

 

Uno dei centauri che accompagnavano il gruppo, un esemplare dall'aspetto possente con la metà da cavallo ricoperta di lucida pelliccia nera, e il corpo e la testa di un uomo snello ed atletico, i muscoli pettorali messi in risalto dalle cinture e dai tatuaggi fatati che lo decoravano, alzò una mano robusta per fare cenno alle due ragazze di abbassare la voce. "Shhh! Da questo momento, dobbiamo restare in silenzio, finchè non sarà cessato il pericolo." affermò. "Ci stiamo avvicinando al nostro obiettivo."

Uno dei leprilopi emise uno squittio acuto, come a voler avverire il resto del gruppo, e scattò verso la fine del sentiero, saltellando con la stessa grazia ed agilità di una lepre. Osservandolo, Esmerelda si chiese come fosse possibile che una creatura del genere non si impigliasse il palco tra le fronde degli arbusti - la strana creatura si muoveva con un'agilità quasi soprannaturale, e la vegetazione dava l'impressione di scivolare sulle sue corna ramificate. La ragazza aveva l'impressione che i rami si ritraessero automaticamente quando il leprilope passava lì vicino.

 

Dario fece un cenno e tenne pronta la mano su uno dei tanti pugnali che teneva assicurato alla cintura, mentre Maria afferrava saldamente la sua ascia... e il gruppo, con estrema circospezione, si avvicinò alla fine del sentiero, cominciando a sentire lo scroscio della cascata. Il leprilope esploratore si voltò verso il gruppo e fece cenno di aspettare, poi sporse la testa appena un po' dal suo nascondiglio e gettò uno sguardo alla radura. Non vedendo alcun pericolo, la lepre-alce si voltò nuovamente in direzione del gruppo e diede loro il segnale di via libera.

 

"Okay, Esme... resta accanto a me, e se arriva qualche ospite sgradito, lascia che lo sistemi." sussurrò Dario alla sua amica. Esmerelda sorrise e fece un cenno della testa, ma volle rendere chiaro che non era una damigella in pericolo.

"Grazie, Dario, ma so difendermi." sussurrò. "Questa spada non è solo per bellezza. Tranquillo, se ci sono dei problemi, saprò dare una mano."

Il ragazzo biondo restò un po' interdetto, temendo di aver detto qualcosa di fuori luogo... ma decise che il discorso avrebbe potuto attendere in seguito e seguì il resto degli esploratori mentre uscivano nella radura.

 

Era un luogo davvero suggestivo, in effetti - una piccola oasi di natura incontaminata, senza alcuna traccia di attività umana. Una grande cascata scendeva da una rupe a picco, alta almeno sei metri, in un laghetto dalle acque incredibilmente limpide, a parte le increspature. L'erba era alta e di colore verde acceso, formando una distesa costellata di piante selvatiche, rovi, fiori di vario tipo, spighe selvatiche e altri esempi di natura selvaggia. Ma anzichè esprimere caos ed incuria, la sensazione che dava era il fascino di un bosco incontaminato. Sopra di loro, le fronde degli alberi si erano aperte in modo da consentire alla luce del sole di illuminare il luogo e creare dei giochi di luce iridati che aleggiavano attorno alla cascata.

 

"Wooow... non immaginavo di trovare mai un posto del genere in un bosco Tileano..." commentò Agnese, sgranando gli occhi davanti ad un tale spettacolo. Anche Dario non potè fare a meno di ammirare la bellezza di quel luogo mentre si faceva avanti tra l'erba alta, usando i suoi pugnali per falciare la vegetazione più fitta che gli dava fastidio... ma il suo carattere sospettoso non restò in silenzio a lungo, e il giovane pensò che fosse meglio avvertire subito il resto del gruppo.

"Sì, è un gran bel posto... ma state attenti, sono sicuro che ci sia qualche trappola da queste parti!" affermò. "Non vedete nulla che potrebbe assomigliare a questa Dama Senza Cuore?"

