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Autore: Bombay    14/05/2023    5 recensioni
Dal testo: - “Quello è mio figlio” mormori, gioca con i colori dell’Argentina, ma a te non interessa che maglia indossa, a te interessa che sia felice, che abbia realizzato i suoi sogni e che li condivida con chi ama, tutto il resto non conta. -
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Tooru Oikawa
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Credo in te!

Genere: introspettivo

Tipo: one shot

Personaggi: mamma di Oikawa, Tooru Oikawa

Rating: PG, verde

Avvertimenti: slice of life

PoV: seconda persona

Spoiler: sì, post time skip

Disclaimers: i personaggi non sono miei, ma di Haruichi Furudate. I personaggi e gli eventi in questo racconto sono utilizzati senza scopo di lucro.

 

Credo in te!

 

La sveglia di Tooru suona alle 6.00 di mattina tutti i giorni, anche quelli di vacanza. Avverti il suono fastidioso e continuo dalla tua camera, passano pochi secondi e il ragazzo mette a tacere l’apparecchio.

Con ancora gli occhi chiusi, ascolti i rumori a te così familiari, per quanto faccia piano e si prepari gli indumenti la sera prima, i tonfi soffusi ti permettono di ricostruire nella tua mente cosa sta facendo Tooru nella sua stanza: si sta vestendo per andare a correre anche quella mattina, come tante altre da quando va alle scuole medie, sono davvero pochissime le occasioni che non è andato a correre, puoi quasi contarle sulle dita di una mano.

La porta che si apre e si chiude, scende le scale, mette le scarpe, si sistema il cellulare sul braccio, gli auricolari nelle orecchie, le chiavi di casa nella tasca della felpa e via… tornerà esattamente tra un’ora, si infilerà in doccia facendosi la barba, perché non è più un bambino ormai e canticchiando a mezza voce, si vestirà e poi vi raggiungerà a tavola dove farete colazione tutti insieme per l’ultima volta.

Sospiri sedendoti sul letto e pochi istanti dopo tuo marito fa lo stesso.

“Non ho chiuso occhio” mormora.

“Nemmeno io”

“Potrebbe ancora cambiare idea”

Sorridi tristemente scuotendo il capo “Tooru?”

Tuo figlio non cambierà idea, forse se arrivassero gli alieni, potrebbero in qualche modo distrarlo, ma è abbastanza certa che si farebbe accompagnare da loro alla sua destinazione.

Li incanterebbe con quel suo modo di fare affabile e irriverente. Ogni madre trova bello il proprio figlio, ma Tooru è stato un bel bambino ora e un bel ragazzo sei certa che diventerà un uomo affascinante.

Tooru aspetta quel giorno da due anni come tu invece lo temi, hai sperato fino all’ultimo che vincessero all’inter-liceale, che partecipassero ai nazionali, ma non ce l’hanno fatta e il giorno della partenza si faceva sempre più vicino e incombente e ora è arrivato e Tooru non rinuncerà mai a questa opportunità, offerta dall’uomo che lo ha ispirato sin dall’infanzia.

In cuor tuo sei fiera di lui, della scelta che ha compiuto, dell’impegno che ci ha messo e che ci metterà, ma è così giovane.

Questi pensieri ti accompagnano mentre ti alzi, ti vesti e prepari la colazione, sai quanto si importante per lui, ma lasciarlo andare così lontano, da solo…

È davvero molto difficile.

Sarebbe già stato difficile saperlo lontano da casa a Tokyo al campus dell’università, che dista due ore di treno, ma l’Argentina è dall’altra parte del globo.

 

***

 

Tooru rientra in casa e non ti sorprendi affatto che Iwaizumi sia con lui, tu e Hajime vi scambiate uno sguardo che dice più di mille parole, i pensieri di quel ragazzzo gli si leggono in faccia.

“Vado a farmi la doccia. Iwa-chan può fare colazione con noi?” domanda schioccandoti un bacio sulla guancia.

Hai perso il conto di quante volte Hajime si sia fermato da voi e viceversa di quante Tooru abbia trascorso da lui.

“È più eccitato del solito” commenta tuo marito.

“Sta solo dissimulando con le solite moine inutili” sbotta Iwaizumi più a sé stesso che a beneficio di tutti voi.

Iwaizumi lo conosce molto bene per quanto desideri partire, sai che tuo figlio è tormentato da questa scelta, ne è attratto da un lato e terrorizzato dall’altro.

 

Tooru è sempre stato caparbio e testardo, così diverso da sua sorella, ha sempre preteso tanto, troppo, da sé stesso.

I primi anni hai temuto che la passione per la pallavolo, lo logorasse e distruggesse, ossessionato dal dover migliorare. Sentendosi sempre inferiore ad altri giocatori, nonostante i suoi successi. Ti sei sempre chiesta perché lui non riuscisse a vedere quello che vedevi tu: un giovane dotato e dedito a quello sport.

Hai avuto paura che quello che doveva essere solo un club scolastico lo trascinasse a fondo, quante volte lo hai sentito piangere nel buio della sua stanza, incapace di vedere il proprio valore difronte a ragazzi più dotati di lui. Quanto volte lo hai raggiunto e stretto al seno, mormorandogli parole di conforto, ripetendogli all’infinito che ce l’avrebbe fatta, che tu, suo padre, sua sorella, Hajime credevate in lui e nelle sue capacità, ma a lui non bastava mai.

