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Autore: Dreamer47    17/05/2023    1 recensioni
È il 2005.
Sam e Dean sono ancora all'oscuro dei piani di Azazel.
Le loro giornate sono intrise di mostri e di streghe, vogliono ancora trovare John ed uccidere l'assassino di Mary, quando una ragazza incontrata per caso entrerà a far parte della loro vita.
Hunters' legacies non è solamente la storia dei fratelli Winchester, ma anche quella di Abby Harrison, una giovane ragazza dal cuore spezzato e dal destino turbolento il cui unico scopo è la vendetta.
Insieme, riusciranno ad ottenere ciò che vogliono più di ogni altra cosa.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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Hunters' legacies
Capitolo 69.


"Sento ancora l'olio santo che mi brucia la pelle, ma sto bene..". 
Abby accennò un sorriso ironico sollevando lo sguardo verso Dean seduto al suo fianco nella sala centrale, mentre Mary stava seduta sulle sue gambe ed Abby la stringeva fra le braccia affondando il viso fra i suoi capelli biondi e sospirando; tutto si era svolto così velocemente da farle girare la testa: Lucifer e Michael avevano aperto nuovamente il portale sull'altra dimensione e avevano portato Abby con sé, per usarla come scudo umano nel caso i cacciatori avessero attaccato e per fare uno scambio di ostaggi, in maniera tale che Lucifer potesse essere ricongiunto con suo figlio Jack. 
Scosse la testa e mandò giù un po' di Scotch dal suo bicchiere, osservando Silver andarle incontro mentre le prendeva la bambina ormai addormentata dalle braccia per portarla subito a letto, evitando il rischio che Mary potesse svegliarsi con tutto il trambusto che facessero i cacciatori provenienti dal mondo apocalittico. 
"Avete fatto un buon lavoro, siete stati bravi" disse Abby accennando un sorriso mentre faceva vagare lo sguardo per la sala, osservando la madre di Sam e Dean parlare con una versione di Bobby proveniente dall'altro mondo, e con tante altri sopravvissuti; ma poi il suo sorriso divenne meno luminoso e Abby fece spallucce, mordendosi il labbro. "Mi dispiace di non essere riuscita a tenere buono Lucifer. Io e Edward stavamo parlando e.. e Lucifer deve aver detto qualcosa per distrarre Rowena dall'incantesimo. Quando ci siamo avvicinati era già troppo tardi per..". 
Dean scosse la testa e guardò nei suoi occhi azzurri arrossati ed afflitti, afferrandole una mano fra le sue e portandosela alle labbra con un sospiro; quando era tornato al bunker insieme ai sopravvissuti tenendo sua figlia sana e salva fra le braccia, subito Silver e Rowena gli erano andate incontro per informarlo di come Abby si fosse lanciata in quel mondo pur di salvare sua figlia e Dean aveva avuto nuovamente una paura tremenda di averla perso di nuovo. 
Inoltre la presenza di Edward al bunker lo aveva infastidito molto, specialmente quando lo vide tenere fra le braccia il piccolo Rich per calmarlo da tutto quel trambusto e quel forte vociare proveniente dalla sala centrale. 
Edward aveva provato ad attraversare il portale senza neanche sapere che posto vi fosse dall'altra parte, ma esso si era chiuso ancora prima che potesse varcarlo, proprio quando Dean stava tornando insieme a tutti gli altri. 
Per la rabbia, Dean aveva sollevato una sedia e l'aveva spaccata con forza contro uno dei pilastri portanti del bunker, facendo spaventare tutta la gente appena raccolta nella sala e specialmente Mary, che corse nascondersi dietro la gamba di Edward.
L'uomo aveva sospirato e le aveva passato una mano sulla schiena mentre con l'altro braccio reggesse Rich, ed aveva fulminato con lo sguardo Dean: anche Edward era disperato e distrutto all'idea di aver ancora una volta perso Abby, ma dovevano pensare con razionalità per riuscire a riportarla a casa.
Ma riportarla a casa sarebbe stato troppo difficile questa volta: Gabriel era morto nell'altra dimensione e Lucifer era rimasto intrappolato lì insieme ad Abby.
Anche volendo aprire un nuovo portale, mancava loro l'ingrediente principale: la grazia di un arcangelo. 
Tutti si erano presto rimessi a lavoro, cercando fra i libri e facendo numero chiamate, ma i giorni passavano e la paura che Abby potesse non tornare più diventava sempre più concreta e reale.
Trascorsero due settimane e nessuno sembrava avere la risposta su come squarciare lo spazio ed il tempo senza avere a disposizione tutti gli ingredienti.
