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Autore: Dreamer47    21/05/2023    1 recensioni
È il 2005.
Sam e Dean sono ancora all'oscuro dei piani di Azazel.
Le loro giornate sono intrise di mostri e di streghe, vogliono ancora trovare John ed uccidere l'assassino di Mary, quando una ragazza incontrata per caso entrerà a far parte della loro vita.
Hunters' legacies non è solamente la storia dei fratelli Winchester, ma anche quella di Abby Harrison, una giovane ragazza dal cuore spezzato e dal destino turbolento il cui unico scopo è la vendetta.
Insieme, riusciranno ad ottenere ciò che vogliono più di ogni altra cosa.
Genere: Erotico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU, Soulmate!AU, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più stagioni
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Hunters' legacies
Capitolo 70.



La vite lunga e sottile che avesse estratto con pazienza dalla rete del materasso e che stesse utilizzando per scassinare la serratura della porta le si ruppe tra le mani e cadde a terra, facendola imprecare ad alta voce provando una fortissima rabbia: era l'ennesimo tentativo che faceva per evadere dalla stanza in cui Micheal l'avesse rinchiusa ormai da più di una settimana ed Abby ben presto iniziò a capire che l'intero corpo del rudere antico e abbandonato in cui si trovasse, fosse completamente sigillato dalla magia dell'arcangelo.
E ciò significava che qualsiasi tentativo avesse fatto per scappare, sarebbe stato vanificato perché Micheal non l'avrebbe lasciata andare. 
Sospirò rumorosamente e si guardò attorno, sentendo che sarebbe impazzita se non fosse riuscita ad andarsene: Micheal le aveva chiesto di avere un po' di pazienza, chiedendole di aspettare qualche altro giorno per dargli il tempo di organizzare il suo piano per quel mondo che ancora stava imparando a conoscere attraverso i ricordi e le conoscenze di Dean, dicendole che presto sarebbe arrivato il suo momento per aiutarlo. 
Appoggiò le spalle al muro sotto la finestra dalla quale continuava ad entrare una forte luce che illuminava la stanza e si sedette sul freddo marmo antico del pavimento con aria stanca: appoggiò i gomiti alle ginocchia piegate e pensò che quella stanza fosse fin troppo spartana e che se non avesse trovato un modo per impiegare il tempo sarebbe impazzita. 
Abby pensava ai suoi figli chiedendosi specialmente come la sua piccola Mary dovesse essersi sentita quando i suoi genitori non fossero più tornati a casa e pensò ai suoi due fratelli, alla sua famiglia: si chiese se stessero bene, se fossero sulle loro tracce, se avessero qualche indizio e se fossero sulla giusta via per trovarli, nonostante sapesse che Micheal fosse troppo furbo e intelligente per farsi scoprire. 
Il rumore della serratura che scattò la fece immediatamente alzare, rimanendo ad osservare con aria furiosa l'arcangelo entrare nella sua stanza come se nulla fosse, chiudendosela presto la porta alle spalle. 
Il loro sguardo si incrociò ed Abby sollevò un sopracciglio osservando il sacchetto da fast food che tenesse fra le mani, mentre avanzava verso di lei con un grosso sorriso sul viso. 
"È il tuo preferito: ho avuto un piccolo suggerimento dal mio coinquilino" disse Micheal sorridendo compiaciuto ed indicandosi la testa con l'indice sinistro mentre le porgeva il sacco pieno di delizie a cui Abby non avesse mai potuto resistere. 
La ragazza lo guardò quasi del tutto scioccata e ignorò la fitta allo stomaco che le suggerisse di afferrare il cibo e mangiare, cercando di non pensare al fatto che avesse una fame da lupi dato che non mangiasse da tre giorni. 
Lo guardò in cagnesco fulminandolo con lo sguardo, serrando le braccia al petto e divaricando le gambe con aria accigliata. "Quante persone hai ammazzato questa volta?". 
Micheal assottigliò gli occhi e ricambiò l'occhiataccia, iniziando a pensare che Abby gli facesse sprecare del tempo prezioso quando si comportava in quel modo, ma presto l'arcangelo accennò un sorriso ironico. "Non fare la moralista con me: l'ultima volta ho ucciso quell'uomo alla tavola calda solamente per errore. Il mio programma è di ucciderne molti di più: sono soltanto umani". 
