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Autore: fraanythings    14/05/2023    1 recensioni
"Salvo, io ti ringrazio davvero tanto per questa magnifica serata e per quest’idea splendida che hai avuto per me. Sapere che per organizzare tutto questo hai pensato a me mi fa..."
Elvira non riuscì più a proseguire, stava perdendo ormai anche quel briciolo di salivazione che le era rimasta. "Come ti fa sentire?" Chiese Salvo che, nel frattempo, si era avvicinato pericolosamente al viso della Signorina Gallo.
"Speciale."
"Perché lo sei, Elvira."
Ciao a tutti, sono Francesca e questa è la mia prima ff in assoluto. Salvatore ed Elvira mi hanno rubato il cuore e ho cercato di creare l'atmosfera della loro prima uscita insieme in quel di Gaggiano, spero vi piaccia!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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"Il vostro momento arriverà e sarà unico", queste parole dette dolcemente da Irene risuonarono come una carezza per Elvira ‒ abbattuta perché capii di non essere stata scelta per la cena al buio con Salvatore. Lei cercò di vedere il lato positivo in tutto questo grazie a Irene, anche se ormai sembrava aver perso le speranze: credeva che i suoi sentimenti non sarebbero mai stati ricambiati, eppure non riusciva a smettere di cercare la compagnia di Salvatore perché entrambi erano sempre in grado di farsi del bene a vicenda. Dopo questa amara delusione, per Elvira, ne arrivò un'altra, la famosa fase "Siamo solo amici, no?", dopo un pericolosissimo avvicinamento delle loro labbra, eppure la persona meno convinta tra i due era proprio Salvo, sebbene fosse Elvira, in realtà, la più ferita tra i due. 
Dopo vari tentennamenti, Salvo si lasciò andare e chiese finalmente a Elvira di uscire, proponendole una serata molto romantica. Lei era incredula, non poteva credere ai suoi occhi: le stava capitando davvero tutto quello? 
Salvatore si scrollò di dosso l'ansia, lasciandosi andare a uno dei suoi sorrisi che tanto facevano andare Elvira in brodo di giuggiole.
Eccoli, pronti per la loro cena, usciti ‒ mano nella mano ‒ dalla Caffetteria Amato, agitati ma felici di essere insieme per una serata che non fosse una lezione di ballo o un preparare dolcetti insieme. Elvira sognava da tempo quel momento ma non era affatto pronta, in particolar modo l’attanagliava l'ansia di guidare una macchina come una Spider, eppure non esitò un attimo ‒ quando Salvo le aprì dolcemente la portiera ‒ a mettersi al posto di guida, con lui al suo fianco. 
Lei, durante il tragitto, chiese a Salvo: "Come sto andando? Troppo piano?"
E lui ribatté: "Be’, direi che se continuiamo di ’sto passo arriveremo quando la Cascina chiuderà!"
"Dai!"
"Ma stavo scherzando Elvira! Stai andando benissimo ed è bellissimo essere a fianco a te, oltre che rassicurante."
"Be’, è merito anche del mio insegnante."
"Sì, dai, anch’io ho i miei meriti, se posso."
Elvira fece un sorriso e dopo una risata che fecero sobbalzare il cuore di Salvatore, ancora incredulo al pensiero di essere stato capace di lasciarsi andare a quel nuovo sentimento che tanto lo spaventava.
Dopo quel pensiero disse a Elvira che era arrivato il momento che guidasse lui perché conosceva meglio la strada; così, si fermarono e si scambiarono di posto. 
Elvira fece un lungo sospiro e Salvo se ne accorse, allora le chiese: "Tutto bene?"
"Sì, benissimo adesso. Prima, avevo solo tanta ansia nel guidare una macchina così importante!"
"Sei andata alla grande, Elvira e al ritorno faremo la stessa cosa, se ti va", e per un attimo gli mise una mano sulla coscia, facendole una carezza, in quel momento, lei dimenticò tutto il resto.