Mentre guardava Rich agitarsi e piangere nel suo box, Dean non ebbe neanche il tempo di avvicinarsi e stringerlo a sé che un paio di braccia si piegarono verso di lui per tirarlo su e cullarlo.
Dean sospirò rumorosamente osservando come Edward si prendesse cura del piccolo Richard ed iniziò a pensare che non sarebbe mai riuscito ad avere tutto ciò che volesse sullo stesso piano esistenziale.
Voleva Abby e voleva la loro famiglia unita, tagliando per sempre Edward dalle loro vite.
Ma Abby era ancora intrappolata in quel mondo senza speranza di ritorno e Richard ormai sembrava amare di più le braccia di Edward, rispetto alle sue. 
Solamente per un istante, la loro attenzione era stata completamente distolta da Abby e dal suo ritorno, quando una strana morte fra i sopravvissuti del bunker li aveva allarmati, e quel giorno Dean fu grato di essere uscito ed aver raggiunto un potenziale sospettato dell'omicidio.
Insieme a Sam ed a Castiel, Dean era stato attaccato da Michael in persona, riuscito a tornare dall'altro mondo e tenendo con una presa ferrea Abby dal braccio; dopo essere riusciti a liberarsi di lui con l'olio santo ed a strappargli la ragazza dalle braccia dell'arcangelo, i quattro si erano diretti verso il bunker con velocità, e Sam e Castiel si erano subito messi ad elaborare un nuovo piano per difendersi da qualsiasi cosa stesse per colpirli, venendo poi a sapere del fatto che anche Lucifer fosse tornato e fosse passato dal bunker per portare via con sé Jack.
Dean sospirò e scosse la testa tornando al presente e cercando di lasciarsi alle spalle ciò che di brutto fosse accaduto, sentendosi finalmente felice di avere ritrovato Abby.
"Non è colpa tua, ragazzina". Accennò un sorriso ampio, intrecciando poi la sua mano con quella della donna e chinandosi su di lei. "Sei qui con me, questo è l'importante". 
Abby lo guardò con aria molto seria, scuotendo la testa e rabbrividendo dentro al suo maglioncino di lana: quelle due settimane lontana da casa non erano state affatto semplici.
Specialmente perché Abby non sapeva se la sua Mary stesse davvero bene, se Dean ed il resto della loro famiglia fossero tornati a casa sani e salvi.
Ed in quel tempo aveva pensato così tanto a cosa avrebbe fatto se fosse riuscita a tornare a casa.
Voleva tremendamente rimettere le cose a posto: lasciarsi alle spalle la morte di Isobel e accettare il fatto di essere ormai tornata in vita.
Voleva tornare a combattere più duramente per far si che la loro terra fosse sicura, che Mary e Rich potessero crescere come dei comuni bambini.
Intercettò lo sguardo di Edward alle spalle di Dean che ancora tenesse fra le braccia il piccolo Rich nel tentativo di farlo mangiare, e l'uomo le rivolse uno sguardo grato e felice che fosse finalmente tornata.
Ed il suo cuore batteva più forte nel petto mentre li vedeva insieme.
Quando tornò a guardare negli occhi verdi di Dean, Abby sapeva quanto fosse difficile per lui accettare quella situazione, ma sapeva che Dean lo stesse facendo unicamente perché l'amava tanto.
La ragazza strinse la presa sulla sua mano con dolcezza e si avvicinò a lui quel tanto che bastasse per unire le labbra alle sue e baciarlo con dolcezza, stringendosi a lui con tutta l'intenzione di fargli sentire quanto anche lei lo amasse.
Ignorò lo sguardo di Edward che opportunamente si voltò e lasciò loro un po' di privacy, e poi Abby si scansò da quel bacio solamente per guardarlo negli occhi perché sapeva che fosse arrivato il momento di dirgli la verità. "Da quando sono tornata sono stata scontrosa, arrabbiata e poco disponibile, e tu sei stato così paziente con me e hai provato ad aiutarmi, ma io ti chiudevo fuori tutte le volte. Mi dispiace tanto". 
Dean accennò un sorriso comprensivo e scosse la testa, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e piegando la schiena sulla sedia per avvicinarsi più a lei, stringendole forte le mani. "Sei stata all'inferno, Abby. So quant'è difficile poi ambientarsi e..". 