Abby osservò il modo in cui Micheal la stesse incoraggiando con lo sguardo di afferrare il suo pranzo, ma la ragazza colpí il sacchetto con forza, scaraventandolo contro la parete accanto al letto e facendolo rovinosamente cadere a terra. 
Lo guardò in cagnesco ignorando il suo sguardo irritato e tornò a sedersi sotto la finestra, incrociando le gambe e serrando le braccia al petto mentre lo guardava con aria di protesta. 
"Era il tuo unico cibo, non avrai altro". 
"Bene" rispose Abby sostenendo il suo sguardo arrabbiato, facendo spallucce e cercando di essere più snervante possibile per trovare un modo di svincolarsi da quella situazione. 
Ma Micheal sorrise ironicamente e fece un passo avanti, afferrando il sacchetto che la ragazza aveva fatto cadere e la raggiunse, piegandosi poi sui talloni e porgendoglielo nuovamente con aria più tranquilla. "Morirai se non mangerai". 
"Lascia che avvenga allora!" esclamò Abby guardandolo in cagnesco, sentendo però lo stomaco stringersi mentre l'odore del cheeseburger arrivò dritto alle sue narici, facendola deglutire a fatica. "Ma tu non sei così stupido da farmi morire: hai bisogno di me per qualcosa, altrimenti mi avresti già uccisa".
Micheal accennò un sorriso divertito e scosse la testa pensando che la ragazza fosse più intelligente di quanto sembrasse, e posò sulle sue cosce il sacchetto di carta pieno di cibo facendole l'occhiolino, per poi tornare dritto e guardarla dall'alto. Ma dal suo sguardo capì che Abby non avrebbe mangiato neanche se avesse condizionato la sua mente, così sospirò rumorosamente e divenne più serio, piegando e porgendole il braccio sinistro con un sorriso e facendole segno con la testa di seguirlo. "Stavi cercando di uscire da qui prima che arrivassi, no? Vieni con me". 
Abby sbuffò sonoramente e si rimise presto in piedi ignorando il leggero capogiro che l'avesse colta per via del suo mancato nutrimento, e neanche considerò l'appoggiò che l'arcangelo le avesse offerto, passando oltre e dirigendosi verso la porta d'ingresso della stanza riuscendo finalmente a varcarla, sfruttando l'occasione per guardarsi intorno e studiare il posto; Micheal le fu presto accanto e la condusse verso la sala centrale di quel rudere, non riuscendo a fare a meno di compiacersi e ammirare il suo modo testardo e tenace di relazionarsi con lui, riconoscendo in lei dei tratti che amasse particolarmente di Syria. 
Abby si guardò attorno dentro quella sala interamente in pietra, osservando con sgomento almeno sette o otto persone legate e imbavagliate che giacessero sul pavimento, e istintivamente sgranò gli occhi facendo un passo indietro, scontrandosi con forza con il petto di Micheal che fosse rimasto dietro di lei per bloccare un'eventuale fuga; ma lei si voltò e lo guardò con aria sconvolta, indicando con un dito le persone per la maggior parte svenute che avesse rapito. "Prendi altri ostaggi adesso? Non ti bastavo io?". 
Micheal scosse la testa e si chiuse la porta alle spalle sigillandola con i suoi poteri e non distolse mai lo sguardo dal suo, accennando un sorriso divertito per poi superarla, arrivando davanti ad un bancone da lavoro. "Loro non sono ostaggi, tesoro: sono cavie". 
Aggrottò le sopracciglia e fece un passo incerto in avanti, osservando come l'arcangelo stesse iniziando a sistemare su quel tavolo degli strani utensili da tortura che le fecero venire dei brividi lungo la schiena, trovandosi a deglutire a fatica. "Cavie per cosa?". 
"Per i miei esperimenti, mi sembra ovvio" rispose Micheal accennando una sottile risata divertita, afferrando una lama molto affilata con aria compiaciuta per poi guardarla con aria seria. "Ed è qui che entri in gioco tu". 
