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Autore: LorasWeasley    15/05/2023    4 recensioni
1. Chi era? [kuroken]
2. Non mi piace come ti guarda. [semishira]
3. Ciao! Sono il ragazzo di -,mai sentito parlare di me? [daisuga]
4. Perché non lo fai mai con me? [iwaoi]
5. Nessuno può toccarti così ad accezione mia. [hiruhoshi]
6. Mi hanno detto che avete pranzato insieme. [tanakiyo]
7. Non ti fidi di me? [yakulev]
8. Perché hai un sedere così perfetto? Lo guardano tutti e lo odio. [kunikin]
9. Ehy amico, occhi in su! [tsukkiyama]
10. Sei con me adesso. [shoumika]
11. Cosa ci fa lei/lui qui? [ushiten]
12. E se anche fossi geloso? [osasuna]
13. Oh andiamo, non preoccuparti, siamo solo amici! [sakuatsu]
14. Come potrei mai farti ingelosire? Mi sciolgo ogni volta che pronunci il mio nome. [futaone]
15. Non preoccuparti, sono tuo. [bokuaka]
16. Stai passando fin troppo tempo con lui/lei. [matsuhana]
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! Era da tanto che non pubblicavo in questo fandom, quindi eccovi questa raccolta di flashfic scritta diverso tempo fa! Come avrete capito dal titolo le storie sono tutte accumunate da prompt sulla gelosia e questi prompt sono stati associati casualmente alle ship, spero vi piacciano! Fatemi sapere qual è la vostra preferita!
Deh <3



 
Gelosia - Flashfic
 
 
1.Chi era? [kuroken]
Kenma avrebbe solo voluto stare a casa, indossando la sua comoda tuta strappata e giocando ai suoi amati videogiochi, magari pure in live. Il grosso “ma” che gli impediva di farlo era la festa aziendale di Kuro.
Ora, il suo ragazzo non l’aveva costretto ad andarci e non era in alcun modo obbligatoria la sua presenza, tuttavia Kenma non si poteva permettere di lasciarlo andare da solo con quel vestito elegante mentre tutte le sue colleghe gli morivano dietro, era già tanto che Kenma lo mandasse a lavoro! Non che non avesse pensato più volte di chiuderlo in casa e nasconderlo al mondo, ma Hinata gli aveva detto che non era propriamente legale, quindi Kenma aveva imparato a convivere con il fatto che anche le altre lo guardassero, l’importante era da chi tornava a casa la sera.
Kenma era stato bravo a tenere quegli avvoltoi lontani da lui per tutto l’evento, peccato che a un certo punto i bisogni fisiologici lo chiamarono e dovette andare in bagno.
Era sicuro di non essere stato via più di due minuti, quindi perché intorno a Kuro adesso stava una donna? E perché questa aveva poggiato il suo petto prominente e davvero poco coperto sul braccio del suo ragazzo?
Incupì il suo sguardo e li raggiunse con il passo pesante. Poi, senza degnarla di uno sguardo, afferrò Tetsuro per il braccio e lo spinse a seguirlo -Cambiamo aria.
Lo portò fino al balcone prima di lasciarlo andare per girarsi ad affrontarlo.
Il suo sguardo avrebbe potuto ucciderlo mentre sibilava -Chi era?
Kuro rispose con un sorrisetto divertito -Una collega.
-Una collega, eh?- Kenma gli afferrò con forza la cravatta e lo costrinse ad abbassarsi per arrivare alla sua altezza -Devo chiuderti in casa?
Kuro non sembrava molto impaurito dalla cosa, anzi forse si stava pure divertendo. Poggiò entrambe le mani sulla ringhiera dietro il più piccolo ingabbiandolo tra le sue braccia.
-Sembra interessante, ho tante idee su quello che potremo fare.
Kenma si rese conto troppo tardi che quello poteva essere stato tutto un piano del suo ragazzo per arrivare a quel punto.
 