"Non sono stata all'inferno" si affrettò a correggerlo accennando un sorriso amaro e abbassando lo sguardo per qualche momento per superare la barriera emotiva che avesse messo fra lei e il resto del mondo da quando fosse tornata, e quando lo sollevò vide lo sguardo confuso di Dean, che aggrottò le sopracciglia senza capire cosa stesse dicendo. "Io ero in pace, Dean. Esattamente in armonia con il mondo e con il Paradiso, in equilibrio con tutto ciò che avessi attorno. Ero a casa mia, ero con mio padre, Jo, Ellen e Ash, che tra parentesi stanno alla grande".
Abby fermò il suo racconto per riprendere fiato quando vide lo sguardo di Dean farsi sempre più serio mentre il suo sorriso scemava, iniziando a guardarla in maniera diversa; abbassò nuovamente il capo per qualche momento, per poi tornare a guardarlo con un sorriso amaro mentre faceva spallucce ed i suoi occhi erano lucidi. "All'inizio mi mancavate così tanto che non c'era spazio per la pace e l'armonia, ma quando ho capito che prima o poi sareste tutti arrivati e che presto avremmo ripreso da dove avevamo interrotto, stavo bene! Non provavo dolore, disperazione, solitudine o mancanze: ero felice. Non c'erano mostri o apocalissi da fermare! C'era solo pace e tranquillità, fin quando mia madre mi ha riportata a vivere in un mondo dove io non volevo stare". 
Dean rimase a guardarla in silenzio per dei minuti lunghissimi, percependo immediatamente i discorsi dei cacciatori attorno a lui come dei lievi ronzii nelle orecchie mentre rimaneva a fissare Abby negli occhi con aria seria e sconvolta per quella liberazione.
Delle dense lacrime scivolarono sul volto della ragazza, che si affrettò a spazzare via con le dita mentre lo guardava con il cuore che batteva più veloce nel letto per l'agitazione. "Io non pensavo.. Credevo che tu fossi in un brutto posto e che avessi bisogno di aiuto, e..". 
"Tu e Sam siete finiti all'inferno e siete stati torturati per tanto tempo, volevate tornare per far cessare quel dolore. Mentre se fosse dipeso da me, io non sarei mai tornata qui sulla terra, Dean.." sussurrò Abby abbassando gli occhi e sentendo altre lacrime farsi strada sul volto, scuotendo la testa e sospirando. "Sarò una persona orribile a dirlo, ma io stavo meglio lì. E Lucifer aveva ragione: è questo il mio inferno".
Dean rimase in silenzio a guardarla senza sapere che cosa dire, senza sapere come reagire davanti alle sue parole, perché capiva il senso del suo discorso, ma per lui la pace non sarebbe stata sufficiente a farlo desistere dal tornare dalla sua famiglia; fu un fulmine a ciel sereno, proprio in un momento come quello in cui aveva persino pensato di sistemare le ultime cose e ritirarsi in pensione dalla caccia, vivendo una vita normale con suo fratello e la sua famiglia, dato che ormai ci fossero nuovi cacciatori e Jack sulla terra. 
La osservò asciugarsi le lacrime dal volto e tornare a guardarlo con un sorriso amaro, facendo spallucce e sospirando. "Adesso sai perché è stato così difficile per me: io volevo solamente una vita normale. L'ho sempre voluta per me, per noi, per i bambini. Ma mi rendo conto che non sarà mai possibile: non usciremo mai da questo girone, se non morendo durante una caccia andata male". 
Dean deglutí a fatica e sollevò un sopracciglio sentendola parlare in quel modo, sentendosi ancora un po' sconvolto dalla sua rivelazione; solo per un momento scorse la malinconia e la rassegnazione nello sguardo di Abby, e Dean si sentí trasportare indietro a molti anni prima, quando entrambi erano solamente dei ragazzi ancora troppo giovani e inesperti, e si ritrovò nella camera di Abby nella sua casa a Louisville, mentre lei cercava di dirgli che avrebbe lasciato i suoi fratelli per tornare a cacciare insieme a loro, aiutandoli a trovare un modo per salvarlo dall'inferno. 
"È una bella vita, ma questa non è la mia. Io sono fatto per cacciare, Abby". 
"Non voglio cacciare per sempre: vorrei essere normale, avere una vita normale. Ho solo 23 anni, Dean!". 

Rabbrividí a quel ricordo, sorridendo amaramente mentre ripensava a quanta strada avessero fatto insieme e presto Dean la guardò negli occhi alla ricerca della stessa ragazza che avesse pronunciato quelle parole circa quattordici anni prima, la stessa Abby solare, sempre sorridente e pronta a fare una battuta dietro l'altra solamente per dargli fastidio, fino a portarlo all'esasperazione e farlo cedere su qualsiasi cosa volesse da lui.
Ma di quella ragazza non sembra esserci più traccia.