 

I due centauri guida che li accompagnavano scrutarono in varie direzioni, tenendo gli archi puntati e le frecce incoccate, mentre i leprilopi sgattaiolarono abilmente tra l'erba alta, sfruttando le loro ridotte dimensioni per nascondersi in essa e guardare fuori in tutta sicurezza. Tuttavia, le loro precauzioni sembravano essere eccessive, visto che nessuno di loro riusciva a vedere nulla in tutta la radura.

"Nè lei... nè i suoi scagnozzi. E un ogre non è certo difficile da notare." rispose Maria. Iaco lanciò un semplice incantesimo e corrugò la fronte, rendendosi conto che in effetti c'era qualche magia all'opera, ma senza avere gli elementi per dire di cosa si trattasse. Tutto quello che poteva fare era stare attento ed assicurarsi di non farsi cogliere di sorpresa.

 

"Qui niente..." disse infine il coboldo. "Dama Senza Cuore non qui. Iaco crede che noi dobbiamo tornare indietro e..."

"Attenti lassù!" esclamò improvvisamente Maria, alzando lo sguardo verso la cima della cascata nel momento in cui alcune figure sgraziate erano apparse di colpo su di essa! Cinque sgraziati ogre, rivelatisi da un secondo all'altro, erano in piedi in quella posizione di vantaggio e si erano messi a scagliare delle grosse pietre contro il gruppo di esploratori... e una di queste stava per cadere proprio addosso a Iaco! Il coboldo sgranò gli occhi in un'espressione di orrore... e Maria intervenne giusto in tempo, tuffandosi per spingere via il suo amico. Iaco finì a terra tra l'erba alta, scosso ma illeso... ma Maria non riuscì ad evitare il colpo, che la raggiunse all'anca sinistra e le strappò un grido di dolore.

 

"Maria!" esclamò Dario.

La donna dalla pelle scura strinse i denti mentre cercava di rialzarsi e di agguantare un'arma a distanza. "No... non preoccuparti per me! Pensate a quei bastardi là sopra!"

Un coro di infantili grida di giubilo risuonò nella radura, e gli ogre presero altre rocce e cominciarono a scagliarle contro gli esploratori. Un leprilope venne schiacciato da una di esse, e l'ogre che aveva appena fatto centro esplose in una risatina idiota.

 

"Heheheee! Coniglieto fato splat!" gorgogliò.

Un altro ogre sollevò una pietra particolarmente grande con entrambe le mani e puntò verso Maria. "Ora moscerina fare splat!" esclamò, per poi esplodere in un'altra risatina demente e scagliare l'enorme pietra verso la giovane donna e Iaco! Per fortuna, la pietra era troppo pesante per volare fin lì, e percorse solo un breve tratto prima di cadere in acqua senza fare male a nessuno. L'ogre restò lì imbambolato ed emise un grugnito idiota, non spiegandosi come mai non aveva funzionato... prima che una freccia scagliata da un centauro gli attraversasse la gola e lo facesse cadere a terra agonizzante.

 

"Spaccare! Ucidere tuti! RAAAAAARGH!" ruggì l'ogre che sembrava essere a capo del gruppo. Con una serie di ringhii animaleschi, gli ogre lanciarono le ultime pietre che eranoloro rimaste, e una di queste colpì uno dei centauri alla spalla destra! Si sentì un agghiacciante rumore di ossa rotte, e l'uomo-cavallo urlò di dolore e fece cadere l'arco. Poi, gli ogre cominciarono a scandere dalla rupe con allarmante rapidità, senza badare alle frecce che l'altro centauro riprendeva a scagliare contro di loro!

"Merda... presto, teniamoci uniti! Quegli ammassi di carne ci saranno addoso tra un attimo!" esclamò Agnese, ben consapevole di cosa fossero capaci quei bruti.

 

Iaco era rimasto seduto dov'era, scioccato per lo scampato pericolo e per il fatto che Maria era rimasta ferita al suo posto... ma la sua paura si trasformò rapidamente in rabbia, tutta diretta a quegli ammassi di muscoli che stavano adesso toccando terra, ridendo e grugnendo. L'ogre più grande berciò qualcosa in quella loro orrida lingua gutturale e agitò una enorme clava chiodata... e un altro ogre si lanciò contro Iaco e Maria agitando la sua clava.