2.Non mi piace come ti guarda. [semishira]
Shirabu, Semi e il manager di quest’ultimo si trovavano nella stanza delle registrazioni, qui Semi aveva appena inciso la prima versione di una nuova canzone e stava facendo una piccola pausa mentre Kim, il suo manager, lo informava di tutti i suoi nuovi impegni.
-Quindi sabato ho dato la tua disponibilità per il concerto di beneficenza.
Semi annuì.
-Mentre per domenica avevano proposto un’intervista congiunta con Laila, quella nuova cantante emergente. Avete partecipato insieme alla trasmissioni di inizio marzo.
-Oh, sì, penso che…
-No.
I due si voltarono di scatto verso Shirabu, il quale era seduto sul divano in pelle a leggere un articolo di medicina e sembrava, fino a quel momento, che li stesse ignorando. Evidentemente non era così.
-Come?- chiese confuso il suo ragazzo.
Kenjiro alzò uno sguardo impassibile su di lui -No. Non mi piace come ti guarda. Non farai un’intervista con lei.
-Ma…- provò a intervenire Kim, zittendosi di scatto quando lo sguardo di fuoco di Shirabu si spostò su di lui. All’uomo scese un brivido lungo la schiena, aveva proprio la sensazione che quello sguardo volesse dirgli “dai, prova a contraddirmi, vuoi vedere in quanti modi riesco a fare male a un’uomo senza ucciderlo o lasciare segni?”.
-In effetti non è troppo importante…- balbettò alla fine mentre si affrettava a cancellare l’appuntamento dalle note del tablet.
Semi nascose una risata. Quella gelosia era decisamente nuova, ma anche estremamente interessante.
 
3.Ciao! Sono il ragazzo di -,mai sentito parlare di me? [daisuga]
Quindi, la situazione era questa: Daichi e Suga avevano litigato.
A detta di tutti era impossibile che una cosa del genere potesse davvero accadere, ma i due evitavano di guardarsi e si parlavano il meno possibile da ben due giorni. La squadra (o meglio, Tanaka e Noya) capirono di dover intervenire e fare qualcosa.
Fu così che Daichi si trovò trascinato al karaoke insieme a diversi compagni di classe dei due scapestrati del secondo anno e, in poco tempo, si trovò circondato da ben due ragazze che non facevano altro che fargli domande sulla sua musica preferita o sui suoi hobby.
Daichi era sempre stato cortese e, anche se voleva solo andare via, si trovò a dover rispondere a quelle domande nel modo più naturale possibile.
Se c’era una persona più gentile e disponibile di Daichi, questa era sicuramente Suga. Ma non quando si trattava del suo ragazzo.
Il capitano della squadra di pallavolo non era neanche sicuro di quando il suo ragazzo li avesse raggiunti al karaoke, sapeva solo che a un certo punto lo sentì sporgersi oltre la sua spalla da dietro il divano sul quale Daichi sedeva. Il palleggiatore sorrise alle due ragazze con gli occhi chiusi, lo stesso sorriso da brividi che riservava in campo agli avversari o ai loro compagni quando facevano qualche cazzata, poi parlò -Ciao! Sono il ragazzo di Daichi, mai sentito parlare di me?
Le due ragazze sussultarono e iniziarono a balbettare qualcosa che nessuno comprese, non che fosse importante visto che Suga l’aveva costretto ad alzarsi e ad andare via.
-Dove stiamo andando?- chiese Daichi seguendolo obbediente ma con voce tentennante.
-A fare pace.
 
