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Autore: InsurgentMusketeer    23/05/2023    0 recensioni
Eiren-Kal Jinn è la nipote del defunto Maestro Qui-Gon, figlia del misterioso fratello Daar, separato da lui alla nascita. È gentile, dal cuore nobile e dai lineamenti insolitamente docili: "forse troppo per un Jedi", sostiene il suo Maestro, Mace Windu. Ma Eiren non ha solo l'animo del Jedi; come suo zio, è dotata di grandi capacità oratorie e possiede un talento particolare: a differenza degli altri Cavalieri, riesce a manipolare anche le menti più solide. Un tratto fin troppo riconoscibile, perché ogni volta che Eiren entra in una mente potente, il suo naso sanguina.
Durante l'addestramento del giovane Anakin Skywalker, Eiren viene nominata Jedi e le viene affidata la sua prima missione: il sopralluogo della città di Saareteh, dove un gruppo appartenente alla Federazione dei Mercanti si muove in modo sospetto.
Il suo enorme potere manipolatorio, però, mette in allarme il Consiglio che, con grande disappunto della ragazza, le affianca il Maestro Obi-Wan Kenobi.
Un rapporto turbolento ma complice, due caratteri diametralmente opposti, la scoperta che, forse, l'Equilibrio nella Forza si può raggiungere solo attraverso la cooperazione tra due energie completamente diverse.
Riuscirà Eiren a ignorare il Canto del Lato Oscuro?
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mace Windu, Nuovo personaggio, Obi-Wan Kenobi, Yoda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Riunione di assegnazione della prima missione. 

 

Eiren allentò la tensione facendo levitare gli oggetti alla sua portata, dalle piccole sfere di metallo decorative della Sala del Consiglio alle poltrone bianche dell'ingresso. Con la treccia bionda che continuava a scivolarle giù dalla spalla, si morse il labbro guardando i suoi neo colleghi Jedi inchinarsi dopo aver ricevuto la propria missione e uscire dalla Sala, mentre all'interno pullulava di Maestri. 

La ragazza era terrorizzata all'idea di perdere il controllo sulla sua capacità di manipolazione mentale: nonostante tutto l'esercizio e il sacrificio impiegato nell'addestramento con Mace Windu, per lei era ancora estremamente difficile gestire la Forza sul piano dell'influenza mentale. 

Sapeva che questo destava preoccupazione del Gran Maestro Yoda, ed era la personalità del Consiglio dei Jedi che Eiren temeva più di tutti. Cercò di calmarsi respirando a fondo, finché non venne fatto il suo nome. 

"Eiren-Kal Jinn venga dinnanzi al Consiglio", la chiamò la voce severa di Windu. 

La ragazza si voltò di scatto dirigendosi verso il gruppo di Maestri Jedi col cuore che batteva come un tamburo. Serrò le labbra e si fermò proprio di fronte a Yoda, che stringeva la cima nodosa del suo bastone con entrambe le piccole mani. Le sue orecchie a punta tremolarono mentre prendeva la parola: 

"Eiren-Kal Jinn", scandì, "prove di grande capacità in questi anni hai dato. I complimenti e i migliori auguri del Consiglio ricevi."

Eiren, in tensione, annuì cercando coraggio nello sguardo di Mace Windu che tuttavia rimase impassibile, con gli occhi fissi su di lei e il solito sguardo obliquo. In preda all'ansia spostò gli occhi alla destra del Consiglio, dove altri Jedi attendevano trepidanti e fiduciosi di vedere in cosa si sarebbe cimentata la nipote del grande Maestro Qui-Gon Jinn. 

Lo sguardo di Eiren s'incrociò momentaneamente con quello di Sacha Kalon, potente Jedi di razza Twi'lek: gli occhi di Eiren si distrassero per un attimo, concentrandosi sulla lunga e vistosa cicatrice rossa che attraversava di netto il suo naso tagliandolo in due, quando la voce di Yoda la riportò alla realtà. 

"Il Maestro Windu un'importante decisione ha preso", proseguì Yoda, "e opportuno ha ritenuto che tu ricevessi la tua prima missione."