"Moscerini! Me spappola!" esclamò, un attimo prima che Iaco gli puntasse contro un dito artigliato, e lanciasse un incantesimo.

 

"Raggio... Congelante!" esclamò il piccolo coboldo. Un raggio di energia bianco-azzurrina scaturì dalla punta del dito e colpì il bruto al torace, bloccandolo di colpo e facendolo rabbrividire. Una patina di brina coprì rapidamente il corpo dell'ogre, che si allontanò mugolando di dolore e agitando la clava alla cieca, come se stesse cercando di colpire un nemico invisibile!

"Oooooooh! Me fredo! Fredo cativo! Me spacca!" farfugliò il bestione. "Moscerino cativo! Fare male me!"

Ripresasi almeno in parte dal colpo di prima, Maria afferrò una fionda dalla sua cintura e vi piazzò un proiettile di piombo grande quasi quanto il pugno di un uomo, la fece girare un paio di volte sopra la testa, e la scagliò contro l'ogre colpendolo al torace. Il bestione barcollò con un sordo grugnito di dolore, e Maria ebbe il tempo di imbracciare la sua ascia e lanciarsi alla carica - con tutta la velocità che la ferita all'anca le permetteva. Furioso e dolorante, l'ogre sollevò la clava, con tutta l'intenzione di sfondarle il cranio, ma la giovane donna fu più veloce e sferrò un devastante colpo che raggiunse l'ogre allo stomaco!

 

Il bestione si piegò in due, strabuzzando gli occhi per il dolore e sputando un fiotto di sangue... e Maria estrasse l'arma dal suo corpo e sferrò un secondo, devastante fendente che raggiunse l'ogre alla base del collo, spezzandolo come un ramoscello secco! L'ogre rabbrividì e si accasciò al suolo, scuotendosi convulsamente ancora per qualche istante prima che la vita lo lasciasse.

Il resto del gruppo e le loro guide se la stavano vedendo con gli altri tre ogre, che si erano gettati nella lizza agitando furiosamente le loro mazze! Dario ed Esmerelda si scansarono appena in tempo quando l'arma dell'ogre più grande si schiantò nel punto dove il ragazzo biondo si trovava fino ad un attimo prima.

 

"Bestiaccia..." ringhiò Dario, per poi tirare fuori un coltello da lancio da sotto il mantello e lanciarlo con precisione, mirando al ginoccchio dell'ogre. Il bestione si spostò all'ultimo momento, e la lama gli graffiò la gamba senza però fargli più di tanti danni... e poi caricò a testa bassa, deciso a schiacciare Dario sotto i suoi enormi piedi. Il ragazzo non si fece intimorire e si gettò di lato, mentre Esmerelda coglieva il mostro su un fianco brandendo la sua spada. Dario conficcò uno dei suoi pugnali nel fianco destro del bruto, mentre la spada di Esmerelda superava la guarda del mostro e penetrava appena sotto le sue costole.

 

Ululando come una belva impazzira, l'ogre ruotò alla cieca la sua mazza e riuscì a colpire Dario, che non si aspettava una reazione così rapida! Il ragazzo grugnì di dolore e si abbattè al suolo, sentendosi il lato sinistro del torace in fiamme per il colpo subito... ed Esmerelda venne afferrata per il collo e sollevata di peso, prima di essere scaraventata a terra!

"Ugh... Esme!" esclamò Dario in un misto di rabbia ed angoscia. Con uno sforzo di volontà, il ragazzo ignorò il dolore e si gettò contro l'ogre, pugnalandolo allo stomaco mentre quest'ultimo cercava di rimettersi in guardia. Il bestione emise un mugolio inarticolato e cercò di avvinghiare le tozze dita attorno al collo del giovane...

 

Esmerelda, pur stordita dal colpo e con metà della faccia intrisa di sangue per una ferita alla fronte, si rialzò un po' barcollante e lanciò su sè stessa un incantesimo di potenziamento...

 

"Ehlonna, madre delle foreste, concedi alla tua umile servitrice la forza del toro, affinchè ella possa fermare questi ignobili profanatori... e salvare il mio amico!"