4.Perché non lo fai mai con me? [iwaoi]
A Oikawa piaceva stuzzicare, inventare nomignoli carini e flirtare con chiunque provasse anche solo un minimo interesse nei suoi confronti, con chiunque potesse farlo sentire al centro dell’attenzione.
Ormai lo sapevano tutti, come sapevano che Iwaizumi, il suo amico dall’infanzia, era sempre pronto a trascinarlo via o a dargli testate per farlo tornare al presente.
Finché, un giorno del loro terzo anno, Hajime esplose.
Il ragazzo non sapeva a cosa fosse dovuto, aveva sempre nascosto i suoi sentimenti per Oikawa, fingendo anche con se stesso che non gli importasse, ma evidentemente aveva accumulato stress e tutto era diventato troppo.
-Perché non lo fai mai con me?
Era stato un ruggito il suo mentre tornavano a casa, interrompendo di botto quello che Oikawa stava raccontando sulla ragazza che lo aveva fermato quella mattina.
Il palleggiatore si bloccò di scatto, strabuzzando gli occhi e girandosi a guardarlo -Cosa…?
Iwaizumi arrossì prepotentemente, poi riprese a camminare velocemente facendo finta che non fosse successo nulla.
Ma Oikawa non poteva far finta, non dopo quello che aveva sentito.
-Aspetta!- lo rincorse afferrandogli il braccio, poi stupito mormorò -Tu… sei geloso?
-Non sono geloso! Solo che…
Gli occhi di Oikawa si illuminarono mentre il sorriso gli si apriva sul volto -Quindi ti piaccio! Sono così felice Iwa-chan! Posso baciarti?
Ed era una domanda un po’ inutile visto che non aspettò la risposta per farlo, non che Iwaizumi si tirò indietro.
 
5.Nessuno può toccarti così ad accezione mia. [hiruhoshi]
Non era raro che Sachiro Hirugami si trovasse nella palestra degli Adlers a vedere i loro allenamenti, anche perché il capitano della squadra era suo fratello e uno dei più importanti giocatori il suo ragazzo.
Quello era uno di quei giorni e, all’apparenza, tutto stava andando come al solito, finché non si accorse di qualcosa di insolito, qualcosa che gli fece storcere il naso.
Un ragazzino stava toccando il suo Korai con più insistenza di quanto fosse necessario.
Hirugami si guardò tutta la scena, ma non intervenne e aspettò che l’allenamento finisse prima di raggiungere il suo ragazzo.
La squadra si stava dirigendo negli spogliatoi quando Sachiro bloccò l’altro fuori dalla porta, lo prese per un braccio e lo spinse contro il suo petto.
Korai sussultò, ma si rilassò subito tra le sue braccia quando capì che era lui.
Hirugami gli strinse con possessività un braccio intorno alla vita per far poggiare la schiena del più basso contro il suo petto, con l’altra mano gli accarezzò il viso sudato e, con voce tagliente mormorò -Nessuno può toccarti così ad eccezione mia.
Korai rise piano, un lampo di eccitazione passò sul suo sguardo e, dopo aver inclinato leggermente il viso nella sua direzione, rispose -Fai in modo che non lo scordi.
 
6.Mi hanno detto che avete pranzato insieme. [tanakiyo]
Tanaka amava così tanto Shimizu e da così tanto tempo, che una volta sposati poteva dire di conoscere ogni minimo dettaglio di lei.
E infatti, nonostante fosse molto timida e molto pacata nelle sue reazioni, quando quella sera l’uomo tornò a casa dopo una lunga giornata di lavoro, capì subito che c’era qualcosa che non andava.
Shimizu non aveva fatto nulla, ma Tanaka lo capì semplicemente dall'atmosfera e ne ebbe paura.
Provò a far finta di niente e le baciò una guancia per salutarla, poi le chiese come fosse andata la sua giornata.
Kiyoko si prese il suo tempo per rispondere, poi rispose troppo calma -Bene, ma non penso sia stata eclatante quanto la tua.
-Nulla di speciale oggi neanche per me- si affrettò a rispondere subito l'uomo.
Ed ecco un piccolissimo segno da parte della moglie: il suo sopracciglio destro leggermente alzato. Infine, con finta non curanza, disse -Dici? Perché mi hanno detto che avete pranzato insieme.
Ed eccolo lì il problema. Tanaka ne rimase sorpreso perché non pensava che lei potesse essere gelosa, non quando era l'intero mondo di Tanaka, non quando era l'unica persona che lui riusciva a vedere. Semmai doveva essere tutto il contrario.
Rise, perché era l'unica cosa che trovò sensato fare, poi si affrettò ad abbracciarla per rassicurarla -non ho lottato per te tutti quegli anni solo per buttare ogni cosa al vento per un pranzo con una collega che mi ha pregato di sederci insieme.
Shimizu si rilassò tra le sue braccia -bene. Ti credo. Ma passerò in palestra domani a intimidire un po' questa collega.
Tanaka rise di nuovo.
 