Eiren annuì, la folla di Jedi si infoltì. La ragazza percepì delle flessioni nella Forza che fluttuava tra ciascuno di loro: la esploravano, la studiavano, la vivisezionavano. 

"Sono pronta a ricevere l'incarico", disse sentendo ridicola la propria voce, "qualunque esso sia."

Yoda si alzò lentamente in piedi, scese un gradino e rispose: 

"Un sopralluogo tu dovrai condurre, per sorvegliare alcuni membri della Federazione dei Mercanti che un colpo di Stato meditano, ai danni della Repubblica."

"Come avete avuto queste informazioni, Maestro Yoda?"

"Alcuni prima di te condotto hanno questa missione", rispose Yoda con mestizia, "ma perduti in battaglia, li abbiamo."

Le puntò contro un dito sottile e nodoso: 

"La sola speranza della missione tu ora sei", mormorò. 

Dal pubblico dei Maestri Jedi presenti, Obi-Wan fece un mezzo sorriso di approvazione: Qui-Gon sarebbe stato davvero orgoglioso di lei. 

Eiren trattenne il fiato a lungo, poi si lasciò andare ad un sorriso rilassato, almeno fino a che Yoda non ebbe aggiunto, tornando a sedere al proprio posto:

"Il Maestro Obi-Wan Kenobi nella missione ti sarà affiancato. Insieme per questo incarico partirete."

Eiren si sentì improvvisamente crollare il Tempio addosso. Dall'altro lato della sala, il sorriso di Obi-Wan si spense lentamente. 

"C-cosa?" mormorò incredula la ragazza mentre i suoi neo colleghi Jedi mormoravano dietro di lei. 

"Già, cosa?" diede man forte Obi-Wan raggiungendo a passo veloce il Consiglio. 

"Di che state parlando?" sussurrò guardando Yoda e Windu negli occhi. Yoda tremolò e diede un colpetto di tosse: 

"La missione molto complessa riteniamo noi essere", rispose rauco, "e rischiare di perdere altre preziose risorse Jedi non vogliamo."

Stupidaggini, pensò risentita la ragazza. Nella stanza si percepì nitidamente un'elevazione della Forza a causa sua. Dietro di sé altri giovani Jedi l'additavano parlottando, Eiren non rispose più di se stessa: si voltò di scatto puntandoli con lo sguardo e, senza rendersene conto, manipolò le loro menti spingendoli ad uscire dalla stanza. 

Il silenzio calò nella sala ed Eiren si voltò di nuovo verso il Consiglio riunito. In quello stesso istante, un rivolo di sangue colò dalla sua narice sinistra. 

Accidenti, pensò la ragazza. 

Windu inspirò lentamente e la guardò con aria truce: 

"Questo Consiglio è certo che comprenderai la prudenza usata nei confronti tuoi e di questa missione, Eiren", disse con durezza, "il Maestro Obi-Wan sarà per te di grande ispirazione e supporto in questa pericolosa spedizione."

Eiren pulì via il sangue lasciando una chiazza sulla manica della tunica bianca, che assunse una tonalità nerastra. La ragazza si voltò verso Obi-Wan con espressione di disappunto incontrando quella svanita e presa alla sprovvista del Maestro: Obi-Wan schiuse le labbra con stupore dietro la barba dorata, si ravviò i corti capelli biondi e tornò a guardare il Consiglio con aria smarrita: 

"Maestri del Consiglio", disse con calma, "Eiren-Kal Jinn è la più giovane e capace Jedi della sua annata. Per la mia modesta opinione, credo che sia opportuno lasciarle svolgere la missione in autonomia."

"Il Consiglio apprezza il tuo contributo, Obi-Wan", rispose Windu senza distogliere lo sguardo da Eiren, "ma la decisione è presa. Affiancherai Eiren nella sua prima missione."

Eiren serrò la mascella, chiuse gli occhi per un attimo e poi li riaprì: 

"Accetto la decisione, Maestri", disse con moderazione ma con un tono sostenuto, "confido di portare a termine la missione esattamente come mi avete chiesto."