"Io? Non ti aiuterò a torturare la gente!". Abby lo guardò in cagnesco e scosse la testa, osservandolo poi avanzare lentamente verso di lei mentre teneva ancora la lama tagliente fra le mani, e iniziò a muoversi attorno a lei fino a piazzarsi alle sue spalle; la ragazza si irrigidí quando sentí le dita di Micheal carezzarle la schiena in un modo del tutto diverso da come facesse solitamente Dean, spostandole i capelli tutti sulla spalla destra e lasciandole scoperto il collo. 
Micheal si avvicinò di più fino a sfiroarle la schiena col petto e insinuare il suo viso vicino al suo orecchio sinistro, al quale sussurrò con voce più profonda e rauca. "Non voglio torturare nessuno, voglio solamente creare il mostro perfetto: ci provo da decenni, ma c'è sempre qualcosa che non va bene nel mio lavoro ed alla fine i miei ibridi muoiono. Ma ho scoperto dalla mente di Dean che tu hai già lavorato ad esperimenti simili con gli Uomini di Lettere inglesi, quindi devi trovare un modo che permetta alle mie creature di poter sopravvivere".
Abby sgranò gli occhi e scosse la testa, voltando il suo viso verso il suo troppo vicino mentre lo guardava con aria sconvolta e senza parole non riuscendo a credere che una parte del suo piano fosse proprio quella; guardò negli occhi verdi di Dean ma ancora una volta non trovò alcuna traccia del ragazzo che amava e presto si allontanò di qualche passo raggiungendo il centro della stanza mentre si guardava attorno, notando come gli uomini legati stessero lentamente riprendendo conoscenza e si muovessero sul freddo pavimento di pietra, gemendo appena. "No. No Micheal. Non ti aiuterò mai a fare del male a queste persone, non importa chi deciderai di uccidere per punire questa mia decisione. Non ti aiuterò". 
Prima che potesse anche solamente voltarsi e guardarlo in cagnesco, Abby venne afferrata saldamente dalle spalle e spinta in avanti con fermezza dalle braccia possenti dell'arcangelo che la costrinse ad avanzare fino a raggiungere il primo degli ostaggi che si fosse svegliato e che si fosse messo in piedi immediatamente; con un gesto della mano Micheal lo incollò alla parete più vicina, continuando ad avanzare portando la ragazza con sé fino a farla parare davanti al primo ostaggio, tenendola ad una distanza di sicurezza. 
Non riuscì a capire cosa stesse facendo, né perché Micheal la bloccasse così vicina a quell'uomo, ma presto Abby si accorse di come i suoi denti si trasformassero in zanne e come i suoi occhi divennero gialli e diversi: sentí la sua bocca mordere l'aria mentre si dimenava nel vano tentativo di raggiungerla e azzannarla e Abby istintivamente cercò di allontanarsi per proteggersi, sentendo il braccio di Micheal girarle attorno e bloccarla forte contro il suo petto mentre tornava a parlarle all'orecchio con un sorriso sulle labbra. "Queste non sono persone, Abby. Sono dei licantropi, dei mostri, gli stessi che tu hai ucciso numerose volte: voglio solamente perfezionarli e renderli diversi e migliori per poter compiere il mio lavoro nel tuo mondo e purificarlo. E tu mi aiuterai oppure non mi servirai più a nulla e ti lascerò diventare il loro nuovo pasto". 


Le urla e i pianti incessanti giunsero presto alle sue orecchie facendole chiudere gli occhi e rannicchiandosi di più sul suo letto: era stata nuovamente rinchiusa nella stanza che Micheal avesse designato per lei ed Abby aveva ripreso a mangiare dati i crampi della fame divenuti insostenibili, ma ancora rifiutava di aiutare l'arcangelo che avrebbe solamente avuto bisogno di Abby per trovare il suo errore. 
Ma la ragazza non aveva alcuna intenzione di dargliela vinta e si limitava a trascorrere le giornate chiusa in quella stanza, osservando il sole sorgere e splendere alto nel cielo mentre pensava alla sua famiglia ed a quanto le mancassero i suoi bambini, per poi osservarlo tramontare; aveva provato davvero di tutto per evadere, ma la magia di Micheal era fin troppo potente. 
Abby si sedette sul letto e drizzò le orecchie guardandosi attorno come se potesse vedere oltre i muri, ma tutto ciò che riuscì a udire fu un improvviso silenzio: non c'erano più urla disperate, né suppliche di risparmiare loro la vita, né rumori di lame che dilaniavano. 
