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Autore: CatherineC94    20/05/2023    2 recensioni
«Mi sono dimenticato cosa significhi avere un fratello» riesce a mormorare e James subito dopo poggia la mano sulla spalla.
«Non solo sei un cane bastonato, ma anche senza memoria» sghignazza James.
Ma Sirius lo sa bene, loro due sono per sempre.
lSirius Black Centric!
lJames Potter Centric!
lQuesta storia partecipa alla challenge Love beyond romance indetta da Mari Lace sul forum Ferisce la penna.
Genere: Angst, Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
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I'm sorry but I gotta go
If you'll ever miss me give this song another go
 
 
 
 
 
 
«And I just keep on thinking how you made me feel better
And all the crazy little things that we did together
In the end, in the end, it doesn't matter
If tonight is gonna be the loneliest»
 
«Sai, questa sera sei particolarmente inquietante. Insomma, ti sei guardato allo specchio? Amico, fidati. Sembri un cane bastonato!» esclama James tutto preoccupato.
Sirius si limita a girare il volto stizzito.
«Non hai toccato nemmeno cibo e di solito mi rubi anche il pollo. Invece stasera no, intatto» continua James come se elencare tutte quelle cose possa aiutare a districare la matassa.
Sirius continua a stare in silenzio e in quel momento James comprende che la questione è abbastanza seria; strabuzza gli occhi, i capelli tutti in disordine e lo sguardo preoccupato di chi non sa che pesci prendere davanti alle disgrazie.
«Lo sai che blateri troppo? Vorrei restare solo» dice ad un certo punto Sirius che non ne può più di parole, discorsi e qualsiasi cosa fuoriesca dalla bocca umana.
James rimane di stucco, forse anche un po’ offeso si dirige su nel dormitorio e tutta la notte la passa fissando il soffitto con il dilemma che l’affligge.
Il giorno dopo sembra uno zombie, gli occhi li tiene aperti a fatica e tende ad appisolarsi ovunque. Sirius sembra essere ancor più taciturno del solito e dopo il quarto sbuffo della mattinata James non ce la fa più. L’afferra malamente per la collottola e lo trascina in un corridoio deserto sotto lo sguardo allibito di Remus e Peter.
«Senti, adesso basta!» sputa irascibile.
«Cosa vuoi?» ribatte Sirius aggressivo, gli occhi che dardeggiano.
«Sputa il rospo e non dire che non hai nulla perché è come dire che Peter frequenta la classe di balletto. Vale a dire falso e controproducente» gli dice  nevrotico James.
Sirius esita per un attimo e osserva James Potter che fuori di sé sembra voler prenderlo a pugni; peraltro ha anche le occhiaie e sbava come un forsennato.
Scoppia a ridere.
James ormai pensa che Sirius abbia perso totalmente la testa e preoccupato valuta ogni possibilità da intraprendere.
«Ho litigato con Regulus, normale amministrazione» gli dice malvolentieri.
James diventa serio e respirando piano sceglie con cura le parole da dire.
«Potevi dirmelo» sussurra.
Sirius si volta affranto, per non fargli capire quanto sia dilaniato dentro, per non mostrare che ha un cuore chissà dove, certo. Ma esiste e batte forte anche quando soffre, anche quando il buio della notte lo stritola e prova ad annientarlo.
«Mi sono dimenticato cosa significhi avere un fratello» riesce a mormorare e James subito dopo poggia la mano sulla spalla.
«Non solo sei un cane bastonato, ma anche senza memoria» sghignazza James.
Ma Sirius lo sa bene, loro due sono per sempre.
 
«There's a few lines that I have wrote
In case of death, that's what I want, that's what I want
So don't be sad when I'll be gone
There's just one thing I hope you know, I loved you so»
 