 

Con queste parole, Esmerelda mosse il braccio libero davanti a sè, e sentì nella propria testa un potente muggito, mentre un'aura rossa si accendeva per un istante attorno a lei. Con rinnovato vigore, la giovane dai capelli rossi si lanciò alla carica e sferrò un micidiale colpo di spada, proprio mentre l'ogre si girava per rifilarle un tremendo colpo con la sua clava.

Esmerelda si scansò da un lato, quanto bastava per evitare il grosso del colpo, e il suo fendente penetrò nel corpo dell'ogre, affondando la lama negli organi interni; con un gorgoglio che gli fece uscire fiotti di sangue dalla bocca, l'ogre continuò ad avanzare. La sua mente era troppo limitata perchè si rendesse conto di aver subito una ferita mortale, e il bestione continuò ad avanzare agitando la mazza contro Esmerelda, perdendo sangue a fiumi.

 

"Me no piace te! Me spacca te!" mugolò l'ogre, ogni parola accompagnata da un fiotto di sangue che usciva dalla sua bocca armata di zanne. Dario prese la mira e lanciò due dei suoi pugnali, trafiggendo le ginocchia dell'ogre e facendolo schiantare a terra in un lago di sangue. L'ogre continuò ad avanzare verso Esmerelda trascinandosi con le braccia, ma Dario scattò e gli montò sulla schiena, per poi affondargli un pugnale nella nuca.

 

Con un brivido violento, l'ogre rese l'anima, se ne aveva una. Dario estrasse la lama dalla testa del bruto e guardò verso Esmerelda, che ora stava riprendendo fiato e ripulendo la spada dal sangue che la inondava. "Esme! Tutto okay?" chiese.

 

La rossa fece un lieve sorriso. "Sì... un po' stordita, ma sto bene!" affermò. "Ci... ci sono ancora due di questi mostri! Diamo... diamo una mano ai nostri compagni."

 

I centauri si muovevano attorno ai due ogre rimasti con tutta la velocità che era loro possibile, mentre i leprilopi rimasti sferravano una serie di attacchi mordi e fuggi, in modo da infastidire quei bestioni e far loro abbassare la guardia. Con un agile balzo, una delle buffe lepri cornute sferrò un colpo che raggiunse uno dei due ogre al costato e lo fece inciampare... e uno dei centauri, quello che ancora riusciva a tirare con l'arco, ne approfittò per scoccare una freccia diretta al collo del bruto. All'ultimo momento, l'ogre riuscì a proteggersi alzando un braccio davanti a sè... e la freccia trafisse l'arto da parte e parte, ma non riuscì a raggiungere punti vitali, provocando comunque all'ogre un dolore insopportabile che lo mandò in bestia!

 

"UOOOOOOH! Punta di fero fato male me! Uomo cavalo cativo! ME SPACCAAAAAA!" Senza pensare ad altro che a vendicarsi, l'ogre si lanciò contro il centauro che lo aveva ferito. L'uomo-cavallo reagì cercando di sferrare un paio di colpi di zoccolo per intercettare l'ogre che lo caricava... ma quello stolido ammasso di muscoli non sembrò nemmeno sentire il colpo e travolse il centauro facendolo cadere a terra. L'arco si spezzò sotto l'impatto, e l'ogre ringhiò ferocemente per poi alzare la mazza e apprestarsi a calarla sulla sua vittima...

 

"Che il fulmine ruggisca e abbatta il mio nemico!" esclamò Iaco, alzando entrambe le mani in aria mentre delle crepitanti scariche elettriche si addensavano tra di esse... "It'Pro... Bru! Thel!"