Ma solo un assoluto silenzio che le fece più paura di qualsiasi urlo agghiacciante avrebbe potuto sentire.
Un colpo alla porta la fece sobbalzare e sgranare gli occhi, quando vide la maniglia abbassarsi e Micheal fare capolino alla soglia con un sorriso sadico sul viso sporco del sangue di una delle sue vittime; Abby cercò di capire cosa volesse ancora e si preparò a ribadire che non lo avrebbe aiutato, ma presto si accorse di una seconda figura seduta a terra che gemesse appena e che l'arcangelo tenesse per le larghe spalle. 
Micheal entrò velocemente nella stanza portando la figura con sé facendole sgranare gli occhi perché non capiva cosa stesse accadendo, fin quando l'arcangelo colpí con un sonoro pugno l'uomo che avesse portato nella stanza di Abby per poi scaraventarlo contro la parete accanto al letto, facendo sussultare la ragazza. 
Abby scese immediatamente dal letto per dirigersi verso l'uomo a terra che avesse subito riconosciuto, scostandogli i capelli ricci dal volto insanguinato per i colpi ricevuti e per poi afferrarglielo con delicatezza fra le mani; lo costrinse ad incrociare i suoi grandi occhi nocciola con i suoi e la ragazza sospirò di sollievo quando vide Edward accennare un sorriso affaticato verso di lei. "Ehi rossa, credo che il tuo ragazzo sia ancora un po' arrabbiato per la nostra storia". 
Non ebbe neanche il tempo di rispondere alla sua battuta o di assicurarsi che stesse effettivamente bene, che Abby vide Edward iniziare a contorcersi nel tentativo di appoggiare la schiena alla parete, iniziando a vomitare fiotti di sangue mentre si lamentava in preda ai dolori; capí presto quale fosse il vero motivo per cui Micheal lo avesse portato lì proprio in quel momento e subito Abby si voltò a guardarlo con aria arrabbiata e occhi lucidi. "Smettila, lascialo andare! Lui non c'entra nulla con questo". 
Micheal accennò un sorriso divertito e aprí la mano destra stretta a pugno con cui stesse facendo del male a Edward con la sua morsa invisibile, e presto abbottonò la sua giacca scura del completo elegante facendo qualche passo avanti mentre guardava la ragazza negli occhi. "Sai, avrei potuto prendere uno dei tuoi figli o uno della tua famiglia per convincerti ad aiutarmi, ma invece ho deciso di fare un favore a Dean prendendo il tuo bel barista: Dean si sta davvero godendo la vista, ha sempre desiderato ridurlo in questo stato, ma non voleva che tu vedessi il vero mostro che è, quindi..". 
Accennò un ghigno divertito mettendo le mani all'interno delle tasche dei suoi pantaloni facendo spallucce, piantando i suoi occhi in quelli della ragazza mentre sentiva nuovamente le urla di Edward farsi strada nella stanza, il quale si chinò sul pavimento appoggiandovi entrambe le mani mentre tornava a vomitare sangue.
Abby si apprestò a sorreggere l'uomo per farlo stare più dritto, carezzandogli la testa e cercando di aiutarlo a respirare, ma vide Edward peggiorare momento dopo momento, così si voltò verso l'arcangelo tornando a supplicarlo di fermarsi. 
Micheal roteò gli occhi e si avvicinò lentamente, sentendo l'uomo respirare pesantemente mentre Abby lo sosteneva e cercava di pulirgli il viso per farlo respirare meglio, facendogli appoggiare la schiena contro la fredda parete; si avvicinò ai due e si piegò sui talloni, arrivando al loro livello e guardando entrambi con lo stesso sorriso divertito e impertinente. 
Allungò una mano verso Abby sfiorandole la guancia destra con delicatezza e mordendosi il labbro inferiore con una leggera risata, osservando nella ragazza la paura ed il dolore nel vedere come Edward fosse rimasto coinvolto. "Leggo nella mente di Dean e non ha mai trovato il coraggio di chiederti se lo amavi. Ammetto di essere abbastanza curioso anche io, piccola Abby". 