James lo sta aspettando da un bel po’.
Quel giorno sembra non terminare mai, dietro la cortina delle tende sembra un maniaco omicida che osserva ogni minimo movimento, ogni minimo segno.
L’ansia lo divora.
Il riflesso che riesce a cogliere nel vetro lo spaventa e si chiede se davvero sia stato un uomo sereno, tranquillo un tempo.
La barba incolta, gli occhi infossati e quel sorriso di circostanza che deve sopportare ogni giorno davanti a Lily che fa di tutto per riuscire a tirarlo su.
Harry dorme fra le sue braccia in salotto e James per un attimo si ricarica guardandoli; ciò che sta accadendo al di fuori li ha travolti come un potente uragano. Implicabile li ha costretti a stare reclusi, a chiudersi dentro per riuscire a sopravvivere.
Poi un leggero ticchettio e il cuore che diventa più leggero.
«Chi sei?» dice inquisitorio.
«Chi diavolo dovrei essere?» è la risposta secca dall’altra parte.
«Senti devi partecipare a questa cosa, inutile che fai ogni volta così» risponde James che sotto sotto si diverte un mondo.
«Come se un Mangiamorte si prendesse la briga di rispondere ai tuoi interrogatori da strapazzo. Sono Sirius Black, adoro sfondarmi di Whisky, ho più tatuaggi che voglia di parlare con la gente e ieri notte ho conosciuto Bessie che come davanzale non è niente male!» grugnisce Sirius esasperato e James a quel punto spalanca la porta per non conoscere i dettagli scabrosi della vicenda.
«Ramoso dovresti raderti» gli dice abbracciandolo e James già vola in alto più leggero.
Poco dopo sono stravaccati in cucina, la porta chiusa e insonorizzata.
«Le cose non vanno per niente bene» esclama Sirius diretto.
James sospira.
«Siamo tutti in missione, Remus non lo sento da mesi. Non so dove sia finito, anzi in realtà non lo capisco proprio» ammette acido Sirius come se aspettasse da tempo il momento per dichiararlo.
«Silente l’avrà incastrato con qualche missione. Non mi dire che ti manca?» lo prende in giro James che non capisce come possa minimamente pensare male di uno di loro.
In quel momento comprende che per Sirius la solitudine è distruttiva.
«Sarà…» replica per nulla convinto.
James sorride amaro, preparandosi a dire ciò che ha pensato per troppo tempo.
«Ascolta, Felpato» inizia.
Sirius l’osserva attento.
«Ci ho pensato molto e credo che tu debba essere il tutore legale di Harry» gli dice serio.
«Non devi essere tu, insomma tu e Lily» dice Sirius.
James storce il muso.
«Se in caso, ecco, come ben sai siamo in una guerra. Se ci succedesse qualcosa. Devi essere tu, il piccolo ti adora e tu sei mio fratello, quindi» gli spiega James come se l’ultima parte spiegasse ogni cosa.
Sirius sobbalza, qualcosa gli stringe la gola e lo stomaco fa le capriole.
«Non vi succederà nulla!» ribatte veemente.
«Certo, lo so bene. Mi fido di Silente e mi fido di vuoi tutti, più della mia stessa vita, ma ho paura per Harry…» tenta James ansioso.
Sirius si alza di scatto e la sedia cade a terra.
«Finché staremo insieme non vi potrà accadere nulla, niente» ripete Sirius come se bastasse davvero, come se si dovesse convincere.
Gli occhi di James si riempiono di lacrime e lui non vorrebbe mai che suo fratello fosse presente ad una scena del genere, così si alza e tenta di limitare i danni.
Il cuore di Sirius batte all’impazzata al pensiero di perderlo, di perderli tutti; rapido gli poggia la mano sulla spalla.
«Sei un cervo sentimentale e rammollito; ma accetto» mormora con voce rotta.
James annuisce tirando di naso e con un movimento veloce sigilla i documenti che invia a chi di dovuto.
«Andrà tutto bene» ripete James.
 
 
 

 
 
 
 
«You'll be the saddest part of me
A part of me that will never be mine
It's obvious
Tonight is gonna be the loneliest
You're still the oxygen I breathe
I see your face when I close my eyes
It's torturous
Tonight is gonna be the loneliest»

 
 
 


Sirius cerca la sua vecchia veste di mago.
Non riesce a trovare alcunché in quella dannata prigione e l’urgenza che lo sta divorando sembra ormai così intensa da fargli scoppiare il cuore.
Annusa l’odore ammuffito e la ritrova piegata sulla sedia del salotto, proprio dove quella notte ha dormito circondato da ombre e rimorsi.
James è stato sempre là davanti, con quel sorriso perentorio di chi deve fargliela pagare perché ha distrutto ogni cosa.
Sirius non dice più nulla da anni, lascia andare ogni cosa, scivolare nel mare acido e corrosivo delle bottiglie che tracanna da mattina a sera.
La solitudine lo sta divorando dall’interno, come un parassita che non lascia scampo e allora si ritrova a dialogare con ombre che non esistono più e che nessuno si prende la briga di eliminare.
Inutili le parole di Remus, anzi di ciò che in realtà è rimasto del suo vecchio amico; niente può aiutarlo a risollevarsi e quindi annegare gli pare un’idea ideale.
Quando poi l’incontra nel viso del piccolo Harry qualcosa sembra maciullare quel briciolo di vita rimasto e che vorrebbe in qualche modo rimanere vivo.
Nessuno potrà mai togliere quel peso, quelle parole gentili e di circostanza non potranno mai affievolire il suo dramma; ogni volta che rimane solo lo sguardo di suo fratello lo condanna per il disastro che ha causato.
E quando Harry sembra volersi appigliare alla sua persona lo vorrebbe abbracciare disperato ma la macchia della colpa lo costringe a bruciare lentamente.
Quella notte Harry è in pericolo.
La notte sembra essere perfetta per compiere l’atto che ha promesso; deve proteggerlo, salvarlo. 
Non l’ha fatto bene prima ma quella volta decide che ogni cosa che farà sarà solo per salvare l’ultimo pezzo rimasto, l’unico brandello di vita che un tempo l’ha reso felice.
Gli occhi di James l’accompagnano, fino alla fine.
 
 
 
«Sei più brutto di prima!» gli dice poco dopo.
«Ma ti sei visto? Sembri una scimmia con la parrucca» risponde indispettito Sirius.
Gli poggia la mano sulla spalla e finalmente dentro è luce.
 
 
 
 
 
 
 


Note.
Chi mi conosce sa che il mio primo vero amore sono stati i Malandrini, prima di Abe. Spero vi sia piciuto. Ovviamente la canzone è The lonielest dei Maneskin.

 

 
   
 
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