Iaco strinse i denti e puntò i piedi a terra, poi scagliò un'enorme scarica elettrica che artì ruggendo contro l'ogre e lo colpì in pieno, evitando di pochi metri il centauro! L'orrido gigante ululò mentre la scarica elettrica percorreva il suo corpo, per poi crollare al suolo senza vita... e i leprilopi si scagliarono tutti assieme contro l'ultimo ogre, che ringhiò furiosamente e agitò la clava tutt'attorno a sè per difendersi. Agnese riuscì ad infilarsi sotto la letale mazza e colpì l'ogre al ginocchio destro con una pugnalata, facendolo incespicare e cadere a terra. La mezzelfa rotolò agilmente di lato ed evitò di restare intrappolata sotto il peso del bruto, e i leprilopi, vedendo il momento buono, si scagliarono tutti assieme contro l'ogre, trafiggendolo con i loro palchi e mordendolo ferocemente con i loro denti aguzzi! L'ogre si difese freneticamente, allungò una enorme mano sgraziata e la chiuse attorno alla testa di un leprilope, per poi stringere con tutte le sue forze e schiacciargli il cranio. Ma un attimo dopo, l'ogre ululò di nuovo quando il pugnale di Agnese gli inchiodò una mano a terra... e i leprilopi si gettarono su di lui con rinnovata ferocia, decisi a vendicare i compagni rimasti uccisi. L'ogre ringhiò e si dibattè furiosamente nel tentativo di liberarsi... ma i conigli fatati riuscirono a sopraffarlo nel giro di pochi secondi, e il bestione muscoloso venne ricoperto da un piccolo esercito di animaletti impellicciati che lo colpivano senza tregua. Lanciando acute grida di battaglia, i leprilopi sciamarono sul bestione e lo assalirono senza pietà, seppellendolo sotto una raffica di colpi, mentre l'ogre si dibatteva furiosamente.

 

Finalmente, dopo due minuti di lotta, l'ogre fu costretto a soccombere. La massa di animaletti fatati che lo sommergeva smise l'assalto e si allontanò dal massiccio cadavere, permettendo a Dario e ai suoi compagni di osservare il risultato dell'assalto. Il gigantesco ogre era a terra inerte, ridotto ad un ammasso di carne sanguinolenta, con buchi e lacerazioni là dove le corna e i denti dei leprilopi lo avevano trafitto. Gli altri ogre erano anch'essi morti, e la radura fino a poco tempo prima tranquilla e pacifica era ora intrisa del sangue dei caduti - sia gli ogre che i seguaci di Eudora.

 

"E' fatta, vedo..." sospirò Agnese tergendosi il sudore dalla fronte. "Maledizione, questa volta è stata davvero una pessima esperienza. Non credevo che ci fossero già questi ammassi di muscoli ad aspettarci..."

"Temo... che quella dannata Dama abbia anticipato le nostre mosse..." affermò Dario, mentre si sincerava delle condizioni di tutti. "Forse è meglio se ce ne andiamo di qui e..."

 

"Aspettate!" si sentì improvvisamente una debole voce, a malapenaa udibile oltre il rumore della cascata. "Aspettate... non andate via!"

Quando Dario per primo si voltò, vide che qualcuno stava uscendo da un'apertura nella roccia che fino a quel momento era stata nascosta dalla cascata - un uomo di mezza età, vestito in maniera abbastanza semplice, con i baffi e la barba ben curati, che nonostante la non più giovane età dava l'impressione di avere ancora un buon fisico. Anche Esmerelda riuscì a sentire la voce... e la riconobbe subito, con suo grande sollievo.

 

"Messer Baldo!" esclamò la giovane donna. "Siete qui, meno male! Pensavamo che... foste stato catturato dalla Dama Senza Cuore!"

Agnese sgranò gli occhi sorpresa. "Baldo! Meno male che stai bene... Hormond dov'è?"

"Quei dannati ogre mi stavano portando da lei, in effetti. Li ho sentiti parlare di una loro 'signora', e uno di loro ha detto che le avrebbero fatto piacere dei nuovi schiavi." affermò l'uomo, guardandosi attorno e allontanandosi con evidente paura dai cadaveri degli ogre. Maria e Iaco rivolsero subito all'uomo la loro attenzione. "Hormond è ancora loro prigioniero, e temo che ormai lo abbiano già portato dalla Bella Dama Senza Cuore. Ma... vedo che avete trovato qualcuno disposto a darvi una mano. A proposito, dov'è Francesco?"