La ragazza lo guardò in cagnesco fulminandolo completamente con lo sguardo mentre stringeva ancora il viso sfinito di Edward, non riuscendo a fare a meno di chiedersi se se la sarebbe cavata o se Micheal lo avrebbe ucciso in qualsiasi caso, ma serrò la mascella e parlò a denti stretti. "Sei un fottuto bastardo!". 
Micheal rise divertito e poi fece schioccare la lingua dentro la sua bocca, scuotendo la testa e stringendo la presa sul suo viso con sempre meno delicatezza. "Non è la risposta giusta, tesoro". 
Edward tornò presto a vomitare sangue ed a contorcersi per il dolore mentre gemeva e urlava, stringendosi alle mani di Abby che tenesse sul suo viso e presto la donna sgranò gli occhi lacrimosi e tornò a guardare l'arcangelo. "Ok, basta ti prego! La risposta è si: lo amavo. Ma adesso lascialo andare, ti prego!". 
Micheal annuí contento e si avvicinò ad Abby con un ghigno vittorioso sul viso, lasciando scivolare lentamente la mano di Dean fino al suo collo per poi risalire ed intrecciare le dita con i capelli alla base della nuca della ragazza per voltarle il viso verso il suo.
Tutto quello che Micheal cercava era la sincerità e quando la trovò, si lasciò andare ad un sorriso soddisfatto. "Mi dispiace per Dean, ma questa è un'ottima notizia per me! Ti dò l'ultima opportunità, Abby: aiutami nel mio lavoro o il prossimo che torturerò sarò proprio Edward, e ti costringerò a guardare!". 
Abby lo guardò negli occhi per qualche istante leggendo che non vi fosse alcuna traccia di titubanza o di indecisione nel suo sguardo, riuscendo a scorgere invece la fermezza e la risolutezza come segno che Micheal stesse facendo sul serio mentre si rimetteva in piedi davanti a lei in attesa della sua risposta.
La ragazza volse lo sguardo su quello sofferente di Edward che respirava a fatica e si teneva il petto con le mani sentendo ancora dolore, ma riuscí comunque ad allungarsi verso di Abby per liberarla dalla presa che ancora Micheal avesse sui suoi capelli e per prenderle il volto fra le mani. "Ehi, ehi rossa, no no. Guardami: lascia che mi torturi o che mi uccida, a me va bene. Ma non devi fare niente di ciò che ti chiede, promettimelo".
Abby rimase in silenzio ad osservare nei suoi occhi nocciola e scosse la testa, perché non poteva permettere che Micheal gli facesse ancora del male.
Sarebbe stato solamente l'inizio.
Osservò il sangue ancora sul suo viso, sporcargli la barba e la giacca, ed Abby scosse la testa sentendo le lacrime scivolare sulle guance. 
Sfuggí dalla presa di Edward senza incrociare i suoi occhi, accennò un sorriso amaro e volse lo sguardo lacrimoso verso Micheal, cercando ancora una volta qualche traccia di Dean sul suo volto, ma Abby non trovò ciò che cercasse; così scosse la testa mentre il suo respiro accelerato andava via via calmandosi, alzandosi in piedi e mettendosi davanti l'arcangelo che fosse in atteso di una sua risposta. 
"Ti aiuterò". 
Micheal accennò un sorriso compiaciuto ed annuí come se avesse sempre saputo come sarebbero andate le cose e si voltò verso la porta, facendole segno di seguirlo con la testa ed Abby si trovò costretta ad eseguire quell'ordine dopo aver lanciato un ultimo sguardo dispiaciuto a Edward, che continuava ad urlarle di fermarsi e di non fare nulla di ciò che l'arcangelo le avrebbe chiesto.
"Se le farai del male, ti ucciderò maledetto!". Edward grugní come fosse un grosso grizzly arrabbiato, sbattendo i palmi delle mani sul pavimento sentendo una grossa rabbia dentro di sé mentre osservava Abby allontanarsi da lui, mentre Micheal si chiudeva la porta alle spalle.
Lentamente si tirò più dritto con la schiena appoggiandola contro la parete, mentre continuava a respirare faticosamente ma il dolore al petto sembrava essere quasi del tutto sparito.
Le fitte alla testa però non gli lasciavano presagire nulla di buono e quando Edward si portò una mano alla nuca, osservò come essa apparisse colma di sangue.