Yoda annuì e si scambiò un'occhiata con la ragazza, quest'ultima fece un rapido inchino e a passi veloci uscì dalla stanza. 

Obi-Wan sospirò e la seguì di corsa, afferrandole un braccio. 

"Eiren", la chiamò, "aspetta." 

La giovane Jedi si voltò verso di lui investendolo con gli occhi blu che bruciavano di fastidio. 

"Tu lo sapevi, non è vero?" gli chiese in tono severo. Il suo viso incantevole era attraversato da un'equilibratissima rabbia, che aveva quasi più l'aspetto di una delusione. 

"No", rispose sinceramente Obi-Wan, "te lo assicuro, Eiren. Non ne avevo idea."

"Non ti credo."

"Perché mai avrei dovuto prendere parte a una cosa del genere?"

Eiren fece scattare un sopracciglio: 

"Forse perché anche tu hai paura di me."

Obi-Wan assottigliò le palpebre: 

"Paura di te? Pensi che tutti, al Tempio, abbiano paura di te?"

"Penso che il Maestro Yoda abbia chiesto Windu ad addestrarmi per tenermi a bada. Ed evidentemente questo è lo specchio della paura che serpeggia nel Tempio, rispetto alle mie capacità."

"Non dire assurdità, Eiren. Windu ha scelto spontaneamente di addestrarti e sei la nipote del Maestro Qui-Gon, sono certo che il Consiglio voglia soltanto assicurarsi che tu non ti cacci nei guai. Sentono di avere delle responsabilità nei tuoi confronti, un debito verso tuo zio."

"Tutti gli altri Jedi appena nominati andranno in missione da soli. Devo dedurne che essere la nipote di un Maestro Jedi sia uno svantaggio?"

"Eiren.."

"Lascia perdere, Obi-Wan."

"Non ho intenzione di lasciar perdere! Sei la nipote del mio Maestro. Voglio aiutarti. "

"Beh, se non altro, a quanto pare, ti hanno già spiegato come fare."

Obi-Wan sospirò: 

"Ascolta, non posso venir meno alle disposizioni del Consiglio", disse sottovoce, "ma ti prometto che sarò una presenza labile, nella tua missione."

"Oh, ma che gentile."

"Non so cos'altro fare, va bene? Ci atterremo a quanto disposto dal Consiglio e ti seguirò nella missione, ma sarai tu a condurla."

Eiren si sganciò dalla presa di Obi-Wan con un sospiro secco: 

"Lo sai", disse con la voce spezzata guardando l'altissimo soffitto della piramide, mentre tutt'intorno i Jedi si muovevano e la Forza era tangibile, "forse il Consiglio aveva proprio bisogno di un Jedi come lo zio Qui-Gon."

Guardò Obi-Wan con severità e aggiunse: 

"Lui non avrebbe mai permesso una cosa del genere."

Kenobi distolse lo sguardo da lei incrociando le braccia al petto: 

"Hai ragione", le rispose comprensivo, "non lo avrebbe mai permesso."

Eiren annuì con mestizia e delusione, poi gli disse: 

"Partiremo domani all'alba", e gli voltò le spalle guardandolo per l'ultima volta. 

Obi-Wan si sentì fulminato da quegli occhi profondi, poi aggrottò la fronte, fece dietro front e tornò nella sala del Consiglio. 

"Maestri, posso sapere che storia è questa?" chiese concitato a Windu e Yoda, "perché non sono stato avvisato tempestivamente?"

"Opposto ti saresti", spiegò Yoda senza enfasi, "se a te l'avessimo detto prima."

"L'ho incontrata in biblioteca tre giorni fa. Mi sarei risparmiato una pessima figura."

"Abbiamo pensato che tu fossi la persona migliore per tenerla d'occhio", aggiunse Windu poggiando i gomiti sulle ginocchia e incrociando le dita delle mani. 

"Tenerla d'occhio..?" ripeté Obi-Wan stranito, "è un Cavaliere Jedi!"

"Un Cavaliere Jedi piuttosto particolare", puntualizzò Windu. 

"Eiren non è particolare", lo corresse Obi-Wan, "e non è più una Padawan. Questo affiancamento le nuocerà agli occhi degli altri Jedi."

