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Autore: InsurgentMusketeer    12/05/2023    1 recensioni
Eiren-Kal Jinn è la nipote del defunto Maestro Qui-Gon, figlia del misterioso fratello Daar, separato da lui alla nascita. È gentile, dal cuore nobile e dai lineamenti insolitamente docili: "forse troppo per un Jedi", sostiene il suo Maestro, Mace Windu. Ma Eiren non ha solo l'animo del Jedi; come suo zio, è dotata di grandi capacità oratorie e possiede un talento particolare: a differenza degli altri Cavalieri, riesce a manipolare anche le menti più solide. Un tratto fin troppo riconoscibile, perché ogni volta che Eiren entra in una mente potente, il suo naso sanguina.
Durante l'addestramento del giovane Anakin Skywalker, Eiren viene nominata Jedi e le viene affidata la sua prima missione: il sopralluogo della città di Saareteh, dove un gruppo appartenente alla Federazione dei Mercanti si muove in modo sospetto.
Il suo enorme potere manipolatorio, però, mette in allarme il Consiglio che, con grande disappunto della ragazza, le affianca il Maestro Obi-Wan Kenobi.
Un rapporto turbolento ma complice, due caratteri diametralmente opposti, la scoperta che, forse, l'Equilibrio nella Forza si può raggiungere solo attraverso la cooperazione tra due energie completamente diverse.
Riuscirà Eiren a ignorare il Canto del Lato Oscuro?
Genere: Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mace Windu, Nuovo personaggio, Obi-Wan Kenobi, Yoda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Otto anni dopo. 



 

Un lampo blu colpì in pieno quello verde davanti a sé producendo un clangore metallico. Le spade produssero un unico sfavillìo e le loro rispettive luci si mescolarono. L'impatto durò qualche altro secondo, poi la spada verde schizzò via, richiudendosi e cadendo per terra con un tonfo sordo. 

La sottile treccia di Soren Kolson, il giovane Padawan appena sconfitto, scattò contro la sua fronte e il ragazzo sbuffò seccato. Dall'altra parte Eiren gli puntava la spada al collo dopo averlo disarmato. Emise un sospiro, richiuse la spada e si voltò verso gli altri Padawan: 

"Se vi lasciate disarmare, è finita", disse riagganciando la spada alla fondina sul fianco, "fate bene attenzione ai fendenti che sferrate, ma ancor più a quelli che vi vengono sferrati. Non distraetevi, rimanete concentrati, usate la Forza. Una minima flessione può esservi fatale."

I Padawan annuirono quasi imbarazzati mentre Eiren passava loro oltre senza aggiungere altro, indossando nuovamente il mantello marrone e uscendo dalla sala di addestramento: ogni volta che gliene veniva data la possibilità, supportava i Padawan nell'uso della spada. La ragazza era molto veloce nei duelli e particolarmente portata nella gestione dell'arma. I Padawan imparavano ammirati da lei, sebbene la giovane Jedi non fosse per nulla entusiasta del ruolo di insegnante che, di tanto in tanto, le veniva conferito. 

Tirò su il cappuccio, badando bene che gli sguardi circostanti non si posassero su di lei per un tempo troppo prolungato: sin da quando era una bambina aveva imparato a vergognarsi della sua stessa bellezza. Le era stata fatta pesare ogni giorno e aveva finito per viverla come un handicap. Era giunta alla conclusione che sarebbe stato molto meglio per tutti se da quel momento in poi avesse camminato con un cappuccio a coprirle la testa, senza disturbare nessuno. 

Quello dei Jedi era un Ordine prevalentemente maschile. Vi erano indubbiamente molte valide guerriere tra le sue fila, ma la prevalenza apparteneva agli uomini, da sempre. Eiren si era sempre ben mescolata alla compagine maschile, ma i Padawan erano pur sempre dei ragazzi molto giovani e i Maestri Jedi degli uomini disabituati alla vista di un viso delicato come il suo: Eiren possedeva due grandi occhi azzurri contornati da lunghe ciglia nere, un naso piccolo e costellato da impercettibili lentiggini, una folta chioma di capelli biondi che teneva quasi sempre legati in uno chignon alto sulla testa e le labbra piene, perennemente piegate in un sorriso gentile. 

