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Autore: Glance    18/05/2023    0 recensioni
I capelli sparsi sul cuscino, la nuca e il collo umidi di sudore in una notte senza un alito di vento.
La leggera sottoveste incollata sulla pelle dorata dal sole del giorno che si era spento da poche ore.
La voce del mare la chiamò
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Doveva essere una congiura cosmica, perché non aveva mai visto tante coppie scambiarsi effusioni neanche il giorno di San Valentino, ma su quel volo, ovunque guardasse, era un’ode all’amore.
In quel momento, avrebbe voluto essere seduto nel suo portico davanti al mare e, avere la certezza, che a pochi passi di distanza ci fosse lei, addormentata nel suo letto, all'oscuro del suo amore.
Tra poco, sarebbe stato il suo compleanno con quella festa di cui lei andava fantasticando da quando aveva messo piede alle scuole medie.
Sarebbe stata circondata dai suoi amici, dalla sua famiglia, ma lui si sarebbe tenuto alla larga da tutto quello.
Già la immaginava nel suo vestito, i lunghi capelli sciolti sulle spalle, il sorriso aperto alla vita pieno di meraviglia e, lo sguardo d’ambra, che sapeva bloccargli il respiro.
Bastava che quei pensieri lo sfiorassero per farlo sentire tremendamente solo.
Era difficile rinunciare a lei, perché sapeva cosa avrebbe perso, perché amarla sarebbe stato il raggiungimento della completezza e, invece, aveva scelto di allontanarsi da tutto un passato di ricordi.
Il volo, era atterrato in perfetto orario, portandolo a chilometri di distanza da lei, un taxi l’avrebbe condotto nella sua nuova casa e alla sua nuova vita.
Aveva preso il cellulare constatando che tra i vari messaggi nessuno apparteneva a Samuela, di li la voglia di guardare le sue foto, cominciando a fare scorrere le immagini.
Erano frammenti di qualcosa che avrebbe rimpianto per sempre.
Sospirò e si ripromise che avrebbe ceduto a quella nostalgia il meno possibile.
Il fatto che lei non gli avesse scritto, gli procurava una nota di disappunto.
Anche se l’aveva volutamente provoca, quel silenzio voleva dire che era in collera con lui e se questo da un lato era proprio quello che si era augurato, dall’altro lo rendeva inquieto.
Lo preoccupava che lei potesse ricambiare quel sentimento, ma non sopportava di essere ignorato.
Il taxi lo portò a destinazione, pagò la corsa e si avviò verso quella che da lì in poi sarebbe stata la sua vita.
Quella stessa sera però non era solo lui ad affliggersi con quei pensieri  anche Samuela aveva la mente occupata da mille domande.
La cosa che la faceva stare più male era che fosse andato via senza neanche essere riuscita a confessargli quanto lo amava.
Si detestava per essere stata così codarda e odiava lui per non essersi mai accorto di nulla, per averla sempre considerata la piccola di casa, per averle fatto subire tutte quelle sue conquiste estive che la trattavano come una bimbetta.
Lorenzo aveva sempre fatto parte della sua vita; dov’erano loro quando lui le insegnava a nuotare, o la portava al cinema a vedere l’ultimo film imperdibile di cui tutti parlavano?
Dov’erano tutte queste tipe, che la guardavano senza vederla come una minaccia quando lui passava intere serate seduto con lei davanti al mare, nel portico di quella casa che entrambi adoravano, a raccontarsi di storie di pirati e principesse?
Perché qualcuna di loro avrebbe dovuto avere più diritti di lei?
“ Forse perché lui ne è innamorato? ” Le fece notare un giorno sua madre, alla quale non era sfuggito l’interesse di sua figlia e dopo che l’aveva sentita parlare con un’amica.
Samuela ricordava di essersi sentita come se sotto i piedi le si fosse aperta una voragine.
Non avrebbe mai voluto che i suoi genitori sapessero.
“ Piccola mia, non puoi pretendere di innamorarti di una persona che è parte della nostra famiglia da sempre e volere che questa cosa possa passare inosservata.”
Sua madre non l’aveva contrastata, ma le aveva , questo si, manifestato le sue perplessità.
“ Non è per te, tesoro mio, e la mia preoccupazione è che tu soffra.”
Samuela sapeva che i timori di sua madre erano infondati, non c’era nessun pericolo che tra lei e Lorenzo potesse mai esserci una storia.
Anzi, lui ultimamente, aveva preso ad evitarla di proposito se non quasi ad ignorarla, ma questo a sua madre non lo disse.
Le era sembrato così strano che fosse arrivato senza avvisare nessuno e che poi avesse deciso di ripartire in quel modo frettoloso: non le sembrava un comportamento da lui.
Quella decisione repentina di trasferirsi, tagliandola fuori a quel modo.
Proprio non riusciva a capire cosa gli fosse preso.
Lasciare tutto a quel modo, era come se stesse scappando.
La madre di Samuela pensò che lo stesse assillando qualche preoccupazione profonda.
Lo aveva visto così confuso e, con tanto bisogno di andare via, solo quando il dolore per la perdita dei suoi genitori, era arrivato a sconvolgergli la vita.
Si chiedeva cosa lo stesse tormentando.
Certo non poteva immaginare il reale motivo, ma lo conosceva bene da aver capito che qualcosa lo stava tormentando.
Era difficile relazionarsi con lui quando qualcosa lo affliggeva, ma sapeva bene che se lo avesse affrontato sarebbe riuscita a farsi dire cosa era.
Si ripromise di farlo per il compleanno di Samuela al quale non sarebbe sicuramente mancato.
 
