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Autore: Sleepesleep    14/05/2023    1 recensioni
Alexander Lightwood è un coglione, un vero idiota, in tutti i suoi 25 anni si è sempre vantato di essere quello ragionevole in famiglia, il tipico bravo ragazzo un po’ nerd che preferisce le biblioteche polverose ai pub. Lui è sempre stato così, noioso...
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La musica era sempre troppo alta, esattamente come ricordava Alec, Isabel gli afferro il polso trascinandolo tra la folla per raggiungere il tavolo dove Clary e Jace brindavano in compagnia di un ragazzo a loro sconosciuto. << Finalmente >> li riprese Jace saltando in piedi per stringerli in abbraccio soffocante che sapeva di alcol e fumo. << Ciao Clary >> disse Isabel facendo un cenno alla rossa che sorrise mostrando la fossetta. Alec saluto anche lui educato ma fu bloccato da Jace che prese in mano la conversazione << Questo qui è Alec, un brontolone stronzo e lei è la stupenda Isabel >> spiegò e a riprese indicando il ragazzo sconosciuto << Lui è Simon, il migliore amico di Clary >>. Alec fece velocemente mente locale, ricordava vagamente che Clary gli aveva accentato di un amico con quel nome, un nerd che non amava particolarmente uscire. << Forza ordiniamo un nuovo giro >> urlò Jace dirigendosi verso il bancone. Isabel scosse la testa e disse << Clary balli con me? >>. La rossa annuì << Certamente >> poi però si blocco quasi avesse appena realizzato qualcosa si voltò verso quel Simon incerta. << Puoi andare >> la rassicuro il ragazzo. Isabel lo sostenne asserendo << Starà con mio fratello >>. Sapeva che lo avrebbe tirato in ballo, Alec annuì automatico e si sedette a fare compagnia allo sconosciuto. Per un po' nessuno dei su disse nulla poi Simon sembrò stancarsi << Alec è il diminutivo di qualcosa? >>. << Alexander >> disse l'altro schietto. << Sei il fratello di Isabel giusto? >> chiese ancora giusto per conversare. << Già >> rispose Alec che invece preferiva evitare una conversazione superflua. << Sei mai stato innamorato? >> chiese Simon abbassando lo sguardo triste. << Non proprio >> ammise il suo interlocutore dubbioso. << Sei fortunato >> disse Simon << Sai ho una cotta per un uomo con cui lavoro >>. Alec si limitò a osservarlo per decifrarlo, sospettava che l'altro ragazzo avesse il cuore spezzato o qualcosa di simile. << Non amo molto i posti come questo, ma oggi devo leccarmi le ferite, Raphael è uno stronzo, sai. Mi da delle speranze per poi divertirsi a farle crollare, oggi l'ho beccato mentre flirtava con una delle altre segretarie, quel bastardo poteva almeno usare un po' di tatto, ormai dovrebbe averlo capito che mi piace. >> quel fiume di parole straripo senza che Simon potesse fermarlo, forse fu per l'alcol o forse fu perché quel ragazzo dagli occhi blu non provò mai a fermarlo. << Persino il capo lo ha capito ma lui no >> sbraito ancora. Alec gli sorrise comprensivo, vide con la coda dell'occhio un cameriere poggiare altri drink sul tavolo, dov'era finito Jace? Che avesse raggiunto le ragazze? << Raphael è un coglione, uno di quegli idioti con cui nessuno vorrebbe averci a che fare >> continuò Simon afferando uno dei drink e svuotandolo riprese << Sai è tutta colpa di quei ricci ribelli meravigliosi, li detesto. Per non parlare di quella stupida mania di inserire lo spagnolo ovunque, mi fa impazzire cazzo. Chi si crede di essere? Non è l'unico ad averlo >>. Alec si morse l'interno guancia per evitare di ridere, quella frase era così piena di contraddizioni, a quanto pare il suo caro compagno di bevute era davvero molto innamorato. << Raphael sei un enorme figlio di puttana >> concluse Simon alzando un bicchiere al cielo quasi volesse imprimere quella frase con un brindisi. Alec non ebbe modo però di far nulla che il polso di Simon fu catturato da una mano << Cosa sarei? >> chiese un uomo familiare. << Sei un enorme testa di cazzo >> disse Simon per nulla intimorito. << E tu sei un ragazzino impertinente e loco >> asserì il nuovo arrivato. Fu allora che Alec lo riconobbe era l'uomo che aveva visto ieri con Magnus, dannazione come aveva fatto a non realizzarlo subito, beh forse il motivo principale è che ieri non aveva fatto molto caso a Raphael, Magnus aveva assorbito tutta la sua attenzione affamato. << Eccolo il dannato spagnolo tentatore >> borbotto Simon e con un balzo si liberò