Sospirò con rabbia perché sapeva di avere poco tempo prima di perdere conoscenza per via della brutta ferita, quindi doveva agire in fretta.
Frugò nelle tasche dei suoi pantaloni per raggiungere il cellulare che fosse miracolosamente sopravvissuto a tutte le volte in cui Micheal lo avesse sollevato di peso per lanciarlo contro una delle pareti, spaccando alcuni mobili con la schiena.
Edward però si trovò a sorridere per la prima volta da quando tutta quella storia fosse cominciata, stringendo il telefono fra le mani. "Bingo, figlio di puttana!". 
Selezionò il contatto da chiamare e si portò il telefono all'orecchio, sentendolo squillare innumerevoli volte fin quando tutto ciò che udì dall'altra parte del telefono fu la voce di Sam che rappresentasse la sua unica via di fuga e che lo chiamasse, ma Edward chiuse gli occhi sentendosi privo di forze anche solamente per rispondere, ripensando unicamente a come Micheal fosse stato in grado di trovarlo e di rapirlo. 


"Dean Winchester? Ci sei davvero tu dentro a quel completo da cinquemila dollari?".
Andrew si voltò ad osservare con aria stranita l'uomo che si fosse da poco seduto al bancone, ma che avesse un aspetto del tutto diverso rispetto all'ultima volta che lo avesse e visto al bunker con addosso dei jeans usurati ed una vecchia camicia di flanella.
Lo guardò con confusione perché il suo completo era fin troppo elegante per il Red Right Hand ed aveva uno sguardo sofisticato ed altolocato, tanto da sembrare un principe.
Quando incrociò i suoi occhi verdi, Andrew percepí che qualcosa non andasse ed accennò un sorriso imbarazzato nella sua direzione per il modo in cui quell'uomo si fosse voltato ad osservarlo: il suo sguardo era così penetrante e risoluto da mettergli paura e fargli tremare le gambe, mentre un mezzo sorriso gli increspava le labbra.   
Andrew scambiò una veloce occhiata con Bree che stesse servendo dei clienti con delle grosse punte di birra a qualche passo di distanza, e si schiarí la gola davanti al silenzio dell'uomo seduto sullo sgabello oltre il bancone.
Ma prima che il ragazzo potesse anche solamente dire qualcosa, un secondo uomo si avvicinò a loro.
Si trattava di Tommy, uno dei clienti abituali del bar che fosse sempre gentile e cortese con i ragazzi che lavoravano al locale, lasciando delle mance abbastanza alte da quando la bella Bree avesse iniziato a lavorare lì con loro.
Tommy si mosse nei suoi abiti di flanella trasandati e decisamente poco puliti, fino ad arrivare alle spalle dell'uomo elegante per mettergli una mano sulla spalla e richiamare la sua attenzione con un'allegra risata. "Dean Winchester: che piacere vederti ancora una volta!".
Gli diede una seconda pacca sulla spalla senza neanche notare l'occhiataccia che l'uomo elegante gli stesse riservando, e Tommy si voltò a guardare Andrew ridendo divertito. "Io e questo bastardo abbiamo combattuto insieme contro dei Ruguru, circa quindici anni fa! È incredibile che tu sia ancora vivo, amico: ho sentito storie pazzesche su di te! Come te la passi?".
L'uomo elegante aveva continuato a guardare con aria fredda e distaccata il cacciatore Tommy che ancora teneva la mano sulla sua spalla, guardando con espressione disgustata prima di rivolgere uno sguardo ad Andrew ed a Bree, che fingeva di pulire lo stesso punto del bancone ancora e ancora solamente per stare a origliare la conversazione.
"Niente di personale Tommy, riesco a sentire che anche Dean è felice di vederti e che vuole proteggerti, ma sfortunatamente mi sei d'intralcio".
Il sorriso largo sul suo volto pieno e barbuto di Tommy scemò, per guardarlo con sopracciglia aggrottate e confusione.
Fece scintillare i suoi occhi di quel blu ghiaccio tipico degli angeli e Tommy fece un passo indietro spaventato, mentre Micheal si alzava e si toglieva con eleganza la giacca firmata, per poi adagiarla con delicatezza sullo sgabello al suo fianco.