 

"E' in un luogo sicuro." rispose prontamente Dario, anticipando Esmerelda e cogliendola di sorpresa. Un po' spiazzata, la giovane donna sbattè gli occhi un paio di volte... poi si ricompose, biasimandosi per essere stata sul punto di parlare a sproposito. E se ci fosse stato qualche altro servitore della Bella Dama Senza Cuore da quelle parti? Magari invisibile, o ben nascosto?

"Accidenti... stavo per dimenticarmi la prudenza! Pensare che hanno cercato di insegnarmela durante il mio addestramento come Abolitrice!" pensò tra sè.

 

"Meno male... per un attimo ho temuto che anche Francesco fosse stato catturato..." disse l'uomo, finalmente giungendo accanto ad Esmerelda ed Agnese. "E questi ragazzi che sono con voi? E da dove vengono questi centauri e leprilopi?"

"E' una storia un po' lunga. Diciamo che sono qui per darci una mano." rispose Esmerelda, per poi fare le dovute presentazioni. "Ad ogni modo... Dario, Maria, Iaco... vi presento messer Baldo, un elementalista che ha viaggiato con me e i miei compagni già da parecchio tempo. Signor Baldo... loro sono alcuni miei amici che ho conosciuto un po' di tempo fa... in effetti, ho conosciuto Dario quando io e lui abitavamo ancora ad Auridanio."

 

"E ' vero. Ci siamo conosciuti quando eravamo ancora... molto giovani." rispose Dario, scuotendo cordialmente la mano all'uomo, che poi fece lo stesso con Maria... e restò un po' interdetto nel vedere Iaco, non aspettandosi evidentemente un coboldo che viaggiava con un gruppo di avventurieri.

"Piacere di conoscervi... ma temo che non ci sia molto tempo per i convenevoli." affermò Baldo, guardandosi attorno e osservando con un po' di timore i centauri e i leprilopi superstiti, che si stavano raccogliendo lì attorno. Esmerelda non perse tempo e congiunse le mani davanti a sè, prima ancora che qualcuno potesse chiederle di farlo.

 

"Gentile Ehlonna, madre della natura, guarisci le ferite dei miei compagni, che possano ancora proteggere la purezza di questo mondo." disse la giovane donna. Quasi subito, il suo corpo venne avvolto da una luce dorata che pulsò gentilmente per un paio di secondi prima di dissolversi in tante luci dorate, simili a delle grandi lucciole. Le luci danzarono in aria e si diressero verso i membri del gruppo di esploratori, facendo rimarginare rapidamente molte delle loro ferite.

 

"Grazie, chierica. Adesso siamo a posto, più o meno." disse uno dei centauri, che adesso riusciva a muovere meglio il braccio rimasto ferito nello scontro con gli ogre. L'uomo-cavallo guardò con espressiione contrita verso i leprilopi che erano stati uccisi dagli ogre. Non era certo la prima volta che perdeva dei compagni in battaglia, ma questo non lo rendeva molto più facile da accettare.

"Messer Baldo, voi sapete per caso dove dovremmo andare per trovare la Bella Dama Senza Cuore?" chiese Agnese, muovendo il braccio destro per verificare se ogni cosa era tornata al suo posto.

 

L'uomo si sfregò il mento, pensandoci su un attimo prima di dare la sua risposta. "Hmm... non sono sicuro al cento per cento, ma... mi pare che quei bestioni si stessero dirigendo verso sud-est, verso un luogo dove - almeno stando a quello che ho capito - la Dama ha una delle sue dimore. Sapete com'è, lei si trasferisce da una dimora all'altra, in maniera apparentemente casuale. In questo modo, nessuno sa per certo dove è possibile trovarla." rispose. "Ma adesso che hanno Holmond, credo proprio che la Dama resterà lì per un po'. Almeno finchè non avrà fatto ciò per cui vuole il nostro compagno."

 

"Beh, se tu dai a noi il tempo, Iaco manda un messaggio e arrivano nostri compagni." disse Iaco con un sorriso arguto.