Windu si alzò in piedi e raggiunse Obi-Wan: 

"Aveva undici anni", scandì, "voleva continuare ad esercitarsi con la spada e non le andava di recarsi in biblioteca come avevo richiesto che facessero, lei e gli altri Padawan. Le bastò pensarlo, le bastò pensare quel no. E poi manipolò la mia mente come fosse stata un giocattolo. Capisci cosa intendo, Obi-Wan?"

"Capisco perfettamente."

"Non sono cose che qui al Tempio si vedono tutti i giorni. La manipolazione del pensiero funziona soltanto con le menti deboli, o almeno così ritenevamo; Eiren ha ribaltato tutte le nostre convinzioni al riguardo, e fintanto che non sapremo come gestirla, qualcuno di più esperto dovrà affiancarla nelle missioni."

"La Forza è equilibrata in lei, Maestro. Sono sicuro che.."

"Un carattere molto gentile e generoso la ragazza possiede, questo è vero", soggiunse Yoda alzandosi in piedi e avvicinandosi a Obi-Wan con la mano salda sul bastone, "un animo nobile e caritatevole. Tuttavia, anche una vita estremamente solitaria vissuto ha."

Obi-Wan strinse gli occhi:

"Cosa temete, Maestro?" chiese. 

"Che il Lato Oscuro travolgerla possa", spiegò Yoda con dolcezza, "che manipolata a sua volta possa essere. Molte cose a Eiren sono mancate in questi anni.. E il rischio che venga corrotta molto alto è."

"L'Ordine ha commesso un errore, Maestro Yoda. È ingiusto che siano stati il suo aspetto e il suo potere a determinare il suo isolamento, e noi non avremmo dovuto permetterlo."

"Non abbiamo potuto fare altrimenti", s'intromise Windu, "i Padawan non riuscivano a toglierle gli occhi di dosso."

"E da quando questo è il problema di una giovane donna?"

"Non lo è, infatti. Ma gestirlo ha comportato un contrappeso non indifferente, anche se non volevamo certo che andasse in questo modo."

Obi-Wan scosse la testa: 

"Eiren è una ragazza molto assennata", rispose, "il fatto che la sua gestione della Forza sia così incisiva non deve significare necessariamente l'ombra di una corruzione. È la nipote di Qui-Gon Jinn!"

Yoda annuì lentamente: 

"Ragione tu hai, Maestro Obi-Wan", disse sommessamente, "abbassare la guardia, tuttavia, non possiamo."

"Conosco bene il suo potere", gli diede man forte Windu, "è fuori da ogni logica, e lei è molto giovane. Ha bisogno di un indirizzo."

"Credevo glielo avessi dato tu."

Windu tacque per un istante, preso in contropiede. Poi rispose: 

"L'ho addestrata affinché diventasse un Cavaliere Jedi e si riconoscesse nel Lato Chiaro della Forza. Ma non ha ancora affrontato il mondo esterno, e allo stato delle cose non può farlo da sola."

"Tutti gli altri lo fanno."

"Tutti gli altri non manipolano le menti più potenti dell'Ordine Jedi come se fossero di gomma. Lei sì."

Obi-Wan sospirò e annuì di malavoglia: 

"Sarà fatto", cedette, "la terrò d'occhio. Ma vorrei che questo Consiglio avesse più fiducia nelle sue capacità."

Squadrò Windu e Yoda con un'occhiata profonda: 

"Le nuove generazioni di Jedi sono la speranza viva di questo Tempio. Dobbiamo dar loro modo di crescere."

"E così sarà", replicò Yoda in tono fiducioso, "coltivare le nuove generazioni, a volte, anche questo può significare."

Per nulla convinto, Obi-Wan si congedò dal Consiglio sperando di rivedere Eiren nell'atrio del Tempio. La cercò in lungo e in largo, senza trovarla, sospirò e si rassegnò, ravviando i capelli biondi dietro la testa. 

Maestro, pensò rivolto a Qui-Gon Jinn, confido che la Forza riuscirà a far prevalere il giudizio in Eiren. 