"Eccoci, siamo arrivati", disse Salvatore, dopo un po’.
"Wow, è davvero un bellissimo posto. Sono incantata", disse Elvira.
"Prego, Signorina", e le aprì la portiera tenendole la mano per farla scendere dall'auto 


"Grazie", i due si scambiarono un sorriso gigante prima di entrare in quella splendida Cascina che già aveva il sapore di casa, o meglio il sapore di un "questo sarà il nostro posto del cuore". 
"Elvira, vedo che ti stai osservando attorno. Stai bene?"
"Sì, molto. È solo che mi sembra ancora strano di essere qui con te, uno di fronte all'altra, in questa Cascina così bella."
"Ti ho fatto aspettare anche troppo, direi", Elvira sorrise imbarazzata. "Allora, vogliamo ordinare? Ossobuco o risotto?"
"Facciamo entrambi?" Disse Elvira, ridendo e mordendosi il labbro, cercando di parlare a bassa voce per non farsi sentire ma con scarsi risultati.
"Per me va bene, ho una fame! E poi se questo vuol dire vederti più felice, per me è ancora più bello."
Elvira sgranò gli occhi, proprio come faceva lei un tempo quando si prendeva la briga di fare uscite fraintendibili davanti a Salvatore per poi ridimensionarsi per cercare di riparare ai danni
"Salvo, adesso te lo chiedo io, tutto bene?"
"Sì, è che anche io mi sono incantato a guardare questo posto meraviglioso, anche se la cosa più bella è proprio davanti a me. Sono uno sciocco, però, non ti ho ancora detto che stasera sei stupenda."
Elvira non poteva credere alle parole che aveva appena sentito pronunciare da Salvatore, diventò rossa e rispose solo un "Grazie mille", abbassando la testa un po' imbarazzata mentre lui non riusciva a toglierle lo sguardo di dosso. 
La serata andò benissimo tra chiacchiere, risate e ottimo vino. Salvatore chiese a Elvira "Ordiniamo anche il dolce?"
"Be’, certo ma domande sono Salvo?" Ed entrambi scoppiarono a ridere.
Salvatore le chiese "Questi dolci sono migliori di quelli della Caffetteria?"
"Devo essere proprio sincera?"
"Sì, vai!"
"Sono molto più buoni, però preferisco quando sei tu a servirmi con la tua gentilezza e le tue battute, sai?"
"Anch’io ogni volta che entri in caffetteria sono molto felice. Mi fai stare bene." 
Elvira si lasciò andare a un altro sorriso super imbarazzato, probabilmente in viso era già rossa come un pomodoro "Be’, si è fatta ora. Vogliamo andare?"
"Per me va bene."
Salvo le mise il cappotto come fece poche ore prima quando uscirono dalla caffetteria, un gesto che Elvira aveva apprezzato tantissimo e che la faceva sentire coccolata
A metà strada, dopo aver parlato del più e del meno, si fermarono e si scambiarono di nuovo di posto. Elvira, dopo la serata appena conclusa, era molto più sicura di sé e non aveva ansia di guidare, anzi era ancora elettrizzata e incredula per le parole dolci che Salvo le aveva riservato
Dopo un po' di silenzio, Elvira si fece coraggio e disse "Scusami, tu mi hai riempito di belle parole per tutta la serata e io non sono riuscita neanche a farti un complimento. Volevo dirti, anche se penso che si fosse già capito da tempo…” -Elvira si fermò un attimo per riprendere fiato e per dare il via ad una risata nervosa mista a felicità- “…anche tu ai miei occhi sei molto bello."
Salvatore si irrigidì, non era preparato e pronto per quelle parole, difatti non seppe come rispondere e allora Elvira gli chiese "Tutto bene?"