7.Non ti fidi di me? [yakulev]
Yaku era così incazzato con se stesso che voleva solo urlare. Perché le relazioni erano così complicate? Perché Lev doveva entrare nella sua vita? Perché lui riusciva sempre a rovinare tutte le cose belle?
Era un idiota. Ma potevano biasimarlo? Lev era bellissimo, era alto, era carismatico e aveva il fascino dello straniero. Era ovvio che le persone si prendessero una cotta per lui e, di conseguenza, era logico che Yaku ne fosse geloso.
E poi era successo: Lev, infastidito che Yaku avesse interrotto una sua conversazione con una compagna di classe, gli aveva urlato infastidito -Non ti fidi di me?
Ed era ovvio che Yaku si fidasse di lui, ma non aveva risposto, non subito almeno, e questo li aveva portati a litigare.
Dopo due giorni, Yaku capì che doveva sistemare la situazione prima di esplodere, così marciò fino al corridoio del primo piano durante la pausa pranzo e da qui nella classe di Lev.
Lev si accorse subito di lui e gli sorrise luminoso, il ragazzo però stava parlando con la stessa ragazza per la quale avevano litigato e Yaku si impose di rimanere ad aspettare perché si fidava di lui.
Lev non lo fece attendere, liquidò subito la ragazza e lo raggiunse velocemente -Yaku-San!
-Mi fido di te!- sputò subito l'altro con lo sguardo basso e le guance rosse –ma resto comunque geloso- disse poi ancora più piano.
Lev rise ed esclamò fortissimo -anche io mi fido di te!
Se possibile, Yaku divenne ancora più rosso, poi lo prese per mano e lo trascinò via mentre borbottava -dio, sei così imbarazzante.
 
8.Perché hai un sedere così perfetto? Lo guardano tutti e lo odio. [kunikin]
Kunimi non era propriamente ubriaco, dirlo sarebbe stato un insulto verso i veri ubriachi. Poiché si trovavano alla festa di diploma dei loro compagni del terzo anno e aveva solo assaggiato un pó di birra (che per lui era ancora illegale), ma quel piccolo sorso l'aveva destabilizzato e l'aveva fatto diventare un pó più aperto e un pó meno attento a quello che gli succedeva intorno.
Fu proprio per questo motivo che sorprese tutti i suoi compagni di squadra, che avevano imparato a conoscerlo come silenzioso e pragmatico, quando raggiunse Kindaichi, gli si aggrappò al collo e con il broncio si lamentò -Perché hai un sedere così perfetto? Lo guardano tutti e lo odio.
Ne seguì il silenzio, poi l'urlo di Oikawa -cosa ho appena sentito provenire dalla bocca di Akira-kun?- per poi scoppiare a ridere.
Ma quella non era la parte peggiore, la parte peggiore iniziò con Makki e Mattsun.
Makki iniziò a guardare il fondoschiena del primino come si esamina la nuova macchina che si vuole comprare.
-Non me n'ero mai reso conto, ma è proprio vero.
-Perché non ce n'eravamo accorti?- quello era Mattsun.
-Hai per caso i pantaloncini di una taglia più grande? Forse per questo non l'abbiamo notato- Yahaba.
-Visto?- si lamentò ancora di più Kunimi -lo guardano tutti.
A quel punto, il Kindaichi più imbarazzato di tutta la sua vita, sbottò -lo guardano tutti per colpa tua!
 