"Non puoi dire così, ragazzina: io voglio la normalità e anche tu la volevi un tempo!" esclamò Dean scuotendo la testa con disapprovazione, allentando la presa sulle sue mani per sollevare una mano e sfiorarle una guancia. "Avremo la normalità, solo non adesso". 
Abby lo guardò con aria ironica ridendo di gusto per il nervosismo ed alzandosi dalla sedia, camminandogli vicino fino a fermarsi davanti a lui con entrambe le mani sui fianchi: avrebbe potuto dirgli che aveva sentito quella frase almeno un milione di volte e che ci contasse davvero perché era fin troppo stanca della loro assurda vita che si fosse spinta fin troppo oltre. 
Ma Abby invece sorrise amaramente e fece spallucce mentre lo guardava. "No, non l'avremo mai, o almeno non io, e l'ho capito quando sono rimasta bloccata nell'altra dimensione: ho passato due settimane con Micheal. Anche lui conosce Syria, ovviamente. Ma non quella di questo mondo. Micheal pensa che io sia Syria, la sua". 
Den rimase a guardarla con aria indagatrice, alzandosi e serrando le braccia al petto mentre si chiedeva dove volesse andare a parare. "Non ti seguo".
Abby fece spallucce e sospirò rumorosament, serrando anche lei le braccia al petto e scuotendo la testa perché sapeva quanto si sarebbe arrabbiato da lì a breve. "Nella sua dimensione lei non lo ha mai lasciato per Lucifer: Syria e Micheal sono rimasti insieme, finché lei non è morta. Pensava di averla ritrovata quando mi ha incontrata: mi vuole con sé a tutti i costi. E prima che tu possa dire qualcosa, sai benissimo che il modo per sbarazzarci di lui è colpirlo a tradimento. Ed io posso farlo. Ma devi lasciarmi and-..".
"Credi che possa permetterti di fare una cosa del genere? È un fottuto arcangelo: non abbiamo un'arma in grado di ucciderlo ed in più c'è Lucifer a piede libero con Jack! Non posso perdere anche te!" esclamò Dean guardandola in cagnesco e alzando fin troppo il tono della voce, sentendo il sangue ribollire nelle vene all'idea di perderla per l'ennesima volta mentre Abby accennò un sorriso imbarazzato verso gli altri cacciatori che avessero iniziato ad ascoltare la loro conversazione facendo calare il silenzio nella sala, compreso Edward che lasciò Richard fra le braccia di Anael e fece qualche passo verso di loro.
Abby roteò gli occhi ed afferrò Dean per un braccio fino a spostarlo con forza verso il corridoio del bunker, invitandolo ad abbassare il tono della voce, ma Dean era ormai stanco di continuare a perdere le persone che amava. "Ci risiamo, non è vero? C'è sempre qualcosa che vuole tenerci lontano. Ma tu non hai mai perso la speranza: uniti abbiamo una possibilità contro questi stronzi, ma se ti arrendi così adesso e ti consegni a lui, è finita. La vita insieme, la casa, i bambini: finirà tutto. Quindi resta, lavoriamo tutti insieme: almeno fino all'ultimo momento, starò accanto a te".
Abby guardò nei suoi occhi così speranzosi e scosse la testa, abbassando lo sguardo perché non aveva la minima voglia di discutere.
Si chiedeva perché nessuno volesse lasciarla andare e permetterle di trovare un modo di uccidere Michael da sola, mentre loro avrebbero continuato la loro vita sano e salvi.
Abby voleva vivere, solamente non voleva più farlo in quel mondo fatto di caccia e sangue.
Abby accennò un sorriso amaro nella sua direzione e avrebbe tanto voluto cingergli il collo con le braccia, nascondere il viso nell'incavo del suo collo e respirare il suo odore; voleva sentire le sue braccia massicce cingerle i fianchi ed attirarla a sé.
Ma all'infuori di Dean, Edward ed i bambini, Abby non sentiva più nulla.
Come se fosse anestetizzata.
Si sollevò sulle punte per schiacciare le sue labbra contro quelle dell'uomo davanti a sé, cingendogli il volto con le mani mentre lo attirava a sé con dolcezza.
Lo baciò lasciando che Dean riuscisse a percepire ciò che Abby provasse per lui e che avesse sempre provato, volendo che sentisse tutto il suo amore per l'ultima volta.
Poi si scostò da quel breve contatto e sollevò lo sguardo fino a lui, accennando un sorriso amaro nella sua direzione mentre lo guardava.