Essere la nipote di Qui-Gon Jinn, per di più, le complicava ulteriormente la vita: il paragone era sempre dietro l'angolo e, per quanto lei fosse la più giovane Jedi nominata in quell'anno, era estremamente complesso convivere con un parente di quella portata. 

Per via di alcune sue caratteristiche molto peculiari di gestione della Forza, Eiren era stata scelta come Padawan da Mace Windu in persona, immediatamente dopo aver visto quello che era successo. 

"Se il Consiglio non presenta alcuna obiezione", propose con decisione, "addestrerò Eiren Jinn come mia Padawan."

"Indirizzare all'equilibrio quella giovane dovrai", gli aveva risposto il Maestro Yoda, quando Windu aveva riportato al Consiglio cosa quella bambina di sette anni era stata in grado di fare durante un banale allenamento degli Younglings. 

"Tu solo puoi", aveva aggiunto il vecchio Maestro, non senza un velo di tensione nella voce. 

Non che il Consiglio avesse paura di quel potere così particolare, anzi: la speranza era che la ragazza potesse essere debitamente seguita perché quel potenziale venisse espresso nel migliore dei modi, e Mace Windu, l'emblema dell'equilibrio tra il Lato Chiaro e il Lato Oscuro, era senz'altro la persona più adatta ad adempiere a quel compito. 

Eiren raggiunse la biblioteca e tirò giù il cappuccio, prendendo una boccata d'aria liberatoria. Entrò, ansiosa di prendere in prestito un bel po' di libri - da quando era stata nominata ufficialmente Jedi non aveva avuto più il tempo di leggere - per smorzare l'attesa snervante del momento più importante della sua vita: da lì a poco le avrebbero assegnato la sua prima missione. 

Eiren si sporse verso la libreria principale mordendosi il labbro inferiore, strizzò gli occhi e tese la mano, usando la Forza per procurarsi due grossi tomi in cima agli scaffali. Se li adagiò con cura tra le mani, si voltò per andare via e, proprio sulla soglia della porta, sollevò di scatto lo sguardo quando una voce le parlò: 

"Eiren!", esclamò Obi-Wan Kenobi in tono gentile. 

Eiren si destò dal sovrappensiero e spalancò gli occhi: 

"Obi-Wan", mormorò battendo le palpebre e facendo un veloce inchino con la testa, "è un piacere rivederti."

"Il piacere è mio", rispose Kenobi sorridendo, "come stai?"

La ragazza tirò immediatamente su il cappuccio, imbarazzata, ricordandosi della sua personalissima regola di vita. Obi-Wan sentì il cuore stringerglisi: era una giovane donna di rara bellezza, ed era triste constatare che fosse costretta a nasconderla come fosse un furto o un'immoralità. Eiren era una Jedi incredibilmente dotata, eppure ciò che sembrava più importante agli occhi del Tempio era che i suoi coetanei la evitassero, perché non cadessero in tentazione, il suo aspetto fisico prevaleva ingiustamente sulle sue capacità.

Obi-Wan provava una simpatia innata per Eiren: era la nipote di Qui-Gon, e sebbene si trattasse di due persone del tutto differenti, riusciva a rivedere in lei tratti nitidi del suo Maestro. Fece un mezzo sorriso e delicatamente tirò di nuovo giù il cappuccio del suo mantello: per quanto provasse a distaccarsi da quel genere di pensieri, il suo viso incantevole non riuscì a lasciarlo indifferente.  

"Non ne hai bisogno, quando parli con me", la rassicurò. La ragazza arrossì lievemente e strinse i libri al petto, poi sistemò i capelli arruffati dal cappuccio e disse: 

"Sto bene, grazie. E tu?"