Guardò Tommy con un sorriso mentre si tirava su le maniche della camicia bianca che indossava, e Micheal fece si che il volto di Dean si piegasse in un sorriso divertito e felice quando sentì il chiacchierio abbassarsi nel locale mentre il resto dei cacciatori capirono che ci fosse qualcosa che non andasse e si avvicinarono a Tommy chiedendo spiegazioni.
"Non mi è mai piaciuto uccidere senza spargere un po' di sangue, quindi divertiamoci ragazzi!"
Micheal aveva massacrato ogni singolo cacciatore e cliente innocente che vi fosse all'interno del locale, divertendosi e gustando tutte le urla che le persone emettessero ad ogni suo colpo mentre sentiva Dean urlare nella sua testa.
Aveva provato a prendere il controllo del suo corpo più di una volta, agitandosi e urlando che gliela avrebbe fatta pagare, ma Micheal lo aveva spinto nella parte più recognita del suo subconscio solamente per non sentire più i suoi piagnistei.
Micheal avrebbe ucciso persino Andrew e Bree che avevano preso a sparargli addosso dei proiettili d'argento pensando che fosse un mutaforma, ottenendo l'unico effetto di farlo arrabbiare di più. 
Ma invece preferí disarmarli con un semplice gesto della mano, perché tutti quei proiettili iniziavano a dargli sui nervi e presto guarì il corpo di Dean, permettendogli di rimanere ancora vivo e vigile insieme a lui.
Immobilizzò i due ragazzi legandoli stretti con delle corde e si sedette al bancone, sorseggiando del Bourbon e rimanendo in attesa.
Dovette aspettare qualche oretta, perché sembrava che il proprietario non volesse più arrivare, quando Edward varcò la soglia del suo locale e sgranò gli occhi davanti alla carneficina che lo stesse aspettando.
E quando incrociò lo sguardo di Micheal attraverso quello di Dean, Edward sgranò gli occhi e strinse forte i pugni. "Ma che diavolo hai fatto?".
"Volevo attirare la tua attenzione, immagino".

Micheal bevve l'ultimo sorso del suo drink e si alzò dal bancone su cui abbandonò il suo bicchiere, avvicinandosi lentamente che fosse rimasto in piedi sulla soglia del locale ad osservare i cadaveri dei suoi vecchi amici e dei nuovi ed il sangue che decorassero il pavimento, per poi fare vagare lo sguardo fino a Bree ed Andrew, tirando un sospiro di sollievo nel vederli ancora vivi.
Edward vide Micheal avanzare sempre di più nella sua direzione e lo guardò in cagnesco, stringendo i pugni per la rabbia. "Ridammi Abby, subito".
"Oh, ti ricongiungerai presto con la tua Abby. Te lo prometto". L'arcangelo sorrise divertito ed annuí con aria perentoria, guardando nei suoi occhi nocciola e gustandosi quel momento mentre gli si avvicinava fino ad arrivare a poche spanne del suo viso. "Posso sentire i pensieri di Dean, sai? Lui ti odia. Insomma, ti odia davvero: sei riuscito a portargli via l'amore della sua vita, ma sappiamo entrambi che Abby ha sempre avuto occhi solo per Dean anche quando credevi che fosse finalmente tua".
Edward aveva sollevato un sopracciglio davanti alle sue parole mentre sentiva il sangue ribollire nelle vene per la rabbia che provò,a scosse la testa e sorrise come se fosse divertito perché non voleva permettergli di usare i suoi sentimenti contro di lui per manipolarlo. 
Lo vide ridere di gusto davanti alla sua reazione, guardandolo come se si stesse allegramente prendendo gioco di lui, e Micheal scosse la testa compiaciuto. "Hai mai pensato che sei solamente una piccola crepa nella loro opera d'arte? Anche se Richard è tuo, Abby ha preferito che a crescerlo fosse Dean perché sapeva che è lui l'uomo migliore per lei. Perché Dean è sempre il migliore in tutto ed Abby sceglierà sempre lui". 
Edward strinse forte la mascella ed i pugni per il nervosismo, scuotendo appena la testa mentre lo guardava con tutta la rabbia che avesse in corpo; Micheal però continuò a ridere di lui, guardandolo e girandogli attorno come se fosse la sua preda.  "Dimmi cosa diavolo vuoi e finiamola qui, Micheal". 