"No". La sua risposta fu secca mentre ancora lo guardava negli occhi, sollevando le spalle e scuotendo la testa. "Devi lasciarmi fare la cosa giusta quando sarà il momento, ma per ora devo concentrarmi sul trovare un'arma in grado di ucciderlo".
Dean sgranò gli occhi mentre ascoltava le sue parole, ma non ebbe il tempo di rispondere e di provare a persuaderla a non tentare il suicidio consegnandosi a Micheal, quando un forte terremoto scosse il bunker facendo spaventare tutti i presenti.
I cacciatori si guardarono attorno con aria confusa perché nessuno aveva la minima idea di ciò che stesse accadendo e si prepararono a prendere le loro armi perché quello voleva solamente dire che l'arcangelo li avesse trovati, quando la porta in acciaio rinforzato impossibile da buttare giù venne scaraventata dalla parte opposta del bunker.
Abby e Dean si avvicinarono alla sala comune rimanendo nel corridoio e l'uomo trattenne con forza Abby dalle braccia per evitare che corresse nella direzione dei bambini, notando già come Edward li avesse presi entrambi e fosse sparito in uno degli altri corridoio per metterli in salvo.
Dei forti passi giunsero alle orecchie dei cacciatori nascosti ed ancora storditi per ciò che fosse accaduto, ed Abby si sporse appena per osservare come l'uomo di colore mosso da Micheal farsi sempre più vicino.
Ed in quel momento Abby scosse la testa e smise di lottare fra le braccia di Dean, perché aveva perso la speranza e sapeva che nessuno di loro sarebbe sopravvissuto. "Avresti dovuto lasciare che mi consegnassi a lui e basta. Adesso è troppo tardi".



"Avevamo un accordo". 
Sbatté le palpebre un paio di volte guardandosi attorno con aria disorientata.
Le orecchie le fischiavano, la testa le girava un po' ed il freddo le penetrava nelle ossa facendola tremare.
Le parole piene di rabbia di Dean riecheggiavano nella sua mente, facendole immediatamente ricordare ciò che fosse avvenuto subito dopo che fossero finalmente riusciti a sconfiggere Lucifer una volta per tutti. 
"Grazie per il vestito". 
Quando Micheal era arrivato pieno di rabbia al bunker per riprendersi Abby ed uccidere tutti i cacciatori, Dean era stato il primo ad avanzare per ostacolare l'arcangelo.
Dean voleva così disperatamente salvare la vita di Abby che non gli sarebbe importato di perdere la sua, osservando con la coda dell'occhio come la ragazza fosse caduta a terra dopo che lui stesso l'avesse spinta via da Michael.
Ma Dean non fu l'unico, dato il modo in cui Edward accorse in suo aiuto e cercò in tutti i modi di liberare Dean dalla presa mortale che Michael esercitasse attorno al suo collo, ma l'arcangelo bloccò anche lui nella stessa morsa.
Rise divertito e strinse forte la presa su entrambi gli Uomini, lasciando vagare lo sguardo fino ad Abby, che lo guardava con aria supplichevole.
"Queste sono le conseguenze per avermi abbandonato, Abby. Potrei ucciderli in modo molto veloce, ma mi gusterò ogni istante".
Abby si era faticosamente alzata e stava proprio per scagliarsi contro di lui, dicendo che lo avrebbe seguito solamente se li avesse risparmiati, quando Jack si materializzò nella sala mettendosi fra di loro. 
"Ho sentito la tua preghiera, Sam".
Abby si era voltata a guardare il minore dei Winchester con aria confusa, riconoscendo che pregare Jack di unirsi a loro e di aiutarsi fosse una grande mossa.
Così avevano tutti assistito al modo in cui Jack costrinse Michael a lasciare andare i due uomini, che caddero rovinosamente a terra tossendo e cercando di regolarizzare il loro respiro, mentre Abby si chinó su di loro per aiutarli a stare più dritti e si assicurava che entrambi stessero bene, e con uno schioccò di dita gli occhi del giovane si accesero di un dorato intenso ed iniziò a far urlare Michael di dolore.
Il tradimento che seguì dopo, fu una delle lezioni più importanti che Jack potesse imparare.
Venire a scoprire dell'accordo fra Micheal e Lucifer gli aveva fatto perdere quel minimo di fiducia che Jack riponesse nel suo padre biologico.
Anael e Castiel accorsero in soccorso di Jack, che li guardò sentendosi disorientato e debole quando Lucifer gli rubò la grazia per accrescere i suoi poteri, prima di scappare via e portare con sé Jack e Sam che si fosse avvicinato per separarli. Adesso i cacciatori sapevano che non ci fosse più nessuno che avrebbe potuto fermare Lucifer, nessuno tranne Michael stesso se fosse stato opportunamente potenziato.