Nel frattempo, all'interno della sala del Consiglio che si era quasi del tutto svuotata, il Cavaliere Jedi Sacha Kalon abbandonò la sua postazione calando il cappuccio sulla testa. 

Uno strano sorriso comparve sulle sue labbra, e nel semibuio del copricapo brillarono un paio di lucide iridi gialle, che illuminarono a giorno l'orrenda cicatrice sul suo viso. 




 

***



 

Nonostante i suoi molteplici talenti, Eiren era un pessimo meccanico. Da circa un'ora stava reggendo un cacciavite e una chiave inglese fra i denti per stringere un paio di fastidiosi bulloni che continuavano imperterriti a saltare e la sua pazienza stava per arrivare al limite. Roteò gli occhi e sbuffò, saltando giù dal veicolo spaziale che l'avrebbe condotta verso la missione, portò le mani ai fianchi e guardò per estensione la navicella con riluttanza. 

Ci mancava solo questa, pensò amareggiata, sembrare un'idiota anche per riparare questo rottame. Se Yoda mi vedesse, mi toglierebbe la missione seduta stante. 

Mollò un calcio alla struttura e abbassò lo sguardo con aria sconfitta: sapeva fin dall'inizio di dover considerare Mace Windu più come un avversario che come un Maestro - e l'ultima uscita alla cerimonia di consegna delle missioni ne era stata l'ennesima prova, ma questo l'aveva messa nelle condizioni di fidarsi poco di chiunque. Non aveva chiesto aiuto a nessuno per riparare la navicella, ma presto si rese conto che quella scelta la stesse nettamente rallentando sul percorso, che già di per sé non era iniziato esattamente nel migliore dei modi. 

Si accasciò per terra e sciolse la treccia bionda mentre Obi-Wan la raggiungeva alle spalle, sorridendo: 

"Serve una mano?" chiese. 

La ragazza roteò gli occhi e si voltò lentamente verso il Maestro: 

"È così evidente?"

Obi-Wan fece spallucce e afferrò delicatamente la chiave inglese stretta tra i denti della ragazza che la lasciò andare: 

"Invidio molto le tue doti, Eiren", disse divertito, "ma nonostante l'umiltà, devo riconoscere che forse come meccanico me la cavo meglio di te."

Eiren fece una smorfia e gli porse tutti gli altri attrezzi, mentre Obi-Wan iniziava a stringere due viti. 

"Come stai?" le chiese senza distogliere gli occhi dalla navicella. 

"Ah.. Male, credo."

"Male?"

Eiren alzò le spalle: 

"Il mio Maestro mi rema contro, i miei amici mi evitano e il Consiglio mi ha affiancato uno dei più ingombranti nomi del Tempio Jedi per portare a termine la mia prima missione. Tu diresti che stai bene?"

Obi-Wan scosse la testa: 

"Hai la stessa ironia di tuo zio", rispose frugando nel motore della navicella, "e non so se apprezzarlo o meno."

"Cosa ti trattiene?"

Un clangore metallico fuoriuscì da dove Obi-Wan aveva ficcato la testa, i corti capelli biondi del Maestro ricaddero in avanti:

"Beh, c'era da preoccuparsi quando Qui-Gon diventava ironico", rispose, "quasi sempre dipendeva dal fatto che fosse indeciso sul da farsi. Smorzava con battute molto taglienti."

Eiren assunse un'aria sostenuta: 

"Io non ho niente da smorzare", rispose. 

"Allora credo che dovrai ridimensionare i tuoi drammi", replicò Obi-Wan, "qual è quello irrinunciabile, fra i tre che mi hai elencato?"

Eiren roteò gli occhi e si tormentò le mani: 

"Non mi va di parlarne", rispose incupendo il tono di voce. 

Obi-Wan si fermò e il motore della navicella ripartì. Si voltò verso Eiren e i loro occhi azzurri si incrociarono: 

"Non volevo essere invadente", ammise con gentilezza, "ti chiedo scusa."