"E quando arrivano, andiamo tutti insieme a sistemare una volta per tutte questa signorina Senza Cuore, e liberiamo il vostro compagno." continuò Maria. "Sembra che quantomeno, la fortuna stia girando nella nostra direzione."

Baldo annuì lentamente. "Certo... è una fortuna essermi imbattuto in voi, ragazzi. Credevo che avrei dovuto restare nascosto per chissà quanto tempo, quando quegli ogre si sono messi a cercarmi. La Dama Senza Cuore non dà tregua a nessun intruso, in questo bosco che considera di sua proprietà."

"Beh, adesso saremo noi a non dare tregua a lei." rispose Agnese.

 

Iaco alzò le mani davanti a sè, e cominciò ad intonare una formula magica nell'antica lingua dei draghi, un linguaggio allo stesso tempo solenne e melodico che sembrava fluire dalle sue labbra con la stessa facilità con cui Dario ed Esmerelda parlavano il tileano.

"Origato wer treak dronilnr... sia lexri ekess sia... kiabil daseki!" intonò il coboldo. Un vento magico cominciò a soffiare attorno al piccolo rettile umanoide, che si sollevò in aria di qualche centimetro, i vestiti che svolazzavano selvaggiamente tutt'attorno a lui mentre elaborava il suo messaggio.

 

"Noi qui alla cascata. Trovato compagno di Esme. Sa dov'è Dama Senza Cuore. Noi aspettare. Raggiungere noi. Preparatevi e stare attenti!" affermò.

"Hm? Come mai Iaco ha trasmesso un messaggio così stringato?" chiese Dario, forse temendo che non sarebbe stato abbastanza chiaro.

"Si tratta di una limitazione dell'incantesimo Vento Sussurrante." spiegò Esmerelda con tutta calma. "Può trasmettere un messaggio a grandi distanze, ma è limitato a 25 parole. Bisogna sapere come farsi capire da chi è dall'altra parte. Comunque, adesso i nostri compagni dovrebbero ricevere il messaggio nel giro di pochi minuti."

Dario annuì impressionato e fece un cenno affermativo con la testa. "Capisco... devo dire la verità, la magia non finisce mai di stupirmi." commentò. Per un attimo, provò un po' di invidia nei confronti del piccolo coboldo che riusciva a padroneggiare con tanta naturalezza i suoi poteri arcani...

 

Il vento cessò di soffiare, e Iaco toccò di nuovo terra con i piedi artigliati, poi aprì gli occhi di scatto e fece un cenno di intesa a Maria. "Tutto bene! Loro ricevuto messaggio, e arrivare qui presto!" rispose. "Questo dovrebbe bastare per sistemare Dama!"

"Bene. Non vedo l'ora di sistemare una volta per tutte quella dannata!" esclamò Agnese. "Non ti preoccupare, Baldo. Abbiamo la situazione sotto controllo... e tra non molto quei dannati Malformatori avranno un'alleata in meno."

 

L'uomo annuì, guardando attentamente il gruppo. "Bene... mi fa piacere poter contare su di voi, ragazzi..."

 

 

oooooooooo

 

 

"Hmm... e così, hanno trovato l'uomo di nome Baldo, eh?"

 

La Bella Dama Senza Cuore sorrise serenamente e si adagiò pigramente sul giaciglio di foglie che i suoi servitori avevano preparato per lei. Per il momento, il piano stava andando abbastanza bene, anche se la fata maligna aveva sperato che quei mortali intriganti si facessero sfuggire il luogo dove la maledetta Eudora si trovava. Beh, poco male. Era un'informazione che avrebbe potuto estrarre da quei miserabili in seguito. Magari da quel ragazzo biondo. Era carino, e la Dama non vedeva perchè avrebbe dovuto accontentarsi, quando poteva avere un giovane così attraente come guardia del corpo... e fonte di energia.

 

Ovviamente, questo voleva dire togliere di mezzo un bel po' di importuni... ma questo non sarebbe stato un problema, una volta che l'agguato fosse andato a buon fine.

Ora, tutto stava nel fare sì che Stillavispa e l'altro suo schiavo fossero in posizione...

 

 

oooooooooo

 

 

CONTINUA...          

       

 

  
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