L'arcangelo aveva deciso di esaudire i loro desideri, cioè di non portare via con sé Abby e di uccidere Lucifer solamente ad una condizione: prendere il controllo del corpo Dean, la sua vera spada.
Abby aveva provato a dissuaderlo ed a dirgli che fosse una menzogna, che Michael non avrebbe mai rispettato la parola data di lasciarlo andare subito dopo lo scontro.
Lo aveva supplicato di non dire di si.
"Se la scelta è fra me e te, lascia che sacrifichi me stesso per salvarti, ragazzina".
Dean non le aveva dato il tempo di rispondere, chinandosi su di lei e baciandola con fermezza mentre le sfiorava una guancia.
Le aveva sorriso per tranquillizzarla, prima di ricordarle quanto l'amasse.
Poi si era voltato per affrontare Michael che lo attendesse come un felino pronto a balzare sulla preda ed a insinuare i suoi artigli malefici nella sua carne, ma Dean si era presto voltato per guardare gli occhi nocciola di Edward.
Non si erano detti nulla, ma Edward sapeva cosa Dean gli stesse silenziosamente dicendo.
"Molto probabilmente non tornerò mai, quindi prenditi cura di loro".
Edward si era limitato ad annuire e per la prima volta lo aveva guardato con rispetto e gratitudine per il sacrificio che stesse compiendo, mentre si avvicinava ad Abby e le passava una mano sulla schiena nel tentativo di darle conforto.
"Si".
Una parola, due lettere pronunciate ad alta voce.
Ed una grande luce illuminò la sala centrale del bunker, facendo si che Micheal prendesse pieno possesso del corpo di Dean, prima di allungare una mano con forza verso Abby e volare via in un battito di ali.
Michael aveva afferrato Abby a tradimento, strappandola dalle braccia di Edward per portarla nella cripta dove Lucifer aveva invece portato Jack e Sam, e la ragazza era rimasta inerme a guardarli combattere insieme a loro.
Quando la battaglia si concluse ed il corpo senza vita di Lucifer cadde rovinosamente a terra, Sam, Abby e Jack si scambiarono un'occhiata felice ma incredula, perché finalmente Lucifer era morto. 
La felicità durò almeno fino a quando Michael utilizzò le forti mani di Dean per afferrarla saldamente, volando via insieme a lei e poggiando due dita sulla testa per farle smettere di opporre resistenza.

Si tirò a sedere sul freddo mattonato di quella strana chiesa abbandonata e tetra in cui si fosse risvegliata, guardandosi attorno con aria confusa fino a raggiungere con lo sguardo una sagoma seduta sull'unica panca di legno ancora intatta che vi fosse; Abby si mise in piedi e si avvicinò al ragazzo di spalle pensando che lo avrebbe riconosciuto fra mille.
Corse verso di lui velocemente, superandolo ed osservandolo con aria seria rimanendo di stucco ed incredula per qualche secondo mentre osservava la sua espressione seria e solenne. 
"Dean?". 
I vestiti eleganti, la giacca accuratamente ripiegata accanto a sé, il basco francese, lo sguardo duro e il mezzo sorriso che si dipinse sulle labbra del ragazzo che stesse davanti a lei e che fissasse da chissà quanto tempo la grande statua di Gesù malmessa al centro dell'abside: tutto ciò le fece venire la pelle d'oca e la fece indietreggiare ad occhi sgranati. "Tu non sei Dean". 
L'uomo si alzò lentamente come se si stesse gustando quel momento fra di loro e si avvicinò alla ragazza che continuava ad indietreggiare fino a sbattere con le gambe contro ciò che restasse di una panca, piegando appena la schiena all'indietro e appoggiandovi entrambi i palmi nel tentativo di stargli il più lontana possibile; Micheal usò la mano di Dean per sfiorarle la guancia sinistra, notando come Abby cercasse di allontanarsi da quel contatto e l'arcangelo mise su un ghigno felice, avvicinandosi di un altro passo per poter sfiorare la sua pelle con l'intero palmo.
"Lascia andare Dean, subito". 
Michael rise leggermente divertito scuotendo appena la testa per poi lasciare che la sua mano scivolasse sul suo collo con delicatezza, iniziando a scendere sempre più giù fino a quando Abby lo guardò in cagnesco e gli bloccò la mano a mezz'aria, spingendolo e costringendolo a indietreggiare prima di lasciare la presa su di lui. L'angelo rise di gusto e si morse il labbro inferiore, per poi sollevare le mani in segno di resa mentre la guardava con aria seria. "Devi scusarmi, ma ho sempre avuto occhi per una sola donna, la stessa che amo e che ho perso da millenni. E tu sei dannatamente identica a Syria". 