9.Ehy amico, occhi in su! [tsukkiyama]
Arrivati al terzo anno di liceo, Yamaguchi non era più il ragazzo timido che nessuno ricordava poiché la sua ombra. Era diventato il capitano della squadra di pallavolo, era diventato più bello e, soprattutto, più popolare.
Così, Tsukishima dovette iniziare a convivere con tutti quei sussurri poco velati rivolti al suo ragazzo, con tutte quelle dichiarazioni di chi non sapeva e con tutta quella gelosia che non sapeva neanche di riuscire a provare.
Finché il biondo non capì di dover fare qualcosa, iniziando dai primini che si erano iscritti al club.
-Il capitano è così fico!- stava sussurrando uno.
-Vero? Non riesco a smettere di guardarlo! Oh, sta per fare la sua battuta in float.
Ora, Tsukishima capiva perché quei tre ragazzini rimasero incantati nel guardare Tadashi che saltava per mostrare la sua battuta, li capiva perché era il primo a farlo.
Ma non poté fare a meno di raggiungerli ed esclamare -Ehy voi, occhi in su! Dovete guardare la palla.
Probabilmente aveva usato un tono troppo freddo e anche il suo sguardo non doveva essere dei migliori visto che i tre sbiancarono e iniziarono a balbettare delle scuse, ma non era certo un problema del biondo. Avrebbe iniziato a mettere le cose in chiaro più spesso.
 
10.Sei con me adesso. [shoumika]
Mika non era stata la prima ragazza che aveva lasciato Suguru. Ma era stata la prima che era tornata, che l'aveva capito.
Nonostante ciò, alcune ferite erano dure da rimarginare. Alcune frasi che gli erano state dette ancora ben impresse nella sua mente.
Così, quando incontrò per caso la ragazza che più di tutte gli aveva fatto male, rimase abbastanza scosso dalla situazione.
Lui e Mika erano andati a un appuntamento al cinema quando, lasciando la sala, i due quasi si scontrarono.
Fu mezz'ora dopo, quando ormai il ragazzo era da troppo tempo perso nella sua mente e nei suoi brutti ricordi, che Mika decise di intervenire.
Gli afferrò la mano e gliela strinse forte. Poi, quando ebbe la sua totale attenzione, parlò con un tono serio -Sei con me adesso. Non pensare a lei.
Quella gelosia, quella prova di affetto, cancellò ogni cosa dalla mente del ragazzo e lo portò a fare un sorriso tremulo, poi la strinse in un abbraccio che lei subito ricambió con affetto.
-Ti amo tanto- sussurrò infine con voce spezzata.
Mika sorrise e rispose con un tono più dolce e calmo -ti amo anche io, quindi vedi di pensare solo a me.
 
11.Cosa ci fa lei/lui qui? [ushiten]
Ushijima e Tendo stavano insieme da poco meno di una settimana, quindi non è che il rosso si aspettasse grandi cose alla festa di compleanno del suo ragazzo. Ma di sicuro non si aspettava la presenza della ex di questo.
Non appena la vide entrare nel locale dove avevano prenotato un tavolo e salutare calorosamente il festeggiato, tutto il suo sangue gelò e non riuscì a fingere che stesse andando tutto bene.
Ushijima infatti, non appena tornò da lui, si accorse subito che qualcosa non andava e si affrettò a chiedere -Cosa c'è che non va?
-Cosa ci fa lei qui?- non riuscì a trattenere quella domanda e soprattutto non riuscì a trattenere la sua voce sprezzante.
-Chi?- e il fatto che Tendo sapesse che Ushijima non stava mentendo ma non capisse davvero quale fosse il problema, forse lo faceva infuriare ancora di più.
-La tua ex, Waka. Chi altro?
-Non l’ho invitata- si affrettò a chiarire l’altro.
-Mhmm- Tendo lo guardò storto.
-Te lo giuro! Quando mi ha salutato mi ha detto che si è trovata qui per caso, ma non starà con noi!
E come poteva Tendo essere infuriato con lui quando si era subito premurato di rassicurarlo nonostante il rosso non avrebbe dovuto avere alcuna pretesa fin dall’inizio?
Quindi rilasciò un sospiro e si calmò mentre poggiava la testa sulla sua spalla -Scusa, sono solo geloso.
-Non devi- Wakatoshi gli passò una mano tra i capelli -ci sei solo tu.
 