Eiren fece un sorriso sincero: era molto ferita e risentita dalla presenza di Obi-Wan nella missione, ma allo stesso tempo la confortava. Non aveva mai avuto una persona così vicina a sé, e il Maestro le ispirava fiducia. 

"Non sei stato invadente. È solo che.. Sai, a dirle, certe cose, diventano reali. E io non voglio che lo siano. Non più del solito, comunque."

"Parli del rapporto con i tuoi coetanei, immagino", disse Obi-Wan risistemando gli attrezzi. 

Eiren non diede nessun cenno di conferma o smentita, ma al Maestro fu sufficiente. A contatto con quella ragazza così straordinariamente potente ma al contempo dotata di un'innocenza e di una dolcezza inaspettate, Obi-Wan provò delle sensazioni che tentò di rifuggire. Il cuore gli accelerò nel petto per una manciata di secondi, smorzò con un sorriso e le disse: 

"È pieno di potenziali amici, lì fuori. E sono certo che non farai alcuna fatica a guadagnartene molti."

"Temono che avvicinarsi a me significhi farsi fare il lavaggio del cervello."

Obi-Wan inarcò un sopracciglio: 

"Beh, il rischio c'è", commentò divertito tentando di sdrammatizzare. 

Eiren la prese bene e scoppiò a ridere. 

"A dire il vero", confessò, "nella maggior parte dei casi non so neppure come ci riesca. A volte non vorrei nemmeno manipolare le menti degli altri, ma.. Succede. Succede e basta."

Obi-Wan annuì: 

"È la manifestazione della Forza in te. L'addestramento serve a mantenere un alto grado di controllo su di essa."

"Allora perché non ci riesco?"

"Questo non so dirtelo, Eiren", rispose Obi-Wan, "non ti ho addestrato io."

Eiren ammutolì, annuendo silenziosamente. Poi Obi-Wan le tese la mano: 

"Forza, andiamo", disse, "la luce è sorta da un po', ormai, e questo imprevisto sul mezzo ci ha rallentati. Dobbiamo recuperare terreno per la tua missione."

Eiren fece un mezzo sorriso, gli prese timidamente la mano e salì sulla navicella, sistemandosi al posto di comando. Per quanto il Consiglio fosse stato chiaro, Obi-Wan era davvero intenzionato a non interferire con la missione di Eiren. Lo doveva all'Ordine dei Jedi, alla causa alla quale aveva votato la sua vita. E anche a Qui-Gon Jinn. 

Eiren era un pessimo meccanico, ma per contrappasso uno dei migliori piloti del Tempio. Non poté fare a meno di sorridere a Obi-Wan che trasalì durante la partenza:

"Ho saputo che per te volare è un problema", disse, "devo tenerti la mano?"

Obi-Wan s'irrigidì guardando giù dalla navicella: 

"A quanto pare, al Tempio circolano voci un po' troppo insolenti", ribatté piccato. 

Eiren rise e qualcosa vibrò nel petto del Maestro: 

"Non è colpa delle voci", disse, "è colpa mia."

"Che significa che è colpa tua?"

Eiren fece spallucce senza guardare Obi-Wan: 

"Qualche volta chiedo in giro di te", ammise con una punta di timidezza nella voce. A Obi-Wan servì qualche secondo per capire, osservò il profilo della ragazza che guidava con sicurezza e poi replicò un semplice: 

"Oh. Capisco."

Eiren sollevò le spalle: 

"Va.. Va bene."

"Intendo dire.. Perché non chiedi a me di me?"

Eiren lo guardò e non rispose, limitandosi a mordicchiarsi il labbro inferiore e a cambiare discorso: 

"La rotta è piuttosto lunga", disse, "ed è molto presto. Puoi riposare un po', se vuoi."

"Preferisco darti il cambio e far riposare te", rispose Obi-Wan, "non appena ti sarai stancata, guiderò al tuo posto."

"Non mi va di farti fare qualcosa che non ti piace. So com'è. E non è bello."

Obi-Wan la guardò cercando una risposta nei suoi occhi fissi sullo spazio oscuro, senza risultato. 