"Sì, è che... mi hai spiazzato e lo fai spesso. Non ero più abituato ai complimenti e sono molto lusingato dalle tue parole", e lasciò scrollare i suoi nervi tesi, poggiò una mano sulla coscia di Elvira che si girò di scatto per sorridergli. Quel gesto, anche se era avvenuto anche durante il viaggio di andata, dopo la serata trascorsa fece un attimo perdere la testa a Elvira che, solo dopo qualche secondo, si soffermò sulle parole pronunciate da Salvatore e gli chiese "In che senso lo faccio spesso?"
"È da quando ti conosco che ogni volta che ne hai l'occasione riesci a sorprendermi."
"In positivo, quindi?"
"Ma certo che sì."
Elvira era troppo concentrata alla guida per capire a pieno le parole di Amato, anche perché era arrivato il momento di parcheggiare l'auto, essendo ormai arrivati a Milano, davanti alla Caffetteria, da cui tutto era partito poche ore prima. 
Elvira esclamò "È stato davvero pazzesco guidare quest'auto, grazie per questo altro piccolo regalo."
"In realtà, questa cosa l'ho fatta solo per me, per poter guidare quest'auto fantastica!"
Vedendo Elvira un po' crucciata, Salvo si avvicinò, toccandole il braccio "Stavo scherzando, è stato piacevole farmi scorrazzare da te e spero ci siano altre occasioni in futuro."
A Elvira le si illuminò il viso. "Dobbiamo andare a dormire. Ti accompagno a piedi a casa, è troppo tardi per rientrare da sola."
Invece, Elvira rispose "Che ne dici di riprendere l'auto per accompagnarmi? Non mi va molto di camminare, sono stanca."
"Ogni tuo desiderio è un ordine, Elvira."
E si misero di nuovo in macchina per un breve tragitto.
"Eccoci qui."
"Sì, mi ricordo bene dove abiti, ti ho accompagnato molte volte a piedi ed è stato sempre molto piacevole passeggiare con te"
"Salvo, io ti ringrazio davvero tanto per questa magnifica serata e per quest’idea splendida che hai avuto per me. Sapere che per organizzare tutto questo hai pensato a me mi fa..."
Elvira non riuscì più a proseguire, stava perdendo ormai anche quel briciolo di salivazione che le era rimasta. "Come ti fa sentire?" Chiese Salvo che, nel frattempo, si era avvicinato pericolosamente al viso della Signorina Gallo.
"Speciale." 
"Perché lo sei, Elvira." 
Si allontanò dal suo viso soltanto per cercare di trovare le parole adatte per proseguire il discorso. "Anch’io ho passato una serata splendida, in realtà ogni volta che sto con te mi sento bene, ma stasera è stato proprio magico."
Salvatore si avvicinò nuovamente al viso di Elvira, conscia del fatto che stavolta non ci fossero più impedimenti; chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dal turbine di emozioni che stava pervadendo il suo corpo e anche Salvatore provò lo stesso trasporto. Dopo quel lungo e agognato bacio, da cui sembrava che nessuno volesse più staccarsi, si salutarono con i soliti sorrisi che si erano sempre riservati l'uno per l'altro, ma da quella sera, con una consapevolezza in più: si amavano entrambi, allo stesso modo. 
Elvira rientrò in casa e ripensò a tutte le volte in cui era convinta che in tutta quella storia avrebbe sofferto e nient’altro e poi rifletté sulle parole di Irene, accennando un sorriso. Nella sua testa riemersero tutti i momenti della serata appena trascorsa, ripensando agli sguardi che si era scambiata con Salvo, al loro primo bacio e con gli occhi sognanti, quella sera non riuscì a prendere sonno per quasi tutta la notte. 
Salvatore, invece, restò ancora in auto, un po' come l'ultima volta ma quella notte con un'espressione totalmente diversa. Si alzò di scatto dal volante e si poggiò sullo schienale del sedile, fece dei lunghi sospiri per far rilassare i nervi tesi e si lasciò andare a un pianto liberatorio: segno del fatto che ormai aveva lasciato il suo doloroso passato alle spalle e non vedeva l'ora di condividere altri momenti speciali e importanti con una persona bella come Elvira.
   
 
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