Edward lo osservò Dean scoppiare in una risata composta ed elegante che poco si addicesse al cacciatore rozzo che gli avesse messo le mani addosso in diverse occasioni, e piegò appena la testa di lato con un sorriso compiaciuto e divertito. "Sono il principe del Regno Celeste e sarò presto il Re di questo mondo allo sbaraglio, ragazzo. Sono il distruttore di mondi che porterà un nuovo ordine su questa terra e tu avrai il privilegio di aiutarmi"
Lo aveva visto schioccare le dita ed aveva subito tenuto per il peggio, perché Micheal poteva aver ucciso Andrew e Bree prima di lasciare quel locale e trascinare Edward nello stesso casolare abbandonato dove teneva prigioniera Abby, per ottenere il massimo dai suoi loschi scopi.


"Lo sto trattenendo, ma non so per quanto ancora ci riuscirò, Sammy: portali via da qui, presto!". 
Il minore guardò negli occhi di suo fratello prendendosi un momento per scavare dentro di lui e leggere il suo enorme sforzo nel trattenere l'arcangelo dentro di sé che lottava e si dimenava per riacquisire il controllo, e presto Dean si trovò a gemere di dolore, tenendosi al tavolo della stanza con sopra tutti gli attrezzi da tortura che Micheal avesse disposto per la sua ricerca. 
Sam molto velocemente fece passare le braccia sotto le gambe di Abby per sollevarla di peso e non farla affaticare troppo data la ferita all'addome che riportasse dopo che Micheal l'avesse ferita solamente per dimostrare che facesse sul serio; Dean lo osservò con aria seria, accennando un sorriso amaro e dispiaciuto mentre intimava loro di scappare e di andare via il più velocemente possibile, osservando Sam che reggeva Abby e Dan che aiutava Edward scappare verso Castiel ed Anael che si affrettato a toccarli ed a sparire da quel luogo di tortura e morte. 
Abby si dimenò quando riprese conoscenza appena prima che Anael li trasportasse via e guardò negli occhi di Dean, cercando di allungarsi e di raggiungerlo perché l'unico lato positivo di essere stata sequestrata e ricattata da Micheal era proprio quello di stare con Dean e di assicurarsi che non gli capitasse nulla di grave; ma Sam l'aveva tenuta saldamente bloccando ogni suo movimento fino a quando non si trovarono tutti nella sala centrale del bunker, dove i due angeli e il cacciatore iniziarono immediatamente a ricucire le loro ferite dopo averli distesi sul grande tavolo.
Data la cospicua perdita di sangue, presto Abby perse conoscenza mentre ancora Sam la reggeva lasciando cadere la testa di lato mentre due singole lacrime scivolavano sul suo viso al pensiero che adesso Dean fosse rimasto completamente da solo e che non ci sarebbe stato più modo di assicurarsi che stesse bene.
Edward gemette appena quando sentí l'angelo dai lunghi capelli biondi ricucirgli la ferita sul braccio destro, non riuscendo a smettere di pensare a ciò che avessero vissuto da poco insieme a Dean, mentre provava una forte rabbia osservando Sam afferrare Abby fra le braccia per poi sparire insieme a lei nel corridoio.
"Dannazione!!".
Diede un forte strattone alla pila di libri posta sul tavolo della sala centrale, colpendoli con forza perché odiava quella situazione e detestava che Abby fosse stata ferita.
Castiel e Anael volsero lo sguardo verso di lui e poi lo incrociarono fra loro, sospirando rumorosamente; l'angelo dai lunghi capelli biondi diede l'ultimo punto alla ferita di Edward, dopodiché accennò un sospiro e gli abbassò la manica della maglietta sporca di sangue. 
Si sedette accanto a lui e fece spallucce guardandolo con l'espressione più seria che Edward avesse mai visto, facendo ciò che gli umani sapessero fare meglio.
"Troveremo una soluzione, Edward. Insieme".
Anael strinse la sua mano con dolcezza ma anche con fermezza e gli sorrise mentre annuiva con convinzione, perché annientare Micheal e riportare Dean a casa era tutto ciò che fosse rimasto d'importante.
 
  
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