Obi-Wan annuì:

"Non c'è male. Ma il fatto che tu non debba più chiamarmi Maestro mi fa realizzare che il tempo passa, ahimè. E che la vecchiaia incombe."

Eiren fece una risata sommessa: 

"Sei sempre lo stesso, Obi-Wan. Tutti al Tempio invidiano la tua età lenta."

"Come vorrei darti ragione. Sei venuta a prendere degli altri volumi?"

Eiren calò uno sguardo sui libri: 

"Oh, sì", rispose spalancando gli occhi, "non leggevo più molto, a dire il vero. Mi mancava farlo."

Obi-Wan annuì e infilò le mani nelle maniche opposte del mantello: 

"Tuo zio sarebbe molto orgoglioso di te", le disse sottovoce, "sei la più giovane Jedi della tua annata."

"Così pare."

"Devi essere molto impaziente per la tua prima missione."

"Lo sono. I libri, a dire il vero, mi servono ad ammorbidire questa attesa, sai."

"Lo avevo intuito. Cosa ne pensa il tuo Maestro?"

Eiren fece un mezzo sorriso: 

"Mace Windu non si pronuncia su nulla che non riguardi strettamente l'addestramento, lo sai bene."

Obi-Wan annuì lentamente e sollevò un sopracciglio, badando di essere al riparo da orecchie indiscrete: 

"Beh, anche se non è un tipo di molte parole, non è da tutti venire addestrati dal Gran Maestro Windu in persona", disse, "magari è anche per questo che il tuo addestramento è terminato con largo anticipo."

Eiren fece una smorfia: 

"Mi guardo bene dall'insultare la tua acuta intelligenza e la tua saggezza, Obi-Wan", rispose allegra, "ma mi preme ricordarti che perfino i muri del Tempio sanno perché Mace Windu si sia scomodato per addestrarmi."

Obi-Wan ridacchiò: era vero. In via del tutto eccezionale, Eiren-Kal Jinn era stata presa da Windu in persona come Padawan, dopo che da bambina aveva manifestato enormi poteri nella manipolazione mentale. 

Durante una normale lezione con gli altri Younglings era incredibilmente riuscita a manipolare proprio la mente di Windu. Da quel momento il Maestro si era preso cura personalmente del suo addestramento, perché incanalasse adeguatamente quella straordinaria capacità. Eiren, però, sentiva di essere una specie di pericolo ambulante tenuto a bada dal Consiglio: mentre vedeva i suoi amici Padawan crescere in saggezza e spensieratezza senza particolari problemi, lei veniva costantemente monitorata da Windu e Yoda, poiché le sue capacità erano largamente temute al Tempio. 

Soltanto Obi-Wan Kenobi sembrava non soffrire particolarmente quel potere, anzi, lo ammirava; Eiren, tuttavia, aveva sempre attribuito quella neutralità al fatto che Obi-Wan fosse stato il Padawan di suo zio, e non piuttosto alla convinzione che la ragazza fosse davvero inoffensiva.

Involontariamente o meno, però, quel potere e la sua inusuale bellezza l'avevano portata a essere perennemente discriminata. Per un motivo o per l'altro, Eiren si ritrovava spesso da sola, così come sola aveva trascorso la maggior parte delle fasi dell'addestramento. Non si poteva certo dire che Windu fosse un Maestro come un altro: non era il tipo con il quale condividere le missioni, poiché gli impegni al Consiglio lo rendevano meno operativo di altri Jedi, e per di più aveva preso il caso di Eiren come una questione personale: il suo scopo, oltre che addestrare un apprendista Jedi, era quello di controllare che Eiren non utilizzasse a sproposito (o per essere precisi: contro il Consiglio) la manipolazione mentale, neppure involontariamente. Era un potere che solo chi aveva trovato un perfetto equilibrio tra Lato Chiaro e Lato Oscuro poteva gestire. 