Abby notò il modo in cui Micheal la stesse guardando, il modo in cui stesse osservando ogni singolo centimetro di lei facendola sentire a disagio, come se stesse rivivendo dentro la sua testa qualcosa che riguardasse anche lei, costringendola a fare una smorfia ed a scuotere la testa. "Beh, sappi che io non sono Syria: né in questo mondo, né nel tuo". 
"Oh, questo l'ho già capito.." sussurrò l'angelo iniziando a girarle attorno con passo lento riuscendo ad annusare il suo profumo ed a bearsene, accennando un sorriso famelico per poi tornare davanti a lei e studiare i suoi occhi così sicuri. "Nelle due settimane che abbiamo trascorso insieme, faticavo parecchio a capirti. Non ti conoscevo, non sapevo la tua storia, e poi Lucifer minacciava di uccidermi ogni volta che mi avvicinavo troppo a te. Ma adesso mia cara Abby, io so tutto di te, perché le sa Dean: so che non sei Syria, ma so anche che potresti esserlo di nuovo. E adesso che sono dentro l'uomo a cui non puoi resistere, tu farai ogni cosa che ti chiederò di fare. Perché lo ami e non vuoi che io gli faccia del male". 
Micheal la intrappolò con il suo sguardo magnetico mentre la osservava aggrottare le sopracciglia e scuotere la testa guardandolo con occhi lucidi: l'arcangelo era in grado di sentire la confusione dentro di lei, la paura che Abby provasse all'idea che qualcosa di male potesse accadere a Dean. 
Le sorrise pacatamente come a dirle che tutto sarebbe andato bene se lei avesse fatto la brava e le si avvicinò con un balzo, davanti al quale Abby non indietreggiò: la ragazza rimase immobile e non sussultò, per dimostrargli di non avere alcuna paura di lui.
L'aveva presa, l'aveva allontanata dalla sua famiglia, eppure Abby non si sarebbe mai lasciata spezzare da Micheal.
L'arcangelo sorrise, utilizzando entrambe le mani di Dean per scostarle i lunghi capelli dietro la schiena e ritrovandosi ancora una volta vicino al suo volto; la vide chiudere gli occhi per qualche istante e riaprirli per sostenere ancora il suo sguardo, deglutendo a fatica mentre si sforzava di apparire rilassata e tranquilla.
Ma Micheal riusciva a sentire il suo cuore battere fin troppo velocemente nel suo petto.
Micheal riusciva a sentire la sua agitazione e la sua paura, nonostante Abby si sforzasse così tanto di nascondere quei sentimenti.
"Avvicinati".
Abby lo guardò aggrottando le sopracciglia e tremando leggermente, scuotendo appena le braccia e distogliendo lo sguardo come segno di dissenso, quando Micheal la fulminò con gli occhi e le fece capire che sarebbe tutto peggiorato se non avesse obbedito.
Così Abby fece un unico passo avanti arrivando a pochissima distanza da Micheal e dal volto di Dean, disteso in un sorriso compiaciuto.
"So che hai paura di me, ma non devi" disse Micheal mentre le sfiorava il viso e la sentiva così rigida sotto le sue mani. "Non ti farò del male: io ho bisogno di te, ma non per quello che credi tu".
Abby tornò ad incrociare il suo sguardo mentre lo sentiva parlare e percepiva il suo respiro contro il suo viso, e sospirò lentamente scrutando negli occhi verdi di Dean e chiedendosi quanto stesse soffrendo nel sapere che Micheal l'avesse rapita o sentirlo parlare con lei in quel modo.
Così Abby prese un lungo respiro e si decise a vincere la sua paura per fare ciò che avrebbe voluto fare sin dall'inizio.
Le sembrò tutto così surreale, perché gli occhi che stesse guardando non erano affatto quelli gentili e attenti di Dean, ma quelli pieni di arroganza e di fierezza di Micheal; Abby respirò lentamente mentre sapeva che l'angelo stesse solamente aspettando una parola da parte sua, ma proprio prima di farlo la ragazza accennò un sorriso mesto e fiero nella sua direzione.
Estrasse velocemente la sua arma dalla propria cintura dei pantaloni e la puntò con forza contro l'arcangelo, che però prontamente l'afferrò dalle braccia con rabbia e la scaraventò contro il muro della chiesa, facendola cadere rovinosamente a terra; ma Abby riuscí a parare il corpo ed a cadere nel giusto modo e presto si rialzò puntandogli la pistola contro, sollevando un sopracciglio con aria di sfida. "Sono proiettili antiangelo, stronzo. Lascia il corpo di Dean o ti ridurrò come un colabrodo". 