L’opportunità e la scelta di partire per l’Argentina è stata un fulmine a ciel sereno, Tooru ne era entusiasta, tu ha sperato che fosse tutto una bolla di sapone, ti sei sentita una cattiva madre per questo, sai che possibilità come queste non capitano a chiunque, da un una lato eri felice che qualcuno del calibro di Blanco avesse notato la bravura di Tooru e la sua passione per quello sport, dall’altra ti chiedevi una volta di più perché proprio lui, perché così lontano.

 

***

 

Lo guardi sorridere ai suoi compagni di squadra, ci sono proprio tutti, alcuni piangono, alcuni lo stringono in un lungo abbraccio.

Non sei sorpresa di vedere anche ragazzi di altre scuole, suoi rivali: Ushijima e Kageyama.

Il primo stoicamente composto gli stringe solamente la mano, il secondo visibilmente commosso lo abbraccia e sulle labbra di Tooru si delinea un dolce sorriso comprensivo.

 

Tooru ti abbraccia e ti stringe forte, più forte del solito, non vi dite niente, le raccomandazioni gliele hai già fatte tutte, ma a ventimila chilometri di distanza non hanno nemmeno senso. Tooru è un ragazzo giudizioso, a modo suo, speri che non faccia sciocchezze, che non incontri gente sbagliata, perché non ci sarà nessuno a vegliarlo a stargli accanto.

Speri che si faccia presto degli amici, che la nuova squadra lo accolga bene e che torni presto a casa.

 

Sciogli con titubanza l’abbraccio, non vuoi lasciarlo andare, vorresti dirgli di aspettare qualche altro anno, ma sai che non è possibile, l’età per un atleta è tutto.

“Me la caverò” mormora con la voce contratta, sta facendo di tutto per non piangere “Ti chiamo appena arrivo”

Annuisci e lo lasci andare.

 

L’ultimo intenso abbraccio lo riserva a Iwaizumi ed è giusto così. Ti allontani di qualche passo e li guardi, vorresti tanto che Hajime andasse con lui, hanno così bisogno l’uno dell’altro, Tooru ha bisogno di qualcuno che lo tenga in riga e in Iwaizumi ha trovato l’amico perfetto, hanno un’intesa profonda, viscerale, simbiotica.

Entrambi soffrono per questo distacco, per questa partenza. Troppo orgogliosi per ammetterlo l’un l’altro.

 

***

 

I giorni si susseguono e si rincorrono così velocemente e il tempo passa e Tooru è in Argentina, si sta costruendo la sua vita, la sua carriera. All’inizio chiamava spesso poi sempre meno, il fuso orario non aiuta.

Non riesce a tornare come aveva promesso per Natale e nemmeno l’anno successivo, ringrazi che esistano le videochiamate almeno lo puoi vedere così.

Sta bene e sembra essere felice è questo che conta, però ogni giorno che passa vi rendete conto tu e tuo marito che si sta allontanando sempre di più, che ha lasciato definitivamente il nido.

La notizia della sua volontà di naturalizzarsi argentino non ti sorprende affatto, sai perfettamente che è una decisione ponderata e sofferta chissà quante lacrime avrà versato da solo, nel buio della sua stanza prima di decidere.

Ammiri la sua forza di volontà e la caparbietà di inseguire un sogno, speri tanto che si realizzi al più presto.

 

***

Le olimpiadi si giocano in Giappone, hai il cuore che batte all’impazzata, l’aereo è atterrato da mezz’ora, ma devono ritirare i bagagli e passare i controlli.

Ogni volta che le porte automatiche si aprono sussulti, finalmente la squadra argentina attraversa il passaggio.

Lo vedi subito, si è alzato ancora, ha tagliato i capelli, non è più un ragazzino e un giovane bellissimo uomo.

Ti vede e si stacca dal resto della squadra abbraccia prima te e poi suo padre.

“Siamo orgogliosi di te” mormori posandogli la mano sulla guancia, riesce solo ad annuire troppo commosso e stanco per il lungo viaggio.

 

***

 

“Signora va tutto bene” chiede l’uomo seduto accanto a te, nel vedere le tue lacrime scendere copiose, la finale non è ancora iniziata, annuisci non provi nemmeno ad asciugarti il volto.

“Quello è mio figlio” mormori, gioca con i colori dell’Argentina, ma a te non interessa che maglia indossa, a te interessa che sia felice, che abbia realizzato i suoi sogni e che li condivida con chi ama, tutto il resto non conta.

Tutti i giocatori hanno rilasciato una intervista prima della partita e Tooru ha dedicato a te questa partita.

“A mia madre, che ha sempre creduto in me”

 

---

Note dell’autrice:

Buona Festa della Mamma a tutte!

Questa piccola shot dedicata alla signora Oikawa che vede partire il figlio giovanissimo e si presume che si tornato per le Olimpiadi di Tokyo.

Grazie a chi è giunto fino a qui e ha voglia di dire la sua.

A presto

Bombay

   
 
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