Aveva capito, tuttavia, che alla ragazza manipolare le menti forti costava un certo sforzo: a quel punto era facile, per Windu, tenerla sotto controllo. Ogni volta che Eiren manipolava una mente particolarmente solida, il suo naso sanguinava.

Non che Windu le impedisse di esercitare quello straordinario potere; piuttosto, cercava di incanalarlo a dovere. Eiren, tuttavia, aveva molto dello slancio ribelle di suo zio, e istruirla non era sempre così semplice. Quel compito aveva fatto di Windu il Maestro di cui Eiren aveva bisogno, ma non quello che avrebbe realmente voluto. Aveva condiviso poche esperienze con lui, non aveva ricevuto troppe parole gentili, non era mai stata in simbiosi col suo insegnante come invece era accaduto a tutti i suoi amici Padawan. 

Il suo addestramento era una questione di tutela interna: niente di quello che Windu era stato per lei aveva mai avuto un significato profondo. Era stato un ottimo Maestro, questo era certo, ma Eiren era, di fatto, la sola giovane Jedi a non aver mai avuto davvero un punto di riferimento a cui affidarsi, neppure per un consiglio o un po' di umano conforto. 

Ciononostante, la Forza dominava in lei e la ragazza riusciva facilmente a generare un equilibrio nella sua gestione dei sentimenti: come tutti i giovanissimi Padawan, era stata allontanata dalla propria famiglia a pochi mesi poiché risultata incredibilmente sensibile alla Forza; tuttavia, anche e soprattutto i rapporti con suo zio Qui-Gon erano molto limitati. Non era consentito a un Jedi seguire la formazione di suoi parenti o affiliati, perciò Eiren crebbe completamente sola, fuori e dentro la propria formazione da Jedi. 

A lungo il Maestro Yoda si era chiesto con preoccupazione se questo non potesse rappresentare un problema per la sfera emotiva della ragazza: ai Jedi era proibito l'attaccamento, ma non provare dei sentimenti. E se lei, a causa della continua solitudine, non fosse stata capace di avere dei sentimenti, questo avrebbe potuto comportare un notevole squilibrio nella Forza, il che, unito al prezioso potere manipolativo di Eiren, avrebbe potuto rappresentare - e Yoda si augurava nella peggiore delle ipotesi - un serio pericolo per l'Ordine dei Jedi. 

La ragazza, tuttavia, sembrava sorprendentemente equilibrata. Yoda si chiedeva spesso se fosse dovuto all'abitudine alla solitudine che fin da piccola ormai aveva consolidato, o se si trattasse di un pericolo latente. Nel dubbio, tuttavia, la ragazza era cresciuta in un limbo di umiltà e pericolosità che solo Windu poteva gestire. 

"Credo tu abbia ragione", replicò Obi-Wan con gentilezza, "devo ammettere che ho sentito parlare delle tue capacità."

Eiren roteò gli occhi: 

"Già, immagino in che termini."

"Lusinghieri, perlopiù. Puoi stare tranquilla."

Eiren guardò Obi-Wan con gratitudine: era fuor di dubbio che il Maestro provasse una certa simpatia per lei perché gli ricordava Qui-Gon Jinn. Eiren, però, aveva appena fatto in tempo a conoscere suo zio e tutto il resto lo aveva appreso dalle testimonianze altrui. Nonostante questo, apprezzava largamente l'incoraggiamento del Maestro. 

La giovane Jedi fece un breve inchino: 

"Molte grazie, Obi-Wan."

"Ci vediamo all'assegnazione."

"Ne sarò felice."

I due si separarono, non senza prima aver fatto qualche passo nelle direzioni opposte ed essersi voltati per scambiarsi un ultimo sguardo: il cuore giovane di Eiren non nascondeva il timore reverenziale e l'ammirazione nei confronti di Obi-Wan, e il Maestro, seppure in privato, riconosceva pienamente quanta maturità e intelligenza albergassero nella giovane. Si sorrisero a vicenda e si allontanarono in direzioni opposte, senza più vedersi fino a tre giorni dopo.

   
 
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