Micheal lesse la fermezza nei suoi occhi e quasi credette che avrebbe premuto il grilletto, ma invece di cedere e arrendersi decise che avrebbe preferito provocarla e divertirsi un po' con lei.
Le si avvicinò lentamente fino a giungere proprio vicino a lei, afferrando la canna della pistola e puntandola dritta al centro del suo petto, sfidandola a sua volta con lo sguardo; osservò gli occhi sorpreso di Abby divenire subito meno sicuri di sé e la ragazza deglutí a fatica mentre vedeva andare in fumo il suo unico piano per costringere l'arcangelo proveniente da un altro modo a lasciare il corpo di Dean, e adesso si ritrovava letteralmente con le spalle al muro e la pistola puntata al petto dell'unica persona a cui non avrebbe mai fatto del male. "Non è così facile quando sai che feriresti me, ma uccideresti l'amore della tua vita, giusto?". 
La ragazza lo guardò in cagnesco e sentí gli occhi pizzicare, leggendo nel suo sguardo che quello fosse solamente l'inizio e che Micheal non l'avrebbe lasciato andare così facilmente nessuno dei due. "Dean vorrebbe che facessi di tutto per farti uscire". 
"Allora sparami: magari mi riduci così male che sarò costretto ad andarmene da questo corpo. Ma il punto è sempre quello: Dean non sopravvivrebbe e tu questo non puoi permetterlo.." sussurrò Micheal ridendo divertito e guardandola con sicurezza e con fermezza, mentre ancora stringeva la canna della sua pistola. "Nella sua mente ho visto tutta la vostra storia e so che voi due non riuscite mai ad allontanarvi l'uno dall'altra. Quindi puoi capire come mi senta io ad aver perso Syria da secoli: io vorrei solamente riaverla. Ma so che non posso e che devo accontentarmi di te, quindi tu mi aiuterai a compiere la mia missione su questo pianeta".
Abby aggrottò le sopracciglia con aria confusa sentendo le sue mani sfiorarle quella con cui tenesse la pistola, piegandole il polso con forza e facendola gemere di dolore fin quando la ragazza fu costretta ad aprire il palmo lasciando scivolare a terra la sua arma; si liberò dalla sua presa e lo guardò con aria arrabbiata, massaggiandosi il polso destro con la mano sinistra provando dolore per la maniera in cui lui l'avesse stretta, e deglutí a fatica mentre continuava a guardare i suoi grandi occhi verdi. "Che cosa vuoi da me?". 
Micheal si avvicinò nuovamente e la intrappolò contro la parete appoggiando le mani ai lati del suo viso, bloccandola in quella morsa ed osservando il modo in cui Abby si fosse tirata indietro per non farsi toccare, e poi le sfiorò la guancia sinistra con il dorso della mano, accennando un grosso sorriso. "Ci sono tante cose che vorrei farti fare e Dean sta osservando tutto attraverso i miei occhi: dice che mi farà a pezzi se ti toccherò. Ma io voglio toccarti in molti modi che lo renderebbero così geloso, tutto sotto ai suoi occhi impotenti". 
"Va' all'inferno, psicopat-..". 
La voce di Abby le morí in gola quando la mano dell'arcangelo con cui le stesse carezzando la guancia, si strinse forte attorno al suo collo facendole mancare il respiro, e la ragazza la afferrò con entrambe le mani senza però riuscire a recuperare aria. "Devi portarmi rispetto, ragazzina: tu non sei niente, potrei distruggerti in un solo istante oppure ucciderti in modo molto lento e dolor-..". 
"Se mi avessi voluta morta lo sarei già da un pezzo: non sei il primo ex pazzo di Syria che incontro. E di certo non mi tieni qui perché vuoi che io sia lei, quindi te lo ripeto Micheal: cosa diavolo vuoi da me?". Abby riuscí a parlare di nuovo quando Micheal allentò la presa sul suo collo permettendole di tornare a respirare completamente e la ragazza lo guardò in cagnesco, deglutendo a fatica.
Micheal accennò un sorriso divertito sistemandole un ciuffo di capelli dietro le orecchie ed avvicinò di poco il volto al suo, guardando nei suoi grandi occhi azzurri con aria perentoria. "Lo vedrai. Ho grandi piani per questo pianeta: farò le cose in grande stile e sarà fantastico, te lo prometto".
  
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