12.E se anche fossi geloso? [osasuna]
Suna Rintaro era sempre stato affascinante e Osamu lo sapeva. Sapeva bene cosa pensavano le persone non appena lo vedevano, sapeva bene l’effetto che faceva.
Ma Suna si era sempre disinteressato alla questione, se ne stava curvo e chino sul sul cellulare e non dava per niente la sensazione da “figo della scuola”, così Osamu non si era mai dovuto preoccupare.
Questo almeno, fino a quando non divenne un giocatore professionista.
Osamu non si rese conto di essere geloso di tutte le sue fan fino a quando non glielo fece notare il suo stesso ragazzo.
Suna era al bancone del suo ristorante quando era stato avvicinato dal gruppetto di tre donne che l’avevano trattenuto per diversi minuti. Osamu non era sicuro di quale fosse il suo sguardo, ma capì che non doveva essere normale quando Rin, dopo essersi liberato dalle donne, gli lanciò uno sguardo divertito e alzando un sopracciglio lo prese in giro -Sei geloso?
Quelle semplici due parole e il tono che utilizzò fecero subito mettere sulla difensiva l’altro che, quasi con lo stesso tono, rispose velocemente -E se anche fossi geloso?
Evidentemente era una risposta inaspettata per Suna, poiché strabuzzò gli occhi e un luccichio interessato si posizionò sul suo sguardo. Infine si sporse in avanti e sussurrò in modo che fosse Osamu l’unico a sentire -sono molto interessato ad approfondire questa tua gelosia a letto, che ne dici?
 
13.Oh andiamo, non preoccuparti, siamo solo amici! [sakuatsu]
“Oh andiamo, non preoccuparti, siamo solo amici!” chi diavolo dice una cosa del genere al proprio ragazzo quando questo è già infuriato? Era ovvio che Sakusa si fosse incazzato ancora di più e gli avesse chiuso la telefonata in faccia, Atsumu non conosceva le basi per rapportarsi con le persone?
Così, un più incazzato del solito Sakusa Kiyoomi sbatté la porta della sua camera per chiuderla e si sdraiò sul letto per urlare nel cuscino.
Ma non passò molto tempo prima che Atsumu gli mandasse una serie di messaggi:
“Scusa :(“
“Non avercela con me, non volevo farti incazzare”
“Omiiii, non ignorarmi!!”
“Chiederò al professore di cambiare le coppie domani.”
Quell’ultimo messaggio fece iniziare una nuova chiamata da parte del corvino.
-Omi!
-Sei scemo? Non puoi prendere un brutto voto alla ricerca di gruppo, quindi non chiedergli di cambiare coppia.
-Ma poi tu…
-Non prenderai un brutto voto solo per la mia gelosia- fu un ringhio il suo che lo fece anche arrossire.
Atsumu rimase in silenzio per qualche secondo, tanto che Kiyoomi credette che la linea fosse caduta, ma prima che potesse controllare o porgere una domanda, Atsumu sussurrò -è ancora troppo presto per dirti che ti amo?
 
14.Come potrei mai farti ingelosire? Mi sciolgo ogni volta che pronunci il mio nome. [futaone]
Futakuchi era stronzo, questo lo sapevano un po’ tutti. Era stronzo perché si divertiva a mettere le persone non a loro agio, a rispondere loro con frasi taglienti e a sentirsi un gradino sopra di loro.
Di conseguenza, essendo che partiva già con un comportamento da stronzo, era ovvio che avrebbe fatto piangere chiunque avesse avuto la forza di volontà di parlare e dichiararsi al suo ragazzo.
Ma, la cosa che più di tutti lo faceva infuriare, era come Aone lo rimproverasse per questo. Come faceva a non capire? Futakuchi era geloso, davvero tanto, perché il suo ragazzo non se ne rendeva conto?
E così capì che doveva fargli sentire sulla propria pelle cosa fosse la gelosia.
Tuttavia, non aveva messo in conto quanto adorabile fosse il suo ragazzo.
-Kenji?
Una parola, semplicemente il suo nome e Futakuchi si sarebbe sciolto come neve al sole.
Lo raggiunse velocemente abbracciandolo, dimenticandosi tutto quello che stava facendo mentre mormorava -Come potrei mai farti ingelosire? Mi sciolgo ogni volta che pronunci il mio nome.
E forse Aone non si era neanche accorto che Futakuchi stava cercando di farlo ingelosire, ma a chi importava quando erano uniti in quel modo?
 