"Sembra che tu abbia fatto molte cose che non ti piacciono", cercò di aprirsi la strada.
Eiren era una ragazza dal carattere molto buono e gentile, ma anche particolarmente schivo. Quella riservatezza, spesso, si traduceva in risposte brusche e per Obi-Wan era come camminare su un campo minato. Non avrebbe mai voluto, neanche involontariamente, contribuire a costruire un muro tra loro due, men che meno nel contesto della sua prima missione, all'interno della quale avrebbero dovuto collaborare a stretto giro. Eiren, però, non sembrava riluttante a un confronto con lui. 

"Non tutti sono stati Padawan di zio Qui-Gon", rispose, "io sono stata scelta dal Jedi più potente dell'Ordine. Nessuno al Tempio lo diceva apertamente, ma tutti sapevano quanto fosse rischioso addestrare una Padawan con i miei poteri. Solo il Maestro Windu ha deciso di prendermi con sé. Ma non voleva farlo davvero."

"Come fai a dirlo?"

"Il Maestro Windu aveva di gran lunga superato la fase in cui era un Jedi pienamente operativo sul campo. Era un membro del Consiglio, ormai, che combatteva solo se interpellato. Un ruolo conquistato e guadagnato. Era diventato troppo potente per limitarsi ad addestrare i Padawan, ma è stato costretto a farlo. 

E per giunta, con una persona che probabilmente ha odiato per anni, perché gli ha manipolato la mente davanti ad altri Younglings compromettendo la sua autorità ai loro occhi."

Obi-Wan aggrottò la fronte: 

"I tuoi pensieri sul Maestro Windu sono più duri di quanto corrispondano alla realtà", le disse con gentilezza, "sono certo che lui ti sia molto affezionato, e che sia orgoglioso del Cavaliere Jedi che sei diventata."

Eiren esitò per un attimo:

"Prima mi hai chiesto se io abbia mai fatto qualcosa che non mi piaceva fare", rispose Eiren accelerando la velocità della navicella, "e io ti ho risposto che so com'è quando si fanno cose che non ci piacciono.. Ma non ho mai detto di averne fatte."

"E allora?" 

"Io sono la cosa che Windu non ha mai voluto fare", rispose salda la ragazza, "e non voglio che nessun altro, per niente al mondo, si senta come si è sentito Windu a causa mia. Io sono la conseguenza del fare qualcosa controvoglia."

Obi-Wan era sopraffatto dalla durezza delle parole di Eiren: la ragazza le aveva pronunciate con una profondità e una semplicità tali che il Maestro pensò che probabilmente erano state per lei un ritornello scandito per tutta la gioventù. 

Eiren percepì una tristezza greve nel Maestro e tentò di correre ai ripari: 

"Non devi sentirti in colpa, Obi-Wan."

"Se soltanto avessi saputo.."

"Le nostre età non sono poi così distanti. Credo.. Appena sette anni, se non sbaglio. Ma le nostre strade si sono incrociate in momenti molto diversi delle nostre vite, e di me non si è mai parlato molto al Tempio. Non avresti mai potuto sapere."

Obi-Wan guardò la ragazza e lei fece altrettanto. Per un solo secondo i loro occhi si incrociarono e fu come se la Forza in entrambi si fosse concentrata al centro esatto della loro distanza. Qualcosa di elettrico corse lungo la schiena di entrambi, la sensazione di conoscersi da sempre, di essere già in confidenza col reciproco colore blu di quelle iridi.. Ma era troppo, per tutti e due. 

Non era la prima volta che si sentivano in quel modo, ma nessuna di quelle strane sensazioni risuonava nel codice dei Cavalieri Jedi. Con una sensazione di timore incontrollabile, Eiren tornò a concentrarsi sulla guida e Obi-Wan guardò dritto davanti a sé, recuperando la capacità di formulare una frase. 

"Mi dispiace, Eiren", disse solo. 

"Non volevo intristirti", rispose Eiren con sincerità. 

"Vorrei poter fare qualcosa per alleviare tutto questo."

Il tono di Eiren si fece improvvisamente più duro: 

"Non mi devi niente, Obi-Wan."

Obi-Wan si voltò di scatto verso di lei, quasi offeso dalle sue parole: 

"Che significa..?"