 
 
 
 
 
 
 
La delusione di Samuela la sera della festa per i suoi diciotto anni, fu grande.
In grado di rovinarle il ricordo di quel giorno per sempre, e da lui una cosa del genere non se la sarebbe mai aspettata.
Solo qualcosa di molto importante o grave, lo avrebbe potuto trattenere dall’essere presente.
Però poi, ripensava a tutta la distanza di quel periodo e non capiva perché, avesse voluto mettere tra di loro tutto quel gelo.
Aveva preparato ogni cosa con cura, nutrendo sino all’ultimo la segreta speranza di vederlo apparire, ma di lui nessuna traccia o notizia, solo un laconico messaggio d’auguri.
Non l’aveva neanche chiamata.
A quel punto, si convinse che doveva avergli fatto qualcosa inconsapevolmente di molto grave, se si comportava così.
Solo che non riusciva a capire cosa, e poi, non era da lui non parlare con lei per quanto potesse essere arrabbiato.
Era successo altre volte che avessero litigato per motivi stupidi, era vero, ma c’era sempre stato il chiarimento, anzi per meglio dire la paternale da parte sua, ma questa volta nulla, solo silenzio e indifferenza.
Quindi doveva aver fatto inavvertitamente qualcosa di veramente grave. E questa doveva essere l’unica spiegazione.
La decisione l’aveva maturata la sera dopo la festa, quando tutti gli ospiti l’avevano salutata, allora era andata nella sua stanza e aveva dato libero sfogo a tutta la sua frustrazione scoppiando in un pianto disperato che tratteneva dal giorno in cui Lorenzo era andato via. 
Aveva aspettato che i suoi genitori fossero andati a dormire e nello studio di suo padre aveva cercato l’indirizzo.
Una volta nella sua stanza il primo gesto da maggiorenne fu quello di prenotare un volo per l’Inghilterra.
Non lo vedeva e sentiva da sei mesi e le sembrò un periodo più che sufficiente di attesa per un chiarimento, e sarebbe andata a reclamarlo di persona.
Del resto, non si poteva cancellare una intera vita di condivisione, così, senza neanche saperne la ragione.
 
 
 
  
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