15.Non preoccuparti, sono tuo. [bokuaka]
Dopo due anni, Akaashi era diventato molto bravo a capire quando qualcosa in Bokuto non andava e, soprattutto, a trovare subito una soluzione.
Quel giorno non faceva eccezione.
Akaashi non era sicuro di cosa l’avesse scatenato poiché avevano appena disputato una amichevole e avevano vinto, senza contare che durante questa non c’era stato nulla che avrebbe potuto scatenare quella reazione in Bokuto.
Lo trovò al suo solito posto: dentro il magazzino, seduto a terra e con la testa tra le braccia incrociate e poggiate sulle sue ginocchia, a volersi nascondere da tutti.
Akaashi lo raggiunse piano, senza farlo spaventare, poi si sedette al suo fianco.
-Cosa c’è che non va?- domandò con voce bassa ma tranquilla.
-Keiji…- piagnucolò quello che, da poche settimane, era diventato il suo ragazzo.
-Cosa succede?- riprovò ammorbidendo ancora di più il tono.
-Ho sentito come parlavano le manager dell’altra squadra oggi… hanno detto che sei bello e intelligente e un sacco di altre parole che neanche ho capito!
Akaashi rise piano -Anche tu sei tutte queste cose, sono sicuro che lo dicono anche su di te, solo che non l’hai sentito.
-Non è questo il problema!- s’infervorò il più grande mentre alzava lo sguardo -è che stavano parlando di te! Altre persone si sono rese conto di quanto tu sia speciale! Sono… geloso- l’ultima parola fu un sussurro quasi inudibile.
Quello era inaspettato per Akaashi, insomma… davvero pensava che potesse mai pensare a qualcun’altro al di fuori di Koutaro? Era stato il centro dei suoi pensieri fin dal momento che l’aveva visto al suo primo anno quando aveva messo piede in palestra.
Allungò una mano e gliela strinse con la sua, poi cercò il suo sguardo e il più serio e risoluto possibile affermò -Non preoccuparti, sono tuo.
 
16.Stai passando fin troppo tempo con lui/lei. [matsuhana]
La cosa era diventata più grande di quello che Hanamaki poteva sopportare.
Non era mai stato geloso, perché avrebbe dovuto? Mattsun e lui erano destinati a stare insieme, oserebbe dire anche anime gemelle, non c’era nessuno che poteva sostituirli, quindi perché preoccuparsi? Anzi, molte volte si erano addirittura divertiti a fingere di attraccare le altre persone.
Makki non era mai stato geloso, mai. Ma poi era arrivato lui, quel bastardo che gli aveva portato Oikawa. Dio, Takahiro sapeva che doveva rompere i rapporti con il suo amico una volta finito il liceo, bell’amico poi che gli portava il nemico in casa.
Erano cinque giorni che il suo Issei stava tutto il tempo con lui, facevano la doccia insieme, dormivano abbracciati, gli preparava da mangiare e uscivano a fare le passeggiate. Takahiro era diventato importante quanto un soprammobile all’interno di quella casa.
-Stai passando fin troppo tempo con lui- si decise a dirgli finalmente quel pomeriggio.
-Che dici? Non è assolutamente vero!- Issei ebbe il coraggio di contraddirlo mentre era seduto a terra a spazzolare con dolcezza la fonte di tutti i problemi di Makki: E.T., ovvero l’enorme Labrador di Oikawa e Iwaizumi.
Sospirò cercando di calmarsi e trovare il lato positivo in tutto quello: due giorni, mancavano solo due giorni al ritorno dei legittimi proprietari del cane che aveva preso tutte le attenzioni del suo ragazzo.
  
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