"Zio Qui-Gon era molto legato a te, e tu a lui. Sono perfino felice che qualcuno, a questo mondo, sia riuscito a trarre beneficio dalla sua indole buona e coraggiosa. Ma per quanto possa essere in pace con questo pensiero, Obi-Wan.. Non devi capirmi perché credi di avere un debito verso di lui."

Obi-Wan si sentì schiacciare il petto: 

"Non è così, Eiren", si lasciò sfuggire, "forse non ci conosciamo abbastanza."

"Forse no."

"Altrimenti capiresti che non è il debito nei confronti di tuo zio a muovermi verso di te."

"E cosa, allora? Per quale altro motivo saresti qui?"

Obi-Wan si sentì preso in contropiede. C'erano cose che il giuramento Jedi non riusciva a trattenere, e la presenza di Eiren ne smuoveva alcune che per lui era sempre difficile ammettere. Non aveva mai approfondito il rapporto con la nipote del suo Maestro per una serie di motivi che gli anni avevano finalmente messo a tacere, o almeno così sembrava fino al giorno in cui il Consiglio non lo aveva assegnato alla prima missione di Eiren. La ragazza osservò Obi-Wan mantenere il silenzio e guardarla negli occhi, finché lei non sentì un immorale balzo nel petto e decise di cambiare argomento. 

"Come sta il tuo Padawan?", commentò. 

"Oh, sta bene", replicò Obi-Wan, "è a Naboo per ordine del Consiglio."

Eiren sorrise: 

"Sembra che tu ti fidi molto, di lui."

"Gli sono molto legato."

"Perché hai scelto proprio lui?"

Obi-Wan sospirò: 

"Ho fatto una promessa a tuo zio", mormorò, "e intendo mantenerla. È un giovane molto dotato, la Forza è incredibilmente vivida in lui. Spero di esserne all'altezza."

"Come si chiama?"

Obi-Wan sorrise:

"Anakin. Si chiama Anakin."

"Anakin", ripeté Eiren tra le labbra con un sorriso che si spense qualche istante dopo. A Obi-Wan quella sfumatura non sfuggì: 

"Qualcosa non va?" le chiese. 

"Obi-Wan", disse lei, "che tipo di Maestro sei, per Anakin?"

La domanda spiazzò Kenobi, che non se l'era mai chiesto. La guardò con aria interrogativa e la ragazza corse in suo soccorso, fornendogli la risposta che aveva dentro, ma che non riusciva a formulare a parole: 

"Ti prego di ascoltarlo", disse la ragazza con un tono che trasudò sofferenza, "ascoltalo sempre. Fa' che capisca che la tua presenza è forte. I Padawan.."

S'interruppe, deglutì, i suoi occhi divennero lucidi: 

"Il cuore dei Padawan rimane spesso inesplorato", continuò, "forse è per questo che molti dei miei compagni hanno finito per evitarmi. Nessuno ha detto loro che la Forza non basta ad essere empatici. Il giuramento Jedi sostiene che ci sia solo la Forza, ma io mi rifiuto di crederci."

Obi-Wan sorrise e scosse la testa, sorpreso di scoprire quanto del carisma di Qui-Gon era presente in quella giovane e bellissima donna. 

"Ti opponi al giuramento?"

"Non per tutto", mediò velocemente Eiren, "ma.. Per alcune cose, sì."

"Hai ancora molto da imparare."

"Può darsi. Ma la persona che avrebbe dovuto insegnarmi mi teneva a distanza. È per questo che ti ho chiesto che tipo di Maestro vuoi essere per Anakin."

Guardò Obi-Wan e gli sorrise: 

"Promettimi che sarai presente. E se non vuoi farlo per me, fallo per Qui-Gon."

Obi-Wan spalancò un sorriso che placò il suo cuore in tempesta, come sempre quando stava accanto a Eiren: 

"Te lo prometto, Eiren."

La ragazza annuì leggermente, poi entrambi tornarono a guardare lo spazio in silenzio finché le coordinate non diedero esito positivo:

erano sulla rotta giusta per il pianeta Reevel. 

   
 
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