dalla morsa dell'altro per scappare tra la folla. Raphael fece una smorfia ma non demorse seguendolo. Alec lasciò andare un leggero sospiro, forse quella sarebbe stata la serata fortunata di Simon. << Lo so, fiorellino, anche io non li sopporto più >> disse una voce troppo familiare ormai alle sue spalle. Alec si voltò di scatto quasi rischiando di spezzarsi qualche muscolo << Magnus >> disse. << In persona >> rispose l'altro abbassandosi per rendere i loro occhi alla medesima altezza e aggiunse << Posso rapirti, Alexander? >>. L'avvocato lo fisso per qualche secondo galleggiando nel verde tra le paiuzze dorate << Va bene >> cedette. L'altro gli regalò un sorriso brillante, gli porse una mano che Alec prontamente strinse e che lo trascinò nella parte più interna del locale, quel tocco gentile era inebriante, qualcosa di cui Alec non sapeva di aver bisogno. Superarono una grande porta che riportava 'riservato' e giunsero a quello che era un salottino vuoto << Questo è il mio nascondiglio >> rivelò Magnus. Alec lo osservò confuso, ricordava di esserci già stato, il lungo divano rosso era impresso molto chiaramente nella sua mente solo non riusciva a rammentare quando. << Ci siamo incontrati qui >> spiegò Magnus e aggiunse << Io ero qui solo ad affogare nella noia quando tu sei entrato, barcollavi leggermente. Ho provato a parlarti ma tu sembravi non capire, ti sei lasciato andare sul divano >>. << Oh >> sussurrò Alec sedendosi poco distante dall'altro. << Sembrava che dormissi, eri così perfetto, un piccolo angelo sbucato giusto quando lo stavo cercando. Poi i tuoi occhi azzurri si sono leggermente aperti, non so come ma ci siamo messi a parlare. >> racconto ancora Magnus. Immagini chiare di quel giorno iniziarono a scorrere attraverso gli occhi azzurri confusi, ora ricordava, avevano parlato dei colori dell'uomo, della vita che sfugge e dei sogni infranti. Aspetta un attimo, non poteva essere << Ti ho baciato io per primo >> concluse Alec. << Già >> confermò Magnus << Mi chiedo perché però >>. << Mi era sembrata la cosa giusta da fare in quel momento >> ammise Alec o almeno così credeva fosse stato << Tu perché hai risposto? >> chiese. << Non si rifiuta mai il bacio di un angelo, soprattutto se ha due spettacolari occhi azzurri >> ammise l'altro. << Come i miei? >> chiese Alec fissandolo curioso. << Specialmente se sono i tuoi >> disse Magnus eliminando lo spazio tra loro. << Sei troppo vicino >> disse il minore e tese la mano per raccogliere quella del più grande, gli mancavano le dita di Magnus avvolte tra le sue. L'altro non si oppose a quel contatto, non poteva negare nulla ad Alec e chiese divertito << Vuoi che mi allontani? >>. << No >> ammise sincero il minore. << Non lo avrei fatto comunque >> ammise Magnus sincero. << Qual è il tuo colore preferito? >> chiese Alec di punto in bianco. << Sono certo che ormai tu lo sappia >> lo schernì il più grande e aggiunse << L'azzurro, invece il tuo? >>. << Il grigio >> disse Alec serio e riprese << Sei laureato? >> chiese ancora. << Si, economia aziendale, ho studiato in prigione >> rispose il maggiore. << Lo avevi detto, vero >> ricordo Alec e provò ancora << Ti piace il tuo lavoro? >>. << Si >> ammise Magnus realizzando che era vero, per quanto si lamentasse non riusciva a immaginare di fare altro se non gestire i suoi Night << E a te piace fare l'avvocato? >> chiese. << Si, immagino >> disse il minore e rivelò << Non avevo molta scelta, in realtà, i miei genitori sono entrambi avvocati, qualcuno doveva ereditare il loro studio ed io ero il figlio maggiore >>. << Sembra soffocante >> commento Magnus. << Lo è, ma mentirei se non ammettessi che mi sono innamorato della giurisprudenza studiandola >> disse Alec appoggiando la testa sulla spalla dell'altro, i loro corpi magnetici si ero avvolti, incastrandosi in maniera perfetta quasi fossero pezzi di un puzzle che si rifondevano. << Dimmi, Alexander, perché tutte queste domande? >> asserì Magnus accarezzando con il pollice il dorso della mano dell'altro. << Volevo conoscerti >> spiego Alec e riprese << Non posso? >>. << Certo, che puoi, fiorellino, fammi tutte le domande che desideri >> rispose Magnus mentre un sorriso sincero incrinò le labbra, se il paradiso consisteva nel rivivere un ricordo felice all'infinito Magnus avrebbe scelto questo momento. 
   
 
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